Dopo un momento di iniziale sbandamento, provocato dalla pubblicazione delle intercettazioni "sfuggite" (definizione del pm ndr), la falange mediatica che fa da megafono all'accusa si sta ricompattando. Il 13 aprile hanno scritto che erano presenti in aula, dovrebbero aver sentito bene, ma da quello che riportano dimostrano il contrario. Abbiamo letto su vari giornali che, durante l'udienza di martedi scorso 13 aprile, vi sarebbe stata una "implicita ammissione" da parte dei legali di Moggi, e quindi di Moggi stesso, dell'uso delle sim svizzere Sunrise. Scrive, per esempio, il Corriere dello Sport:
Ma c'è un fatto nuovo - rilevano gli inquirenti - emerso dall'udienza di martedì la cui importanza probabilmente non è stata compresa a pieno per il clamore mediatico riservato alle intercettazioni: per la prima volta Moggi avrebbe ammesso, sia pure in modo implicito, il possesso di schede sim estere per conversazioni riservate. Ciò sarebbe venuto alla luce dalle stesse domande della difesa dell'ex dg bianconero quando, nel corso del controesame del colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio, è stato sottolineato che Moggi adoperava cautele ma allo scopo di parlare in maniera riservata di operazioni di calciomercato. Per tale motivo in seguito il pm aveva chiesto all'investigatore se, oltre che designatori e arbitri, anche operatori di mercato risultassero aver utilizzato le schede sim individuate nel corso delle indagini. L'ufficiale aveva risposto negativamente. Per i magistrati della procura la circostanza rappresenta un dato di assoluto rilievo, in quanto mai Moggi ha fatto ammissioni in relazione alla questione delle sim estere.
Ma è realmente cosi?
Quello che scriveremo è provato dagli audio prodotti da Radio Radicale, e la parte in oggetto è riprodotta nell'audio allegato a questo articolo. Procediamo con ordine. Dopo circa un'ora e mezza dall'apertura dell'udienza l'avvocato Trofino chiede al colonnello Auricchio se in tutta la mole di intercettazioni ha avuto modo di ascoltare Moggi che faceva delle trattative di calciomercato. Il Colonnello divaga, fa riferimenti al processo GEA, e l'avvocato Trofino lo interrompe ribadendo la sua richiesta, ovvero se in tutte le intercettazioni aveva ascoltato delle trattative di mercato ed in che percentuale sul totale delle conversazioni, in quanto, precisa l'avvocato, uno come Moggi trascorreva almeno il 30% del suo tempo a parlare di calciomercato. Il colonnello Auricchio risponde che forse ce n'erano alcune. Allora l'avvocato Trofino fa una domanda precisa:
“Lei è stato presente all'interrogatorio che Moggi ha fatto come persona indagata, ero presente anch'io, Lei ricorderà che Moggi prima di qualsiasi contestazione da parte dei PM, questo lo dico perché poi è la base della domanda, dichiarò che è vero che usava delle schede non nominali e anche schede non riconducibili a nessuno, ma queste le usava per il mercato perché aveva paura di essere ascoltato in operazioni di mercato piuttosto delicate è vero se lo ricorda?”
ed Auricchio risponde: “ Come argomentazioni del Moggi all'interrogatorio?”
E Trofino ribadisce: “Sì, come dichiarazioni di Moggi”
Auricchio: “No, io francamente non me lo ricordo”.
Trofino. “Sull'onore di avvocato ….”
Auricchio: “Sì, ma Le credo, è agli atti, ero presente...”
Ecco questo è un breve stralcio dell'interrogatorio dell'Avvocato Trofino, (ricordiamo che il sito di Radio Radicale rende disponibile tutte le registrazioni del processo di Napoli a chi abbia voglia e tempo di ascoltarle): cosa ne deduciamo?
Che Moggi già al primo interrogatorio da persona indagata dice che ha utilizzato delle sim anonime non intercettabili, e lo dice, come ha precisato l'avvocato, prima di qualsivoglia contestazione dei PM!
Moggi dichiara che lui utilizzava le sim svizzere utilizzava per le sue conversazioni di mercato, per timore di essere intercettato. Sappiamo che il timore era alquanto reale visto che, da quanto è emerso dal processo Telecom in corso a Milano, Moggi è stato oggetto di intercettazione e di pedinamento.
Ma se ciò non bastasse, c'è la deposizione dell'ex dipendente della Juventus Bertolini, che ha dichiarato che Moggi l'aveva inviato in Svizzera a comprare delle sim anonime e non intercettabili.
Moggi non ha mai negato l'acquisto delle prime nove sim svizzere per mezzo di Bertolini.
Dov'è quindi la novità? Qual è questa ammissione implicita di utilizzo delle sim Svizzere?
Quindi perché il Corriere dello Sport scrive “...mai Moggi ha fatto ammissioni in relazione alla questione delle sim estere”, riferendo tale affermazione a fantomatici inquirenti?
Non sarebbe più opportuno chiedere, come ha fatto l'avvocato Trofino, quali indagini sono state fatte per accertare se l'affermazione di Moggi sull'uso delle sim svizzere fosse vera?
Oppure c'è un implicito interesse che sulle sim svizzere non venga scoperta la semplice verità che suggerisce Moggi?
O forse vogliono farci credere che Moggi ha ammesso implicitamente di aver distribuito schede svizzere agli arbitri?
Tutto ciò è falso, nessuna prova, implicita o esplicita, a sostegno di questa tesi è emersa nel processo di Napoli. Rileggetevi la deposizione del maresciallo Di Laroni, piena di "si presume" e "ragionevolmente".
Ascolta il passaggio dell'udienza oggetto dell'articolo:
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