Luciano MoggiDalle colonne di Libero-News.it Luciano Moggi denuncia atti di furbizia e di malcostume del calcio ignorati dalla giustizia sportiva e dal presidente della FIGC. Riportiamo quanto scrive:

Il conflitto d’interesse e le solite storie italiane
Questa è la storia di procuratori che fingono di smettere l’attività, si fanno coprire da cognati, fratelli o parenti di ogni grado e indirizzano verso la loro società di procura i contratti dei (loro) calciatori, alla faccia del conflitto di interessi. Questa è la storia di una Federazione che dovrebbe smascherare questi casi (numerosi) ma che invece dorme, soddisfatta di aver applicato il regolamento solo ai danni di chi, con una trama ben organizzata, è stato scelto come capro espiatorio (incolpevole) da dare in pasto a giornali e tv.
Un caso emblematico riguarda il signor Stefano Antonelli, procuratore di calcio, ma nello scenario descritto, anche direttore sportivo, amministratore delegato, consulente di fatto e se capita anche di forma. Antonelli, dopo aver costituito con il cognato, Danilo Caravello, la società Football Service (tema, le procure dei calciatori), decide di allargare il raggio d’azione per occuparsi prima dell’Ascoli (pseudo direttore sportivo) e poi del Torino, con il pomposo incarico di ad, mantenendo stretti contatti per le procure con la società da lui costituita (vedi caso Parma-Di Michele), dove formalmente era rimasto solo il socio e cognato Caravello.

Cambio di veste
Quest’anno, interrotti i rapporti con Cairo, Antonelli si è vestito da consulente per l’Udinese e quindi nuovamente per l’Ascoli. Consulente, e non altro, per trovare un escamotage che attenuasse quello stratagemma. Nell’Ascoli giocano Bucchi, in procura con Pagliari (socio di Caravello), Giallombardo, Luisi e Nastos (in procura diretta con Caravello), e Giorgi, altra procura di Pagliari. Antonelli ha portato ad Ascoli anche un nuovo direttore sportivo, scegliendo un suo uomo di fiducia, Valentini. E se qualcuno non avesse capito, riporto quello che ha detto Benigni, il presidente dell’Ascoli, sul fatto che Antonelli collaborerà con Valentini per le operazioni di mercato. Dunque Antonelli si veste da consulente, piazza un “suo” uomo alla direzione tecnica e aziona un modello perfetto (?) di conflitto d’interessi. La conclusione che si ricava dimostra che davvero gli organi di giustizia federali sono del tutto dormienti: ormai la vittima sacrificale c’è già stata.

Chi ha memoria buona può ricordare quando scendeva dal pullman dell’Ascoli insieme ai calciatori, diretti allo stadio, pur non avendo incarichi in società ma facendo solo il procuratore (immagini tv disponibili per chi volesse vedere). Ricordo questo solo perché successivamente Antonelli si lamentò di altri procuratori che parlavano con i giocatori in luoghi non deputati. Antonelli ha un concetto approssimativo della correttezza dei rapporti. Emblematico il caso Baiocco, il giocatore al quale lui e Franco Baldini, ex ds della Roma, suggerirono di andare a parametro zero a Perugia, per poter passare in quella posizione alla Roma (testimonianza di Baiocco). Non avevano titolo né Antonelli, che non aveva la procura del giocatore, né Baldini, per fare un’azione del genere. La Federazione anche in quel caso ha fatto orecchie da mercante.

Ho parlato, senza piacere naturalmente, dell’attività oltre regolamento di Antonelli ma il calcio pullula di gente che si comporta senza correttezza. Aspetto ora di conoscere le mosse della Federazione ma aspetto soprattutto Abete, sempre pronto a seguire l’input di altri per decidere su cose in realtà mai esistite. Il presidente Figc ha l’occasione di intervenire per mettere ordine in vicende irregolari. Se la legge (anche quella sportiva) è uguale per tutti, dimostri che non ci sono persone... più uguali di altre.

Giovani bianconeri

Veniamo al processo di Torino, riguardante plusvalenze, Juventus e quindi la famosa triade. Si era letto da più parti che la Juve avesse fatto una denuncia contro ignoti. Non so se corrisponda al vero, una cosa però è certa: il comportamento della Juve, sempre pronta a patteggiare, quasi volesse indicare colpevoli che non esistono. Davanti al Gip di Torino, diventa infatti incomprensibile la condotta della Società e l’immaginazione porta a pensare alla retorica della resa senza condizioni, che va dall’accettazione della B alla domanda di patteggiamento per reati senza alcun fondamento. Mai un ringraziamento per il patrimonio giocatori avuto in eredità dalla famosa triade, anzi, i tentativi di far credere che i vari Marchisio, De Ceglie, Giovinco, Criscito, Lanzafame, Pasquato, Molinaro, Chiellini, Cassani, Bentivoglio ecc., siano stati creati dalla nuova gestione: ovviamente nessuno ci crede.

Luciano Moggi