La mancanza di prove non scoraggia i Carabinieri, che si producono in una nuova stravagante teoria: se Moggi e i designatori si sentono al telefono (e si vedono per qualche cena), qualcosa di male la devono fare per forza, anche se non lo dicono mai espressamente. Eppure non è solo Moggi ad intrattenere un rapporto confidenziale e continuativo con i designatori. Le informative sono disseminate di indizi riguardo alle frequentazioni di Bergamo, Pairetto e Mazzini con altri personaggi del mondo del calcio. Ad esempio, nella telefonata 490 dell’8 febbraio 2004, Bergamo informa la Fazi: «stamani due so’ venuti, Cinquini del Parma e Spinelli del Livorno […] e dice no, non danneggiate il Parma»; nella telefonata 26618 del 10 febbraio 2005, Bergamo parla così del collega Pairetto: «Gigi è amico intimo di Governato, che è il consulente di Corioni! E che gli ha fa… e che Governato gli ha fatto fa’ delle cose». Conferme vengono anche da alcune dichiarazioni dirette come quella di Massimo Cellino, presidente del Cagliari (intervista all'agenzia radiofonica GRT del 10 giugno 2006: «Ho parlato anch`io con Bergamo in passato per lamentarmi di certi arbitraggi. Penso che sia un diritto contestare la qualità dei direttori di gara» . Particolarmente sostanziosa la testimonianza rilasciata dall’ex arbitro Riccardo Pirrone:
Con l'accordo delle sette sorelle e l'arrivo dei due designatori, campionato '98-'99, tutto precipita: Juve, Milan, Inter, ma anche Roma, Lazio, Fiorentina e Parma a inizio stagione prendono l'abitudine di inviare una lista di arbitri graditi. "A fine stagione, controllavo, avevano ottenuto solo quelli. Macché sorteggio, mi sono dovuto rifiutare di consegnare ai designatori la lista degli indirizzi di tutte le società professionistiche: serviva per far arrivare i regali direttamente a casa di Bergamo e Pairetto. È dal 1999, da quando si sono insediati i due designatori, che l'imparzialità degli arbitri è saltata. Ma come fa Bergamo a dire che per lui era normale parlare con tutti, tutto il giorno, ore e ore al telefono? Lo sa che quando alla guida degli arbitri c'era Agnolin, poi Casarin, le lamentele dei club potevano essere fatte solo per iscritto: venivano inviate al presidente federale e poi inoltrate al designatore. Ora tutti al telefono, tutti a chiedere arbitri. E vogliono farla passare per prassi. Io ho ricevuto e passato decine di telefonate. Massimo Mauro, quando era presidente del Genoa, chiamava quattro volte in un'ora.
È interessante soffermarsi su questa frase: «È dal 1999, da quando si sono insediati i due designatori, che l’imparzialità degli arbitri è saltata». Giova ricordare che i primi due scudetti dell’epoca del doppio designatore (dalla stagione 1999/2000, appunto) sono stati vinti da Lazio e Roma (nei modi che tutti sanno). Un altro indizio è l’incredibile risposta dell’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti a una domanda circa i regali natalizi agli arbitri (elettrostimolatori in questo caso): «Noi abbiamo pensato a un regalo utile alla loro professione e lo abbiamo concordato con i designatori» (Repubblica, 9 gennaio 2000) . Quindi non solo l’Inter, nella persona di Facchetti, parlava con i designatori ma, addirittura, decideva con loro i regali da consegnare agli arbitri. Beata innocenza. A fugare gli ultimi dubbi sulla questione ci ha pensato Paolo Bergamo che nella trasmissione di Canale 5 Matrix (8 giugno 2006) ha candidamente rivelato di essere solito ospitare in casa sua, persino per la notte, il presidente interista Giacinto Facchetti . Lo stesso giorno era apparsa su Repubblica un’eloquente intervista allo stesso Bergamo, che riportiamo integralmente:
Paolo Bergamo ha deciso di parlare. Come mai?
“Perché mi hanno massacrato, ci hanno massacrati - dice l'ex designatore - Non ci hanno nemmeno messo sul banco degli imputati. Macché: ci hanno condannati senza processo”.
Lei ha già parlato coi pm di Napoli.
“Certo, e ho spiegato. Ho ricostruito i miei cinque anni da designatore con Gigi Pairetto. Ho mandato anche una memoria e non mi hanno più richiamato: segno che sono stato convincente, no?”.
Ma ora tocca a Borrelli.
“Sì, e mi difenderò con le unghie e con i denti. Risponderò a tutto quello che mi chiederà. Spiegando per filo e per segno tutto”.
I carabinieri nel loro rapporto sostengono che lei faceva parte della Cupola moggiana.
“Macché cupola mafiosa, per favore. È arrivato il momento di chiarire tante cose, io ormai non ci dormo più di notte. E andrò anche in tv così sentiranno milioni di persone”.
Cosa sentiranno?
“Sentiranno la mia verità. Io non voglio passare per quello che non sono”.
Ma lei era complice di Moggi e Giraudo?
“Ma se di me parlano come il corvo nero, il bastardo... Macché alleato e alleato. Io facevo solo il mio lavoro di designatore. Una volta dicevano che stavo con loro, un'altra che ero contro: si mettessero d'accordo... Mi verrebbe da ridere se non fosse che sono distrutto e che questa storia mi crea problemi infiniti”.
Ma parlava o no al telefono con Moggi?
“Con Moggi? Certo che parlavo con lui, ma io parlavo con tutti. Come era logico che fosse. Parlavo con Capello, con Sacchi... Normale, normalissimo”.
Però i carabinieri sostengono che c'è stato un pranzo segreto a casa sua, a Collesalvetti, con i dirigenti della Juve.
“Macché segreto e segreto. Il campionato era praticamente finito, la Juventus giocava a Livorno e aveva già vinto lo scudetto. Sì, Moggi e Giraudo sono venuti a cena a casa mia, e allora?”.
I carabinieri erano appostati al cancello...
“Al cancello, lungo la stradina, ovunque stavano... In passato avevo invitato a cena anche Galliani, dirigenti dell'Inter e di altre società. Scusate, ma che male c'è?”.
Sì, ma con Moggi e Giraudo di cosa parlava? Secondo gli inquirenti lei prendeva ordini.
(Ride) “Avevo fatto loro solo una confidenza, cioè che volevo dare le dimissioni da designatore e loro mi avevano pregato di restare ancora un anno perché Collina non aveva accettato l'offerta di Carraro. Tutto qui. Nessun segreto”.
Tre mesi più tardi (11 settembre 2006) l’ex designatore ha aggiunto scottanti particolari alle sue precedenti rivelazioni. All’interno di Lunedì di rigore, programma sportivo in onda su un network di tv locali, alla domanda del conduttore Fabio Ravezzani: «Molti si chiedono, se lei aveva il telefono sotto controllo, e dice che tutti i dirigenti delle altre società la chiamavano, perché sono venute fuori solo le telefonate tra lei e Moggi?» Bergamo risponde significativamente: «Questa è la cosa che mi inquieta di più…». Parole molto eloquenti che hanno trovato riscontro in alcuni lanci di agenzia ma che sono state completamente dimenticate da giornali, televisioni e Commissione Disciplinare. E questo nonostante l’allenatore della Reggina, Walter Mazzarri, abbia prontamente confermato la versione di Bergamo:
(AGM-DS) – Reggio Calabria 12 settembre – Walter Mazzarri difende indirettamente Luciano Moggi: “È vero, tutti i club si rivolgevano a Paolo Bergamo”. L’allenatore della Reggina torna, nel corso della sua conferenza stampa del martedì, a parlare dello scandalo di calciopoli. Lunedì sera, in tv, lo stesso Bergamo aveva sostenuto di avere avuto contatti frequenti con tutte le società e non solo con l’ex dg della Juventus. E Mazzarri conferma: “Ripeto quello che già avevo detto in passato: tutte le società si rivolgevano a lui in quanto designatore, era una prassi consolidata”
Accuse Juve: il rapporto con i designatori - Pagina 2
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