Riprendiamo il bel pezzo scritto da Luciano Moggi su Libero:
"Adesso è anche ufficiale: Juve campione d’Italia. Conte sarà ancora l’allenatore, come da noi anticipato, e ringrazio di cuore il popolo juventino per le manifestazioni di simpatia nei miei confronti. Era dal 2006 che non vedevo i festeggiamenti dal vivo, sono rimasto colpito dallo spettacolo di un pubblico arrivato da tutte le parti del mondo. Si potrebbe anche parafrasare “Il Cinque Maggio” in quel passaggio «Dalle Alpi alle Piramidi»... Mi sono emozionato a sentire l’inno (promosso nella nostra gestione) a vedere lo stadio più bello d’Italia, costruito con metodi moderni e ideato da noi in base ai viaggi conoscitivi in tutto il mondo di un dirigente, Opezzi, la cui attività era estrapolare il meglio da ogni stadio che visitava. La mia mente ha ripercorso il lungo cammino della Triade dal 1994 al 2006: Mondiale per Club, Coppa dei Campioni, i tanti scudetti. Mi sono riapparse le immagini dell’Avvocato Agnelli, del Dottor Umberto, dell’avvocato Chiusano. Mi è sembrato di sentire la voce dell’Avvocato quando mi chiamava alle 5.30 del mattino per farmi la rassegna stampa, o quando, qualche giorno prima di morire, chiamò me e Lippi a casa sua.
Restammo quasi un’ora e poi congedandoci ci disse una frase che è rimasta indelebile nella mia memoria: «Chissà se vi potrò rivedere». E ricordo il Dottor Umberto, un manager senza pari, quando mi telefonava per sapere le novità chiamandomi con una parola che per me era pura adrenalina: «Comandante, come va?». E ricordo quanto teneva a che le cose si dicessero solo dopo averle fatte, mai prima; lui, che sapeva dell’arrivo di Capello, facendo la doccia qualche ora prima di morire disse a Donna Allegra che gli chiedeva chi fosse il nuovo allenatore: «Non posso, altrimenti Moggi si arrabbia». Quella sera io e Giraudo, dopo aver firmato con Fabio, decidemmo di telefonargli per dargli la notizia, ci rispose Donna Allegra dicendoci che il Dottore era morto: piangemmo, un dolore immenso, era morto il nostro Papà. E l’avvocato Chiusano? Ci è sempre stato vicino nei momenti difficili, con lui in vita l’avvocato Zaccone mai si sarebbe permesso di patteggiare la B per la Juve, nessuno avrebbe potuto fermare il ricorso al Tar che avrebbe tenuto la Società in Serie A così come non sarebbe mai partita dal club una «denuncia contro ignoti per infedeltà patrimoniale».
E gli ignoti non potevano che essere Moggi, Giraudo e Bettega, quei dirigenti che in 12 anni non avevamo mai chiesto un euro all’Azionista: volevano farli passare per infedeli, ma un Giudice ha rigettato il patteggiamento con «il fatto non sussiste», che fece restare sicuramente male Zaccone e l’avvocato Franzo Grande Stevens, nominato presidente dopo la morte di Chiusano.
Tante erano le cose che mi ronzavano in testa, eppure non c’è traccia di noi, come se i nostri 12 anni non fossero esistiti, né il museo ci racconta. Solo il popolo juventino ci ricorda così come sicuramente fanno Andrea Agnelli e i giocatori della nostra gestione ancora in rosa, Conte compreso. Il numero 32 sul campo racchiude anche le nostre vittorie che sono tante e meritate: i processi, quello sportivo,quelli ordinari di 1° e 2° grado, hanno stabilito che il campionato era regolare. Complimenti Andrea, complimenti Beppe Marotta, avete dimostrato che il sacrificio e la serietà pagano, non le chiacchiere: capito Zaccone?".