Siluro di Bertini indirizzato verso la porta di Collina. Tra i giornalisti in barriera a difendere Collina, Fulvio Bianchi di Repubblica, per sventare la minaccia, si avvita in aria e con una acrobatica rovesciata manda la sfera ... nel sette della sua porta. Autorete, delle più clamorose.
Vediamo come si sono svolti i fatti.
Bertini aveva dichiarato, il 6 luglio, in un'intervista a La Nazione: «Secondo gli inquirenti Luciano Moggi avrebbe posseduto un centinaio di queste schede da cui risulta qualche telefonata con Arezzo. Telefonata che è stata associata al mio nome. Punto primo: io non ho mai posseduto quelle schede e di conseguenza non ho mai parlato con Moggi. Punto secondo: nessun giudice, finora, è stato in grado di dimostrare il contrario. Fra l’altro se avessi parlato con Moggi dovevano accusarmi di illecito sportivo, invece sono stato incriminato per violazione dell’articolo 1, ovvero per comportamento scorretto. Un’accusa che mi fa cadere le braccia dal momento che agli arbitri non era vietato parlare con i dirigenti. Tanto è vero che Collina, intercettato in colloqui con Galliani e Meani del Milan, non solo non è stato rinviato a giudizio ma è stato nominato designatore arbitrale. La giustizia è uguale per tutti? Macchè, è vero l’esatto contrario».
Bertini aveva dichiarato, il 6 luglio, in un'intervista a La Nazione: «Secondo gli inquirenti Luciano Moggi avrebbe posseduto un centinaio di queste schede da cui risulta qualche telefonata con Arezzo. Telefonata che è stata associata al mio nome. Punto primo: io non ho mai posseduto quelle schede e di conseguenza non ho mai parlato con Moggi. Punto secondo: nessun giudice, finora, è stato in grado di dimostrare il contrario. Fra l’altro se avessi parlato con Moggi dovevano accusarmi di illecito sportivo, invece sono stato incriminato per violazione dell’articolo 1, ovvero per comportamento scorretto. Un’accusa che mi fa cadere le braccia dal momento che agli arbitri non era vietato parlare con i dirigenti. Tanto è vero che Collina, intercettato in colloqui con Galliani e Meani del Milan, non solo non è stato rinviato a giudizio ma è stato nominato designatore arbitrale. La giustizia è uguale per tutti? Macchè, è vero l’esatto contrario».
La stessa sera Bertini ripete le stesse cose intervenendo in diretta nella trasmissione "Qui Studio a Voi Stadio" di Telelombardia.
Bertini fa una considerazione che il nostro amico Kefeo aveva già fatto un anno fa nel suo articolo "Bertini contro Collina".
Su Spy-Calcio, www.repubblica.it del 7 luglio Fulvio Bianchi scrive:
"Gianluca Paparesta, 136 partite in serie A; Paolo Bertini, 110 e Tiziano Pieri, 68: tre arbitri importanti hanno chiuso (per sempre) la loro carriera. La settimana scorsa il comitato nazionale dell'Aia, sentito l'organo tecnico (come recita l'articolo 11 comma 6 lettera A), ha deciso di dismetterli per normale avvicendamento. Motivi tecnici, è stato spiegato: essendo i tre (più l'assistente Ambrosino) stati sospesi a lungo per Calciopoli, non sono stati più ritenuti affidabili per poter scendere in campo. Forse, era il caso di dirlo prima: si sarebbero evitare polemiche, interrogazioni parlamentari (che di solito lasciano il tempo che trovano) e minacce di denunce.
Il problema è che secondo le indagini dei magistrati di Napoli i tre arbitri, e non solo loro, avevano utilizzato le schede Sim, di provenienza svizzera, che Luciano Moggi regalava ad amici, per evitare di essere intercettato. Può farlo un arbitro? Questa la domanda. Può accettarle? Paparesta ha ammesso che gliele aveva imprestate il padre. Bertini ha negato di averle mai viste.
Ma secondo i carabinieri c'erano almeno tre telefonate, due ad agenti della stessa banca di Bertini, le telefonate erano state "agganciate" ad un ripetitore che si trova a 250 metri dalla casa dell'ex arbitro di Arezzo. Lui ha però sempre negato di aver avuto le schede, e non patteggerà (come ha fatto Paparesta: due mesi di stop) nemmeno il 22 luglio davanti alla commissione disciplinare. [...]
Nella vicenda Sim, invece, ci sono soltanto tabulati: non si sa cosa si sono detti, si sa solo per quanto tempo hanno parlato e da dove parlavano. Ci sarà sicuramente battaglia in tribunale. Con tante contestazioni. Un altro aspetto delle vicenda. "Agli arbitri non era vietato parlare coi dirigenti", ha ricordato Bertini, che ora, per poter denunciare Gussoni e Figc, restituirà la tessera. "Tanto che - ha aggiunto - Collina, intercettato in colloqui con Galliani e Meani del Milan, non solo non è stato rinviato a giudizio ma è stato nominato designatore arbitrale".
Secondo l'ex arbitro di Arezzo, la giustizia sportiva non è stata uguale per tutti. Ricordiamo che Bertini è indagato a Napoli per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportive (il 3 ottobre il gup decide se rinviarlo a giudizio) e che il 22 di questo mese sarà appunto giudicato dalla Disciplinare: lui come ci ha detto ieri, vedi la Repubblica, è sicuro di uscirne indenne da ambo le parti.
Ricordiamo inoltre che Collina è stato interrogato come persona informata. Mai indagato dai pm. E' stato prosciolto da procura arbitrale e federale: le sue telefonate con Meani (peraltro fatte dal telefonino, o dal telefono di casa, e non certo utilizzando schede svizzere...) non sono mai state considerate degne di deferimento. Non erano insomma "reato". Chiaro? Che poi siano state poco simpatiche, è un'opinione. Se n'è discusso a lungo in passato. Non erano "belle" telefonate e forse si potevano anche evitare: ma facevano parte di un certo mondo che ora, per fortuna, non esiste più. Ma per favore non confondiamole con altri comportamenti di Calciopoli, che hanno portato a spazzar via tutto un ambiente."
Avete letto? Fulvio Bianchi è sicuro, perentorio, quel "Chiaro?" finale non ammette repliche e quasi tende ad intimidire chi dovesse pensare che, invece, Collina sia stato deferito. Chi non si intimidisce per nulla, e scrive subito che quella offerta da Bianchi è merce avariata, sono tanti utenti dei forum che commentano criticamente l'articolo di Bianchi: chi conosce bene calciopoli, come dovrebbe essere anche per Fulvio Bianchi che ne scrive da sempre, sa che le cose non stanno come Bianchi scrive e vuol far credere.
Tanti sui forum scrivono ricordando l'iter che ha portato a mantenere candido il curriculum di Collina, tutti ne ricordano il deferimento, il fatto che non venne giudicato perchè "non più tesserato", molti ricordano che, una volta supercandeggiato grazie ad una normativa cambiata, prese nuovamente la tessera per diventare designatore.
Possibile che lo ignori un giornalista che tiene una rubrica che si chiama Spy-Calcio? Qui non ce neppure da doversi sforzare a fare gli "spioni", basta consultare un motore di ricerca e si trovano molti articoli sul deferimento di Collina.
Bianchi ricorda quei difensori che per troppa foga difensiva rinviano la palla in modo sbilenco, infilando il proprio portiere.
Chissà se spinto dalla lettura di qualche forum o dalla richiesta di qualche avvocato delle parti chiamate in causa dal suo articolo, Fulvio Bianchi, il giorno dopo, corregge il tiro, su Spy-Calcio dell'8 luglio:
"La procura e il ripetitore di Arezzo
Due precisioni. Su Spy Calcio di ieri (7 luglio) ho scritto che "Collina era stato prosciolto da procura arbitrale e federale". In realtà, le cose sono andate in maniera leggermente diversa: il procuratore arbitrale, Marcello Cardona, lo aveva deferito per le telefonate con Meani. Poi, era cambiata la normativa e il presidente della commissione disciplinare dell'Aia, Paolo D'Agostini, si era dichiarato incompetente. Le carte quindi erano passare alla procura federale e il procuratore Stefano Palazzi aveva archiviato il caso Collina.
In realtà, quindi, l'attuale designatore mai era andato sotto processo, tantomeno era stato indagato a Napoli. Seconda cosa: non risulterebbero agli atti dei carabinieri di Roma telefonate con la famosa scheda Sim di Moggi a due dirigenti che lavorano nella stessa banca dell'arbitro (ex) Bertini. Altre chiamate però sono state "agganciate" ad un ripetitore che si trova a circa 250 metri da casa Bertini anche se lui ha sempre negato di aver avuto Sim di Moggi. E cercherà di dimostrarlo il 22 luglio a Roma, nel processo davanti alla Disciplinare. Affidandosi anche ad alcune sentenze del recente passato."
Quindi, dopo sole 24 ore, Bianchi si corregge sul deferimento di Collina e smentisce quanto affermato sugli agenti, poi diventati dirigenti, della banca chiamati dalla "famosa sim". Quando avevamo letto "Ma secondo i carabinieri c'erano almeno tre telefonate .... " tutti avevamo pensato che Bianchi avesse un "gancio" sicuro (una fonte ndr) in procura, o tra gli investigatori. Letta la smentita o il gancio non c'è o, se c'è, gli ha rifilato 'na sola, come dicono a Roma.
Prima considerazione: che in realtà le cose erano andate in maniera diversa Bianchi avrebbe dovuto e potuto verificarlo e scriverlo già il giorno prima. Che per Collina, nel 2006, si parlava di deferimento non doveva essere una novità per Fulvio Bianchi se avesse letto almeno questo articolo, del 18 settembre 2006, in cui c'è scritto che:
"Collina sarà deferito: rischia 24 mesi di squalifica
Non è più tesserato Aia, ma Pierluigi Collina, ex arbitro numero 1, adesso rischia di essere deferito, travolto anche lui da calciopoli: Collina è già stato interrogato da Marcello Cardona, procuratore arbitrale, e ora anche lui dovrebbe andare sotto processo per i suoi rapporti con Meani, il ristoratore e addetto arbitri del Milan. Il deferimento di Collina dovrebbe arrivare in questa settimana. L'accusa potrebbe chiedere la stessa pena di Paparesta: 24 mesi (poi ridotti a otto dalle sentenza di primo grado)."
L'articolo citato, è firmato da ... Fulvio Bianchi!
Seconda considerazione: nel primo articolo, quando Bianchi scrive "le sue telefonate con Meani (peraltro fatte dal telefonino, o dal telefono di casa, e non certo utilizzando schede svizzere...)" cosa intende dire? Che possedere ed usare schede di operatori stranieri è reato a prescindere? Sappiate che non è reato possederne ed usarle. Quello che abbiamo sentito nell'intercettazione Collina-Meani è per Bianchi meno grave di quello che NON abbiamo sentito in nessuna telefonata di Bertini, il cui abbinamento a quella scheda è ancora da verificare in un'aula di tribunale? E cosa farebbe questa differenza? Il gestore telefonico dal quale comperi la scheda?
Per quanto riguarda l'altra affermazione: "Se n'è discusso a lungo in passato" rispettiamo l'opinione di Bianchi ma non è che sui media, di quella telefonata, se ne sia parlato troppo, anzi, sono in tanti a ritenere che sia stata abilmente silenziata.
Terza considerazione: Fulvio Bianchi in entrambi gli articoli cita "il ripetitore a circa 250 metri dalla casa di Bertini" ma, ci dice un amico ingegnere, utente di j1897.com, che: "La distanza del ripetitore dall'abitazione non dà nessuna informazione, quello che conta è la dimensione della cella GSM. Magari la cella ha un diametro di qualche chilometro, e il tizio che usava quella sim poteva stare anche ad un chilometro di distanza dal ripetitore. La distanza è utile quando si traccia (intercetta ndr) la SIM in tempo reale, mentre è attiva e si muove sul territorio. In questo caso, invece, si parte dai tabulati che riportano numeri di telefono, durata della comunicazione e celle agganciate. In questo pezzo Bianchi sembra correlare il margine di errore del sistema di identificazione con la distanza ripetitore - casa dell'indagato. Inutile dire che si tratta di una errore colossale".
Quindi, caro Bianchi, ci sarebbe un'altra precisazione da fare. Poi nel raggio di quel ripetitore ci abita solo Bertini? Non potrebbe abitarci, per caso, qualche osservatore, dirigente del calcio o ex arbitro?
Tra i commenti al secondo articolo, quello con le rettifiche, letti sul citato forum ne segnaliamo due. Il primo dice: "Bianchi ci sta dicendo che Collina era stato deferito, che allora è cambiata la normativa, che chi lo doveva giudicare si è dichiarato "incompetente" e ha dovuto passare le carte a Palazzi che, chissà perchè, ha archiviato. E il giornale più diffuso d'Italia racconta una cosa del genere facendola passare per "normale"?".
Il secondo commento è una richiesta: "Compito a casa per Fulvio Bianchi: mi spiega con chiarezza perchè il sistema Moggi, simile alla mafia e alla P2, riusciva a ottenere il 20% di punti in meno con i cosiddetti arbitri della sua scuderia rispetto a quando la Juve era arbitrata da persone "serie" come Collina e Farina?"
L'impressione è che Bianchi sia caduto in clamorosi autogol per eccesso di foga nel difendere il Nuovocalciopulito dei Guido Rossi, Abete, Matarrese, Gussoni, Collina. Certo i lettori disposti a comperare un'auto usata da Fulvio Bianchi son diminuiti.
Bertini fa una considerazione che il nostro amico Kefeo aveva già fatto un anno fa nel suo articolo "Bertini contro Collina".
Su Spy-Calcio, www.repubblica.it del 7 luglio Fulvio Bianchi scrive:
"Gianluca Paparesta, 136 partite in serie A; Paolo Bertini, 110 e Tiziano Pieri, 68: tre arbitri importanti hanno chiuso (per sempre) la loro carriera. La settimana scorsa il comitato nazionale dell'Aia, sentito l'organo tecnico (come recita l'articolo 11 comma 6 lettera A), ha deciso di dismetterli per normale avvicendamento. Motivi tecnici, è stato spiegato: essendo i tre (più l'assistente Ambrosino) stati sospesi a lungo per Calciopoli, non sono stati più ritenuti affidabili per poter scendere in campo. Forse, era il caso di dirlo prima: si sarebbero evitare polemiche, interrogazioni parlamentari (che di solito lasciano il tempo che trovano) e minacce di denunce.
Il problema è che secondo le indagini dei magistrati di Napoli i tre arbitri, e non solo loro, avevano utilizzato le schede Sim, di provenienza svizzera, che Luciano Moggi regalava ad amici, per evitare di essere intercettato. Può farlo un arbitro? Questa la domanda. Può accettarle? Paparesta ha ammesso che gliele aveva imprestate il padre. Bertini ha negato di averle mai viste.
Ma secondo i carabinieri c'erano almeno tre telefonate, due ad agenti della stessa banca di Bertini, le telefonate erano state "agganciate" ad un ripetitore che si trova a 250 metri dalla casa dell'ex arbitro di Arezzo. Lui ha però sempre negato di aver avuto le schede, e non patteggerà (come ha fatto Paparesta: due mesi di stop) nemmeno il 22 luglio davanti alla commissione disciplinare. [...]
Nella vicenda Sim, invece, ci sono soltanto tabulati: non si sa cosa si sono detti, si sa solo per quanto tempo hanno parlato e da dove parlavano. Ci sarà sicuramente battaglia in tribunale. Con tante contestazioni. Un altro aspetto delle vicenda. "Agli arbitri non era vietato parlare coi dirigenti", ha ricordato Bertini, che ora, per poter denunciare Gussoni e Figc, restituirà la tessera. "Tanto che - ha aggiunto - Collina, intercettato in colloqui con Galliani e Meani del Milan, non solo non è stato rinviato a giudizio ma è stato nominato designatore arbitrale".
Secondo l'ex arbitro di Arezzo, la giustizia sportiva non è stata uguale per tutti. Ricordiamo che Bertini è indagato a Napoli per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportive (il 3 ottobre il gup decide se rinviarlo a giudizio) e che il 22 di questo mese sarà appunto giudicato dalla Disciplinare: lui come ci ha detto ieri, vedi la Repubblica, è sicuro di uscirne indenne da ambo le parti.
Ricordiamo inoltre che Collina è stato interrogato come persona informata. Mai indagato dai pm. E' stato prosciolto da procura arbitrale e federale: le sue telefonate con Meani (peraltro fatte dal telefonino, o dal telefono di casa, e non certo utilizzando schede svizzere...) non sono mai state considerate degne di deferimento. Non erano insomma "reato". Chiaro? Che poi siano state poco simpatiche, è un'opinione. Se n'è discusso a lungo in passato. Non erano "belle" telefonate e forse si potevano anche evitare: ma facevano parte di un certo mondo che ora, per fortuna, non esiste più. Ma per favore non confondiamole con altri comportamenti di Calciopoli, che hanno portato a spazzar via tutto un ambiente."
Avete letto? Fulvio Bianchi è sicuro, perentorio, quel "Chiaro?" finale non ammette repliche e quasi tende ad intimidire chi dovesse pensare che, invece, Collina sia stato deferito. Chi non si intimidisce per nulla, e scrive subito che quella offerta da Bianchi è merce avariata, sono tanti utenti dei forum che commentano criticamente l'articolo di Bianchi: chi conosce bene calciopoli, come dovrebbe essere anche per Fulvio Bianchi che ne scrive da sempre, sa che le cose non stanno come Bianchi scrive e vuol far credere.
Tanti sui forum scrivono ricordando l'iter che ha portato a mantenere candido il curriculum di Collina, tutti ne ricordano il deferimento, il fatto che non venne giudicato perchè "non più tesserato", molti ricordano che, una volta supercandeggiato grazie ad una normativa cambiata, prese nuovamente la tessera per diventare designatore.
Possibile che lo ignori un giornalista che tiene una rubrica che si chiama Spy-Calcio? Qui non ce neppure da doversi sforzare a fare gli "spioni", basta consultare un motore di ricerca e si trovano molti articoli sul deferimento di Collina.
Bianchi ricorda quei difensori che per troppa foga difensiva rinviano la palla in modo sbilenco, infilando il proprio portiere.
Chissà se spinto dalla lettura di qualche forum o dalla richiesta di qualche avvocato delle parti chiamate in causa dal suo articolo, Fulvio Bianchi, il giorno dopo, corregge il tiro, su Spy-Calcio dell'8 luglio:
"La procura e il ripetitore di Arezzo
Due precisioni. Su Spy Calcio di ieri (7 luglio) ho scritto che "Collina era stato prosciolto da procura arbitrale e federale". In realtà, le cose sono andate in maniera leggermente diversa: il procuratore arbitrale, Marcello Cardona, lo aveva deferito per le telefonate con Meani. Poi, era cambiata la normativa e il presidente della commissione disciplinare dell'Aia, Paolo D'Agostini, si era dichiarato incompetente. Le carte quindi erano passare alla procura federale e il procuratore Stefano Palazzi aveva archiviato il caso Collina.
In realtà, quindi, l'attuale designatore mai era andato sotto processo, tantomeno era stato indagato a Napoli. Seconda cosa: non risulterebbero agli atti dei carabinieri di Roma telefonate con la famosa scheda Sim di Moggi a due dirigenti che lavorano nella stessa banca dell'arbitro (ex) Bertini. Altre chiamate però sono state "agganciate" ad un ripetitore che si trova a circa 250 metri da casa Bertini anche se lui ha sempre negato di aver avuto Sim di Moggi. E cercherà di dimostrarlo il 22 luglio a Roma, nel processo davanti alla Disciplinare. Affidandosi anche ad alcune sentenze del recente passato."
Quindi, dopo sole 24 ore, Bianchi si corregge sul deferimento di Collina e smentisce quanto affermato sugli agenti, poi diventati dirigenti, della banca chiamati dalla "famosa sim". Quando avevamo letto "Ma secondo i carabinieri c'erano almeno tre telefonate .... " tutti avevamo pensato che Bianchi avesse un "gancio" sicuro (una fonte ndr) in procura, o tra gli investigatori. Letta la smentita o il gancio non c'è o, se c'è, gli ha rifilato 'na sola, come dicono a Roma.
Prima considerazione: che in realtà le cose erano andate in maniera diversa Bianchi avrebbe dovuto e potuto verificarlo e scriverlo già il giorno prima. Che per Collina, nel 2006, si parlava di deferimento non doveva essere una novità per Fulvio Bianchi se avesse letto almeno questo articolo, del 18 settembre 2006, in cui c'è scritto che:
"Collina sarà deferito: rischia 24 mesi di squalifica
Non è più tesserato Aia, ma Pierluigi Collina, ex arbitro numero 1, adesso rischia di essere deferito, travolto anche lui da calciopoli: Collina è già stato interrogato da Marcello Cardona, procuratore arbitrale, e ora anche lui dovrebbe andare sotto processo per i suoi rapporti con Meani, il ristoratore e addetto arbitri del Milan. Il deferimento di Collina dovrebbe arrivare in questa settimana. L'accusa potrebbe chiedere la stessa pena di Paparesta: 24 mesi (poi ridotti a otto dalle sentenza di primo grado)."
L'articolo citato, è firmato da ... Fulvio Bianchi!
Seconda considerazione: nel primo articolo, quando Bianchi scrive "le sue telefonate con Meani (peraltro fatte dal telefonino, o dal telefono di casa, e non certo utilizzando schede svizzere...)" cosa intende dire? Che possedere ed usare schede di operatori stranieri è reato a prescindere? Sappiate che non è reato possederne ed usarle. Quello che abbiamo sentito nell'intercettazione Collina-Meani è per Bianchi meno grave di quello che NON abbiamo sentito in nessuna telefonata di Bertini, il cui abbinamento a quella scheda è ancora da verificare in un'aula di tribunale? E cosa farebbe questa differenza? Il gestore telefonico dal quale comperi la scheda?
Per quanto riguarda l'altra affermazione: "Se n'è discusso a lungo in passato" rispettiamo l'opinione di Bianchi ma non è che sui media, di quella telefonata, se ne sia parlato troppo, anzi, sono in tanti a ritenere che sia stata abilmente silenziata.
Terza considerazione: Fulvio Bianchi in entrambi gli articoli cita "il ripetitore a circa 250 metri dalla casa di Bertini" ma, ci dice un amico ingegnere, utente di j1897.com, che: "La distanza del ripetitore dall'abitazione non dà nessuna informazione, quello che conta è la dimensione della cella GSM. Magari la cella ha un diametro di qualche chilometro, e il tizio che usava quella sim poteva stare anche ad un chilometro di distanza dal ripetitore. La distanza è utile quando si traccia (intercetta ndr) la SIM in tempo reale, mentre è attiva e si muove sul territorio. In questo caso, invece, si parte dai tabulati che riportano numeri di telefono, durata della comunicazione e celle agganciate. In questo pezzo Bianchi sembra correlare il margine di errore del sistema di identificazione con la distanza ripetitore - casa dell'indagato. Inutile dire che si tratta di una errore colossale".
Quindi, caro Bianchi, ci sarebbe un'altra precisazione da fare. Poi nel raggio di quel ripetitore ci abita solo Bertini? Non potrebbe abitarci, per caso, qualche osservatore, dirigente del calcio o ex arbitro?
Tra i commenti al secondo articolo, quello con le rettifiche, letti sul citato forum ne segnaliamo due. Il primo dice: "Bianchi ci sta dicendo che Collina era stato deferito, che allora è cambiata la normativa, che chi lo doveva giudicare si è dichiarato "incompetente" e ha dovuto passare le carte a Palazzi che, chissà perchè, ha archiviato. E il giornale più diffuso d'Italia racconta una cosa del genere facendola passare per "normale"?".
Il secondo commento è una richiesta: "Compito a casa per Fulvio Bianchi: mi spiega con chiarezza perchè il sistema Moggi, simile alla mafia e alla P2, riusciva a ottenere il 20% di punti in meno con i cosiddetti arbitri della sua scuderia rispetto a quando la Juve era arbitrata da persone "serie" come Collina e Farina?"
L'impressione è che Bianchi sia caduto in clamorosi autogol per eccesso di foga nel difendere il Nuovocalciopulito dei Guido Rossi, Abete, Matarrese, Gussoni, Collina. Certo i lettori disposti a comperare un'auto usata da Fulvio Bianchi son diminuiti.