CLICCA E GUARDA IL VIDEO. Ma i pm del processo Calciopoli hanno ascoltato le intercettazioni trascritte da Auricchio e dai suoi "magnifici" collaboratori? Intendiamo quelle riportate nelle informative, oltre che strombazzate dai media, già dal 2005.
Narducci e Beatrice avrebbero dovuto farlo, se si vuole dar credito allo stesso Narducci che, in un'intervista concessa a Dario Dal Porto per Repubblica, il 21 gennaio 2009, si premurò di riaffermare il suo impegno in questo senso: "Faccio un esempio, Filippo e io abbiamo trascorso ore intere con le cuffie sulle orecchie, per ascoltare le intercettazioni. Attività che di solito si pensa vengano affidate a un sottufficiale e invece abbiamo voluto condurre in prima persona".
Una dichiarazione che stride con i fatti, dal momento che la telefonata al progressivo 2741 (2 maggio 2005, ore 11.45) pare proprio presentare una realtà diversa da quella presentata nei resoconti firmati dai Carabinieri dell'indagine Off-side.
Ci riferiamo alla conversazione nella quale Luciano Moggi, il "presunto" boss della cupola, rassicura Della Valle sul suo sconfinato potere con la famosa frase: "…pensiamo a salva' la Fiorentina, dai, dai!".
Conversazione famosa e chiacchierata, richiamata anche da Capuano, giovane pm, ultimo superstite del fronte accusatorio al processo di Napoli, nella sua requisitoria del 31 maggio 2011: "Brevemente la 2741 del 2 maggio... c'è il contatto Diego Della Valle-Moggi, il commento è la partita Fiorentina-Milan...". Dopo aver letto la trascrizione, conclude: "Moggi fa ricadere la sconfitta sul direttore di gara, il direttore di gara era Massimo De Santis… proseguono su come è stata svolta la partita, Moggi dà il consiglio a Diego Della Valle… Moggi dice: 'Pensiamo a salvare la Fiorentina'."
Che bel romanzo è stato fatto su questa vicenda, e come ci hanno ricamato i media! Un esempio?
Repubblica del 15 maggio 2006 che titolò: "Della Valle: Siamo sotto schiaffo, Moggi: Tranquillo, ti salviamo noi", (Frase, quest'ultima, che l'ex dg juventino non ha mai pronunciato e che non troverete neppure rileggendo gli incartamenti di Auricchio e soci).
Ma, di fronte alla rassicurante realtà proposta dai pubblici ministeri e prontamente digerita e goduta dal popolo, arriva puntualmente l'ennesimo colpo di scena. Un'altra picconata alle ormai inesistenti fondamenta dell'impianto accusatorio, anticipata da Alvaro Moretti su Tuttosport del 5 novembre: "E qualcuno invece tagliò maldestramente la Moggi-Della Valle che non si chiude col celeberrimo «pensiamo a salvare la Fiorentina», ma con Moggi che specifica: «Noi (la Juve, ndr) vinciamo a Milano, voi (i viola, ndr) pensate a salvare la Fiorentina». Frase che spiega: tagliata via.".
Credevamo di averle viste e sentite tutte in questo processo, ma non c'è mai fine alla sorpresa (e al profondo sdegno), perché mai eravamo arrivati a pensare che si potesse tagliare, per fletterla alle proprie esigenze interpretative, una delle telefonate intercettate. Nel poco tempo a disposizione l'ingegner Porta ed il consulente Nicola Penta hanno, logicamente, iniziato a cercare le telefonate "sommerse", non certo a riascoltare quelle "note e trascritte". E noi avremmo fatto lo stesso.
Persino l'avvocato Prioreschi era rimasto all'oscuro di quest'ultima scoperta, al punto da limitarsi ad altre considerazioni in merito, durante la sua arringa del 27 settembre scorso: "Le proteste Moggi le fa per la Juve, non per la Fiorentina perché non sono stati ammoniti i diffidati Nesta, Seedorf e Rui Costa. E alla fine della telefonata a Della Valle che doveva dire: 'Pigliatela in saccoccia'? Invece dice: 'Pensiamo a salvare la Fiorentina'.".
Ed invece la telefonata non termina neppure con quelle parole!
Andiamo a vedere cosa scrive Auricchio nell'informativa del novembre 2005, riportando quanto da lui ascoltato al minuto 4:38: "Prima di concludere DELLA VALLE si scusa per il mancato incontro, ricevendo l’assolute parole tranquillizzanti del DG bianconero “…no… no… no… sì, io son giù ma non ti preoccupare! Tanto lo facciamo un’altra settimana, … pensiamo a salva’ la Fiorentina, dai, dai!...”.". La telefonata dura 5 minuti e il maggiore impiega giustamente tre pagine (da 267 a 269) per trascriverla, salvo però tagliarne il finale.
Al minuto 4:41 (solo tre secondi dopo il pezzo riportato) infatti si ascoltano queste parole da parte di Moggi: "Noi pensiamo a vincere il campionato, perché andiamo a Milano e vinciamo, e voi pensate a salva' la Fiorentina...".
Perché di tutta la telefonata, trascritta su tre pagine di informativa, manca proprio questa frase? Frase che spiega quella precedente, invece riportata. Ma Beatrice e Narducci, con "le cuffie sulle orecchie", non hanno ascoltato neanche loro la frase "mancante"?
E Capuano, anche lui si è fidato delle trascrizioni di Auricchio e non l'ha ascoltata?
E, notate cari lettori, che tra tante telefonate che in questi anni sono "passate" attraverso i media (selezionate anche queste chissà da chi) e pubblicate in audio o trascritte (da Repubblica in giù, ndr), questa non la trovate da nessuna parte. Strano, vero?
Abbiamo ragione ad essere incazzati neri e avete ragione voi di esserlo. E avremmo diritto, noi come gli imputati sotto processo, ad ottenere giustizia e titoli di rettifica in prima pagina da parte di TUTTI quei media che hanno cavalcato lo scandalo nel 2006. Rettifiche che oggi riportano, se lo fanno, in trafiletti di fondo giornale.
Solo Beha e Tuttosport, con Moretti e Vaciago, stanno facendo correttamente il proprio lavoro, ovvero cercare e raccontare la verità, correggendo quelle notizie che, diffuse nel 2006, appaiono oggi a dir poco risibili.
Gli altri invece non ammettono che, citando sempre Moretti, "nel 2006 ci hanno rifilato 'na sola". Ma ce l'hanno rifilata bella grossa, ed anche "tagliata" ad arte, su misura.
Narducci e Beatrice avrebbero dovuto farlo, se si vuole dar credito allo stesso Narducci che, in un'intervista concessa a Dario Dal Porto per Repubblica, il 21 gennaio 2009, si premurò di riaffermare il suo impegno in questo senso: "Faccio un esempio, Filippo e io abbiamo trascorso ore intere con le cuffie sulle orecchie, per ascoltare le intercettazioni. Attività che di solito si pensa vengano affidate a un sottufficiale e invece abbiamo voluto condurre in prima persona".
Una dichiarazione che stride con i fatti, dal momento che la telefonata al progressivo 2741 (2 maggio 2005, ore 11.45) pare proprio presentare una realtà diversa da quella presentata nei resoconti firmati dai Carabinieri dell'indagine Off-side.
Ci riferiamo alla conversazione nella quale Luciano Moggi, il "presunto" boss della cupola, rassicura Della Valle sul suo sconfinato potere con la famosa frase: "…pensiamo a salva' la Fiorentina, dai, dai!".
Conversazione famosa e chiacchierata, richiamata anche da Capuano, giovane pm, ultimo superstite del fronte accusatorio al processo di Napoli, nella sua requisitoria del 31 maggio 2011: "Brevemente la 2741 del 2 maggio... c'è il contatto Diego Della Valle-Moggi, il commento è la partita Fiorentina-Milan...". Dopo aver letto la trascrizione, conclude: "Moggi fa ricadere la sconfitta sul direttore di gara, il direttore di gara era Massimo De Santis… proseguono su come è stata svolta la partita, Moggi dà il consiglio a Diego Della Valle… Moggi dice: 'Pensiamo a salvare la Fiorentina'."
Che bel romanzo è stato fatto su questa vicenda, e come ci hanno ricamato i media! Un esempio?
Repubblica del 15 maggio 2006 che titolò: "Della Valle: Siamo sotto schiaffo, Moggi: Tranquillo, ti salviamo noi", (Frase, quest'ultima, che l'ex dg juventino non ha mai pronunciato e che non troverete neppure rileggendo gli incartamenti di Auricchio e soci).
Ma, di fronte alla rassicurante realtà proposta dai pubblici ministeri e prontamente digerita e goduta dal popolo, arriva puntualmente l'ennesimo colpo di scena. Un'altra picconata alle ormai inesistenti fondamenta dell'impianto accusatorio, anticipata da Alvaro Moretti su Tuttosport del 5 novembre: "E qualcuno invece tagliò maldestramente la Moggi-Della Valle che non si chiude col celeberrimo «pensiamo a salvare la Fiorentina», ma con Moggi che specifica: «Noi (la Juve, ndr) vinciamo a Milano, voi (i viola, ndr) pensate a salvare la Fiorentina». Frase che spiega: tagliata via.".
Credevamo di averle viste e sentite tutte in questo processo, ma non c'è mai fine alla sorpresa (e al profondo sdegno), perché mai eravamo arrivati a pensare che si potesse tagliare, per fletterla alle proprie esigenze interpretative, una delle telefonate intercettate. Nel poco tempo a disposizione l'ingegner Porta ed il consulente Nicola Penta hanno, logicamente, iniziato a cercare le telefonate "sommerse", non certo a riascoltare quelle "note e trascritte". E noi avremmo fatto lo stesso.
Persino l'avvocato Prioreschi era rimasto all'oscuro di quest'ultima scoperta, al punto da limitarsi ad altre considerazioni in merito, durante la sua arringa del 27 settembre scorso: "Le proteste Moggi le fa per la Juve, non per la Fiorentina perché non sono stati ammoniti i diffidati Nesta, Seedorf e Rui Costa. E alla fine della telefonata a Della Valle che doveva dire: 'Pigliatela in saccoccia'? Invece dice: 'Pensiamo a salvare la Fiorentina'.".
Ed invece la telefonata non termina neppure con quelle parole!
Andiamo a vedere cosa scrive Auricchio nell'informativa del novembre 2005, riportando quanto da lui ascoltato al minuto 4:38: "Prima di concludere DELLA VALLE si scusa per il mancato incontro, ricevendo l’assolute parole tranquillizzanti del DG bianconero “…no… no… no… sì, io son giù ma non ti preoccupare! Tanto lo facciamo un’altra settimana, … pensiamo a salva’ la Fiorentina, dai, dai!...”.". La telefonata dura 5 minuti e il maggiore impiega giustamente tre pagine (da 267 a 269) per trascriverla, salvo però tagliarne il finale.
Al minuto 4:41 (solo tre secondi dopo il pezzo riportato) infatti si ascoltano queste parole da parte di Moggi: "Noi pensiamo a vincere il campionato, perché andiamo a Milano e vinciamo, e voi pensate a salva' la Fiorentina...".
Perché di tutta la telefonata, trascritta su tre pagine di informativa, manca proprio questa frase? Frase che spiega quella precedente, invece riportata. Ma Beatrice e Narducci, con "le cuffie sulle orecchie", non hanno ascoltato neanche loro la frase "mancante"?
E Capuano, anche lui si è fidato delle trascrizioni di Auricchio e non l'ha ascoltata?
E, notate cari lettori, che tra tante telefonate che in questi anni sono "passate" attraverso i media (selezionate anche queste chissà da chi) e pubblicate in audio o trascritte (da Repubblica in giù, ndr), questa non la trovate da nessuna parte. Strano, vero?
Abbiamo ragione ad essere incazzati neri e avete ragione voi di esserlo. E avremmo diritto, noi come gli imputati sotto processo, ad ottenere giustizia e titoli di rettifica in prima pagina da parte di TUTTI quei media che hanno cavalcato lo scandalo nel 2006. Rettifiche che oggi riportano, se lo fanno, in trafiletti di fondo giornale.
Solo Beha e Tuttosport, con Moretti e Vaciago, stanno facendo correttamente il proprio lavoro, ovvero cercare e raccontare la verità, correggendo quelle notizie che, diffuse nel 2006, appaiono oggi a dir poco risibili.
Gli altri invece non ammettono che, citando sempre Moretti, "nel 2006 ci hanno rifilato 'na sola". Ma ce l'hanno rifilata bella grossa, ed anche "tagliata" ad arte, su misura.