Dopo un momento di iniziale sbandamento la falange si sta ricompattando e, usando lo spazio che le è riservato su grandi mezzi di comunicazione, tenta un'azione difensiva non suffragata dai fatti. La cosa non è sfuggita a chi, come i nostri lettori, ha orecchie per sentire (le nuove intercettazioni sono chiarissime ndr), ed ha portato moltissimi a scriverci mail di segnalazione degli articoli di cui tratteremo questa volta.
16.04.2010 - Questo che esamineremo ora è un "gioiello" del giornalismo, che catapulta Fabio Monti al primo posto nella speciale classifica per l'attribuzione dello "Struzzo di cartone". Monti, anziché scrivere su quanto emerge da certe nuove intercettazioni ritrovate dalla difesa di Moggi, preferisce voltarsi indietro e ricordarci le sentenze del 2006, facendo danno a chi vorrebbe difendere, perché offre il destro per un pronto paragone, che molti, come noi, hanno fatto.
In un articolo dal titolo "Dagli arbitri pilotati a biglietti e viaggi regalati: le differenze da Calciopoli-uno", Monti si esibisce in un carpiato con doppio avvitamento. Ci spiega che, per capire la differenza tra Moggi e i protagonisti delle intercettazioni che ci erano state tenute nascoste, dobbiamo rifarci alle sentenze di condanna del 2006, e cita la parte "per aver intrattenuto contatti realizzati anche su linee telefoniche riservate e aver partecipato agli incontri, con modalità non pubbliche; condotte contrarie ai principi di lealtà, probità e correttezza e al contempo dirette a procurare un vantaggio alla Juventus".
Bene, "incontri con modalità non pubbliche" sono anche quelli di Facchetti a casa Bergamo, provati dalle nuove intercettazioni. Se solo Auricchio avesse scritto una riga nelle sue informative, e la Procura di Napoli avesse fatto come quella di Torino, che le aveva considerate "non penalmente rilevanti, ma che potrebbero essere rilevanti per la giustizia sportiva", segnalandole alla FIGC, l'Inter una condannina per art. 1 l'avrebbe presa nel 2006, e addio scudetto di cartone.
Ma Monti non si smonta, e prosegue nel suo articolo elencando: "Nel caso di Moggi, la condanna comprende anche quanto fatto dopo Reggina-Juve, con il sequestro nello spogliatoio dell’arbitro Paparesta e tre veri e propri illeciti sportivi, che hanno portato la Juve a rischiare la serie C1".
E vai con un evergreen della disinformazione: il Paparesta sequestrato. Monti si accomodi con Gasperini, Travaglio, Pagani e Focolari (Orrori di stampa/1). Spettacolare Focolari: interviene a RadioRadio, recita "Il paparesta sequestrato" e, quando gli fanno notare che la Procura di Reggio Calabria ha archiviato il caso, e che Paparesta ha smentito a ControCampo di essere stato sequestrato, replica "Sì, il tribunale ha detto che non sussiste ma mica che non è vero". E che gli vuoi dire più, a Focolari?
Torniamo a Monti, che continua "e tre veri e propri illeciti sportivi, che hanno portato la Juve a rischiare la serie C1. Si parla infatti di
1. atti diretti ad alterare lo svolgimento di Juve-Lazio («conosceva in anticipo gli assistenti prima della loro comunicazione ufficiale)
2. Juve-Bologna («per essere intervenuto sull’arbitro De Santis in occasione di Fiorentina- Bologna, perché ne uscisse indebolito l’organico del Bologna successivo avversario della Juve »)
3. Juve-Udinese («per aver dettato la griglia degli arbitri al designatore Paolo Bergamo»).
Monti nel tentativo di deviare infila il sette della propria porta. Autorete! Se queste intercettazioni nascoste, "penalmente irrilevanti" ma rilevanti per la giustizia sportiva, fossero state rese note già nel 2006 l'Inter sarebbe stata condannata per gli stessi punti 1 e 3 elencati da Monti della sentenza sulla Juve.
Punto1. Anche Facchetti conosceva in anticipo gli assistenti di Inter-Juve, lo dimostra l'intercettazione Facchetti-Mazzei ("Ivaldi e Pisacreta")
Punto 3. Anche Facchetti ha dettato la griglia degli arbitri a Mazzei, anzi ha fatto di più rispetto a Moggi, ha suggerito l'escamotage di inserire nelle griglia due arbitri "preclusi" per fare in modo di avere "il numero 1 degli arbitri".
Per l'Inter poi c'è una telefonata che, se avesse visto interessati Moggi e Giraudo, chissà cosa avrebbe. Immaginate un Moggi che dice a Bergamo: "Giraudo ha un regalino per te, però devi venire a prenderlo a Torino". Non è difficile immaginare cosa avrebbero scritto: "Che tipo di regalino era che non poteva essere spedito a casa con un corriere, come si fa di solito?". Oggi scrivono che "era normale fare dei regali per Natale". Non è normale che si debbano andare a ritirare i regali di Natale. Se altre 19 squadre avessero imitato l'Inter Bergamo starebbe facendo ancora il giro d'Italia.
Monti non riscontra "analoga gravità", Monti non ha sentito, o non vuol sentire, la Facchetti-Mazzei (la trova anche sulla "sorella " Gazzetta), se continua a scrivere che Facchetti non detta la griglia. Monti, contro ogni evidenza, perché gli audio ormai li hanno pubblicati tutti, e ogni lettore può sentire che Facchetti chiamava, e non veniva solo chiamato, scrive che "Nel caso dell’Inter sono quasi sempre i designatori a chiamare e non il contrario, come avveniva per Moggi". Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. E Facchetti non chiama solo i designatori, chiama anche De Santis, un arbitro in attività, che nell'ipotesi dell'accusa era nella "cupola", poi però si era "sdoganato", poi di nuovo era rientrato nella cupola... Il teste Attilio "non ricordo" Auricchio ci ha fatto girare la testa per stargli dietro sulle camaleontiche mutazioni di De Santis. Aggiungiamo, quindi, anche questo capo d'imputazione per l'Inter, se le telefonate ce le avessero fatte sentire nel 2006. O chiamare un arbitro non è più "grave" come lo era nel 2006? Dritto nel sette Monti! Di precisione.
Comunque, quando leggete Monti tenete conto che è uno dei quattro della famosa colletta per regalare una targa di ringraziamento a Magath, dopo il gol di Atene. A Monti ha risposto anche Christian Rocca sul suo blog: "Fabio Monti scrive un articolo incredibile, giustamente spernacchiato dai lettori sul sito del Corriere" (con link dello spernacchiamento).
17.04.2010 - Siccome vanno sempre in coppia, riecco Severgnini:"Vogliamo entrare in particolari? Allora - come ha fatto ieri Fabio Monti sul Corriere - chiediamoci chi chiama chi. Nel caso dell’Inter - il vero obiettivo di questo baccano - «sono quasi sempre i designatori a chiamare e non il contrario, come avveniva per Moggi». Questo ha una spiegazione triste ma logica: sapendo cosa stavano combinando, volevano saggiare l’umore e la pazienza delle vittime. Perché certe volpi sono pure sadiche, non so se lo sapete".
E chiedetevelo, Monti e Severgnini, "chi chiama chi", però sentite le telefonate e poi ditecelo, "onestamente", senza mentire, quante volte è Facchetti a chiamare Bergamo, Pairetto e De Santis. Quando era Facchetti a chiamare, perché chiamava, cosa voleva saggiare? Questo ha una spiegazione "logica", Severgnini?
Ancora Severgnini: "Comunque sia: mi sembra che augurarsi la direzione di Collina - il più bravo, superbo e indipendente - fosse un modo per assicurarsi contro gli infortuni". E no Severgnini, non è "onesto" fare il gioco delle tre carte: Facchetti non è che "si augura", Facchetti suggerisce come fare per far "uscire" Collina, ovvero mettere due arbitri preclusi. Non giochi con le parole e con l'intelligenza dei lettori, Severgnini!
Ancora, in un impeto di sincerità: "Magari l’amore per l’Inter mi annebbia la vista". Non solo la vista, provoca problemi anche all'udito e alla penna.
Sprezzante del pericolo Severgnini osa: "Il tentativo di portare Giacinto sul piano di Luciano è offensivo. Da chi telecomandava gli arbitri con schede svizzere a chi regalava un panettone per Natale esiste una differenza, mi sembra".
Lo dicevamo che l'amore per l'Inter provoca problemi all'udito: il panettone per Natale lo ha sentito solo lui. Nella telefonata Facchetti dice a Bergamo di passare da Moratti che vuole dargli un "regalino". Ora, se trova "logico" chiedere ad un designatore di andare da Livorno fino a Milano per prendere un panettone, lo dica che ci ritiene dei lobotomizzati.
In chiusura afferma che lo scudetto di cartone lo considera un "risarcimento" e scrive: "Dimenticavo. Capisco i sentimenti di Gianfelice Facchetti, che suggerisce all’Inter di rinunciare allo scudetto del 2006. Ma, considerato come è stato chiesto e da chi, direi di tenercelo". Neppure un genio come Severgnini ha capito la sottile "provocazione" di Facchetti Jr. Che cosa voleva provocare, però, non lo ha detto.
Chiudiamo questa carrellata con il moviolista super-partes di Mediaset, che, badate bene, non ha niente a che fare con il Milan, lo ha detto Auricchio a Napoli: Matteo Dotto, tifoso del Toro. Il Dotto scrive: "Benissimo. Facciamo finta solo per un momento che sia stato davvero l’ex presidente dell’Inter a dire il fatidico “Collina”. Sarebbe davvero un problema? E’ uno scandalo chiedere che la sfida clou della stagione sia arbitrata dall’arbitro numero uno?".
Perché Dotto non lo diceva nel 2006, che chiedere di mettere in griglia solo "gli arbitri" migliori non era un problema? E Moggi non chiese, nella telefonata della griglia, di avere un determinato arbitro; chiese di inserire i migliori, perché poi c'era un sorteggio del quale erano garanti i colleghi di Dotto ed un notaio. Ma Dotto scrive che anormale era che Collina arbitrasse poco la Juventus, ed insinua che il sorteggio fosse taroccato: "Colpa delle griglie? Colpa di quei sorteggi così sfigati? Colpa del diluvio di Perugia? O magari di pallina-calda/pallina-fredda? Meditiamo, gente, meditiamo…"
Dotto, ci dica quante volte Collina non è stato nella griglia della prima fascia. Dica ad un pm, se ne ha notizia certa e dimostrabile, chi tra i suoi colleghi, o tra i notai, era colluso con la "cupola". Noi meditiamo, sì, ma su quanto faccia male al calcio un certo giornalismo fatto di insinuazioni non suffragate dalla minima prova ed alimentate solo dalle antipatie personali.
Orrori di stampa/2 - Vanno in coppia
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