nucinimorattitavaroliGaldi sulla Gazzetta del 1° maggio ha riportato alcuni stralci del memoriale di Facchetti e del verbale delle dichiarazioni rese da Gianfelice Facchetti, del quale sembra abbia preso visione, visto che riporta frasi delle dichiarazioni di Gianfelice fedelmente riprodotte tra virgolette. Galdi scrive che "Il punto chiave è il rapporto con l'arbitro Nucini, ascoltato quale testimone dell'accusa al processo di Napoli". Già nelle parti riportate abbiamo notato delle incongruenze con quanto ha dichiarato Nucini, ma le dichiarazioni di Gianfelice potrebbero dire tante altre cose nelle sette pagine di verbale. Noi pensiamo che due testimonianze che si contraddicono sugli stessi fatti minano, a rigor di logica, l'attendibilità di almeno una delle due carte dell'accusa. A noi interessa la verità.
In un recente articolo, su Repubblica, Corrado Zunino ha bacchettato i "siti di riferimento della vecchia Juventus", perché rilancerebbero l'eco "Tavaroli uguale Telecom deviata, uguale Inter che controlla Calciopoli. È questo l'assioma moggiano. Superficiale, scorretto", ed ha evidenziato che, se si decide di dare fede a Tavaroli, lo si deve fare in tutte le direzioni. Zunino scrive che, interrogato in carcere il 26 settembre 2006, "Tavaroli ha rivelato situazioni più utili all'accusa dell'inchiesta "Off side" piuttosto che alla difesa di Moggi".
Poi Zunino riporta anche la parte del verbale di Tavaroli in cui parla del viaggio di Nucini a Torino, dove incontra Moggi, così come gli è stata raccontata da Facchetti. Quella di Tavaroli, però, è un'informazione "de relato", di terza mano, perché è quello che gli ha raccontato Facchetti, al quale è stata raccontata da Nucini. Nucini è la prima mano, la fonte da verificare.
Zunino non ha dubbi, Nucini è attendibile, e scrive: "Questa versione, compreso il viaggio autostradale con Fabiani, Nucini non l'ha raccontata solo a Facchetti (che poi l'ha riferita sia a Tavaroli che a un pm della Procura di Milano). Questa versione Nucini è andato a confermarla in Tribunale a Napoli, quasi un anno fa. E il suo racconto ha resistito alla mitraglia del controesame di Maurilio Prioreschi, l'avvocato moggiano delle domande difficili".
Noi, invece, abbiamo dei dubbi espressi già due anni fa nell'articolo "Chi mente tra Nucini, Moratti e Tavaroli?". Non collimano le date dei fatti riferiti da tre protagonisti, e nessuno, finora, ha soddisfatto la nostra domanda.
Zunino non cita un fatto fondamentale, evidenziato, invece, da Marco Liguori, quello in cui Tavaroli dice: "Alla fine del 2002 incontrai Moratti e Facchetti presso la sede della Saras. Facchetti rappresentò a me e a Moratti di essere stato avvicinato da un arbitro della delegazione di Bergamo che in più incontri aveva rappresentato un sistema di condizionamento delle partite di calcio facente capo a Moggi ed avente come perno l'arbitro Massimo De Santis".
Tavaroli dice fine 2002, ed in effetti il "Dossier Ladroni", che segue a quell'incontro, è redatto "tra la fine del 2002 e gli inizi del 2003".
Nucini, invece, dice che l'incontro in albergo, a Torino, è del 25 settembre 2003, ovvero un anno dopo che l'accaduto sarebbe stato riportato a Tavaroli, mentre Moratti così riferisce quanto lui stesso fece, a seguito del racconto di Facchetti sull'incontro di Nucini con Moggi a Torino: "Temendo una trappola, ritenni opportuno fare delle verifiche e mi rivolsi a Tavaroli". In pratica, il "privato" che sostituisce lo Stato.
Lo stesso Zunino nell'articolo "Moratti due ore da Borrelli. 'Non credete a Tavaroli'" afferma: "...era la fine del 2002; quand'è che Facchetti ha portato Nucini di fronte a Ilda Boccassini". Ricordiamo che Nucini davanti alla Boccassini non confermò nulla, come ha riferito anche in aula a Napoli (Nucini: "Non le ho detto quello che voleva sentirsi dire, perché mi sono trovato lì da solo, punto", pagina 42 della deposizione). Su questo, nel 2007, Mensurati scrive: "A Tavaroli Moratti chiese una consulenza generica sulla vicenda Nucini. In ordine alla quale Tavaroli disse che non c'era nulla di rilevante". Per questo Moratti disse a Facchetti di non andare nemmeno in procura: "I fatti erano talmente generici che doveva denunciarli Nucini".
Già queste incongruenze fanno sorgere spontanea una domanda: ma l'incontro con Moggi in albergo quando è avvenuto? E c'è stato davvero? Quali prove lo certificano? Chi mente?
Perché l'attendibilità di un testimone è fondamentale in un processo vero e non di piazza.

Prendiamo la storia della sim, la "madre di tutte le potenziali prove", che Nucini dice essergli stata consegnata da Fabiani. Una bomba in mano a Nucini, una prova inconfutabile da consegnare ad un pm per provare il reato. Nucini ha raccontato prima a Borrelli e D'Andrea, e poi ai Carabinieri: "Mi ha consegnato la scheda telefonica del gestore Tim, scheda ancora imballata, per l'uso della quale avrei dovuto acquistare un telefonino dedicato solo a tale sim ... non sono in grado di specificare l'utenza della scheda, comunque annotai il numero e poi lo consegnai a Facchetti. Preavvertii Facchetti che dovevo subito vederlo perché ero arrivato al cuore del problema ... concordammo di vederci al più presto. Subito dopo aver comunicato questo a Facchetti buttai la scheda telefonica che mi era stata data. Da allora con Fabiani non ho più avuto rapporti" (pagg. 33 e 34 della deposizione). Poi in aula, incalzato dall'avvocato Prioreschi, cambia versione: "Sì, l'ho usata qualche volta prima di potermi incontrare con Facchetti, l'ho usata due o tre volte, mi sembra di averlo detto" (da pagina 32 della deposizione). Allora non l'aveva buttata subito, come aveva detto a Borrelli e ai carabinieri. Del numero della sim sembra non esserci traccia negli appunti di Facchetti.

In questa storia, però, i personaggi sono quattro e di versioni ne avevamo sentite tre. Mancava quella di Facchetti. E qui la spy-story sembrerebbe complicarsi dopo la mossa di Gianfelice Facchetti di accendere le luci della ribalta sulle cose riferitegli dal padre e sugli appunti consegnati ai pm Narducci e Capuano.
Secondo quanto scrive Galdi, Gianfelice Facchetti avrebbe dichiarato ai pm: "Ricordo che mio padre mi confidò che Nucini lo aveva messo al corrente del fatto che quando stava pensando di tirarsi fuori da questo gruppo, a Coverciano, durante un raduno, era stato chiesto a lui perché non avesse più il cellulare acceso.
Immediatamente dopo aveva ricevuto una telefonata sulla scheda riservata da Mariano Fabiani oppure da Massimo De Santis.
Nucini raccontò a mio padre che il capo della organizzazione era sicuramente Luciano Moggi e che lui Nucini aveva avuto modo di incontrarlo, almeno in una occasione, presso l'hotel Concorde di Torino insieme al designatore Pairetto, a Mariano Fabiani e a Massimo De Santis."
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Colpo di scena. Finora, a tutti, pm e giudice compresi, Nucini ha detto che all'incontro erano presenti Fabiani e Moggi, mentre con Facchetti avrebbe aggiunto anche Pairetto e De Santis tra i presenti all'incontro.
Se dovessimo prendere per buona la versione di Facchetti, dovremmo chiederci a chi ha mentito Nucini. Oppure non è attendibile la versione "de relato" di Facchetti. Inoltre, solleva qualche perplessità quel "quando stava pensando di tirarsi fuori da questo gruppo". Da che data a che data Nucini sarebbe stato nel gruppo, nell'organizzazione?
Galdi nel suo articolo scrive anche: "Un lungo capitolo è poi dedicato ai presunti aiuti al Messina per favorirne la scalata in A. In particolare, fra le confidenze di Nucini a Facchetti c'era un Avellino-Messina pieno di polemiche, «con alcune dichiarazioni molto dure dell'allenatore Zeman (allora all'Avellino)»".
Da quanto scrive Galdi sembra ci siano state "presunte" irregolarità in quella partita, ma Avellino-Messina del 2003-2004 fu diretta proprio da Nucini. Anche Nucini aiutò il Messina in quel campionato? Galdi non ce lo dice.

Fosse così avremmo un'ulteriore incongruenza. Ricordiamo che Nucini, in aula e sotto giuramento, ha dichiarato che, al termine della stagione 2001-02, Facchetti gli disse: "Ascolta Nucini, io ti devo parlare, perché la situazione qui non va bene". Nucini ha dichiarato che andò da Facchetti e gli raccontò del sistema arbitrale. Nucini ha aggiunto che Facchetti era incredulo, "Lui, un uomo leale, un uomo vero", ma che alla fine venne convinto dalla sua insistenza. "E, quindi, abbiamo cercato di avere, per il possibile, più informazioni possibili su come si gestiva o come gestivano questa situazione. Lui mi consigliò di farmi vedere amico".

Come si concilia una "presunta" irregolarità in Avellino-Messina del 12 ottobre 2003, arbitrata da Nucini, con il fatto che l'arbitro dice di non aver avuto più avuto rapporti con Fabiani dopo l'incontro del 25 settembre 2003 in albergo?

Ricordiamo un'altra incongruenza: Tavaroli, sempre leggendo Marco Liguori, avrebbe dichiarato ai pm: "Facchetti mi disse che l'arbitro gli aveva raccontato i fatti in cambio di un favore da parte dell'Inter, un posto nella società nerazzurra, aggiungendo che era disposto a denunciare". Nucini in aula prima nega che, come riportato da alcuni giornali, volesse lavorare per l'Inter come addetto agli arbitri, poi ammette che Facchetti gli aveva offerto un posto di lavoro che lui avrebbe rifiutato.

Non si può credere a tutti e quattro i personaggi in questione come fanno i giornali. Qualcuno non la racconta giusta. Finora tutti hanno riportato il presunto incontro di Nucini con Moggi, in un albergo di Torino, come un fatto accertato, quando, invece, abbiamo solo la parola di Nucini stesso, senza verifiche di polizia giudiziaria su questa affermazione, o perlomeno durante il processo non sono state esposte. Fu vero incontro?
Dipende dall'attendibilità del teste Nucini, che ha un ruolo importante nelle dichiarazioni di Gianfelice Facchetti, delle quali la Gazzetta riporta solo una parte.
Per ora di queste dichiarazioni sappiamo che sono "de relato", cose sapute dal padre che le aveva sapute da Nucini. Le dichiarazioni di Gianfelice Facchetti apriranno un nuovo capitolo?

Porsi queste domande ci sembra legittimo e doveroso perché, come ha detto il giudice Casoria a De Santis, "Errare è umano" ed è già capitato tante volte di vedere testimoni inventarsi storie per chissà quale fine. Solo per restare alla stessa sede processuale è accaduto ad un certo Enzo Tortora.
Da un processo vero, e non mass-mediatico di piazza, ci aspettiamo la risposta alla nostra domanda: chi mente?


2001
Nucini afferma che conosceva Facchetti già da prima, ma dopo un suo errore a favore dell'Inter si frequentano di più. Sostiene anche di aver iniziato un dossier di 250 pagine sugli errori a favore della Juve per il 2001-02.

2002
Nucini sostiene che Facchetti lo chiamò al termine del campionato 2001-02 dicendogli: "Ascolta Nucini, io ti devo parlare, perché la situazione qui non va bene", e gli consigliò di insinuarsi nell'organizzazione: "Lui mi consigliò di farmi vedere amico".
Verso la fine dell'anno Nucini è di fronte a Ilda Boccassini dopo le pressioni esercitate da Facchetti, ma tace.
Tavaroli in un interrogatorio dichiara: "Alla fine del 2002 incontrai Moratti e Facchetti presso la sede della Saras". Nello stesso interrogatorio dice di aver appreso da Facchetti l'episodio dell'incontro Nucini-Moggi a Torino (allora sarebbe avvenuto nel 2002?).

2003
Nei primi mesi dell'anno è già pronto il "Dossier Ladroni", nato a seguito dell'incontro Moratti-Tavaroli-Facchetti.
Nucini afferma che l'incontro in albergo con Fabiani e Moggi è del 25 settembre 2003.
Moratti dichiara che Facchetti gli parlò dell'incontro Nucini-Moggi e, temendo fosse una trappola, "Ritenni opportuno fare delle verifiche in merito e a tal fine mi rivolsi al Tavaroli". (Moratti sposta l'incontro con Tavaroli di un anno)
Facchetti Gianfelice, secondo quanto riportato da Galdi, parla di presunti "problemi" in Avellino-Messina del 12 ottobre 2003, arbitrata proprio da Nucini.

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