Ieri al processo di Napoli l’avvocato Giorgio Merlone, difensore di Pairetto, ha presentato al collegio giudicante un documento scottante, sottolineando che è la prima volta in 45 anni di professione che gli capita una cosa simile. Si tratta di un esposto all’ordine degli avvocati di Milano, nel quale l’ex designatore arbitrale suo assistito denuncia un episodio avvenuto il 15 giugno scorso a Firenze. In quell’occasione, secondo Pairetto, l’avvocato Catalanotti, in qualità di rappresentate di parte civile per il Brescia Calcio, l’avrebbe convocato in un hotel del capoluogo toscano al fine di convincerlo a “collaborare” con la procura di Napoli, a rivelare “notizie interessanti”. A tal fine, il Catalanotti, oltre a dirsi convinto, grazie alla propria passata esperienza di Magistrato, del reintegro delle Parti Civili (come in effetti sarebbe poi avvenuto a luglio), avrebbe preannunciato a Pairetto condanne pesanti. Solo “collaborando” con la Procura di Napoli, solo fornendo “informazioni interessanti”, Pairetto avrebbe potuto ottenere sconti di pena in grado di ottenere una condanna inferiore ai tre anni di reclusione, soglia sotto la quale sarebbe sopravvenuto l’indulto.
Anche a fronte della reazione sbigottita di Pairetto, che avrebbe ribadito la sua estraneità alle accuse e il fatto che tutte le informazioni in suo possesso erano già state riferite a chi di dovere, il Catalanotti avrebbe insistito, ricordandogli le pesanti richieste di condanna per gli imputati del rito abbreviato, dicendosi sicuro che quelle del giudizio ordinario sarebbero state ancor più severe.
Questo episodio, se confermato, aggiunge altro veleno al procedimento. Ricordiamo che nei giorni scorsi abbiamo assistito a un’altra singolare anomalia, e cioè alla richiesta dei Pubblici Ministeri di ricusare il giudice, fatto più unico che raro.
Colpisce che un avvocato di parte civile, in quel momento escluso dal procedimento, cerchi di sua iniziativa di convincere un imputato ad “aiutare” la Procura. Strana inoltre la logica della richiesta: se un imputato è destinato a una condanna certa e pesante, perché fare pressioni su di lui affinché aiuti quelli che devono condannarlo? Forse perché non ci sono elementi per ottenere condanne?
Da parte sua, l'avvocato Catalanotti, non negando l'incontro, si è limitato a contestarne il contenuto e a preannunciare azioni legali.
Nel video incapsulato qui sotto, l'intervento del difensore di Pairetto:
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