Una delle principali accuse mosse a Moggi e Giraudo è stata quella di aver intrattenuto una relazione di eccessiva promiscuità con i designatori arbitrali. Un luogo comune che si è prestato a molteplici mistificazioni ed interpretazioni sbagliate. Innanzitutto va detto che un contatto diretto con i designatori non presuppone automaticamente il condizionamento arbitrale , quindi occorre sottolineare come Pairetto svolga un ruolo davvero minimo nelle intercettazioni. Nell’informativa del 19 aprile 2005 si registrano solo quattro telefonate che lo vedono protagonista. La prima è realmente ridicola e ne pubblichiamo il testo integrale senza commento:
Moggi: “ie la fai a telefonarmi che io sono scarico?”, Pairetto: “eh, sono in Federazione adesso”, Moggi: “insomma… quando hai fatto”, Pairetto: “va bene ok, ci sentiamo”
La seconda è una sua telefonata a Lanese prima della cena natalizia, nella terza Bergamo chiede di essere richiamato e, nella quarta, sempre Bergamo informa il collega che Carraro ha ordinato di bloccare le griglie in vista della prossima giornata di campionato. Davvero poco per includere Pairetto nella lista dei partecipanti al sodalizio moggiano. Nei fascicoli provenienti da Torino vi sono altre intercettazioni concernenti il designatore piemontese: due sono le telefonate con Dondarini che abbiamo esaminato, altre invece sono conversazioni con Moggi nelle quali si discute degli arbitri della Champions League. A questo proposito è necessario specificare che le designazioni per le coppe europee vengono decise dalla Commissione Arbitrale dell’Uefa (della quale Pairetto era vicepresidente) che si riunisce in consiglio con alcuni commissari. Come fa notare il procuratore Maddalena: «pare alquanto limitata la possibilità di Pairetto di pilotare le designazioni arbitrali verso un ben determinato arbitro». La prima telefonata tra Moggi e Pairetto è dell’11 agosto 2004, successivamente all’impegno dei preliminari di Champions League tra la Juventus e gli svedesi del Djurgardens. La partita è terminata 2 a 2 e Moggi chiama il designatore per lamentarsi del direttore di gara, il quale ha annullato un gol regolare a Miccoli:
Pairetto: Pronto?
Moggi: Gigi?
P: sì
M: dove sei?
P: Ehi, ciao
M: dove sei? A Sportilia sempre?
P: no, sono uscito da mezzora, siamo partiti
M: oh, ma che cazzo di arbitro ci avete mandato?
P: oh, Vandel (in realtà Fandel) è uno dei primi...
M: ho capito ma il gol di Miccoli è valido
P: no
M: Sì, come no
P: come, no
M: è valido, è valido
P: no era davanti
M: ma che davanti dai ... ma poi tutto l'andamento della partita ha fatto un casino della madonna a noi...
P: gli assistenti non mi sono piaciuti molto in assoluto no ma stavo pensando ad un altro quello che aveva alzato era quello di Trezeguet che mi ricordo davanti.. sì sì M: quello è un altro discorso ma quello di Miccoli era…
P: sì, quello che mi sto riferendo era quello di Trezeguet
M: ma quello di Miccoli era regolare non... e .. ma poi non è solo il gol è l'andamento della partita, eh?
P: ma sai che questo è uno dei top...
M: ma questo può andare in culo Gigi questo qui eh... te lo dico io, deve andare in culo, fidati di me
P: non l'ho vista ieri sera la partita infatti...
M: ora mi raccomando giù a Stoccolma, eh?
P: Porco Giuda mamma mia questa veramente deve essere una partita...
M: ma no ma si vince però sai si dice ...
P: ma questi sono scarsi eh, dio buono...
M: però con uno come questo qui resta difficile eh ... capito?
P: sì, sì, poi anche il campo ho visto che era un pantano
M: no, ma poi ci hanno fregato, l'arbitro ed il pantano, poi alla fine perché potevamo vincere la partita però quando fai un gol buono era 3 a 2. E poi te lo dà, diventa un casino eh?
Come si vede, Moggi non chiede alcun favore ma si limita a fare le sue rimostranze, raccomandandosi di mandare un arbitro più capace in vista della gara di ritorno. In un'altra telefonata Pairetto informa Moggi della designazione per l’incontro di coppa della Juventus in casa dell’Ajax:
(1 settembre 2004) Moggi: pronto?
Pairetto: eilà, lo so che ti sei scordato di me mentre io mi son ricordato di te
M: ma dai!
P: eh, ho messo un grande arbitro per la partita di Amsterdam
M: chi è?
P: Meier
M: alla grande dai va bò, comunque tieni aperto te o mi chiami te?
P: sì, sì, va bene era solo per dirti questo
M: no, ma ti chiamo un attimo
P: vedi che mi ricordo di te anche se tu ormai
M: ma non rompere, adesso vedrai quando ritorno poi te lo dico se mi son scordato
P: ok
M: ci sentiamo, ciao
P: ciao
Nemmeno in questa occasione Moggi chiede arbitri specifici, né fa allusioni su particolari comportamenti da assumere in campo. La Procura di Torino, infatti, chiude l’argomento affermando:
E, comunque, decisivo è il rilievo che in seguito a tale dialogo, e più in generale in tutto il corso delle intercettazioni (che, come ricordato in premessa, sono state decisamente “intense”, riguardando una molteplicità di utenze in uso agli indagati e per un periodo significativo di tempo), non è mai stato registrato alcun accenno al fatto che i vertici dirigenziali della Juventus abbiano corrisposto somme di denaro o altre utilità a Pairetto.
La mancanza di prove non scoraggia i Carabinieri, che si producono in una nuova stravagante teoria: se Moggi e i designatori si sentono al telefono (e si vedono per qualche cena), qualcosa di male la devono fare per forza, anche se non lo dicono mai espressamente. Eppure non è solo Moggi ad intrattenere un rapporto confidenziale e continuativo con i designatori. Le informative sono disseminate di indizi riguardo alle frequentazioni di Bergamo, Pairetto e Mazzini con altri personaggi del mondo del calcio. Ad esempio, nella telefonata 490 dell’8 febbraio 2004, Bergamo informa la Fazi: «stamani due so’ venuti, Cinquini del Parma e Spinelli del Livorno […] e dice no, non danneggiate il Parma»; nella telefonata 26618 del 10 febbraio 2005, Bergamo parla così del collega Pairetto: «Gigi è amico intimo di Governato, che è il consulente di Corioni! E che gli ha fa… e che Governato gli ha fatto fa’ delle cose». Conferme vengono anche da alcune dichiarazioni dirette come quella di Massimo Cellino, presidente del Cagliari (intervista all'agenzia radiofonica GRT del 10 giugno 2006: «Ho parlato anch`io con Bergamo in passato per lamentarmi di certi arbitraggi. Penso che sia un diritto contestare la qualità dei direttori di gara» . Particolarmente sostanziosa la testimonianza rilasciata dall’ex arbitro Riccardo Pirrone:
Con l'accordo delle sette sorelle e l'arrivo dei due designatori, campionato '98-'99, tutto precipita: Juve, Milan, Inter, ma anche Roma, Lazio, Fiorentina e Parma a inizio stagione prendono l'abitudine di inviare una lista di arbitri graditi. "A fine stagione, controllavo, avevano ottenuto solo quelli. Macché sorteggio, mi sono dovuto rifiutare di consegnare ai designatori la lista degli indirizzi di tutte le società professionistiche: serviva per far arrivare i regali direttamente a casa di Bergamo e Pairetto. È dal 1999, da quando si sono insediati i due designatori, che l'imparzialità degli arbitri è saltata. Ma come fa Bergamo a dire che per lui era normale parlare con tutti, tutto il giorno, ore e ore al telefono? Lo sa che quando alla guida degli arbitri c'era Agnolin, poi Casarin, le lamentele dei club potevano essere fatte solo per iscritto: venivano inviate al presidente federale e poi inoltrate al designatore. Ora tutti al telefono, tutti a chiedere arbitri. E vogliono farla passare per prassi. Io ho ricevuto e passato decine di telefonate. Massimo Mauro, quando era presidente del Genoa, chiamava quattro volte in un'ora.
È interessante soffermarsi su questa frase: «È dal 1999, da quando si sono insediati i due designatori, che l’imparzialità degli arbitri è saltata». Giova ricordare che i primi due scudetti dell’epoca del doppio designatore (dalla stagione 1999/2000, appunto) sono stati vinti da Lazio e Roma (nei modi che tutti sanno). Un altro indizio è l’incredibile risposta dell’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti a una domanda circa i regali natalizi agli arbitri (elettrostimolatori in questo caso): «Noi abbiamo pensato a un regalo utile alla loro professione e lo abbiamo concordato con i designatori» (Repubblica, 9 gennaio 2000) . Quindi non solo l’Inter, nella persona di Facchetti, parlava con i designatori ma, addirittura, decideva con loro i regali da consegnare agli arbitri. Beata innocenza. A fugare gli ultimi dubbi sulla questione ci ha pensato Paolo Bergamo che nella trasmissione di Canale 5 Matrix (8 giugno 2006) ha candidamente rivelato di essere solito ospitare in casa sua, persino per la notte, il presidente interista Giacinto Facchetti . Lo stesso giorno era apparsa su Repubblica un’eloquente intervista allo stesso Bergamo, che riportiamo integralmente:
Paolo Bergamo ha deciso di parlare. Come mai?
“Perché mi hanno massacrato, ci hanno massacrati - dice l'ex designatore - Non ci hanno nemmeno messo sul banco degli imputati. Macché: ci hanno condannati senza processo”.
Lei ha già parlato coi pm di Napoli.
“Certo, e ho spiegato. Ho ricostruito i miei cinque anni da designatore con Gigi Pairetto. Ho mandato anche una memoria e non mi hanno più richiamato: segno che sono stato convincente, no?”.
Ma ora tocca a Borrelli.
“Sì, e mi difenderò con le unghie e con i denti. Risponderò a tutto quello che mi chiederà. Spiegando per filo e per segno tutto”.
I carabinieri nel loro rapporto sostengono che lei faceva parte della Cupola moggiana.
“Macché cupola mafiosa, per favore. È arrivato il momento di chiarire tante cose, io ormai non ci dormo più di notte. E andrò anche in tv così sentiranno milioni di persone”.
Cosa sentiranno?
“Sentiranno la mia verità. Io non voglio passare per quello che non sono”.
Ma lei era complice di Moggi e Giraudo?
“Ma se di me parlano come il corvo nero, il bastardo... Macché alleato e alleato. Io facevo solo il mio lavoro di designatore. Una volta dicevano che stavo con loro, un'altra che ero contro: si mettessero d'accordo... Mi verrebbe da ridere se non fosse che sono distrutto e che questa storia mi crea problemi infiniti”.
Ma parlava o no al telefono con Moggi?
“Con Moggi? Certo che parlavo con lui, ma io parlavo con tutti. Come era logico che fosse. Parlavo con Capello, con Sacchi... Normale, normalissimo”.
Però i carabinieri sostengono che c'è stato un pranzo segreto a casa sua, a Collesalvetti, con i dirigenti della Juve.
“Macché segreto e segreto. Il campionato era praticamente finito, la Juventus giocava a Livorno e aveva già vinto lo scudetto. Sì, Moggi e Giraudo sono venuti a cena a casa mia, e allora?”.
I carabinieri erano appostati al cancello...
“Al cancello, lungo la stradina, ovunque stavano... In passato avevo invitato a cena anche Galliani, dirigenti dell'Inter e di altre società. Scusate, ma che male c'è?”.
Sì, ma con Moggi e Giraudo di cosa parlava? Secondo gli inquirenti lei prendeva ordini.
(Ride) “Avevo fatto loro solo una confidenza, cioè che volevo dare le dimissioni da designatore e loro mi avevano pregato di restare ancora un anno perché Collina non aveva accettato l'offerta di Carraro. Tutto qui. Nessun segreto”.
Tre mesi più tardi (11 settembre 2006) l’ex designatore ha aggiunto scottanti particolari alle sue precedenti rivelazioni. All’interno di Lunedì di rigore, programma sportivo in onda su un network di tv locali, alla domanda del conduttore Fabio Ravezzani: «Molti si chiedono, se lei aveva il telefono sotto controllo, e dice che tutti i dirigenti delle altre società la chiamavano, perché sono venute fuori solo le telefonate tra lei e Moggi?» Bergamo risponde significativamente: «Questa è la cosa che mi inquieta di più…». Parole molto eloquenti che hanno trovato riscontro in alcuni lanci di agenzia ma che sono state completamente dimenticate da giornali, televisioni e Commissione Disciplinare. E questo nonostante l’allenatore della Reggina, Walter Mazzarri, abbia prontamente confermato la versione di Bergamo:
(AGM-DS) – Reggio Calabria 12 settembre – Walter Mazzarri difende indirettamente Luciano Moggi: “È vero, tutti i club si rivolgevano a Paolo Bergamo”. L’allenatore della Reggina torna, nel corso della sua conferenza stampa del martedì, a parlare dello scandalo di calciopoli. Lunedì sera, in tv, lo stesso Bergamo aveva sostenuto di avere avuto contatti frequenti con tutte le società e non solo con l’ex dg della Juventus. E Mazzarri conferma: “Ripeto quello che già avevo detto in passato: tutte le società si rivolgevano a lui in quanto designatore, era una prassi consolidata”