Le dichiarazioni sulla situazione attuale e futura della Juventus, rilasciate da John Elkann a margine dell’assemblea Exor, sono state riprese dalla maggior parte dei media e tra questi non poteva mancare la Gazzetta dello Sport che, il 29 aprile, con un editoriale di Franco Arturi, si è prodigata in nuovo atto di orientamento dell’opinione pubblica, stavolta quella bianconera, verso i binari dell’ottimismo e della fiducia nei confronti delle strategie impostate dagli alti vertici di Exor per gestire il club bianconero nei prossimi anni.
Secondo Arturi “la Juve è in fuga. Proprio così: davanti a tutti in Italia…. John Elkann non lo rivendica in modo esplicito all’assemblea dei soci della Exor, la cassaforte di famiglia di cui è presidente, ma i suoi annunci programmatici portano a questa conclusione. Per paradossale che sembri, i tifosi ne debbono prendere atto con fiducia e sollievo". Beh, la Juventus, a quattro giornate dal termine del campionato, si trova staccata di 7 punti dal quarto posto, di 21 dal primo, per il secondo anno consecutivo quasi sicuramente non disputerà la Champions League eppure, cari amici bianconeri, dobbiamo prendere atto di certe conclusioni che lo stesso Arturi ha definito paradossali, con fiducia e sollievo!! Allegria!! Come diceva il compianto Mike Bongiorno. E perché no, magari sognare il prossimo scudetto, sotto l’ombrellone (un po’ come succedeva ai sostenitori della seconda squadra di Milano nel pre-Farsopoli), e scoprire, sfogliando magari le pagine della Gazzetta dello Sport (ma anche no), che la Juventus ha comprato campioni (e non brocchi, sempre come succedeva alla seconda squadra di Milano nel pre-Farsopoli) in grado di contribuire alla vittoria di un campionato!!! No, amici bianconeri, non è questa la strada da seguire, e ce lo dice sempre Arturi in un altro passaggio del suo editoriale: “Dobbiamo abituarci a vivere il calcio dentro questa nuova cornice, in cui non avranno più diritto di cittadinanza il mecenatismo fine a se stesso, lo spreco, l’irresponsabilità. Il corto respiro e le ossessioni della vittoria non abitano qui”. Sono cinque anni che la Juventus non vince nulla (eccezion fatta per trofei Tim, Luigi Berlusconi etc). Niente ossessioni di vittoria per carità, sono “solo” cinque anni che la Juventus non vince nulla, mentre le squadre milanesi vincono scudetti e coppe a suon di campagne acquisti milionarie e i maggiori club europei continuano ad investire facendosi quasi beffa del fair-play finanziario tanto sbandierato nell’ultima stagione dai dirigenti bianconeri (lo spreco vale solo per la Juve??). Decisamente troppo tempo per una società che ha come mission (la mission - o scopo - di un'organizzazione o impresa è la sua "dichiarazione di intenti", il suo scopo ultimo, la giustificazione stessa della sua esistenza, e al tempo stesso ciò che la contraddistingue da tutte le altre) quello di dare ai propri sostenitori le più ampie soddisfazioni sportive, vivendo il calcio da protagonista e proseguendo una tradizione vincente che si è confermata nel corso degli oltre cento anni di gloriosa storia”. Come potete leggere sul sito della Juventus. E a questi cinque anni se ne potrebbero aggiungere altri se si pensa alle parole di John Elkann: “Alla Juventus è in corso un cambiamento che richiede del tempo per avere una squadra più giovane e più competitiva”. Ribadendo che il nuovo piano industriale scadrà nel 2014, dopo che il projettò quinquennale di Blanc è miseramente fallito.
Nel suo editoriale Arturi elenca quattro motivi per cui la Juventus starebbe davanti a tutti.
“Primo, nelle parole dell’azionista di riferimento non si fa alcun cenno alle pastoie di un passato recente che è solo zavorra". Cosa s’intenda con queste parole non viene ulteriormente spiegato: si può pensare alle zavorre anzi, ai macigni del costo del personale (ammortamenti dei cartellini e ingaggi) che incidono sui conti della società a causa dell’incompetenza manageriale che regna sovrana nelle stanze di Corso Galfer 32. Campagne acquisti ripetutamente sbagliate, che hanno oltretutto prodotto scarsi risultati, nemmeno lontanamente paragonabili all’eccellenza sportiva e finanziaria dei dodici anni di gestione della Triade. O forse no?? Noi siamo vecchi rancorosi, e anche un po’ con la coda di paglia, e i nostri dubbi vengono scacciati quando leggiamo: “Sul piano psicologico e della comunicazione, il forte richiamo all’orgoglio identitario, che è giustificatissimo, non può passare attraverso pericolosi revisionismi”. Pericolosi per chi?? Per chi ha contribuito a confezionare le informative dei carabinieri, che hanno costituito il teorema accusatorio nel processo sportivo del 2006?? Quello stesso teorema che è stato demolito nel corso del Processo penale in corso a Napoli e di cui la Gazzetta riferisce (quando riferisce) con metodi e strumenti quantomeno discutibili??
“Secondo, il rappresentante designato conferma l’impegno della Famiglia a fianco dei colori bianconeri, nelle scadenze immediate (cospicuo aumento di capitale) e in quelle più lontane". Arturi deve avere fonti ben informate, perché John Elkann di cospicui aumenti non ha proprio parlato, ma si è limitato a dire che “i prossimi cda della Juventus decideranno gli obiettivi e, se ci sarà bisogno di sostegno, noi come Exor lo daremo. Al momento, però, non è ancora possibile quantificare l'eventuale aumento”. Aspettiamo e vediamo insomma.
”Terzo, è imminente l’inaugurazione di uno stadio modello e di proprietà: sarà insieme la casa della società, dal forte valore simbolico, e il suo laboratorio moltiplicatore di profitti". Dalle colonne del nostro sito abbiamo già espresso i nostri dubbi su quanto il nuovo stadio possa essere preso come modello e su quanto esso possa andare a incidere sui ricavi futuri della Juventus ( “Non fatevi abbagliare dai discorsi degli extraricavi da stadio che Blanc, nelle sue rare apparizioni, dà in pasto ai giornalisti. Quelli, se ci saranno, serviranno in primo luogo a rimborsare le rate del mutuo contratto per la costruzione dello stadio e in seconda battuta per far fronte alla forte riduzione dei ricavi da diritti televisivi causata dalla nuova ripartizione collettiva").
“Quarto, i tifosi stessi vengono chiamati a raccolta per un progetto di coinvolgimento a lungo corso, già avviato nei suoi aspetti di comunicazione e apertura sui nuovi media”. Aspetto anche questo non molto chiaro, ma stavolta proviamo noi a tirare fuori delle conclusioni: il tifoso dovrebbe sganciare altri soldi per mantenere in piedi la baracca?? Ci sembra impossibile che un rapporto di sostegno, continuato nel tempo, possa realizzarsi solo attraverso pagine Facebook e Twitter. Ma a questo punto ci chiediamo: perché i tifosi dovrebbero indirizzare ulteriormente i loro soldi verso attività legate alla Juventus? Perché dovrebbero andare a finanziare quelle casse svuotate da 5 anni di fallimenti?? Perché chiedere un ulteriore sostegno a loro, in un momento economicamente difficile come quello degli ultimi anni, se chi possiede circa il 60% della Juventus ha in cassa oltre un miliardo di euro per investimenti e decide di incanalare circa 400 milioni per il cricket, lasciando invece dubbi e perplessità (altro che fiducia e sollievo) su quello che l’azionista di maggioranza vuole fare nei confronti della Juventus??
Arturi e La Gazzetta vogliono orientarci ancora!
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