Già a partire da quest'anno l'Uefa ha deciso di verificare direttamente, e non più soltanto tramite gli organismi nazionali tipo Covisoc, i bilanci delle società partecipanti alle competizioni internazionali; come ha scritto La Stampa del 25 marzo, si tratta di una "rivoluzione", perché prefigura in prospettiva un organismo di vigilanza sovranazionale capace di garantire bilanci senza trucchi e di frenare il ricorso ai debiti da parte delle società con proprietari super-ricchi e, fin da subito, delle novità che avremo modo di verificare già da questa estate.
Questa rivoluzione parte da lontano, dall'estate scorsa quando Platini, in occasione della finale di Champions, aveva detto che i debiti esagerati delle grandi società sono uno vergogna che lui si sarebbe impegnato gradualmente ad eliminare; i lettori più affezionati sanno che quella vergogna, e più in generale la vergogna del doping amministrativo, è stata più volte denunciata sul nostro sito, ma evidentemente nessuno è intervenuto. Così da quest'anno interverrà appunto l'Uefa con un suo organismo, il Panel di Controllo Finanziario per Club.
Detto che per noi di Ju29ro.com è un piccolo successo, detto cioè che questa rivoluzione ci piace, vale la pena riflettere su come la decisione dell'Uefa è stata accolta dal nostro sistema calcio, e cioè dalle istituzioni che lo rappresentano, dai giornali, dalle società.
Quanto ai giornali abbiamo controllato con attenzione Corriere della Sera e Repubblica, i due più diffusi, quelli che fanno opinione, e il risultato è che la notizia non ha avuto nessun risalto, come se non fosse piaciuta: grande attenzione ai lavori dell'Esecutivo Uefa sia il 25 che il 26 marzo, grandi articoli sull'ipotesi di tetto salariale, di Robin Tax sulle società più ricche, sull'elezione di Abete che nell'Esecutivo ha preso il posto di Carraro (gran notizia per il nostro sistema calcio, altro che i bilanci!), ma sui nuovi controlli solo qualche riga distratta; anzi, sul Corsera neppure un accenno, la notizia è stata bucata, quasi che i redattori fossero tutti alla Pinetina o a Milanello, e così i lettori del Corriere potrebbero restare all'oscuro di cosa succederà nei controlli sui bilanci, per dire, di Inter e Milan.
Succederà, in base a quello che ha comunicato l'Uefa tramite le agenzie, che per partecipare alla Champions 2009-10 Inter e Milan chiederanno la licenza alla Covisoc che, almeno finora, l'ha sempre data senza farsi alcuno scrupolo. Quest'anno, però, interverrà anche la Commissione voluta dall'Uefa che dovrà verificare "se le federazioni nazionali hanno avuto ragione ad attribuire le licenze". Come se anche all'Uefa abbiano avuta la stessa sensazione che abbiamo avuto noi circa l'inaffidabilità delle varie Covisoc nazionali: mettiamo, per esempio, che per aggiustare il bilancio il Milan faccia un'operazione tipo quella della finta compravendita del marchio oppure l'Inter s'inventi un'altra operazione tipo Inter Capital "per stampare centinaia di milioni di euro finti", allora per la licenza Uefa potrebbe succedere che la Covisoc la dà, come l'ha sempre data, e la Commissione Uefa (il Panel voluto da Platini) la neghi, imponendo che i soldi siano veri e non finti, pena la esclusione.
Questa è la rivoluzione che giustamente è stata intravista dalla Stampa, anche perché il Panel di Platini pretenderà il rispetto dei parametri pure in tema di debiti, per cui ci saranno società che per mettersi a posto imporranno ai loro ricchi proprietari o di cambiare registro o di fare dei grossi sacrifici, grossi anche parecchie centinaia di milioni. Più in generale, succederà che i famosi illeciti tollerati dei bilanci delle società di calcio di cui ha parlato, proprio su Repubblica, il professor Tito Boeri (illeciti in termini di normativa sportiva, come abbiamo sempre sostenuto e documentato) tollerati non saranno più; così una grande società potrebbe magari patteggiare con Palazzi per i falsi in bilancio, l'ha fatto l'Inter la scorsa estate, ma rischierebbe di non poter disputare la Champions.
Detto che la nuova iniziativa Uefa è piaciuta poco o niente a Repubblica e Corsera, è come se lo stesso giudizio l'avessero dato le istituzioni (Coni, Figc, Lega), visto che dal 2006 e dalla conclusione di Calciopoli tutta la stampa, giornali grandi e piccoli, è schierata sulla stessa linea, fa sistema con chi gestisce i bottoni di comando: c'era il mostro ed è stato eliminato, adesso gli errori degli arbitri sono tutta un'altra cosa, i bilanci delle nostre società sono migliori rispetto a quelli delle inglesi, evviva il nuovo calcio pulito brevettato da Matarrese e Collina e accolto a braccia aperte da Abete, sotto la supervisione di Petrucci e con la benedizione dei politici.
Riguardo ai politici, vale comunque la pena ricordare che l'Uefa, prima di arrivare alla decisione di questi giorni, aveva affrontato l'argomento bilanci in più occasioni e in una (a Biarritz sul finire dello scorso anno) aveva sentito il parere dei diversi governi. In quella sede il nostro sottosegretario (Rocco Crimi) aveva sostenuto che in Italia i controlli erano già a posto e rigorosi grazie alla Covisoc; verosimilmente il nostro vice-ministro aveva interpretato il sentimento di Petrucci, Abete e Matarrese e il suo intervento non resterà negli annali del calcio, di sicuro l'Uefa non l'ha tenuto in grande considerazione; di sicuro, al di là di quelle che saranno le dichiarazioni di facciata, questi nuovi controlli avranno l'impatto più forte proprio sulle nostre società, non sul Manchester, il Chelsea e il Liverpool, come ancora cerca di far intendere qualcuno ma semmai su Inter, Milan e compagnia bella. Potrebbero obbligare tutti i presidenti, o quasi tutti, a nuovi comportamenti.
Potrebbe sembrare, a questo punto, che i nuovi controlli rendano contenti solo i redattori del nostro sito, ma dobbiamo ricordare che anche nel nostro campionato ci sono esempi di ottima gestione societaria, specie nella fascia delle squadre medio-piccole (si pensi all'Udinese e al Chievo), e allora potrebbe succedere (questo dovrebbero augurarsi tutti i tifosi senza distinzione di bandiera) che le misure dell'Uefa obblighino a comportamenti virtuosi anche le società della fascia alta e risultino alla fine gradite a tutte.
Potrebbe e ce lo auguriamo, ma intanto bisogna sottolineare che l'unica grande società che ha tiepidamente chiamato in causa le nuove misure è la Juventus, che ha sostenuto (l'ha fatto l'amministratore delegato Blanc davanti agli esperti di Borsa) che "l'Uefa pretende che in futuro i club conducano una politica finanziaria sostenibile e che le regole siano applicate in misura uguale in tutti i Paesi"; politica, va aggiunto, che la Juve ha da sempre messo in atto mentre Milan e Inter, per tornare alla notizia bucata dal Corriere, sicuramente no!. Non a caso commenti da parte dell'Inter e del Milan non ci sono stati.
Quanto all'intervento di Blanc, lui ha giustamente ricordato che le regole devono essere uguali in tutti i Paesi; va da sé che all'interno di un singolo Paese le regole devono essere rispettate da tutte le società, e ci saremmo aspettati che questo principio fosse affermato con forza dai vertici della Juve in tutte le sedi perché è documentabile, e l'abbiamo documentato, che così non sta avvenendo nel nostro campionato e non a caso il professor Boeri è arrivato a parlare di illeciti tollerati.
La rivoluzione voluta da Platini a noi piace tanto perché metterà le cose a posto a tutti i livelli e così non dovrebbe più succedere che le squadre inglesi vanno avanti nella Champions perché barano rispetto alle italiane (come ha scritto grossolanamente, ma forse non disinteressatamente il Corsera commentando l'uscita dell'Inter) e che in Italia vince l'Inter grazie agli illeciti tollerati di Inter Brand e Inter Capital.
La rivoluzione di Platini. A chi piace e a chi no
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