Per il terzo anno consecutivo, il Genoa Cricket and Football Club Spa è ricaduto nella previsione di cui all’articolo 2446 del Codice Civile, ossia il capitale è diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite.
La perdita del 2010 è pari a 16.964.706 euro ed è stata riportata a nuovo. Nell’esercizio precedente la perdita ammontava a 598.212 euro, mentre al 31 dicembre 2008 risultava una perdita di 7.829.339 euro. Il riporto a nuovo della perdita 2010 è anche giustificato dal fatto che la sessione del calciomercato di gennaio 2011 ha generato un risultato positivo per circa 8,5 milioni e l’azionista di maggioranza si è dichiarato disposto a convertire una quota del finanziamento soci, come già fatto nel corso del 2010 per euro 14.575.000. D’altronde già nei primi mesi del 2011 sono stati effettuati finanziamenti soci per oltre 11 milioni di euro.
Il valore positivo del patrimonio netto, pari a 1.068.234 euro, dipende dal “costante intervento” dell’azionista di maggioranza. Il Collegio Sindacale ha preso atto dell’impegno dell’azionista di maggioranza a rendersi disponibile a nuovi interventi e a fare il punto della situazione dopo il calciomercato estivo, tuttavia ha rilevato la necessità di un “monitoraggio costante” della situazione economica e patrimoniale, per l’adozione di tempestivi provvedimenti.
Mentre i ricavi sono diminuiti del 3,8%, i costi della produzione sono aumentati del 14%, a causa soprattutto dell’aumento dei costi del personale e delle immobilizzazioni immateriali.
Il valore della produzione ammonta a 95,9 milioni, mentre nel 2009 era pari a 99,7 milioni. Nel 2010 è aumentata la “teledipendenza”. Il 33,5% del valore della produzione è stato generato dai diritti televisivi, mentre nel 2009 l’incidenza era pari al 26,75%. Fondamentale è stato il contributo delle plusvalenze pari a 38,9 milioni e con un’incidenza sul valore della produzione del 40,54%. Lo stesso è accaduto nel 2009 con plusvalenze realizzate pari a 42,2 milioni con un’incidenza sul valore della produzione del 42,3%. La plusvalenza più elevata è stata quella di Papastathopoulos ceduto al Milan per 14 milioni con una plusvalenza di 12 milioni, seguita da quella di Ranocchia ceduto all’Inter per 13 milioni con una plusvalenza di 11,3 milioni. Salvatore Bocchetti risulta ceduto al Rubin Kazan per 9,6 milioni con una plusvalenza di 6,5 milioni.
Il costo del personale risulta pari a 51,8 milioni e registra un forte incremento del 25% rispetto ai 41,4 milioni del 2009. L’incidenza del costo del personale sul valore della produzione rientra ampiamente nei limiti del fair play finanziario, essendo pari al 54% (41,6% nel 2009).
Gli ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali risultano pari a 37,2 milioni (29,8 milioni nel 2009) ed incidono per il 38,8% sul valore della produzione (29,94% nel 2009).
Il risultato operativo è negativo per 15,7 milioni, mentre nel 2009 era positivo per 1,8 milioni.
La gestione finanziaria è negativa per 765 mila in euro, nel 2009 era negativa per 795 mila euro. Notevole è l’importo realizzato per proventi da compartecipazione ammontanti a 7 milioni (3,2 nel 2009), tra cui si segnala Bonucci al Bari per 6.250.000 euro. Gli oneri da compartecipazione ammontano a 5,5 milioni (1,9 milioni nel 2009) e l’importo maggiore riguarda Papa Waigo per 2,1 milioni. Gli interessi passivi verso banche aumentano da 1,9 a 2,3 milioni.
Il valore contabile netto della rosa calciatori è passato da 93 milioni a 106,3 milioni, con un incremento del 14,25%. Queste sono cifre importanti che “pesano” sul calcolo degli ammortamenti, si pensi che il bilancio del Milan, nello stesso periodo, esponeva un valore contabile netto dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori pari a 110,7 milioni. Anche il valore della capitalizzazione dei costi del vivaio è notevole, essendo pari a 6,8 milioni. A tal proposito, il Collegio Sindacale considerata la rilevanza complessiva, ha invitato gli amministratori a “monitorare costantemente la corrispondenza tra il suo valore contabile e il suo valore effettivo”. Si aggiunga che il valore contabile dei diritti alle prestazioni dei calciatori del settore giovanile è pari a 1,6 milioni.
Al 31 dicembre 2010, il calciatore col più elevato valore contabile netto risulta essere Acquafresca per 7,6 milioni (con un valore lordo di 9,5 milioni), seguito da Criscito per 7.333.334 euro (con un valore lordo di 11 milioni) e Palladino per 5.125.000 euro (con un valore lordo di 10,250 milioni).
Le immobilizzazioni finanziarie ammontano a 16,4 milioni (11,8 nel 2009) e riguardano principalmente le compartecipazioni, tra cui figurano: Ranocchia con l’Inter per 6,5 milioni, Boateng col Milan per 5.250.000 euro e Meggiorini col Bologna per 3 milioni.
I crediti sono aumentati da 67,2 a 87,1 milioni. La maggior parte riguarda crediti verso enti settore specifico per 67,3 milioni. Le disponibilità liquide sono diminuite da 4,8 milioni a 45 mila euro.
I debiti sono aumentati del 21,82%, da 169,3 milioni a 206,3 milioni.
I debiti verso le banche si incrementano da 5,7 a 12,8 milioni. Essi riguardano linee di credito in essere con Unicredit e Banca Carige.
Il 26% dei debiti è rappresentato dai debiti verso altri finanziatori per 52,7 milioni. Questa voce accoglie debiti sorti per operazioni di factoring concluse con Carige Spa. Nell’esercizio precedente era esposta per 27 milioni, registrando un incremento del 94,8%.
Nei debiti per compartecipazioni, che aumentano da 17,1 a 26,7 milioni, figurano 4 giocatori in comproprietà col Milan: Strasser per 2.225.000 euro; Oduamadi per 3,5 milioni; Zigoni per 3.750.000 euro e Beretta per 4 milioni. Il debito per la compartecipazione di Palladino figura per 5 milioni e di Criscito per 5,5 milioni.
I debiti tributari ammontano a 18,9 milioni e comprendono anche debiti per ritenute da versare relative ai mesi di ottobre, novembre e dicembre 2010 per circa 5,3 milioni.
I debiti verso soci per finanziamenti si riducono da 21 a 13 milioni. Ma già nel corso dei primi mesi del 2011 sono stati effettuati ulteriori versamenti per 11,7 milioni.
I debiti verso enti settore specifico diminuiscono da 57,9 a 46,4 milioni, di cui 26,2 milioni con scadenza entro il 2011.
IL FAIR PLAY FINANZIARIO E IL GENOA.
Per quanto riguarda il rapporto tra il Genoa Cricket and Football Club Spa ed il Fair Play Finanziario, sebbene nel breve termine possa essere giudicato poco problematico, nel medio/lungo termine (4/5 anni) potrebbe diventarlo in quanto il Regolamento UEFA imporrebbe una gestione improntata al pareggio di bilancio, con conseguente riduzione dei costi (vedasi la voce personale e ammortamenti) e/o aumento dei ricavi. Su quest'ultimo tema, sembrerebbe che si punti molto sulla ripartizione dei diritti TV, con particolare riferimento al “bacino di utenza”. A sostegno di quanto affermato per il breve periodo, possiamo affermare che la continuità aziendale e il mantenimento di un patrimonio netto positivo sono garantiti dall’impegno finanziario dell’azionista di maggioranza. Per quanto riguarda il risultato di pareggio (break-even) fino alla licenza per il 2014/15 esiste un limite elevato di tolleranza pari a 45 milioni. Nel bilancio al 31/12/2010 non viene fatta menzione dell’esistenza di debiti scaduti, ad esempio debiti verso il personale. Il costo del personale non supera il 70% dei ricavi totali e l’indebitamento finanziario netto non supera il 100% dei ricavi totali. Tuttavia bisogna evidenziare che i ricavi dipendono molto dalle plusvalenze, che sono fattispecie di componenti positivi di reddito aventi carattere straordinario.
Bilancio 2010 Genoa: una rosa da Milan
- Dettagli