GiulemanidallaJuveOn.le Assemblea,

Innanzitutto vorrei ringraziare le centinaia di azionisti che iscrivendosi alla Associazione GiulemanidallaJuve mi hanno incaricato direttamente, tramite delega scritta, o indirettamente a rappresentarli nel corso della riunione odierna.

Gli stessi soci che mi hanno esortato a rivolgere i più sentiti complimenti al “comitato sportivo” che finalmente, dopo innumerevoli tentativi andati a vuoto, ha centrato l’acquisto di due giocatori utili alla crescita della squadra: Sissoko ed Amauri.

Questi due buoni acquisti, che rappresentano comunque una goccia nel mare della mediocrità, non possono ovviamente farci dimenticare quanto gravi siano state le conseguenze economiche e tecniche degli errori commessi in fase di campagna acquisti. A riprova delle odierne lacune qualitative si può notare quanto stretto sia il rapporto tra calo di risultati e defezioni dei giocatori della “vecchia guardia”. Gli stessi giocatori, attraverso alcune dichiarazioni a mezzo stampa, hanno rimarcato la necessità di dover giocare ogni partita con “una grinta degna di una finale di Champions League”. Quella grinta utile a colmare il gap tecnico nei confronti dei club più quotati. Quella grinta che purtroppo potrebbe non essere sufficiente per la vittoria di titoli importanti. Ed è proprio questa la Juve che abbiamo visto in campo nella recente partita di Champions contro il Real Madrid. Tanto cuore, tanto ardore ma gran parte della partita a difesa di un risultato insperato. Non a caso alcune settimane fa il Palermo ha espugnato il Comunale dopo ben 46 anni. La formazione scesa in campo in quell’occasione, così come quella della deludente trasferta di Napoli, non appare in grado di essere annoverata tra le pretendenti al titolo. Così come nessuna giustificazione può essere ricercata nel gran numero di infortuni muscolari. Sarebbe anche quest’ultima oggetto di critiche nella valutazione sul tipo di preparazione atletica programmata. Sottopongo, infine, a Voi membri del CDA presenti le recenti dichiarazioni di uno che di calcio se ne intende, Didier Deschamps: “Ho dato le dimissioni perché la situazione in società era difficile, avevamo divergenze di mercato. Invece che sette giocatori mediocri ne chiedevo tre buoni”. Avrà mica ragione?

È necessario, inoltre, tornare ancora una volta su di una ferita aperta che difficilmente potrà rimarginarsi. Un argomento, quello di Calciopoli, su cui è necessario rinnovare alcune puntualizzazioni.

A due anni dall’infausto evento la nostra Associazione continua ad incrementare il numero di iscritti, molti dei quali non solo tifosi ma anche azionisti. La spiegazione è estremamente elementare: la gente continua ad aver voglia di Verità e di Giustizia.

Inutile soffermarsi su alcuni argomenti già ampiamente trattati nelle passate assemblee. L’errata gestione dell’emergenza “Calciopoli”, che tanti danni ha provocato ai numerosi piccoli azionisti, dovrà essere discussa in separata sede (rinuncia al TAR, svendita calciatori, rinuncia TAS, ricapitalizzazione posticipata solo al 2007, ecc.).

A nome dei soci che rappresento rinnovo invece l’invito ad adoperarVi affinchè sia avviata ogni azione utile a garantire i legittimi interessi di tutti gli azionisti della Juventus FC Spa. Non è possibile che alla data odierna nessuna azione sia stata intrapresa contro coloro (decidete Voi chi) che hanno provocato enormi danni economici e di immagine.

Per questi motivi, vorremmo provare a ragionare insieme a Voi su alcuni aspetti che portarono alla condanna della nostra amata Juventus. Fin dai primi istanti in cui vennero pubblicate le intercettazioni, tutti gli organi di stampa ci propinarono il teorema della “cupola” governata da un ex ferroviere. Gli organi di giustizia sportiva, dopo aver acquisito opportuna documentazione dal Tribunale di Napoli, misero sotto esame alcune partite in cui si ravvisavano delle probabili alterazioni del risultato. Lo stesso Presidente Boniperti, nell’assemblea dell’aprile 2007, ci ricordava il grandissimo e puntualissimo lavoro messo in atto da codesto CDA per salvare la Juventus dagli evidentissimi illeciti. Così come l’esimio avvocato Zaccone, nell’assemblea di ottobre 2006, sottolineava la presenza di ben quattro illeciti.

Ci rendiamo conto di suscitare in Voi un senso di stupore nel momento in cui rinnoviamo l’affermazione che nelle sentenze sportive alcun illecito è stato mai provato. A tal proposito Vi invitiamo ancora una volta alla lettura delle dichiarazioni rilasciate da alcuni componenti gli organi di giustizia sportiva sulle sentenze. A loro dire eravamo di fronte a delle “sentenze che avevo tenuto conto di un diffuso sentimento popolare”. Abbiamo dovuto dar fondo a tutta la nostra pazienza per provare a capire cosa fosse un “illecito strutturato”. Un illecito, quest’ultimo, in alcun modo contemplato nel codice di giustizia sportiva (Repetita Iuvant o forse è meglio repetita Juventus).
Non siamo qui e nei tribunali per difendere l’indifendibile. La nostra è solo una spasmodica ricerca della verità. Saremo rispettosi di qualsivoglia sentenza ma pretendiamo che ci venga detto, con assoluta certezza, qual’è stato il motivo del supplizio patito da milioni di appassionati della Vecchia Signora. E nel rispetto delle istituzioni abbiamo infatti atteso oltre due anni per scoprire dopo intercettazioni, indagini e svariati milioni di euro spesi nei procedimenti penali, quali fossero le reali colpe di una dirigenza decapitata con accuse fumose e pretestuose. Ciò in considerazione del fatto che anche i PM di Napoli (cioè l’organo che in un procedimento penale rappresenta l’accusa) hanno dovuto ipotizzare che si trattava di un "reato a consumazione anticipata" e di cui non è necessario avere la certezza che sia stato commesso realmente. Come dire una “teoria” senza un effetto applicativo. Un’intenzione non provabile poiché nessuna partita è stata alterata. Senza ombra di dubbio, dunque, le partite della Juve 2004/2005 non erano truccate, parola dei PM Beatrice e Narducci.

Ed ancora, nel momento in cui le sentenze sportive venivano emesse, il filone d’inchiesta sulle sim straniere (calciopoli 2), che è quello su cui si dovrà necessariamente basare tutto il teorema accusatorio dei PM, non era ancora noto. Le sentenze sportive, quindi, furono emesse in base al primo filone d’inchiesta. Ma proprio in virtù di quanto scritto nell’atto di accusa dei PM, si può affermare con certezza che gli stessi hanno escluso qualunque tipo di frode sportiva conclamata nel primo filone d’inchiesta. Ad oggi resta pertanto un mistero il motivo delle condanne sportive.

Anche Lei, Dott. Blanc, in un’intervista apparsa sul “Sole 24 ore” del 5 ottobre 2008 ha dichiarato: “io dico che la Juventus ha vinto sul campo gli scudetti del 2005 e 2006, un giorno si capirà meglio dove era la verità su calciopoli”. Dunque Dott. Blanc, se Lei è custode di informazioni privilegiate, sappia che è questa la sede più opportuna per darcene conto. In caso contrario le Sue dichiarazioni mal si coniugano con l’immobilismo di questi due anni. Di seguito, invece, Le riporto fatti e dichiarazioni che rappresentano gli elementi fondanti delle nostre convinzioni:

• Da “Il Giornale” – 25 marzo 2006: Carlo Barel di Sant’Albano cooptato nel CDA Juve. La notizia ha provocato agitazione tra gli astanti, soprattutto tra coloro che non conoscendo il nuovo arrivato (già nominato il 7 febbraio scorso nuovo amministratore delegato e direttore generale dell’Ifil) hanno immediatamente pensato al colpo di scena e alla nuca: insomma Sant’Albano è l’uomo che farà fuori Antonio Giraudo.
• John Elkann – maggio 2006 (ancor prima delle sentenze): “Siamo vicini alla squadra e all’allenatore. Sono state fatte cose riprovevoli. Ripartiremo dai giovani” (e già qui ci potremmo fermare).
• John Elkann – giugno 2006: “Garantiamo la nostra totale collaborazione a chi deve giudicare i comportamenti riprovevoli di cui si è letto in queste settimane”.
• Il Presidente della Corte Federale Piero Sandulli: “Abbiamo cercato di interpretare un sentimento collettivo. Abbiamo ascoltato la gente comune e provato a metterci sulla lunghezza d´onda. Il campionato era regolare. Non ci sono illeciti, il torneo 2004/2005 non è stato falsato”.
• Avv. Zaccone – assemblea azionisti ottobre 2006: “4 episodi di illecito sportivo riguardanti 4 gare. I dati di fatto nei nostri confronti erano drammatici. Erano da serie C. Ci siamo permessi di chiedere una B senza penalizzazione perchè con i dati di fatto che avevamo sarebbe andata bene”.
• Presidente Fifa Joseph Blatter – dicembre 2007: "Credo sia ora passato abbastanza tempo per poterne parlare, quando scoppiò lo scandalo, nel 2006, Luca di Montezemolo svolse un importantissimo ruolo di moderatore. E' in gran parte merito suo se la Juventus non si rivolse ai tribunali ordinari dopo le sanzioni conseguenti allo scandalo".
• Marzo 2008: Guido Rossi consulente Ifil.
• Responsabile marketing Fiat Luca De Meo – giugno 2008: “le sconfitte della Juventus hanno aiutato alla ritrovata simpatia del marchio Fiat”.


Riassumendo: sebbene giustizia sportiva ed ordinaria non abbiano mai trovato alcuna traccia di partita truccata, il collegio di legali (costati oltre 700 mila euro) ed i vertici dell’azionista di maggioranza hanno fin da subito decretato la nostra colpevolezza. Non è chiaro, altresì, il ruolo nella vicenda di un uomo privo di alcuna rappresentanza legale sia in Ifil che nella Juventus come Luca Cordero di Montezemolo. Ed allora, visto che nessuno si è preoccupato di smentire tale circostanza, Vi chiedo: chi ha incaricato il Sig. Montezemolo di proporsi in veste di “mediatore” nei fatti di calciopoli? Ragioni indipendenti dal “mondo Juve” hanno spinto il medesimo ad imporre la mancata difesa dei vecchi amministratori? Mister “conflitto d’interessi”, uomo dai disastrosi risultati gestionali nella Cinzano e nella Juventus, dovrà essere tenuto in futuro il più lontano possibile dalla squadra.

Ultimo appunto sui fatti di calciopoli merita le sentenza emessa dal TAR Lazio lo scorso mese di maggio sul ricorso presentato dalla nostra Associazione. Una sentenza che non mancherà di far giurisprudenza poichè afferma, per la prima volta, la natura amministrativa del lodo arbitrale. Una sentenza che rinnova, se mai ce ne fosse bisogno, la responsabilità dell’azionista di maggioranza nel non aver adeguatamente difeso, attraverso un’opportuna tutela giuridica, gli interessi degli azionisti di minoranza. Nello specifico si legge che “il lodo arbitrale, così come i precedenti gradi della giustizia sportiva, sono impugnabili dinnanzi la giustizia amministrativa”. Inoltre, la corte ha sentenziato: “appare arduo riconoscere in capo alla ricorrente associazione un interesse qualificato a contestare un lodo arbitrale accettato dalla società sportiva che lo ha proposto”. Non serve aggiungere altro.

Una significativa parentesi vorrei dedicarla al Presidente Giovanni Cobolli Gigli. Lei, Presidente, ha fornito nella scorsa Assemblea una dichiarazione che apparrebbe mendace e in violazione del Codice Etico. Ha infatti affermato che l’obiettivo stagionale era la qualificazione ai preliminari di Champions. In seguito, invece, abbiamo appreso dalla voce di Ranieri che al momento della sua assunzione gli avete chiesto una semplice qualificazione in Coppa UEFA. Se tale episodio fosse confermato sarebbe lesivo degli interessi dei piccoli azionisti, e minerebbe in maniera definitiva la già traballante credibilità di questo CDA.

Ricordiamo poi qui di seguito un campionario di “perle significative”:

• Il Tar è un tribunale che esiste
• I nostri avvocati ci dicono che non c’è nulla di rilevante
• Grazie all’avv. Zaccone siamo riusciti a rimanere in B
• La Juventus ha definitivamente girato la pagina della espiazione delle proprie colpe
• Ci dobbiamo rifare ai valori di Facchetti
• Queste giornate in serie B sono un sogno
• Guido Rossi ha svolto un ottimo lavoro in Figc
• Non vi erano assolutamente i presupposti per mandarci in B ma solo peccati veniali
• Abbiamo chiesto scusa al calcio italiano per il male procurato
• La Serie B ci sta insegnando tante cose, stiamo facendo un bagno di umiltà.
• Non capisco perché solo la Juve sia stata retrocessa in serie B
• Abbiamo ritrovato la nostra dimensione ed espiato i nostri peccati, senza sapere bene peraltro quali fossero
• Ringrazio Vocalelli per avermi convinto a ritirare il ricorso al TAR
• La tifoseria juventina conta, solo in Italia, 13 milioni di tifosi i quali si ripartiscono poi in tifosi di serie A, B e C. Chiaro che io vorrei fossero tutti di serie A, ma non è possibile. (mai in passato un Presidente aveva diviso in categorie i propri tifosi)
• Ibra lo abbiamo venduto all'inter perchè ci ha fatto la migliore offerta e noi non abbiamo mecenati ma bensì un progetto.

La cosa che, a dire il vero, genera in noi un maggior senso di fastidio è l’identità di vedute con quanto risposto dalla società Internazionale proprio in merito all’ultima affermazione relativa ad Ibrahimovic: i fatti dicono che le cose non stanno così.

Ed in vero i rappresentanti di Via Durini hanno proprio ragione. Infatti la società Juventus è stata sicuramente tra le più attive sul mercato, forse anche più dell’inter. Dall’estate del 2006 ad oggi sono stati spesi oltre 120 mln di euro, importo addirittura superiore a quanto incassato con la campagna cessioni.

Facendo una riflessione sui vari reparti si può notare come la vendita dei centrali difensivi “Thuram-Cannavaro” per 12 mln è stata rimpiazzata con gli acquisti “Boumsong-Criscito-Andrade” per oltre 22 mln (circa il doppio). Nessuno dei tre risulta per altro ad oggi in squadra.
Il centrocampo declamato all’epoca come “il più forte del mondo” composto da Viera-Emerson è stato venduto a 22,5 mln. A rimpiazzarli sono stati spesi ben 48,4 mln per Tiago, Almiron, Nocerino, Poulsen e Sissoko (oltre il doppio). Solo quest’ultimo risulta ad oggi un giocatore dal futuro Juve.
Ibrahimovic-Mutu (32,8 mln) vengono infine surrogati da Iaquinta-Amauri (34,1 mln).

A tale scempio tecnico/amministrativo deve aggiungersi la voce “ricavi” negli ultimi bilanci. Attraverso una breve comparazione si può desumere come i ricavi siano passati dai 251mln della stagione 2005/2006 (vecchia gestione) ai 186mln della stagione in B, fino ai 203mln di quella attualmente in fase di approvazione. Ma voce ben più grave è rappresentata nella colonna “monte ingaggi”. L’amara constatazione che ne deriva è che nell’esercizio 2007/2008 il personale tesserato ha avuto un costo di 112.739 mln. Alla stessa voce dell’ultimo bilancio redatto con la Triade al comando (2004/2005) leggiamo invece 117.993 mln. Somma, quest’ultima, ivi comprensiva dei premi per la vittoria del titolo di campione d’Italia. La Juve tricolore di Capello (Vi invito ad una rapida rilettura dei nomi dei giocatori che militavano in quella squadra) costava in stipendi quanto oggi quella di Ranieri.

Un disastro su tutti i fronti. Ed è viva in noi la speranza che tale scempio non si debba rinnovare anche per la questione stadio. Uno stadio, è bene ricordarlo, lasciato in eredità dalla precedente gestione (così come i campi di Vinovo). Acquistato per la modica cifra di 25 mln pagabili in 10 anni, aveva già ottenuto 42.000mq di area commerciale per un valore oscillante tra i 30 ed i 40 mln di euro. Attendiamo quindi fiduciosi gli sviluppi di tale progetto sebbene, anche in questo caso, sia piuttosto evidente il ridimensionamento in atto rispetto a quanto precedentemente presentato. Ci sembra, per altro, sottodimensionato l’importo di 105mln previsto per la ricostruzione. Molte questioni sembrerebbero, infine, ancora da definire nella realizzazione della prossima casa bianconera. Dobbiamo prendere atto che la presentazione, prevista nella giornata di ieri, è stata spostata per la metà di novembre. E non perché il momento delicato della squadra ha richiesto tempi migliori ma, semmai, per problematiche legate alla valutazione d’impatto ambientale. Il progetto è stato bloccato dalla conferenza dei servizi poichè carente in numerosi parametri di carattere tecnico. A nostro modo di vedere si potrebbero configurare due diversi scenari in futuro: un ulteriore ridimensionamento o, diversamente, la necessità di realizzare nuovi lavori, specie nella parte viaria attorno allo stadio. Lavori che richiederebbero ovviamente un ulteriore sforzo economico. Staremo a vedere!!!

Ancor più inspiegabile, poi, appare l’attuale gestione economica se si fosse dovuto tener conto di quanto dichiarato al Corriere della Sera da John Elkann il 3 luglio 2007: “Le spese di Luciano Moggi ed Antonio Giraudo erano insostenibili. Avevano supplito con le plusvalenze ma non si poteva continuare così”. Ed ancora: “La Juve punterà ad un modello sostenibile, il costo del lavoro non può essere l’80% del fatturato”.
Vorrei ricordare ai colleghi soci ed al dott. John Elkann che il rapporto tra costo di lavoro e fatturato è stato del 54,8% nella stagione 2006/2007 e del 59,1% nel 2007/2008. Al contrario, negli ultimi tre anni di gestione “Triade” tale rapporto è stato rispettivamente del 52,3%, del 53,5% e del 53,8. Al di sotto, quindi, dell’attuale gestione. Così come appare evidente che negli ultimi due anni sono state realizzate plusvalenze per 55 mln di euro (fatte con i giovani e campioni ereditati) e che, senza di esse, ci sarebbero state perdite per 75 mln di euro. Ed anche in questo caso e’ necessario constatare che i conti non tornano. Non si può trascurare, inoltre, che il dott. Elkann dimentica quanto necessarie siano state le plusvalenze, peraltro lecite, della Triade. L’azionista di maggioranza infatti nei 12 anni di gestione Giraudo non ha mai tirato fuori dapprima una lira e poi un euro (al contrario di quanto accaduto invece nel 2007 seppure con colpevole ritardo). D’altronde il Dott. Blanc dovrà spiegarci come sia possibile gestire un progetto vincente facendo a meno delle plusvalenze. Per incrementare i ricavi in un progetto importante come lo stadio ben sa che sarebbe necessario un incremento dei costi. Così come un decremento dei costi, cioè degli ingaggi, produrrebbe il logico effetto di abbassare ulteriormente il tasso di qualità ed il numero di campioni. Ci faccia capire Dott. Blanc!!!

Le conseguenze di quanto sopra esposto, che non abbiamo ben compreso se è parte integrante del tanto decantato “progetto” di 5 anni, si ripercuotono ovviamente nella quotazione di mercato del titolo. Titolo che non è posseduto materialmente da nessuno dei componenti di questo CDA. Siete sicuri di credere ciecamente in questo progetto?

Il titolo in borsa, anche prima della crisi dei mercati finanziaria, era stabilmente intorno a quota 1 euro. Nel corso di questo mese è stato toccato il minimo storico di 0,63 euro, meno della metà di quanto chiesto ai soci nella ricapitalizzazione da 105 mln del giugno 2007. Ci potrebbero essere ragionevoli possibilità che tale contingenza sia da ricondurre all’evidente incapacità gestionale dell’attuale gruppo dirigente. Un gruppo dirigente che ha prodotto una perdita di 20,8 mln. Ma anche un gruppo dirigente garantito da un “paracadute” di 3,45 mln. di liquidazione nel caso di licenziamento anticipato. Non vi è alcun dubbio, invece, che le maggiori responsabilità siano da attribuire a chi ha permesso a dirigenti che nulla sapevano del mondo del calcio, di amministrare il club più importante d’Italia. E la maggioranza del popolo Juve ha confermato di pensarla esattamente così. Attraverso un sondaggio proposto sul nostro sito internet (www.giulemanidallajuve.com), circa l’80% degli utenti ha sentenziato contro la proprietà. La stessa percentuale, in un voto plebiscitario che ha contato migliaia di preferenze, ha chiesto a gran voce l’ingresso della famiglia – nelle persone di Jaki, Lapo e Andrea Agnelli – nel CDA Juve. Solo un intervento diretto della famiglia, nonché una piena assunzione di responsabilità, potrà garantire il rilancio del nostro sodalizio, insieme ovviamente ad una svolta tecnica sulla prima squadra.

Fino a quel giorno ed in virtù della evidente mala gestio di cui sopra non ci resta che rinnovare l’invito alle immediate dimissioni. Sarebbe questo, finalmente, un apprezzabile gesto degno dello stile dei “grandi” Gianni ed Umberto Agnelli.

Il titolo JUVENTUS in borsa scende al pari della attendibilità etica nella gestione societaria che esige – da ultimo – alcune domande al Dott. Jhon ELKAN.
Egli in seguito ai fatti di Calciopoli, ed ancora prima dei processi, prese immediate distanze da un gruppo dirigente reo di aver commesso “fatti riprovevoli” che – ancora oggi – non hanno il pregio di una prova o di una condanna.
Ci chiediamo, pertanto, il motivo per cui non sia stato adottato lo stesso metro di valutazione con i dirigenti rinviati a giudizio per la questione “Equity Swap” del gruppo FIAT IFIL - EXOR.
Ci chiediamo il motivo per il quale la stessa solerte “questione etica” non abbia mai toccato il Signor MONTEZEMOLO, di cui ricordiamo la scandalosa vicenda “MAIOCCO”, senza dimenticare la vicenda relativa all’acquisto del calciatore “Dino BAGGIO”.
Ci chiediamo quale campione di etica si difenda nel Presidente COBOLLI GIGLI, senza l’oblio del suo coinvolgimento di Amministratore nella opaca vicenda della cessione della FABBRI EDITORE alla RCS con strascichi di indagine penale.
Le ragioni dell’etica, cari Signori, a TORINO non possono essere sollevate a copertura di una scelta che ogni giorno si rivela suicida e devastante per la tutela degli interessi globali della JUVENTUS, avviata dagli attuali Amministratori con un fantomatico progetto sul viale del tramonto.
Dottor Jhon ELKAN Le chiediamo di ascoltarci con le parole ammonitrici di Victor HUGO: “nell’ora del tramonto i pigmei allungano le ombre ma restato pigmei”.
E, cari Signori, è dura essere considerati nemici perché – per richiamare un pensiero di Von CLAUSEWITZ – “quando ad un nemico gli togli tutto, gli lasci la cosa più pericolosa, la rabbia”.

Vinciamo la rabbia, infine, con un messaggio di un grande scrittore (Solzhenitsyn): “Anche se la menzogna ricopre ogni cosa, anche se domina dappertutto, su un punto siamo inflessibili: che non domini con la nostra collaborazione! Ecco la nostra via: non sostenere in nulla, consapevolmente, la menzogna!"

Giuseppe Belviso