Ciclicamente torna d’attualità la questione doping. E che ormai anche all’estero abbiano capito che sparare sulla Juventus è gratis e garantisce visibilità è accertato. Dopo il video di matrice olandese che fomentava dubbi e accuse di doping sulla Juventus campione d’Europa del 1996, le accuse giungono ora da un blog tedesco e coinvolgono uno dei giocatori di quella Juventus, Fabrizio Ravanelli, sebbene non nella sua veste di giocatore, ma in qualità di allenatore recentemente esonerato dall’Ajaccio.
Il blog fussballdoping.de riporta le accuse del 33enne difensore del club francese Cedric Hengbart, il quale lamenta di essere stato escluso da Ravanelli per essere stato uno dei pochi a rifiutarsi di prendere gli integratori nutrizionali che venivano normalmente somministrati ai giocatori. Le parole testualmente riportate del difensore sono "To me it feels a bit like doping, even if these products are not doping". In sostanza un giocatore escluso dall'allenatore accusa lo stesso di usare sostanze lecite, che però per lui, e solo per lui, sono doping, anche se non sono considerate tali dai regolamenti.
Il resto dell'articolo è talmente vergognoso che ci sarebbe da riportarlo integralmente. Per brevità basterà dire che ad aprirlo c'è il riferimento al fatto che Ravanelli fosse un giocatore di quella Juventus del 1996, coinvolta a giudizio del blogger nel "più grande scandalo sul doping del calcio". Uno scandalo doping dal quale la Juventus è uscita pulita dopo un processo durato 8 anni. E soprattutto non basato su "high blood values", elevati valori del sangue, come riportato nell'articolo, ma sulle osservazioni ampiamente discusse e ampiamente discutibili del perito D'Onofrio sulla variabilità dei valori del sangue, che restano sempre nella norma. Oltretutto, nell'articolo originale del giornale francese Le Monde, che viene sostanzialmente ripreso e riassunto dal blogger, si fa confusione riguardo ai motivi di assoluzione dall'accusa di somministrazione di Epo. Secondo i disinformati giornalisti francesi, l'ex medico sociale bianconero fu assolto in Appello, giudizio confermato in Cassazione, non perché il fatto non sussiste, come in realtà avvenne rigettando le teorie del perito, ma bensì perché non era ancora in vigore la legge anti-doping.
Non bastassero questi grossolani e semplicistici errori, la chiusura è tutta un programma. Un veloce sommario in cui si prospettano scenari minacciosi e relativi dubbi e accuse malcelate: un ex-giocatore, Ravanelli, e un preparatore atletico, Ventrone, precedentemente coinvolti uno scandalo di doping costringono ora i loro giocatori ad assumere integratori alimentari e puniscono con l'esclusione chi non si uniforma. Ma non è che invece siamo di fronte all'ennesimo caso di un giocatore che, non accettando le scelte del proprio allenatore, cerca in qualche modo di prendersi una qualche astrusa rivincita ora che l'allenatore è stato esonerato?
La sottile linea rosa
Anche la Gazzetta si accoda alla lista di coloro che dopo una vittoria senza appello per tre a zero, forse persino più netta nel gioco che nel risultato, non trova niente di meglio che sparare in prima pagina l'immagine del fuorigioco di quei fantomatici 21 cm sul gol di Llorente, con corredo di relativo titolone. Mi auguro che anche in Gazzetta abbiano potuto comunque apprezzare lo show di Conte nel post partita e le sue risposte a chi, esattamente come la redazione in rosa, metteva un episodio assolutamente dubbio e incerto di fronte a una vittoria e una superiorità nel gioco quanto mai netta.
E sempre sul sito della Gazzetta si celebra il gol di Berardi, fenomeno in erba, che regala un prestigioso quanto insperato pareggio al Sassuolo contro la capolista roma all'ultimo minuto di recupero. Strano vedere la Gazzetta celebrare così un giocatore che fa un favore enorme alla Juventus, solitamente sottoposta a un trattamento come quello sopra descritto. Ma d'altra parte questo e altro per un talentuoso ragazzo il cui cuore batte per i colori giusti: è noto a tutti che Berardi sia infatti di provata fede nerazzurra! La prova, inconfutabile, è in questa intervista raccolta nel dopopartita. Si sente chiaramente Berardi rispondere alla domanda se si renda conto di aver fatto un grosso favore alla Juve, "Sono interista fin da bambino". A coloro che invece pensano di aver sentito "Sono contento anche per questo" suggerisco di lavarsi le orecchie. Lasciate ogni speranza, o juventini, la Gazzetta ha già investito Berardi del sacro vessillo della Beneamata. Quello che lui dice conta niente, d'altra parte verba volant, scripta manent.
Fenomenologia del social player
Ebbene sì, in questa breve parentesi lascio da parte per un attimo le perle che i giornalisti di casa nostra ci dispensano a piene mani sul social network che da qualche giorno si è quotato in borsa, per spostare la lente d'ingrandimento invece sui giocatori. Anzi su un giocatore in particolare, l'attaccante napoletano Gonzalo Higuain. Il quale ha imparato benissimo le abitudini del Bel Paese, specialmente quella di lamentarsi per qualsiasi episodio arbitrale, per assurdo che sia, in qualsiasi situazione, specialmente se si affronta la Juventus, senza mai ammettere la sconfitta.
"Primo gol im fuori di giocco e qui me fischia foul a me quando e rigori hahahah" e tutti che vanno in brodo di giuggiole. Non sembra vero infatti ai vari ospiti dei salotti televisivi del nostro calcio di poter trovare sponda in un giocatore per giustificare le recriminazioni e le speculazioni arbitrali, pur di non parlare di una partita dominata dalla Juventus. E così finisce che per tutti, acriticamente, ci sono un gol in fuorigioco e un rigore per il Napoli, semplicemente perché l'ha scritto Higuain. Un fuorigioco millimetrico e assolutamente insignificante in un contesto di una partita finita 3-0 e un rigore che basterebbe rivedere per rendersi conto della sua inconsistenza diventano errori marchiani tutto a un tratto. Potere mediatico dei social network.
Ps: In realtà faccio una piccola incursione nel mondo dei social journalists, stavolta però per correre in soccorso di una vittima di un terribile malinteso. Raffaele Auriemma, voce della telecronaca "di parte" napoletana di Mediaset, risponde così ad un commento ricevuto ad un suo tweet.
Si è subito scatenata una serie di reazioni indignate ma l'equivoco è quanto mai evidente: Auriemma quando scrive "trogloditi in libertà" si riferisce palesemente a tale "Maury L." che ha lasciato quel commento idiota. Sarebbe assurdo infatti che il giornalista partenopeo, proprio mentre sta stigmatizzando il comportamento becero di chi fa cori discriminatori allo stadio, possa assecondare un commento vergognoso come quello sui forni crematori. Dico bene, Auriemma?
Twitter: @SimoDiDio
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- By Simone Di Dio