Qualcuno li ha definiti disturbatori.
Qualcun altro li ha paragonati a "manifestazioni di folklore".
Nessuno è riuscito a raccontare serenamente quello che davvero rappresentano.
Professionisti, avvocati, consulenti, descritti ingenerosamente come personaggi di Stefano Benni nel suo "BAR SPORT", intenti a inzuppare la "luisona" nel cappuccino e a sfogliare con le mani unte l’immancabile giornalaccio rosa, lasciando la loro lurida impronta sull’editoriale delirante di Cannavò.
Gli interventi dei piccoli azionisti, i cosiddetti azionisti di minoranza, all’Assemblea annuale dei soci della Juventus s.p.a., sono invece semplicemente un momento di grande civiltà.
Non sono altro che l’applicazione di un principio sancito dal Codice Civile, per il quale tutti gli azionisti hanno il diritto di esprimere la loro opinione nelle sedi e nei modi previsti dalla legge.
Negli anni post Calciopoli, forse per compiacere il proprio editore, spesso legato a doppio filo con gli azionisti di maggioranza, molti giornalisti si sono comportati da servi sciocchi, etichettando come "cabaret" interventi di ottimo spessore tecnico, giuridico e finanziario; interventi che hanno stigmatizzato comportamenti e scelte discutibili da parte del management della società, come si può leggere qui: (1° intervento, 2° intervento).
Non dovrebbe essere difficile capire che, tranne in rari casi, una Assemblea dei soci non è una riunione conviviale. Spesso ci sono accese discussioni e nervosismi assortiti che, talvolta, possono trascendere in vere e proprie intemperanze dialettiche. Tutto ciò è comprensibile se si considera che l’Assemblea è il momento in cui si tirano le somme di un anno di lavoro. Si approvano i bilanci e le scelte strategiche di un intero esercizio.
E’ il momento in cui gli Amministratori devono spiegare le motivazioni alla base dei loro comportamenti e rendere conto agli azionisti, grandi e piccoli, delle loro scelte.
Infine, è il momento della ricerca del consenso per l’approvazione del bilancio che, non dimentichiamolo, rappresenta la misura numerica della qualità del lavoro svolto. Si possono quindi ben immaginare le difficoltà del Presidente Cobolli Gigli e dell’AD Blanc nelle ultime Assemblee a partire dal 2006, chiamati a rispondere a domande su esercizi durante i quali si è assistito ad una sistematica e preoccupante distruzione di "valore".
I due, macchiati dal peccato originale dell’estate 2006, pur con l’appoggio dell’azionista di maggioranza IFIL, che fatalmente concorre col suo peso a rendere le decisioni in larga parte "scontate", sono stati spesso in balia delle osservazioni degli agguerriti piccoli azionisti che, come abbiamo detto, hanno da tempo abbandonato l’usanza di girare con il proverbiale anello tra le narici, e hanno costretto gli esponenti del CDA a cercare improbabili "sponde" per sostenere le loro ragioni.
Proverbiale fu, a una recente Assemblea, l’intervento di Boniperti che, dopo aver testualmente definito Blanc e Cobolli Gigli come "persone che fino ad ieri non capivano niente di calcio" si lanciò in una appassionata arringa a difesa di Zaccone e dei suoi "quattro illeciti" fantasma, meritandosi la piccata allusione finale di Cobolli in merito al fatto che, ai tempi del "Marisa", "non esistevano i telefonini", per fortuna.
Anche quest’anno la nostra previsione è per una Assemblea intensa.
Il momento, per la squadra e per la società, è particolarmente delicato e siamo al crocevia di importanti scelte che condizioneranno non poco il futuro del nostro sodalizio.
E’ probabile che gli azionisti di minoranza, chiederanno di approfondire i dettagli del famoso "progetto", parola spesso abusata dal management e che è diventata una specie di Totem dietro al quale nascondersi e nascondere le incertezze di chi si trova a cercare di colpire il pallone con la racchetta e a decidere se il terreno del nuovo stadio si deve fare in terra rossa o sintetico.
Lo JU29RO Team, come sempre, sarà presente con una folta delegazione all’Assemblea e ha raccolto un buon numero di deleghe insieme ai rappresentanti di GiulemanidallaJuve Class Action; avrà quindi l’onore ed onere di relazionare i propri lettori e quelli dei blog interconnessi, circa lo svolgimento dei lavori assembleari.
Tale compito verrà assolto attraverso la pubblicazione degli interventi dei propri esponenti e, più in generale, pubblicando approfonditi articoli post Assemblea nei quali si tenterà di interpretare gli scenari futuri e di formulare una previsione per quanto riguarda l’evoluzione della gestione della società.
Qualcun altro li ha paragonati a "manifestazioni di folklore".
Nessuno è riuscito a raccontare serenamente quello che davvero rappresentano.
Professionisti, avvocati, consulenti, descritti ingenerosamente come personaggi di Stefano Benni nel suo "BAR SPORT", intenti a inzuppare la "luisona" nel cappuccino e a sfogliare con le mani unte l’immancabile giornalaccio rosa, lasciando la loro lurida impronta sull’editoriale delirante di Cannavò.
Gli interventi dei piccoli azionisti, i cosiddetti azionisti di minoranza, all’Assemblea annuale dei soci della Juventus s.p.a., sono invece semplicemente un momento di grande civiltà.
Non sono altro che l’applicazione di un principio sancito dal Codice Civile, per il quale tutti gli azionisti hanno il diritto di esprimere la loro opinione nelle sedi e nei modi previsti dalla legge.
Negli anni post Calciopoli, forse per compiacere il proprio editore, spesso legato a doppio filo con gli azionisti di maggioranza, molti giornalisti si sono comportati da servi sciocchi, etichettando come "cabaret" interventi di ottimo spessore tecnico, giuridico e finanziario; interventi che hanno stigmatizzato comportamenti e scelte discutibili da parte del management della società, come si può leggere qui: (1° intervento, 2° intervento).
Non dovrebbe essere difficile capire che, tranne in rari casi, una Assemblea dei soci non è una riunione conviviale. Spesso ci sono accese discussioni e nervosismi assortiti che, talvolta, possono trascendere in vere e proprie intemperanze dialettiche. Tutto ciò è comprensibile se si considera che l’Assemblea è il momento in cui si tirano le somme di un anno di lavoro. Si approvano i bilanci e le scelte strategiche di un intero esercizio.
E’ il momento in cui gli Amministratori devono spiegare le motivazioni alla base dei loro comportamenti e rendere conto agli azionisti, grandi e piccoli, delle loro scelte.
Infine, è il momento della ricerca del consenso per l’approvazione del bilancio che, non dimentichiamolo, rappresenta la misura numerica della qualità del lavoro svolto. Si possono quindi ben immaginare le difficoltà del Presidente Cobolli Gigli e dell’AD Blanc nelle ultime Assemblee a partire dal 2006, chiamati a rispondere a domande su esercizi durante i quali si è assistito ad una sistematica e preoccupante distruzione di "valore".
I due, macchiati dal peccato originale dell’estate 2006, pur con l’appoggio dell’azionista di maggioranza IFIL, che fatalmente concorre col suo peso a rendere le decisioni in larga parte "scontate", sono stati spesso in balia delle osservazioni degli agguerriti piccoli azionisti che, come abbiamo detto, hanno da tempo abbandonato l’usanza di girare con il proverbiale anello tra le narici, e hanno costretto gli esponenti del CDA a cercare improbabili "sponde" per sostenere le loro ragioni.
Proverbiale fu, a una recente Assemblea, l’intervento di Boniperti che, dopo aver testualmente definito Blanc e Cobolli Gigli come "persone che fino ad ieri non capivano niente di calcio" si lanciò in una appassionata arringa a difesa di Zaccone e dei suoi "quattro illeciti" fantasma, meritandosi la piccata allusione finale di Cobolli in merito al fatto che, ai tempi del "Marisa", "non esistevano i telefonini", per fortuna.
Anche quest’anno la nostra previsione è per una Assemblea intensa.
Il momento, per la squadra e per la società, è particolarmente delicato e siamo al crocevia di importanti scelte che condizioneranno non poco il futuro del nostro sodalizio.
E’ probabile che gli azionisti di minoranza, chiederanno di approfondire i dettagli del famoso "progetto", parola spesso abusata dal management e che è diventata una specie di Totem dietro al quale nascondersi e nascondere le incertezze di chi si trova a cercare di colpire il pallone con la racchetta e a decidere se il terreno del nuovo stadio si deve fare in terra rossa o sintetico.
Lo JU29RO Team, come sempre, sarà presente con una folta delegazione all’Assemblea e ha raccolto un buon numero di deleghe insieme ai rappresentanti di GiulemanidallaJuve Class Action; avrà quindi l’onore ed onere di relazionare i propri lettori e quelli dei blog interconnessi, circa lo svolgimento dei lavori assembleari.
Tale compito verrà assolto attraverso la pubblicazione degli interventi dei propri esponenti e, più in generale, pubblicando approfonditi articoli post Assemblea nei quali si tenterà di interpretare gli scenari futuri e di formulare una previsione per quanto riguarda l’evoluzione della gestione della società.