Si chiamava RADAR il sistema segreto interno alla Telecom per il controllo del traffico telefonico. E, come ha confermato Caterina Plateo (all'epoca dei fatti segretaria di Adamo Bove, responsabile Security Governance Telecom), nel corso dell'udienza del processo Telecom del 2 novembre scorso, con Radar sono stati controllati illegalmente anche i traffici telefonici della Juventus, della GEA, della FIGC, di Ceniccola e De Santis.
In realtà questa non è una novità, la cosa è nota ai più attenti fin dal 29 settembre 2006 (!) allorquando l'Espresso pubblicò un articolo firmato da Marco Lillo, in cui erano riportati stralci delle dichiarazioni della Plateo davanti ai PM che indagavano sul dossieraggio illegale realizzato dalla security Telecom e dalla Polis d'Istinto di Cipriani: “Il 21 giugno del 2006 l’impiegata dichiara: 'La documentazione che mi mostrate contrassegnata dai numeri progressivi dal 112 al 119 è relativa agli sviluppi del traffico telefonico in entrata e in uscita su utenze telefoniche intestate a Federazione Gioco Calcio - Cennicola (forse Enrico Cennicola, un guardialinee sfiorato dallo scandalo di Moggiopoli, ndr) - football management (una società di Alessandro Moggi che controllava la Gea, ndr) - Juventus Fc - Gea World; (questi tabulati) mi sono stati richiesti come al solito da Adamo Bove in data 11 febbraio 2003 e dopo la mia elaborazione sono stati allo stesso consegnati”.
L'importanza e l'estrema attualità della testimonianza della Plateo sta nei collegamenti col processo che si sta concludendo a Napoli: prima di tutto perché i principali indagati del processo Calciopoli sono stati oggetto di attività di controllo illegale da parte di Telecom, Moggi e De Santis su tutti; ma soprattutto per le ripercussioni che può avere sulla posizione del teste d'accusa Danilo Nucini.
L'ex arbitro a Napoli ha testimoniato sotto giuramento che il 25 settembre 2003 all'hotel Concord di Torino si incontrò con la “Cupola” e ricevette una sim TIM da usare esclusivamente per comunicare con Moggi e con Fabiani. E che dopo quell'incontro informò Facchetti, che a sua volta avrebbe dato il via alle attività della Telecom. Il problema è che la Plateo a Milano ha detto di essersi occupata di tabulati juventini e dintorni già l'11 febbraio 2003. Diversi mesi prima.
Per altro Nucini era stato sentito anche da Borrelli, ex capo ufficio indagini della FIGC, il 12 ottobre 2006, e in quell'occasione aveva dichiarato di aver consegnato a Facchetti, nell'estate 2002, un suo dossier con alcuni episodi 'incriminati' a favore della Juventus. In seguito, durante una cena istituzionale di Natale 2002, Facchetti gli avrebbe chiesto di indicargli chi fosse Fabiani, come se l'ex arbitro prima di quel Natale 2002 non avesse riferito mai niente in merito all'esistenza della fantomatica "cupola".
Ma l'aspetto più oscuro della vicenda riguarda l'incontro a Milano tra Nucini e il pm Boccassini. Le dichiarazioni dell'ex fischietto sono state archiviate in un fascicolo (modello 45, che si usa per dichiarazioni di nessuna rilevanza penale) impenetrabile e protetto dalle richieste degli avvocati Morescanti e Gallinelli che ne hanno, a più riprese, chiesto copia. Di quell'incontro ha riferito lo stesso Moratti a Borrelli, all'epoca capo ufficio indagini della FIGC, quando è stato sentito il 3 ottobre 2006. Moratti ha dichiarato: "In tale epoca il compianto Giacinto Facchetti mi riferì di una serie di colloqui da lui avuti con l'arbitro Nucini il quale, a dire del Facchetti, gli manifestava l'esistenza di un clima arbitrale non particolarmente favorevole all'Inter. [...] Ricordo inoltre che il Facchetti mi disse che Nucini gli aveva raccontato di essere stato una volta accompagnato al cospetto di Moggi a Torino dove quest'ultimo gli aveva offerto la disponibilità di una utenza telefonica cellulare. [...] Ritenni opportuno fare delle verifiche in merito e a tal fine mi rivolsi a Tavaroli... [...] Colloco i fatti di cui ho detto verso la fine dell'anno 2002. Verso la metà del 2003 il Facchetti mi rappresentò l'intenzione di denunciare i fatti riferitigli dal Nucini alla Procura della Repubblica. Mi opposi ad una tale soluzione..." (pagine da 11 a 13 del ricorso di De Santis contro l'Inter).
Peccato che quattro anni dopo Moratti è stato smentito dall'amico e socio Tronchetti Provera che, nella sua deposizione del 9 marzo 2010 nell'ambito del processo Telecom condotto dal GUP Mariolina Panasiti, ha ammesso di aver creato "il canale" con Tavaroli e dichiarato: "Moratti aveva richiesto immediatamente un aiuto alla Procura della Repubblica, perché c’era un arbitro che raccontava di strane storie a Facchetti, però questo arbitro cambiò idea, non raccontò più nulla e quindi cadde, il tutto... La prima cosa che fece Massimo Moratti fu di andare dalla dottoressa Boccassini a raccontare questa vicenda. La dottoressa Boccassini gli suggerì di far venire questo giovane arbitro a denunciare la cosa".
Nucini a Napoli, durante la sua seconda testimonianza, ha dichiarato di essere andato dalla Boccassini a fare due chiacchiere e a parlare di calcio, e di aver portato con sé un articolo di Antonello Capone pubblicato il 13 febbraio 2004 su La Gazzetta dello Sport, nel quale si commentavano delle dichiarazioni rese da Casarin a Telelombardia il 10 febbraio.
Ciò significa che la visita in Procura dovrebbe essere avvenuta dopo il 13 febbraio 2004.
Esaminate queste testimonianze e messi insieme i pezzi del puzzle, potremmo dire che, presumibilmente, la Boccassini dovrebbe aver aperto il fascicolo tra la fine del 2003 e l'inizio del 2004, dopo che a lei si era rivolto Massimo Moratti.
Ma è andata davvero così? Sono davvero queste le date?
La verità è "custodita" in quel fascicolo archiviato come "modello 45", richiesto dai legali Morescanti per Fabiani e Gallinelli per De Santis, fascicolo che potrebbe rivelare una tempistica diversa per gli episodi chiave. Infatti, non possiamo fare a meno di considerare quanto sempre dichiarato da un tassello importante di questa storia: Giuliano Tavaroli, che verso la fine del 2002 venne contattato da Tronchetti Provera per aiutare l'amico Massimo Moratti. Tavaroli ha raccontato di essere stato convocato presso gli uffici della SARAS alla presenza di Moratti e Facchetti, i quali gli raccontarono di un arbitro che aveva riferito a Facchetti dell'esistenza di un sistema di condizionamento nel mondo del calcio, sistema che faceva capo a Moggi e De Santis. Dunque, un nuovo salto all'indietro: fine 2002 incontro in SARAS.
Quante incongruenze tra la dichiarazione di Nucini e le testimonianze della Plateo e di Tavaroli! Nucini riferisce come data dell'incontro al Concord il 25 settembre 2003, Tavaroli dice che già a fine 2002 gli raccontavano dell'incontro di Nucini con la “cupola”, la Plateo testimonia che l'11 febbraio 2003 Bove gli chiede di controllare i tabulati della Juventus.
Qualcuno deve mentire per forza. Per capirne di più bisogna cercare nei fascicoli del processo Telecom. Agli atti vi sono infatti i documenti che certificano quanti e quali accessi illegali sono stati realizzati nei sistemi informatici del Ministero degli Interni e del Ministero delle Finanze a caccia di informazioni su Massimo De Santis, dove si evince che già il 18 gennaio 2003 qualcuno cercava notizie sulla situazione patrimoniale del fischietto romano. Quindi nel gennaio 2003 l'attività di controllo illegale era già iniziata. E tale dato conferma le testimonianze di Tavaroli e della Plateo. Quindi è certo che il Tiger Team venne incaricato di spiare la Juventus Moggi, De Santis, la Gea, Ceniccola e la stessa FIGC molto tempo prima del fatidico 25 settembre 2003. E' dunque impossibile che l'attività di dossieraggio abbia preso le mosse dopo che Nucini ebbe riferito a Facchetti del fantomatico incontro al Concord di Torino. Forse a Moratti e Facchetti sono bastati i sospetti che Nucini aveva riferito allo stesso Facchetti nell'estate 2002. Ma fatto di maggiore importanza è che la stessa testimonianza dell'ex arbitro bergamasco nell'aula del tribunale di Napoli ne esce a pezzi, e vi è il fondato dubbio che quell'incontro torinese con Moggi non sia mai avvenuto. Sarebbe infatti alquanto singolare se il 25 settembre 2003 Nucini avesse avuto con Moggi e Fabiani lo stesso incontro di cui Moratti e Facchetti avevano parlato a Tavaroli alla fine del 2002. E poco credito ha sembrato dare alle dichiarazioni rese in aula a Napoli da Nucini lo stesso PM Narducci, che nella sua requisitoria ha chiesto al collegio giudicante di ignorarle e di tenere in considerazione solo quelle che aveva reso a Borrelli.
Probabilmente in tutta questa vicenda chi ne esce peggio è la FIGC: la Plateo il 21 giugno 2006 aveva riferito ai PM di Milano del dossieraggio illegale ai danni della Juventus e della stessa FIGC (tra gli altri) e la notizia era stata riportata dall''Espresso il 29 settembre 2006. Pochi giorni dopo (il 3 ottobre) Borrelli interrogava Moratti. Il 16 ottobre veniva sentito Nucini che forniva delle dichiarazioni in contrasto con quanto detto dal Presidente nerazzurro.
Ma in FIGC non si è mossa foglia, fino a che Palazzi con uno stringato comunicato ha reso noto di aver archiviato la pratica perché non sono emersi fatti di rilievo disciplinare ovvero non prescritti.
Sarà un caso ma di recente la prescrizione sembra essere l'unico istituto giuridico che si adatta all'Inter.
PER APPROFONDIRE O SEMPLICEMENTE RIPASSARE LA QUESTIONE, VEDI ANCHE:
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Intervista all'avvocato Gallinelli: lo scandalo Telecom e l'origine di Calciopoli
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