Il 16 maggio 2006, la giunta esecutiva del Coni presieduta da Gianni Petrucci nomina Guido Rossi commissario straordinario della Federcalcio. Per il rinnovamento del calcio, si dice. Ma chi è Guido Rossi? È un illustre avvocato milanese dal curriculum piuttosto ricco: nel 1981 è presidente della Consob, successivamente è consulente di Inps e membro del cda di Generali Assicurazioni, poi è presidente di Ferfin-Montedison, infine è alla Telecom negli anni della privatizzazione nonché avvocato di Cesare Geronzi per Capitalia. Sono proprio questi due ultimi incarichi a collegare il nome di Guido Rossi al mondo del calcio. Egli, infatti, oltre che amico di Tronchetti Provera è in confidenza anche con Massimo Moratti. Un’amicizia che lo ha portato a sedere per quattro anni, dal 1995 al 1999, nel consiglio di amministrazione dell’Inter. Ma Rossi dell’Inter è anche un grande tifoso, come ha confessato Milly Moratti il giorno della sua nomina in Figc: «È un uomo passionale, tutt’altro che compassato. Ricordo un gol importante dell’Inter e ho in mente la sua reazione: si alzò e baciò e abbracciò mio marito Massimo. Rimasi colpita da quella reazione istintiva».
Ma su di lui parevano esserci ottime referenze, tali da garantire il successo del processo di rinnovamento del calcio. Purtroppo non ha rinnovato nulla, ma è riuscito a contornarsi di personaggi e collaboratori vicini al mondo interista: innanzitutto la scelta di Paolo Nicoletti (figlio di Francesco, stretto collaboratore e legale di fiducia della famiglia Moratti) come subcommissario della Figc, quindi quella di Marco Stefanini come vice di Borrelli all'Ufficio Indagini. Stefanini era a capo dell’ufficio legale dello Spezia Calcio all’epoca della presidenza di Ernesto Paolillo, diventato ai primi di ottobre 2006 direttore generale dell’Inter. Infine, pochi giorni prima di lasciare la Federcalcio, Guido Rossi ha seguito cause legali per conto di Tronchetti Provera, per prenderne infine il posto a capo di Telecom (19 settembre 2006). Una volta sedutosi sulla poltrona presidenziale dell’azienda telefonica, l’Argonauta (così lo ha definito Diego Dalla Valle) ha chiamato ai controlli interni dell’azienda Federico D’Andrea, uno dei collaboratori più fidati di Borrelli. Date tutte queste coincidenze si sospetta che l’assegnazione all’Inter dello scudetto 2005/06 non sia stata una decisione del tutto imparziale.
Il commissariamento della FIGC e l'avvento di Guido Rossi
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