Le domande che un farsopolista attento si può porre oggi sono ancora molte, ma ci sono innumerevoli risposte che derivano sia dalla logica adottata negli anni, sia dal lasciar correre del galantuomo tempo.
Logiche diventate conferme che si riversano nella forza convincente di voler andare fino in fondo.
E' innegabile che i collegamenti fatti anni fa oggi siano episodi accompagnati da riscontri oggettivi e inconfutabili.
E mentre il tempo passa, le situazioni diventano sempre più chiare.
Un Tenente Colonnello dell'Arma e un Presidente di una squadra di calcio che si incontrano e parlano hanno fatto cronaca.
E' altrettanto acclarato che il PM del processo ha deciso di dedicarsi alla carriera politica, seguito da 'quel' Colonnello, inseriti entrambi nello schieramento che è in simbiosi con quello votato a Milano proprio da 'quel' Presidente.
Ma rituffiamoci nel mondo calcistico e annunciamo per l’ennesima volta che l'arbitro schiavo di Moggi è libero da più di un anno. Paparesta sta bene e, dopo aver finito di arbitrare, ha anche percepito uno stipendio da Mediaset, la stessa azienda che, secondo Auricchio, non ha nessun collegamento con il Milan.
Ci rendiamo perfettamente conto che immaginare un arbitro chiuso in uno stanzino buio faccia molto scalpore, anche se dovrebbe colpire di più, sapere che un A.D., tramite il vice presidente del Consiglio, fosse in grado di fare una cortesia ad un arbitro, al fine di sbrigare pratiche inerenti l’attività lavorativa privata di quell’arbitro. Quell'A.D. avrebbe emanato così tanto potere da potersi permettere di arrivare a "sforzo zero" direttamente alla Presidenza del Consiglio.
Promesse di lussuosi trapianti di capelli, ammiccamenti e probabili incontri notturni col futuro designatore, avendo già la certezza che Bergamo e Pairetto erano di fatto due ex.
Solo a posteriori abbiamo scoperto che l'addetto agli arbitri rossonero intratteneva rapporti e colloqui anche con chi, in netta opposizione al riscontro numerico dei punti sul campo, è stato identificato come il nostro arbitro per antonomasia. Solo dopo cinque anni e molti sforzi, spuntano i tre baffi rossi per la telefonata Meani-De Santis prima di Milan-Juventus.
Si dava da fare il ristoratore, così come si dava da fare il suo capo, caricando i suoi giocatori dando del 'figlio di puttana' a Moggi, quando, con orgoglio,spiegava al suo fido che la decisione di posticipare il turno di campionato a causa della morte del Santo Padre era farina del suo sacco.
Bisognerebbe poi chiedere all'AD rossonero per quale motivo quella volta si sia arrabbiato in diretta con Aldo Serena, con il quale si inviperì talmente tanto da bandirlo in diretta da S. Siro.
E ancora... supponendo si voglia dare consistenza alla tesi che Moggi si sia prodigato per salvare la Fiorentina, perché nessuno si domanda da chi e da che cosa Moggi dovesse salvare la Fiorentina? Da se stesso o da qualcun altro? Ricordo che in quell’anno molti giocatori del Milan dedicarono la sonante vittoria di Milano sui viola a Galliani, proprio in veste di Presidente di Lega in quei giorni in aperto scontro con Diego Della Valle per la poltrona della Lega stessa.
E Nucini ? Meani lo definisce "braccio armato"... ma, se mai fu armato, da chi lo fu in Fiorentina-Messina? Da Moggi, dipinto come dirigente pro Messina o da Moggi che doveva salvare la Fiorentina o da Moggi che con Nucini non aveva più rapporti? Direttore, è sempre colpa sua !!
E poi 5-4-4 e i regali del patron interista.
I pedinamenti e gli infruttiferi dossier illeciti,, il dossier CO.MO. e la "COmpagine.MOggiana", gli intrecci tra persone appartenenti allo stesso circolo, aventi interessi e poteri comuni. Basti solamente pensare in quanti e quali passaggi, burocratici e non, le persone legate a doppio filo con l’ambiente interista avrebbero "potenzialmente" potuto interferire.
Schiacciati dai poteri forti, questo avevano convenuto Moggi e Giraudo.
E’ cronaca di questi giorni che il sodale Bergamo avvisò un arbitro prima di Inter-Juve. Gli raccomandò, nel dubbio, di pensare a chi stava dietro. Noi con Buffon-Nedved-Trezeguet-Thuram-Ibra-Del Piero-Emerson stavamo davanti.
Altro che cupola e COmpagine MOggiana. Tra Franco Baldini che annuncia rivoluzioni, tra Preziosi che con con un registratore nascosto incide i suoi colloqui con Galliani, tra Previti Cuore Laziale, tra le 'raccomandazioni' di Carraro, tra Caino e Babele, come mai a farne le spese è stata solo la Juventus?
La pazienza, la determinazione e la passione infinita che ci accompagnano in tutta questa vicenda saranno in grado di dare risposta alla domanda fatta nell’estate del 2006 da Enzo Biagi, quesito posto a valle della sua analisi, riletta l’altro giorno in aula da Luciano Moggi?
"Una sentenza pazzesca, e non perché il calcio sia un ambiente pulito. Una sentenza pazzesca perché costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in un procedimento degno di tal nome. Una sentenza pazzesca perché punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna. E mi chiedo: cui prodest? A chi giova il tutto? Perché tutto è uscito fuori in un determinato momento? Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la lista nera di Telecom, poi Calciopoli, poi l’ex Re d’Italia ed ora, ultimo ma non ultimo, la compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver messo sotto controllo i suoi clienti. Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino?".
Farsopoli: dopo 5 anni è (quasi) tutto fin troppo chiaro
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