Stasera si gioca Inter-Juve e non interessa a nessuno. A parte che allo stadio ci potranno andare solo spettatori rigidamente selezionati. Comunque, gli sportivi italiani sono tutti collegati a Internet, per ascoltare gli audio delle intercettazioni "sfuggite" e discettare su cosa sia illecito, se parlare con i designatori o con gli arbitri, se bisogna analizzare il contenuto, con tanto di analisi logica e grammaticale, se basta il tentativo, se è sufficiente il sospetto, se la giustizia sportiva è retroattiva e/o prescrivibile.
A questo ci ha portato il delirio del 2006. Tutti parlano per partito preso, a partire dall’avvocato Mattia Grassani, che, ancor prima che uscissero gli audio delle 75 nuove intercettazioni, ieri sul Fatto aveva già emesso una sentenza di inappellabilità che, in sostanza, si fonda sull’analisi del "vento che tira".
Il vento che tira è quello di una proprietà bianconera afasica, trincerata dietro uno scarno e ambiguo comunicato della Juventus F.C. e una breve dichiarazione di Zaccone di qualche giorno fa. Nessuno ha ancora osato intervistare John Elkann sull’argomento, o forse lui si è negato, chissà. Insieme al suo, è assordante il silenzio di Guido Rossi, il commissario dello scudetto di cartone, sconfessato in questi giorni dai suoi tre saggi. L’avranno almeno cercato per un'intervista? Non si sa. Silenzio.
Che il processo sportivo sia tutto da rifare è palese. Nessuno, sui media, ha provato a ricordare con precisione i motivi per cui la Juve venne duramente sanzionata 4 anni fa. Tutti parlano per partito preso, appunto. Lo faccio io ora, così che ci si faccia un’idea precisa: la Juve venne condannata per 3 episodi di slealtà sportiva, che sommati insieme, secondo il diritto creativo dei giudici federali, facevano un illecito.
I tre episodi erano relativi a una cena di Moggi e Giraudo con designatori e relative consorti prima di un Juventus-Lazio, a una telefonata di un giornalista che annunciava a un inconsapevole Moggi gli avversari squalificati in vista di un Bologna-Juventus e a una chiacchierata fra Moggi e il designatore Bergamo sulle griglie degli arbitri da sorteggiare in vista di un Juventus-Udinese.
Una cena, due giocatori squalificati senza che il dirigente Juventino manco se ne curasse e una conversazione sulle griglie arbitrali con un designatore. Ovvio che non si può entrare nel vero merito delle nuove telefonate e delle sentenze del 2006, se no come si fa a non ammettere un errore così grave?
Tanto più che cene e griglie, e quindi "illeciti strutturati", come abbiamo ascoltato in questi giorni, le facevano anche altre società. Quanto alle squalifiche preventive, mentre su Moggi ci sono solo le illazioni del chiacchierone Meani al telefono con i suoi amici arbitri, sugli altri ora abbiamo qualcosa di ben più concreto. Da un inedito pubblicato ieri scopriamo che prima di Roma-Juve venne modificato un referto arbitrale per evitare a Totti di venire squalificato proprio per quella partita. Senza contare la conversazione fra Bergamo e Galliani che si rassicurano sul fatto che, in vista del decisivo Milan-Juve, i tentativi dei dirigenti Juventini di ricorrere per la squalifica Mediaset di Ibrahimovic non andranno in porto.
Tranquilli, comunque. Stasera c’è Inter-Juve.
Anche se non interessa più a nessuno.
Inter-Juve non interessa a nessuno
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