24 luglio 2006.
Ore 15.00 - IL MILAN. La terza giornata dell'Appello inizia nel pomeriggio con l'arringa dell'avvocato Edda Gandossi, legale di Leonardo Meani, che contesta le intercettazioni: "Non vi parlerò dell'articolo 15 della Costituzione, senza contare il codice di procedura penale. L'utenza di Meani non poteva essere intercettata. È come spiare dal buco della serratura, a seconda di come ci si mette si vede un dettaglio ma si perde il quadro d'insieme. Chi è Leonardo Meani? Un semplice assistente agli arbitri, una persona che conosceva molti arbitri da vent'anni perché era stato arbitro lui stesso".
Prende la parola il legale del Milan, Cantamessa, che a proposito di Meani dice: "La natura delle sue innocenti iniziative è determinata da un lato dai suoi rapporti personali e dall'altro sono autodeterminate, sono esclusivamente roba sua. Sono iniziative autonome e personali e lui è incontrollabile, perché sono incontrollabili le cose che fa, visto che è inesistente da parte della società la possibilità di organizzare una vigilanza. La posizione funzionale di Meani è zero".
Marco De Luca, legale di Galliani: "In un minuto e 40 secondi di conversazione non c'è il minimo segno di assenso, Galliani non dice nulla. Non è stato commesso alcun illecito e questa sanzione è illegittima. La prova di illegittimità la fornisce lo stesso procuratore dicendo che serve qualche punticino in più per evitare che il Milan vada in Europa. Colpire le manifestazioni non appartiene alla possibilità sanzionatoria prevista. La richiesta del procuratore in appello è illegittima".
A questa affermazione Palazzi replica risentito e a Sandulli non resta che spegnere i fuochi affermando: "L'avvocato si è lasciato prendere dalla foga". L'avvocato De Luca indietreggia: "Ho stima del Procuratore, chiedo scusa, vorrà dire che gli manderò una scatola di cioccolatini".
Ore 18.00 - LA LAZIO. Si difende la Lazio e l'avvocato Vincenzo Siniscalchi dichiara: "Noi non possiamo rispondere di un'insana temperie o di un'atmosfera inquinata, altrimenti siamo in un'atmosfera da giudizio medievale. Non si capisce perché Lotito si sarebbe rivolto agli organismi istituzionali per avere dei favori. Per quanto riguarda l'art. 1 del Codice di giustizia sportiva, l'obbligo di correttezza e di lealtà, perché esso è considerato come se fosse parte dell'art. 6, quello sull'illecito? La sanzione è grave e non sta né in cielo né in terra, ma è poi giusto che si consideri violazione dell'art. 1 aver contattato Mazzini? Ho l'impressione che si faccia una valutazione di tipo monastico delle attività di un presidente di società, che inevitabilmente ha tanti interessi e tanti rapporti".
Ore 18.50 - PALAZZI REPLICA. Replica finale per il procuratore federale Stefano Palazzi: "Per quanto riguarda la posizione della Lazio, un metodo di valutazione rigoroso esclude che si possa valutare la deposizione di Tombolini. L'arbitro è già stato autore di una telefonata e non può una sua dichiarazione successiva darne l'interpretazione autentica. Su Cosimo Maria Ferri, le cui dichiarazioni la difesa ha cercato di ridicolizzare, le sue deposizioni sono assolutamente attendibili. Sulla Juventus, ci si duole da parte della difesa che manchino gli atti diretti a falsare le singole partite, ma è l'intero campionato a essere stato falsato, come risulta dalle telefonate di Bergamo che la difesa ha voluto citare solo in parte. Nella famosa telefonata del 9 febbraio tra Moggi e Bergamo, i due, prima ancora che delle griglie, parlano di arbitri da ricompattare in un gruppo, che non hanno più punti di riferimento. Come si fa allora a dire che non ci sia stata alterazione dell'intero campionato 2004-05? Per quanto riguarda il campionato di competenza nel quale i provvedimenti si possono applicare, il precedente del Genoa chiarisce quale sia. Per la Fiorentina, poi, dobbiamo parlare di Diego Della Valle che a nostro parere è giudicabile. La sua qualità di socio di riferimento è evidente, perché è socio della Fiorentina attraverso un'altra società: se una società è controllata da società di capitali, come ormai lo sono tutte, allora non ha un socio di riferimento? Se anche Della Valle non fosse un socio né un tesserato, però, la Fiorentina comunque risponderebbe di responsabilità presunta. Sul Milan, la Procura non è portatrice di interessi personali, applica le norme e ha svolto il ruolo dell'accusa con dolore, visto l'amore che porta per questo sport. Si è chiesto solo l'accoglimento di quanto stabilito in primo grado, con una richiesta solo sul piano dell'afflittività". Palazzi, che ha visto in aula una confidenza «tra avvocati» (quelli delle difese e quelli che compongono la Corte, ndr), continua così: "Ho apprezzato l'approccio dei primi giudici della CAF. Voi per la vostra abilità di professionisti saprete valutare, perché difese suggestive possono instillare dei dubbi che non hanno ragione di essere". Palazzi chiede ai giudici di "attenersi rigorosamente ai fatti". I fatti, per Palazzi, sono le intercettazioni "che se ascoltate senza pregiudizi danno un unico risultato: il campionato 2004-2005 è stato falsato per intero". Palazzi chiude il suo intervento proprio citando alcune frasi estrapolate dalle intercettazioni: "Che può significare la frase detta dal designatore a Tombolini: «Mettiti sulla giusta lunghezza d'onda»? Che cosa vuole dire il designatore Bergamo quando raccomanda ai suoi: «Devi fare le cose, ma credibili...»?. Poi: «Da quest'anno se non tuteli la posizione dei designatori lo scudetto non lo vinci»?".
Ore 19.30 - Sandulli chiude il dibattimento comunicando che data e ora della lettura saranno comunicate "tempestivamente" ed aggiunge: "C'è molto lavoro da fare, è tutto da decidere. Ci sono molte pregiudiziali da analizzare, dobbiamo studiarle tutte".
IL MILAN CHIEDE LO SCUDETTO. In tre giorni di udienza hanno parlato pochissimo. Ora tocca a loro, a Piero Sandulli e ai quattro giudici di una Corte Federale che oggi, nell'ultimo dei tre atti del procedimento di appello, si è imbattuta nel colpo di coda del Milan. La società rossonera ha giocato una carta a sorpresa, quella dello scudetto 2005-2006. Un tricolore in ballo, un buco potenziale nell'albo d'oro. La Caf, in primo grado, aveva stabilito la non assegnazione del titolo, diversa dalla revoca dello scudetto dell'annata precedente, quello per cui il commissario della Figc, Guido Rossi, ha creato una commissione apposita per decidere se dirottarlo o meno nella bacheca dell'Inter. Ad allertare proprio il traghettatore della Federcalcio ci ha pensato l'avvocato Marco De Luca, l'ultimo dei tre legali ammessi a parlare in difesa del Milan, di Adriano Galliani e Leonardo Meani. Il concetto espresso è chiaro e rischia di complicare, e parecchio, l'iter che porterà alla sentenza. La pena massima per una società è costituita dalla revoca del titolo di campione d'Italia e per questo, visto che il Milan nell'ultima stagione ha chiuso al secondo posto alle spalle di una Juve retrocessa e privata del titolo numero 29, la penalizzazione di 44 punti decisa dalla Caf va cancellata con conseguente riammissione del club rossonero in Europa. Non con il purgatorio della Coppa Uefa ma dalla porta principale, quella della Champions League. (Adnkronos 24-LUG-06 21:01)
Corte Federale, terza giornata. La replica finale di Palazzi
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