Se il buon giorno si vede dal mattino
(detto popolare)
Inizialmente la procura di Torino, per ottenere il rinvio a giudizio dei due dirigenti della Juventus, si basava su una perizia di Gianmartino Benzi professore all'Università di Pavia. Costui sosteneva che i valori del sangue dei giocatori juventini variavano troppo e, quindi, vi poteva essere il sospetto uso di EPO. A prova di questo sospetto venivano portati i valori dell'ematocrito di due calciatori, Di Livio e Deschamps, superiori al 50% (anche se di poco), e contestavano la variazione dell'ematocrito di Del Piero, nonostante questo fosse al di sotto del 50%.
Quindi inizialmente l'accusa paventava l'uso di EPO alla Juventus additando come prova il valore alto degli ematocriti di Di Livio e di Deschamps.
Marco Travaglio sempre bene informato sulle mosse della procura di Torino scriveva: "Ma per i consulenti del pm, i professori Gianmartino Benzi e Adriana Ceci dell'Università di Pavia, solo l'Epo può spiegare i valori ematici abnormi di tre juventini (Del Piero, Deschamps, Di Livio): aumento improvviso dell'ematocrito e del volume globulare in parallelo con il calo dell'emoglobina e il crollo della ferritinemia. Senza contare l'uso massiccio di ferro, tipico di chi vuole compensare gli effetti collaterali dell'Epo. Nel '96 l'ematocrito di Del Piero passa in poco tempo dal 42,3 al 48,4 per cento e nel 1997 dal 41,4 al 46. Nel '95, nel giro di due mesi, quello di Deschamps schizza addirittura dal 43,2 al 51,9. Quello di Di Livio, nel 1997, balza in due mesi dal 43,4 al 51,2. Tutti e tre assumono ferro in gran quantità. «Carenze naturali» dicono. Il consulente della difesa, professor Mario Cazzola, sostiene che «potrebbe trattarsi di dati errati: i prelievi di sangue negli spogliatoi non sono proprio impeccabili». Ma Casalbore lo stoppa: «Eh no, professore: non potete dire che, quando un dato non vi torna, allora è sbagliato. Altrimenti potrebbero esserlo anche quelli che fanno comodo a voi...»."
Come si può leggere, il perito della difesa avanza l'ipotesi che i dati potrebbero essere errati, ma viene contestato dal giudice Casalbore. Inoltre annotiamo le "motivazioni" addotte dai periti dell'accusa Benzi e Ceci alla loro "accusa" di uso di EPO, perché più avanti ci saranno molto utili :"aumento improvviso dell'ematocrito e del volume globulare in parallelo con il calo dell'emoglobina e il crollo della ferritinemia". Questa è la prova dell'uso di EPO secondo i professori, consulenti della pubblica accusa. Ricordiamocelo.
Tale era la convinzione che questi tre giocatori avessero fatto uso di EPO che la procura di Torino decise di procedere contro di loro a parte. Ma tutto questo nel più assoluto segreto. L'indagine, a parte su Di Livio, Del Piero e Deschamps, era talmente segreta che, cominciata nel 1999, si venne a sapere della sua esistenza in un’udienza al processo nel 2003, dove Del Piero durante l'interrogatorio venne informato di essere indagato e gli venne chiesto di nominare un suo avvocato difensore, così, su due piedi; il giocatore nominò, come difensore, l'avvocato Chiappero che si trovava lì per difendere Agricola e Giraudo.
E indovinate, come andò a finire? Che l'inchiesta su Del Piero fu archiviata dalla stessa procura che, evidentemente, non riteneva avesse assunto EPO, finché, beninteso, non è arrivato D'Onofrio che ha portato le sue teorie. Nella sentenza di Casalbore, inoltre, s’indica come gli indagati in questa vicenda fossero ben otto: Bettega, Moggi, Romi Gai, Del Piero, Di Livio, Deschamps, questi ultimi tre per i loro valori definiti "strani" dai consulenti dell'accusa Benzi e Ceci, consulenza grazie alla quale ci fu il rinvio a giudizio di Agricola e Giraudo.
Ebbene, sembrerà incredibile, ma sono stati assolti. Quelli che per la procura e per i propri consulenti erano dei giocatori "sospettati" di uso di EPO sono stati assolti. In compenso il perito romano aveva trovato altri due giocatori della Juve su cui addensare i sospetti.
Vale la pena di riportare integralmente il testo della notizia:
21 luglio - DEL PIERO FU INDAGATO PER FRODE SPORTIVA, MA LA SUA POSIZIONE VENNE ARCHIVIATA NEL 2000
TORINO - Alex Del Piero era stato indagato per frode sportiva dalla Procura di Torino, anche se l' inchiesta, partita nel '99, venne archiviata nell'agosto del 2000. Lo si è appreso oggi in Tribunale a Torino, durante l'udienza del processo per la somministrazione di farmaci ai giocatori della Juventus. Il giudice Giuseppe Casalbore ha convocato in veste di testimoni cinque bianconeri, e quando è venuto il turno di Alex i pm hanno fatto presente che l' atleta era stato indagato. A quel punto il giocatore è stato invitato a scegliersi un avvocato (e ha nominato Luigi Chiappero, presente in aula), poi si è sottoposto alle domande anche se avrebbe potuto avvalersi della facoltà di non rispondere. "Ha risposto - ha detto il legale - perché noi non abbiamo nulla da nascondere". Secondo quanto si è appreso successivamente, assieme a Del Piero furono indagati anche Didier Deschamps e Angelo Di Livio. Il procedimento si concluse con l'archiviazione. L'iscrizione nel registro degli indagati avvenne dopo il deposito della consulenza tecnica dei professori Benzi e Ceci (il rapporto sul quale adesso si basano in gran parte le tesi della pubblica accusa). Il nodo da sciogliere era l' andamento dei valori sanguigni dei tre giocatori. La Procura ipotizzò pratiche e medicinali dopanti, ma alla fine decise di non procedere. Del Piero fu formalmente indagato il 17 luglio 1999, e archiviato il 30 agosto 2000. Non ha mai ricevuto alcun avviso di garanzia, e oggi, quando gli è stata spiegata dal giudice la circostanza, è parso visibilmente sorpreso.
Questo per ricordare anche il modo, il metodo, con cui questa inchiesta è stata condotta.
Ma torniamo ai valori dell'ematocrito di Di Livio e di Deschamps su cui si basava l'accusa di Benzi e Ceci e sulla cui correttezza il perito della difesa, Cazzola, aveva avanzato dubbi, subito contestati dal giudice. Che dice l’ematologo romano ?
Dice che sono valori sbagliati, e la colpa è delle macchine. Così scrive alle pagine 12, 13 e 14, arrivando a scrivere a pagina 12 per quanto riguarda il valore dell'ematocrito di Di Livio: "Ritengo, in accordo con gli attuali Consulenti delle parti con cui il caso è stato esaminato e discusso, di poter affermare che esso non debba essere utilizzato ai fini della Perizia, perché frutto di un errore di laboratorio." Frutto di un errore di Laboratorio, Quindi.
E Deschamps? Se ne parla a pagina 13 :"Indici significativi di errore analitico si riscontrano anche nell’esame emocromocitometrico attribuito all’atleta Deschamps in data 22/3/1995 ...". Un altro errore.
Quindi i valori di ematocrito di Di Livio e di Deschamps su cui si basavano la perizia Benzi-Ceci e la richiesta di rinvio a giudizio proposta dalla procura di Torino sono frutto di errori di laboratorio: su questo concordano tutti i periti, quelli della difesa, quelli dell'accusa e persino il professor D'Onofrio.
Torniamo, ora, ad esaminare i criteri utilizzati dai periti per determinare l'uso o il non uso di EPO. Secondo i periti dell'accusa Benzi-Ceci, si deve prendere in considerazione il valore dell'ematocrito e, in questo modo, erano giunti a indicare, come casi più sospetti di uso di EPO, Di Livio e Deschamps. Secondo il perito D'Onofrio, invece, si deve prendere in considerazione il valore dell'emoglobina e, in quest’ottica, i casi più sospetti sarebbero Tacchinardi e Conte.
A tal proposito riportiamo il commento di Agricola riguardo alla validità probatoria della perizia ematica: «[D’Onofrio] non è stato super partes, abbiamo documenti in cui ribadiva che dai parametri del sangue non si possono trarre certezze sull’uso di Epo, eppure negli stessi giorni si accaniva sulla Juventus, inventando un metodo di valutazione inesistente presso la comunità scientifica». Il medico poi punta il dito anche contro i consulenti che hanno partecipato al processo, accusandoli di pregiudizio: «Mi hanno stupito i comportamenti contrastanti e incomprensibili di alcuni esperti che, in sede di commissioni scientifiche, dicevano una cosa e nell’aula di tribunale ne affermavano una completamente opposta. Ci sono consulenti, ad esempio, che hanno sottoscritto il protocollo Io non rischio la salute del Coni e poi lo hanno rinnegato in aula. Perché? Altri, invece, hanno scritto libri sui farmaci dopanti: nessuno di questi è stato utilizzato da noi. Come mai gli stessi scienziati in tribunale hanno detto che i nostri farmaci avrebbero dovuto essere considerati doping? Non so se questi due esempi bastino per parlare di pregiudizio».
PUNTATE PRECEDENTI:
Perizia D'Onofrio Reloaded/1
Perizia D'Onofrio Reloaded/2
Perizia D'Onofrio Reloaded/3
Perizia D'Onofrio Reloaded/4
Perizia D'Onofrio Reloaded/5
Perizia D’Onofrio reloaded/6
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