Abbandonata la RAI con le sue telecronache alla vaccinara, spostati i canali Mediaset dopo Al Jazeera per non imbattersi neppure per caso negli aziendali cronisti da bere che li popolano, al povero teleutente appassionato di calcio non restava che la ipertecnologica SKY per seguire le partite di mezzo mondo.
E in effetti la qualità delle immagini e dei servizi filmati è eccellente e altrettanto si può dire dei commenti fintanto che si spazia nei campionati francese, spagnolo, tedesco e inglese.
Come si torna in Italia, sarà l'aria di casa, sarà che i commentatori provengono da precedenti esperienze in RAI o Mediaset, o da redazioni romane e milanesi dei maggiori quotidiani sportivi e non, sarà che in genere il giornalista sportivo italiano è un tifoso militante, ma tutte le mostruosità, da cui si era fuggiti per approdare a SKY, riappaiono amplificate da una sofisticata tecnologia.
Ci si scandalizzava con lo Zio Bergomi - e a volte lo si prendeva bonariamente in giro per quel suo "Lo voglio rivedere, Fabio" quando la decisione arbitrale non gli era gradita - per la sua vocazione nerazzurra, ma in fondo se uno è nerazzurro è difficile che cambi pelle solo perchè, messi i pantaloni lunghi, intraprende la carriera di opinionista. Resterà dell'opinione che aveva quando indossava i pantaloni corti. E' tutto alla luce del sole, chi ascolta capisce.
Più complicato è con quei cronisti che non furono calciatori, ma semplici tifosi come tutti da ragazzi. A loro manca quel senso di sportività che gran parte dei calciatori - sicuramente Bergomi è tra questi - sviluppano incontrando gli avversari in carne ed ossa sui campi di calcio, loro per lo più restano tifosi accecati ed hanno memoria di elefante, ricordano le frustrazioni procurate loro da questa o quella squadra avversaria e portano nel loro lavoro antichi livori di tifoso. E se ne hanno la possibilità, non si accontentano di raccontare: la loro missione è quella di orientare l'opinione pubblica e, attraverso questa, condizionare le istituzioni calcistiche. La loro aspirazione finale sarebbe quella di condizionare indirettamente l'esito dei campionati, e a volte ci riescono. Il più delle volte però non accade, perchè la palla in porta la butta chi sta in campo e se chi va in campo è più forte degli avversari, puoi fregarlo una volta con le polemiche, ma poi ci fa il callo e non se ne cura.
Quando questo accade, il loro livore lo riconosci facilmente, perdono il controllo, si attaccano ad ogni argomento e al suo contrario. Il rosicamento cerca sublimazioni presentabili in battaglie di civiltà e giustizia, cui sono totalmente insensibili, perchè a loro interessa soltanto che la squadra del cuore (meglio sarebbe in questo caso chiamarla squadra del fegato) vinca e che la squadra odiata perda.
Quando questo accade, la soddisfazione che si prova ripaga il prezzo dell'abbonamento.