Nella primavera del 1996, l’ex attaccante milanista Jean-Pierre Papin rilascia delle scottanti dichiarazioni ad una rivista francese: la finale tra Marsiglia e Milan della Coppa dei Campioni 1992/93, vinta dai francesi con un gol di Basile Boli, sarebbe stata “venduta” da due calciatori rossoneri. In Francia si fanno i nomi dei tre olandesi del Milan. In Italia, la notizia passa inosservata.
Il 1996/97 del Milan inizia con l’ingaggio dell’allenatore uruguaiano Oscar Washington Tabarez che, messosi in luce a Cagliari, è chiamato a raccogliere la pesante eredità di Capello. A novembre però il Milan boccheggia e si parla già di un possibile esonero. Il presidente Berlusconi, in un’intervista a Tele+2, interviene perentoriamente per chiarire la questione:
Tabarez quest’anno è l’allenatore del Milan. Punto e basta. E vi posso garantire che il Milan non cambierà allenatore quest’anno anche se dovessero succedere delle cose, anche soltanto per un fatto di serietà e anche di puntiglio, il Milan quest’anno ha Tabarez, crede in Tabarez e arriverà alla fine della stagione con Tabarez.
Tre settimane dopo, il Milan perde 3-2 a Piacenza e Tabarez viene allontanato. Per la guida tecnica viene richiamato Arrigo Sacchi, che ha appena lasciato la Nazionale. È il primo dicembre 1996. Tre giorni dopo il suo ritorno sulla panchina del Milan, il tecnico di Fusignano affronta i norvegesi del Rosenborg nella decisiva partita del girone di Champions. Per passare il turno al Milan basta un pareggio ma i norvegesi, sottovalutati da tutti, compiono l’impresa imponendosi per 2-1 a San Siro. L’eliminazione del Milan causa una violenta contestazione da parte dei tifosi che viene taciuta dalle televisioni berlusconiane, nonostante la squadra sia stata costretta ad uscire dallo stadio con la scorta:
La delusione diventa rabbia: è finita la partita, ma i tifosi rossoneri aspettano bellicosi fuori dai cancelli di San Siro. Il pullman con i giocatori non può uscire dal bunker sotterraneo. Urla, minacce. È assedio. […]Quando esce il pullman del Rosenborg gli ultrà del Milan scoppiano in un applauso. I cameraman norvegesi, increduli, filmano la scena. “Non ci siamo mai trovati in questa situazione” ci dice un collega norvegese, che filma le evoluzioni dei poliziotti. […] L’urlo è rabbioso e ormai roco: “Sebastiano (Rossi, nda) vattene all’Inter”. L’allusione è trasparente: “Sebastiano Taglialatela”. Cori ritmati. Il fiato si dissolve alla luce dei lampioni […] Trillare di telefonini. I giocatori del Milan restano barricati negli spogliatoi. Con loro c’è anche il gruppo dirigenziale del Milan, compreso il presidente Silvio Berlusconi. Dal tunnel escono prudenti avanguardie: anche le macchine di servizio vengono inseguite dall’urlo rabbioso. L’attesa è lunga. Fa freddo. Ma gli assedianti non demordono. Solo alle 12.15, due ore dopo la fine della partita, il pullman del Milan, tendine abbassate, preceduto da due staffette e un pullmino della polizia, a luci intermittenti, spunta dal sottopassaggio. L’urlo diventa invettiva bruciante. Volano sassi, lattine, bottiglie. Una sgommata e via nella notte, per dimenticare (Gazzetta dello Sport, 5 dicembre 1996)
Nel 1999, lo scudetto zaccheroniano porta nuova linfa ad un Diavolo depresso dai recenti insuccessi. Le televisioni, di conseguenza, riacquistano fiducia nel “prodotto Milan”: durante la campagna elettorale per le “europee” di quell’anno, Canale5, Italia1 e Rete4 diffondono in continuazione spot di Forza Italia confezionati con l’aggiunta di immagini di gol del Milan. Nel frattempo i programmi sportivi segnano l’ingresso di nuovi commentatori di estrazione rossonera: Giovanni Galli, Stefano Eranio e Antonio Di Gennaro. Il 15 dicembre 1999 Canale5 manda in onda in prima serata uno speciale sui 100 anni di storia della società rossonera, presentato da Gerry Scotti. Nei servizi celebrativi viene solo accennato il nome dell’allenatore Zaccheroni, poco apprezzato per le sue dichiarate simpatie progressiste.
Il 3 novembre 1999 il Milan è a Istanbul per affrontare il Galatasaray nel decisivo scontro per il passaggio del turno. I rossoneri perdono 3-2 e stabiliscono un singolare record riuscendo a farsi eliminare da due competizioni nell’arco di soli tre minuti: qualificati fino all’87’ (vinceva 1-2), declassati in Uefa all’88’ (2-2 di Hakan Sukur), esclusi dalle coppe al 90’ (3-2 di Umit). Nel dopo partita Galliani fa una gaffe: «un secondo tempo peggio del Milan di Rocco», dimenticandosi delle numerose vittorie del Paròn. Ma a quei tempi, dicono i maligni, Galliani era tifoso della Juventus.
Il 5 marzo 2000 l’Inter vince 2-1 il derby meneghino contro il Milan. In serata, a Controcampo, si discute sui perché della sconfitta, con Galliani in collegamento dallo stadio. Diego Abatantuono, da studio, offre la sua analisi: «Eravamo un po’ sbilanciatini, visto come erano messi loro. Io credo che qualche volta si possa anche cambiare la formazione base». Galliani risponde che l’unico problema sono stati i duelli diretti vinti dai nerazzurri ma il comico ribatte sostenendo che una squadra ben organizzata non dovrebbe soffrire per questo tipo di problema. Quest’ultima considerazione manda su tutte le furie l’ad rossonero che si scalda: «Io sto ascoltando, non mi fate esprimere la mia opinione, io non ho niente da dire. Pensavo di essere io l’intervistato e non la… la cosa… ma evidentemente ho sbagliato trasmissione». Abatantuono cerca di calmarlo: «No, è che sono acceso perché abbiam perso», ma Galliani non ne vuol sapere e interrompe bruscamente il collegamento “portandosi via il pallone”: «No, no, no, ragazzi. Pensavo di essere io l’intervistato. Saluti». Quando si dice “saper perdere”.
Il 7 settembre del 2000, in attesa dell’inizio del campionato in programma per il 30 del mese, il Milan invita la Roma a San Siro per una partita amichevole. Motivo? La celebrazione dei 20 anni dell’emittente Canale5. Ma guai a dire che il Milan e Mediaset sono la stessa cosa.
Il 5 marzo 2001 il Milan pareggia in casa 2-2 con il Parma. I rossoneri si lamentano per un posizione irregolare (in realtà regolare) di fuorigioco non vista dall’arbitro Trentalange. A fine partita Galliani copre di insulti l’arbitro mentre cerca di rientrare nel proprio spogliatoio. In tv non si fa menzione della sceneggiata del dirigente milanista. Stesso trattamento una settimana dopo per una furibonda lite tra Boban e Maldini alla fine della gara con l’Atalanta.
Il 13 marzo 2001 il Milan non riesce a battere il Deportivo La Coruna e viene estromesso dalla Champions League. Il giorno seguente arriva l’esonero di Zaccheroni. Due mesi prima, Berlusconi aveva dichiarato: «Zaccheroni? Non dipende da me riconfermarlo o meno. Non mi occupo più del Milan» (Ansa, 10 gennaio 2001). Secondo alcuni, l’esonero è stato voluto dallo stesso Berlusconi il quale non avrebbe mai tollerato le inclinazioni politiche del tecnico. Il Milan, con un comunicato ufficiale, si affretta a precisare i termini della questione, ricorrendo a due delle sue tecniche favorite, coinvolgere altre squadre e tirare in ballo la politica:
La politica è entrata nel mondo del calcio: è entrata a piedi giunti la faziosità, la partigianeria politica e ha caricato di significati falsi e artefatti una decisione della dirigenza del Milan, la sostituzione di Zaccheroni, necessitata, indifferibile, ma corretta e rispettosa nei confronti dello staff tecnico. Molte altre società hanno preso quest’anno lo stesso provvedimento senza destare scandalo
Nel 2001, l’allenatore sarà completamente escluso dalle otto pagine di memorie sportive che Berlusconi fa inserire nel libretto autocelebrativo “Una storia italiana”, distribuito gratuitamente a dodici milioni di famiglie italiane per la propaganda di Forza Italia.
Il 1996/97 del Milan inizia con l’ingaggio dell’allenatore uruguaiano Oscar Washington Tabarez che, messosi in luce a Cagliari, è chiamato a raccogliere la pesante eredità di Capello. A novembre però il Milan boccheggia e si parla già di un possibile esonero. Il presidente Berlusconi, in un’intervista a Tele+2, interviene perentoriamente per chiarire la questione:
Tabarez quest’anno è l’allenatore del Milan. Punto e basta. E vi posso garantire che il Milan non cambierà allenatore quest’anno anche se dovessero succedere delle cose, anche soltanto per un fatto di serietà e anche di puntiglio, il Milan quest’anno ha Tabarez, crede in Tabarez e arriverà alla fine della stagione con Tabarez.
Tre settimane dopo, il Milan perde 3-2 a Piacenza e Tabarez viene allontanato. Per la guida tecnica viene richiamato Arrigo Sacchi, che ha appena lasciato la Nazionale. È il primo dicembre 1996. Tre giorni dopo il suo ritorno sulla panchina del Milan, il tecnico di Fusignano affronta i norvegesi del Rosenborg nella decisiva partita del girone di Champions. Per passare il turno al Milan basta un pareggio ma i norvegesi, sottovalutati da tutti, compiono l’impresa imponendosi per 2-1 a San Siro. L’eliminazione del Milan causa una violenta contestazione da parte dei tifosi che viene taciuta dalle televisioni berlusconiane, nonostante la squadra sia stata costretta ad uscire dallo stadio con la scorta:
La delusione diventa rabbia: è finita la partita, ma i tifosi rossoneri aspettano bellicosi fuori dai cancelli di San Siro. Il pullman con i giocatori non può uscire dal bunker sotterraneo. Urla, minacce. È assedio. […]Quando esce il pullman del Rosenborg gli ultrà del Milan scoppiano in un applauso. I cameraman norvegesi, increduli, filmano la scena. “Non ci siamo mai trovati in questa situazione” ci dice un collega norvegese, che filma le evoluzioni dei poliziotti. […] L’urlo è rabbioso e ormai roco: “Sebastiano (Rossi, nda) vattene all’Inter”. L’allusione è trasparente: “Sebastiano Taglialatela”. Cori ritmati. Il fiato si dissolve alla luce dei lampioni […] Trillare di telefonini. I giocatori del Milan restano barricati negli spogliatoi. Con loro c’è anche il gruppo dirigenziale del Milan, compreso il presidente Silvio Berlusconi. Dal tunnel escono prudenti avanguardie: anche le macchine di servizio vengono inseguite dall’urlo rabbioso. L’attesa è lunga. Fa freddo. Ma gli assedianti non demordono. Solo alle 12.15, due ore dopo la fine della partita, il pullman del Milan, tendine abbassate, preceduto da due staffette e un pullmino della polizia, a luci intermittenti, spunta dal sottopassaggio. L’urlo diventa invettiva bruciante. Volano sassi, lattine, bottiglie. Una sgommata e via nella notte, per dimenticare (Gazzetta dello Sport, 5 dicembre 1996)
Nel 1999, lo scudetto zaccheroniano porta nuova linfa ad un Diavolo depresso dai recenti insuccessi. Le televisioni, di conseguenza, riacquistano fiducia nel “prodotto Milan”: durante la campagna elettorale per le “europee” di quell’anno, Canale5, Italia1 e Rete4 diffondono in continuazione spot di Forza Italia confezionati con l’aggiunta di immagini di gol del Milan. Nel frattempo i programmi sportivi segnano l’ingresso di nuovi commentatori di estrazione rossonera: Giovanni Galli, Stefano Eranio e Antonio Di Gennaro. Il 15 dicembre 1999 Canale5 manda in onda in prima serata uno speciale sui 100 anni di storia della società rossonera, presentato da Gerry Scotti. Nei servizi celebrativi viene solo accennato il nome dell’allenatore Zaccheroni, poco apprezzato per le sue dichiarate simpatie progressiste.
Il 3 novembre 1999 il Milan è a Istanbul per affrontare il Galatasaray nel decisivo scontro per il passaggio del turno. I rossoneri perdono 3-2 e stabiliscono un singolare record riuscendo a farsi eliminare da due competizioni nell’arco di soli tre minuti: qualificati fino all’87’ (vinceva 1-2), declassati in Uefa all’88’ (2-2 di Hakan Sukur), esclusi dalle coppe al 90’ (3-2 di Umit). Nel dopo partita Galliani fa una gaffe: «un secondo tempo peggio del Milan di Rocco», dimenticandosi delle numerose vittorie del Paròn. Ma a quei tempi, dicono i maligni, Galliani era tifoso della Juventus.
Il 5 marzo 2000 l’Inter vince 2-1 il derby meneghino contro il Milan. In serata, a Controcampo, si discute sui perché della sconfitta, con Galliani in collegamento dallo stadio. Diego Abatantuono, da studio, offre la sua analisi: «Eravamo un po’ sbilanciatini, visto come erano messi loro. Io credo che qualche volta si possa anche cambiare la formazione base». Galliani risponde che l’unico problema sono stati i duelli diretti vinti dai nerazzurri ma il comico ribatte sostenendo che una squadra ben organizzata non dovrebbe soffrire per questo tipo di problema. Quest’ultima considerazione manda su tutte le furie l’ad rossonero che si scalda: «Io sto ascoltando, non mi fate esprimere la mia opinione, io non ho niente da dire. Pensavo di essere io l’intervistato e non la… la cosa… ma evidentemente ho sbagliato trasmissione». Abatantuono cerca di calmarlo: «No, è che sono acceso perché abbiam perso», ma Galliani non ne vuol sapere e interrompe bruscamente il collegamento “portandosi via il pallone”: «No, no, no, ragazzi. Pensavo di essere io l’intervistato. Saluti». Quando si dice “saper perdere”.
Il 7 settembre del 2000, in attesa dell’inizio del campionato in programma per il 30 del mese, il Milan invita la Roma a San Siro per una partita amichevole. Motivo? La celebrazione dei 20 anni dell’emittente Canale5. Ma guai a dire che il Milan e Mediaset sono la stessa cosa.
Il 5 marzo 2001 il Milan pareggia in casa 2-2 con il Parma. I rossoneri si lamentano per un posizione irregolare (in realtà regolare) di fuorigioco non vista dall’arbitro Trentalange. A fine partita Galliani copre di insulti l’arbitro mentre cerca di rientrare nel proprio spogliatoio. In tv non si fa menzione della sceneggiata del dirigente milanista. Stesso trattamento una settimana dopo per una furibonda lite tra Boban e Maldini alla fine della gara con l’Atalanta.
Il 13 marzo 2001 il Milan non riesce a battere il Deportivo La Coruna e viene estromesso dalla Champions League. Il giorno seguente arriva l’esonero di Zaccheroni. Due mesi prima, Berlusconi aveva dichiarato: «Zaccheroni? Non dipende da me riconfermarlo o meno. Non mi occupo più del Milan» (Ansa, 10 gennaio 2001). Secondo alcuni, l’esonero è stato voluto dallo stesso Berlusconi il quale non avrebbe mai tollerato le inclinazioni politiche del tecnico. Il Milan, con un comunicato ufficiale, si affretta a precisare i termini della questione, ricorrendo a due delle sue tecniche favorite, coinvolgere altre squadre e tirare in ballo la politica:
La politica è entrata nel mondo del calcio: è entrata a piedi giunti la faziosità, la partigianeria politica e ha caricato di significati falsi e artefatti una decisione della dirigenza del Milan, la sostituzione di Zaccheroni, necessitata, indifferibile, ma corretta e rispettosa nei confronti dello staff tecnico. Molte altre società hanno preso quest’anno lo stesso provvedimento senza destare scandalo
Nel 2001, l’allenatore sarà completamente escluso dalle otto pagine di memorie sportive che Berlusconi fa inserire nel libretto autocelebrativo “Una storia italiana”, distribuito gratuitamente a dodici milioni di famiglie italiane per la propaganda di Forza Italia.