Il mensile Eurocalcio ci ha intervistato sul tema "Calciopoli e restituzione dei due scudetti", confrontando la nostra opinione con quella di due grandi accusatori della Juve della Triade come Gazzoni Frascara e Ruggiero Palombo. In questo articolo ci prendiamo lo sfizio di controbattere loro, rispetto al modo in cui si presentano e alle cose che dicono.
L'ex presidente del Bologna viene presentato come colui che "denunciò il doping amministrativo ed un sistema che privilegiava gli affiliati ed i loro amici". Ecco, se le premesse sono queste, riteniamo quantomeno strano che insista così tanto ad accusare Moggi, e cioè il DG dell'unica società, fra le grandi della Serie A, che non praticava sistematicamente doping amministrativo. Semmai, lo praticavano in dosi massicce il Milan e l'Inter, società a cui Gazzoni si dichiara legato. "Ho detto che erano i miei amici", risponde quando viene richiesto di confermare una dichiarazione secondo cui gli unici estranei al fantomatico "sistema" fossero Moratti, Berlusconi e Cellino. Una bella contraddizione, tanto per cominciare: Gazzoni che si dichiara legato a un sistema di cui ama presentarsi come il fustigatore.
Un'altra cosa che colpisce è l'inflessibilità della sua richiesta di condanna per Lucianone. E sì che quando gli si chiede un parere sulle intercettazioni di Meani, risponde che manco le conosce. Di più: non le conosce perché, dice, non vuol fare il moralizzatore del calcio italiano. Però quelle di Moggi sì, è lui che gli ha mandato il Bologna in B. Ne è certo, perché quelle intercettazioni le conosce. Quelle di Moggi, non quelle di Meani, che lavorava per il suo amico Berlusca.
Anche noi abbiamo ascoltato le intercettazioni di Moggi, oltre a quelle di Meani, le abbiamo analizzate, ed è proprio per questo che sosteniamo esattamente il contrario, e cioè che a Moggi del Bologna, così come di tutte le altre squadre invischiate nella lotta per non retrocedere del campionato 2004-05, non importava nulla. Di più, nulla fece per cercare di indirizzare il mondo arbitrale a favore di chicchessia.
A Gazzoni consigliamo, tanto per cominciare, di leggersi 3 articoli in cui lo dimostriamo: questo, in cui viene evidenziato che nelle ultime 3 giornate del campionato 2004-05 quasi nessuno degli arbitri sotto accusa a Napoli arbitrò scontri-salvezza; questo, in cui si dimostra che Moggi non si attivò illecitamente per aiutare le Fiorentina di Della Valle; questo, in cui si deduce la totale inesistenza di partite truccate in quel finale di campionato.
Dunque, con la retrocessione del Bologna la Juve non ebbe nulla a che fare. Ma più di qualsiasi articolo su Farsopoli, siamo certi, avrà effetto la decisione del tribunale di Napoli, presa martedì scorso, 24 marzo, di escludere le parti civili, tra cui il Bologna, dal processo. Traduzione: se anche Moggi venisse condannato, il Bologna non riceverebbe un centesimo di risarcimento danni.
Chissà, forse d'ora in avanti la vis polemica e l'impegno civico-sportivo di Gazzoni risulterà molto attenuata. Anzi, non ci sarà da stupirsi se Lucianone ne uscisse improvvisamente riabilitato, ai suoi occhi.
Diverso il discorso di Ruggiero Palombo, che riguardo al processo di Napoli mette le mani avanti, ipotizzando tranquillamente l'inconsistenza delle accuse in sede penale. Le intercettazioni, ammette, potrebbero non bastare per l'associazione a delinquere. Insomma, dopo la batosta della sentenza GEA, una volta smascherate tutte le mistificazioni del 2006, ai sostenitori della farsa non resta che giocare l'ultima carta: quella della giustizia sportiva che può fare un po' quel che gli pare, perché è altro rispetto a quella dei tribunali.
"La giustizia sportiva è diversa da quella ordinaria", quante volte abbiamo sentito lo slogan? E' l'ultimo rifugio dei Torquemada di Farsopoli, l'ultima spiaggia, non gli resta nient'altro. Han detto che truccavamo i campionati, che facevamo ammonire gli avversari, che truccavamo i sorteggi e anche peggio; più passa il tempo più diventa evidente che non era vero, ma fa niente, chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato. L'invito di Palombo è chiaro: i tifosi bianconeri non si facciano illusioni, la pratica Calciopoli non verrà riaperta.
Se non che si dimentica di un dettaglio, che per altro a un conoscitore della giustizia sportiva quale dovrebbe essere, data la sicurezza con cui dà consigli ai tifosi, non dovrebbe sfuggire. Noi, nel nostro piccolo, ne abbiamo già parlato qui. Di cosa? Della revisione dei processi sportivi, prevista da un articolo della normativa federale, per la quale veri ostacoli dal punto di vista tecnico non ci sarebbero se, come lo stesso Palombo si aspetta, Napoli sconfessasse Calciopoli. Infatti, l'accertamento dei fatti a livello penale fa stato sulle controversie amministrative. In soldoni, ciò significa che la Figc potrebbe essere indotta a revisionare le "sentenze" tramite azioni di risarcimento danni, negoziando una via d'uscita con gli interessati.
Moggi a quel punto ci aspettiamo che lo faccia, ma il problema è un altro. Per riavere indietro gli scudetti non è di Moggi che c'è bisogno, ma della Juve, quella di adesso.
Forse Palombo spera o ha motivo di pensare che la Juve non farà niente. Noi invece continueremo a pretendere che il maltolto venga restituito.
D'altronde, a quel punto, nessuno in buona fede potrebbe più negare che di vero e proprio "maltolto" si potrebbe tranquillamente parlare.
Ju29ro risponde a Gazzoni e Palombo
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