Stefano CapuanoE' stata l'ultima giornata di requisitoria dell'accusa a Napoli per il processo Calciopoli e ad occupare la scena è stato chiamato il giovane pm Stefano Capuano che, per i giudici, ha fatto un "bignamino" delle informative di Auricchio e dato prova di instancabilità nella lettura. Capuano è andato poco a braccio e ha letto tanto, una sequela di trascrizioni di intercettazioni, anche dopo che la Casoria lo aveva invitato a soprassedere, ché poi quelle letture avrebbero dovuto farle i giudici chiamati ad emettere la sentenza.
L'udienza, davvero tra le più noiose, si è svolta nel completo disinteresse dei media, se si esclude l'ottima informazione fatta da Alvaro Moretti per Tuttosport. In coda alla requisitoria sono arrivate anche le richieste di pena per gli imputati e queste hanno avuto il potere di svegliare TUTTI i media che, dopo pochi secondi, le hanno sparate in primo piano nelle proprie home page. Che cosa interessava tanti giornali e giornalisti, del resto, non lo scopriamo certo oggi e non ci sorprende. Non sono mancate le sorprese nelle richieste di pena, per noi attese ed ancora poche visti gli atti che abbiamo analizzato anche su questo giornale, come nel caso di Ambrosino, per esempio, per il quale i pm hanno chiesto l'assoluzione, anche se Di Laroni gli aveva attribuito, "presumibilmente", due schede "straniere". Ci piacerebbe leggere in proposito l'approfondimento di tanti "professionisti" dell'informazione che hanno sempre sostenuto in tutte le salse, da tante colonne, e da tanti schermi tv, che bastava l'indizio di aver usato schede straniere, come se possederle ed usarle bastasse per poter ipotizzare  un reato penale perseguibile.

Abbiamo seguito e curato la cronaca dell'udienza, grazie al solito contributo dall'aula 216 di Napoli del nostro inviato Francesco/Frales, anche sul forum tifosibianconeri.com (commenti anche sul nostro blog.ju29ro.com) e la riportiamo.

Ore 9.50 - La Presidente Teresa Casoria inizia l'abituale appello.

Pm Capuano: Tratteremo i 30 capi di imputazione restanti, ma è necessaria una premessa su quella che è la frode sportiva e i motivi per cui il legislatore l'ha prevista. In una partita di calcio in cui sono coinvolte più persone è difficile capire il nesso di causalità tra l’illecito e la realizzazione dello stesso. Quindi il legislatore ha previsto due tipi di condotte illecite: la prima punisce chiunque prometta una somma di denaro per raggiungere un risultato e la seconda punisce chiunque compia atti fraudolenti al fine di raggiungere un risultato. Al comma tre c’è un aggravamento della pena se è influente ai fini dello svolgimento di pronostici e concorsi. Tutti i capi di imputazione riguardano la seconda ipotesi. Tale ipotesi è di pericolo presunto e si ha quando vengono eseguiti atti, quindi puniti indipendentemente dal fatto che il risultato della condotta si realizzi o meno. È per questo anche un reato a consumazione anticipata, cioè per la commissione degli atti fraudolenti. Si deve uscire dagli ambiti del 640 per la frode sportiva perché è difficile trovare gli estremi della truffa. Quali possono essere gli atti fraudolenti? Quelle azioni dirette ad alterare una competizione agonistica o tesi ad alterarne il risultato. Ripeto, non è necessario il comportamento illecito di uno degli atleti che partecipano alla competizione, è un reato a dolo specifico, l’alterazione del risultato non deve necessariamente esistere nella realtà ma basta che esista nella mente di chi ha organizzato il fatto. Ci sono anche alcune sentenze della Cassazione sul punto. La Corte individua un dolo specifico nel fatto di chi intende ottenere un risultato diverso da quello corretto e leale del campo. Vi è il divieto di utilizzare condotte contrarie al principio della lealtà. Quello che fa venir meno tali principi è reato. Anche nella normativa in tema di arbitri è previsto che agli stessi è affidato il rispetto delle regole del gioco e devono comportarsi con terzietà, lealtà e correttezza di giudizio.

Ammonizioni mirate e salvataggio viola. Non si tratta di analizzare un fuorigioco, o di un gol annullato, ma la partita è alterata anche con comportamenti dell’arbitro che esasperi la sua autorità o arbitri a favore di una squadra. Le tipologie di gioco sono due: le ammonizioni dei giocatori in diffida, per cui una successiva ammonizione non avrebbe consentito la partecipazione all’incontro successivo, e si vedrà quante volte ciò è stato utilizzato in favore della Juventus. Ciò è venuto fuori da intercettazioni ambientali e telefoniche tra molti degli imputati, ad esempio quelle del settembre e dicembre 2004 tra Moggi e Giraudo, e Moggi a Racalbuto. Ciò vale anche per Meani che si accorgerà, che nel corso del campionato ci sono una serie di anomalie e le commenterà. La seconda è quella della formazione delle griglie e la preparazione dei sorteggi. Se questo è genericamente l’argomento, l'accusa ritiene opportuno parlare di un aspetto che collega l’attività dell’associazione con i delitti di scopo, perché l’associazione, ad un certo punto del campionato, si compatta per far sì che la Fiorentina si salvi. Il primo capo è quello che riguarda Chievo-Fiorentina. Fino ad un certo punto appare inverosimile che si trovi un accordo illecito, perché all’inizio della stagione la Fiorentina è un'oppositrice della politica federale della Juventus. Diego Della Valle è una figura scomoda, tanto che si parla della possibilità di un dossieraggio nei confronti dei fratelli Della Valle. Tale idea proviene da Mazzini e, stranamente, sarà proprio lui a voler salvare la Fiorentina successivamente. Da più parti Mazzini lo si vuole screditare, perché è uno che parla molto. Lui ha in mano una documentazione molto interessante e lo rivela a Moggi in una telefonata del dicembre 2004.
La parte finale del campionato è diversa. La Fiorentina ha investito molto, ma si trova coinvolta per la salvezza e a questo punto merita di essere citata la telefonata del 21.4.2005 alle 15.42 tra Mazzini e Della Valle Andrea, il quale cerca Mazzini e gli dice che gli voleva parlare perché non capisce l’accanimento contro la sua squadra. Il giorno prima la Fiorentina ha pareggiato con il Messina che ha segnato al 6' di recupero. Della Valle dice di essere sicuro che qualcuno ha deciso che la Fiorentina debba andare in B (Capuano dimentica di ricordare al tribunale che l'arbitro di quella partita, con rete subita dai viola al 95° minuto, fu il "cavallo di Troia" Danilo Nucini, dai pm prima adottato come superteste, poi ritenuto appartenente all'associazione, poi ricitato nella requisitoria come teste fondamentale, ndr)
La Presidente Casoria stoppa il Pm che sta leggendo tutta la telefonata, dicendo che è inutile e che deve fare sintesi: "Siamo solo al capo 5, dobbiamo arrivare a 30. Lei ci indichi le telefonate, che sono state abbondamentemente sviscerate durante il dibattimento. Un po' di sintesi... Siamo solo al primo capo d'imputazione".
Pm Capuano: Io cerco di essere sintetico, ma quando devo leggere non posso farne a meno.

Il Pm Capuano continua, imperterrito, a leggere una serie di telefonate, senza tenere conto del richiamo del giudice.
L'altro Pm, Narducci, si è alzato ed è uscito dall'aula. Il nostro inviato, per la prima volta, è in imbarazzo, perché non può certo riportare i testi delle molte telefonate che Capuano sta continuando a leggere, senza aggiungere altro, per il momento.
Pm Capuano: Successivamente altra telefonata del 21 aprile Mazzini-Mencucci, in cui Mazzini racconta per filo e per segno il contenuto della precedente telefonata con Della Valle.

Nota della redazione: In aula c'è molta distrazione tra i presenti, perché poca attenzione può attirare la rilettura di intercettazioni sbattute in edicola già a maggio 2006 dall'Espresso e da Il Romanista, senza che le stesse siano almeno collegate ai fatti e a quanto emerso nel dibattimento. Sembra che interessi di più, ai presenti, parlare del nuovo sindaco, del problema spazzatura a Napoli, e di altri argomenti. Capuano, decisamente, attira poco l'attenzione, mentre la Casoria mostra di non gradire troppo il fatto che il Pm abbia ignorato il suo richiamo precedente.

Ore 11.25 - Dopo oltre un’ora Capuano finisce di parlare di Chievo-Fiorentina, senza dire alcunché oltre alla lettura di una decina di telefonate. Rientra in aula il Pm Narducci. Capuano passa ora all’esame di Livorno-Siena e, anche in questo caso, legge le trascrizioni delle intercettazioni. Decisamente Capuano "non buca lo schermo", direbbero in tv. Della partita Capuano tratta espulsione di Galante, espulso da De Santis perché reo di aver scalciato, in modo plateale ed a gioco fermo, Alberto. Chiunque ricordi quelle immagini filmate non può certo ritenere infondata quella espulsione, ma i Pm sembrano pensarla in modo diverso. La linea accusatoria dei pm è chiara: basta l'intenzione, interpretata dagli investigatori nelle telefonate captate, di voler alterare, non serve che l'alterazione poi si concretizzi.

Capuano passa all'esame di altre partite attraverso altre telefonate. Su Reggina-Cagliari cita, tra le altre, le telefonate del 13 dicembre tra De Santis e Palanca, del 12 dicembre tra Cellino e Ghirelli, del 16 dicembre Ghirelli e Cellino (che non voleva De Santis, ndr). Su Lazio Fiorentina citate le telefonate del 22 aprile tra Mazzini e Lotito, del 23 aprile tra Mazzini e Renzi, del 20 maggio tra Lotito e Mazzini.

ULTIMISSIMA: L’Appello del processo con Rito Abbreviato (interessato Giraudo, ndr) è slittato al 16 novembre. Lo slittamento è dovuto al cambio del collegio giudicante, a causa delle troppe cause e dell'intasamento conseguente. A presiedere la Corte d'Appello non sarà più il giudice D'Ottavio, bensì il giudice Stanziola. Intanto in diversi abbandonano l'aula.

Lecce-Parma e la salvezza viola. Capuano passa a parlare di Lecce-Parma, dicendo che "Si affronta quella giornata di campionato con un diktat: il Parma non deve vincere. Non lo dice la polizia giudiziaria, ma chi in campo ci è stato, vedi le testimonianze di Vignaroli". E Capuano legge la testimonianza di Vignaroli. Ma non basta, perché per dimostrare l’astio nei confronti del Parma, da parte della cupola, ricorda che Baraldi ha riferito delle difficoltà relative al contratto Di Vaio, e ricorda le accuse rivolte alla Juventus per il comportamento tenuto nel corso di quelle trattative.
Capuano, almeno questa volta, visto che il teste Baraldi è stato sentito in extremis poco tempo fa, va a braccio? No, legge tutta la testimonianza resa da Baraldi in dibattimento. Per il Pm, evidentemente, quella testimonianza deve essere una prova "rilevante".

Gli accadimenti che era necessario si verificassero per salvare la Fiorentina erano molti di più di quelli considerati da investigatori e pm, come rilevato dalla professoressa Beccacece, testimone/consulente della Fiorentina, e non bastava incidere sul risultato di Lecce-Parma. Capuano, invece, ricorda la telefonata Bergamo-Mazzini del 22 maggio 2005, in cui si parla solo di tre partite, risolte le quali si risolve il problema della retrocessione della Fiorentina, poi ricorda la Bergamo-Collina del 22 maggio e la telefonata Bergamo-Fazi del 23 maggio. Quindi, il Pm arriva al 29 maggio: telefonata tra Bergamo e De Santis, poi De Santis e Renzi, stesso giorno Pairetto e De Santis.

L'udienza riprende dopo una sospensione di 10 minuti e Capuano fa addirittura ascoltare una telefonata Mazzini-De Santis del 29 maggio, dopo Lecce-Parma. Peccato che in aula non si senta nulla. Per Capuano le combinazioni da realizzarsi per la salvezza della Fiorentina erano poche, ma non è così, perché persino D'Avanzo e Bonini, su Repubblica del 16 giugno 2006, scrivono: "C'è un sospetto. Perché quella partita, ultima di campionato, doveva finire proprio con quel risultato, 3-3? Perché tra le 2.187 combinazioni ancora possibili e capaci di decidere il destino di chi doveva andare in serie B, è stato combinato proprio quell'esito". Per la professoressa Beccacece erano almeno 243 le diverse combinazioni possibili, come testimoniato: "Il pareggio di Lecce-Parma era una delle condizioni necessarie, ma non sufficienti. Anche se il Parma avesse vinto, la Fiorentina sarebbe rimasta in A". Ricordiamo che era necessari altri risultati "favorevoli" in altre partite di quell'ultima giornata nella quale si giocavano: Bologna-Sampdoria, Roma-Chievo, Siena-Atalanta, oltre a Lecce-Parma e Fiorentina-Brescia.

Ammonizioni mirate, un evergreen. Ammonizioni mirate, la prima telefonata è del 26.9.2005 tra Moggi e Giraudo, dopo Udinese-Brescia,uno dei capi d'imputazione per Moggi e Giraudo. Capuano fa ascoltare l'audio perché, dice, manca la trascrizione della telefonata. Dove è l'illecito in quella telefonata, effettuata dopo la partita, nella quale ci fu una rissa incredibile, devono ancora spiegarcelo. In Fiorentina-Bologna verranno ammoniti Nastase e Petruzzi, due diffidati, anche se le difese hanno cercato di far passare l’idea che i due non fossero importanti per il Bologna. A prescindere dal fatto che per essere diffidati bisogna aver giocato almeno tre gare e che non è necessario che sia un grande giocatore ad incappare nella squalifica mirata, è da sottolineare anche che per le squadre mediopiccole andare a giocare con le grandi con organico dimezzato è penalizzante. Il 20 settembre Moggi parla con Baldas per il processo del lunedì. (e legge la telefonata) Telefonate del 26 e 27.9 tra Moggi e Baldas. Il 3 dicembre c’è un ambientale di Moggi con Racalbuto mentre Moggi parla con la sua segretaria. Telefonata tra Damascelli e Moggi ('Tre squalificati non male, non male'). Telefonata tra Meani e Bergamo. Ho detto prima che Meani ad un certo punto si rende conto che qualcosa non va negli arbitraggi. Qui parla di De Santis e chiede a che cosa sia dovuta questa sua metamorfosi. Telefonate del 5.12 tra Pieri e Moggi sulle presunte schede svizzere.

Capuano continua citando la telefonata del 17 marzo 2005 tra Meani e Contini su Bologna-Juventus del mese precedente. Quindi passa ad altra telefonata del 20 marzo, prima dei sorteggi, contatti tra Meani e Contini, in cui l'assistente Contini parla delle ammonizioni dei giocatori della Fiorentina nella partita che porteranno alla squalifica contro la Juventus. Capuano cita poi tutti i contatti tra Bertini e Moggi (quelli "presunti" su schede svizzere prima di Juventus-Milan, ndr) e tra Moggi e Fabiani, il giorno di Juventus-Milan del 17 ottobre 2004.
Capuano: Bertini in quel caso ha certamente ben chiaro quello che è il disegno criminoso messo in atto da Moggi e Fabiani, al punto da utilizzare la scheda riservata per parlare con loro. Il semplice fatto di possedere una scheda riservata viola quei principi di lealtà e di correttezza di cui si è parlato ad inizio udienza.
NOTA: Sulle ammonizioni mirate consigliamo la rilettura del "Metodo Auricchio, le ammonizioni mirate", adottato solo per studiare la Juventus e che, se adottato a 360° gradi, avrebbe rivelato ben altro all'allora maggiore ed ai pm.

Capuano cita i contatti avvenuti sulle schede svizzere, "presumibilmente" attribuite agli imputati, come la prova delle frodi sportive, utilizzando la formula "Moggi parlerà con Pieri; Fabiani parlerà con Moggi...". E cosa si dicono? Non lo sa il pm come non lo sappiamo noi, e possedere ed usare schede di qualsiasi paese NON è reato.

Ore 13.35 - Adesso c'è la sospensione lunga, circa un'ora.
E' stata tutta una serie di indicazioni di contatti senza nemmeno indicare sempre la data. Tutti i giornalisti presenti si interrogano su come riempire i giornali e scrivere un articolo, che non sia di poche righe, su questa udienza. Possono sperare, e molti sono in aula proprio per questo, nelle richieste di pena che farà Narducci, se Capuano stringe. Già immaginiamo la prima pagina della Gazzetta, ricordando il cubitale "6 anni" sparato in prima pagina il giorno della richiesta di Palamara per il processo Gea, quello poi diventato il crollo della prima "cupola" ipotizzata dai pm ed edificata anche con la manodopera investigativa di Auricchio.

Capuano ha tirato fuori anche le telefonate Moggi-Bertini prima di Juventus-Milan 0-0 del 17 ottobre 2004, ma più che di telefonate si tratta di una ipotesi dell'accusa che ha in mano dei tabulati con dei "contatti" tra una scheda svizzera attribuita a Moggi ed un'altra scheda "attribuita" all'arbitro aretino. Nessun dialogo in possesso dell'accusa per poter provare che l'arbitro era disponibile al "truccaggio" della partita, solo ipotesi. Esistono, invece, e i pm dovrebbero averle ascoltate, come gli uomini di Auricchio per primi, delle telefonate "scartate" che secondo noi provano la buonafede di Bertini e che abbiamo analizzato in questi articoli che vi riproponiamo:
Il mai interlocutore Bertini, secondo Auricchio
I designatori della 'cupola' tifavano per il pari
Juve-Milan 2004. L'arbitro della cupola affranto: ho fatto una cacata
Juve-Milan 2004. Bertini triturato da Controcampo, ma il Milan non ha tv .
La Bergamo-Collina che dissipa le ombre su Juve-Milan 04-05

Ma poi, se Bertini faceva parte della "cupola", come sostiene l'accusa, non sapeva già che doveva favorire la squadra del capocupola? Era davvero necessario per Moggi fare 13 telefonate all'arbitro prima della partita? Bertini ci sembra un uomo sveglio, e 13 telefonate sono una sorta di "Tutto il calcio minuto per minuto" preventivo fatto da Moggi. Cosa si sarebbero detti in 13 telefonate Moggi e Bertini? I pm non sono in grado di dircelo. Noi abbiamo provato a chiederlo a Trillo, che ha immaginato queste telefonate (l'articolo è satirico, le telefonate non esistono, ndr):
Juve-Milan 2004. Fino in fondo

Ore 15.20 - Capuano: Capo F d'imputazione, Juventus-Lazio del 5 dicembre. È opportuno rappresentare quelle che sono le risultanze investigative di un incontro a casa Pairetto del 2 dicembre, giorno prima delle griglie. Partecipano Moggi, Giraudo e Bergamo. Le telefonate di riferimento sono: Fazi-Bergamo dell'1 dicembre, con la Fazi che chiede se sa su che cosa verterà l’incontro. Telefonata del 2 dicembre, Bergamo con la figlia racconta come è andato l’incontro. Ancora 2 dicembre alle 20.10, Moggi e la moglie Giovanna parlano dei regali da portare, la moglie dice "Gli portiamo un panettone", e lui dice "No gli portiamo ben altro, stai tranquilla". Prima di iniziare il discorso sull’incontro, un breve cenno va fatto alle risultanze relative all’aspetto dei regali consegnati dalla Juve agli arbitri e ai designatori. È emersa la circostanza delle magliette di Juve-Lecce. In udienza Capobianco della Juventus parla di appunti in cui ci sono riferimenti a sconti fatti alle mogli dei designatori per l’acquisto di auto.

Incontri e Ansa. Tornando all’incontro del 2 dicembre, altra telefonata tra Moggi e la moglie; e gli chiede di scendere. Poi una telefonata del 3 dicembre tra Bergamo e Alessandra Vallebona, gli dice chi sono i presenti e dice che “Loro vengono sempre a sistemare tutto”, che si scambiano i regali. Bergamo non li nomina mai, li chiama n° 1 e n° 2. A riprova ci sono anche i cellulari che agganciano le celle di Rivoli, ove è avvenuto l’incontro.
Venendo a Juve-Lazio, il 3 ci sono i sorteggi. Le telefonate rilevanti sul punto sono:
- 3 dicembre alle 11.53 Moggi con la segretaria Alessia, che gli dice che gli vuole comunicare gli arbitri e lui risponde che li conosce già. Effettivamente gli arbitri e i guardalinee sono quelli detti da Moggi. Sono stati acquisiti i comunicati Ansa e gli orari. Chiude ogni discorso il comunicato Ansa ufficiale che è delle 18.30 del 3 dicembre in cui si rendono noti gli arbitri e gli assistenti (Capuano cosa ci vuole dire con l'Ansa "ufficiale"? Che l'Ansa ha dato la notizia 7 ore dopo il sorteggio? E non ci sono agli atti altre Ansa subito dopo il sorteggio come evidenziato da Prioreschi e come risulta dagli atti dello stesso pm? E poi, usando la logica, se la segretaria Alessia sapeva i nomi degli arbitri, questi dovevano essere ormai pubblici, e perché non è strano che li conosca Alessia ed è strano che li conosca Moggi?) - altra telefonata del 6 dicembre tra Moggi e Baldas in cui si prepara il "Processo del lunedì". Breve accenno alla figura di Dondarini che non è imputato in questo processo, al rapporto tra lo stesso e Pairetto. Vi elenco solo le conversazioni in cui si evidenzia l’interesse di Pairetto a promuovere Dondarini ad internazionale: 20.9.2004 Moggi con la segreteria Juve; 23.9.2004 Pairetto e De Marchi, in cui Pairetto invita l’osservatore ad alzare il voto.

L'imputato Foti telefonava. Capo H di imputazione, Reggina-Brescia, 24.10.2004, telefonata tra Foti e Moggi: Foti si lamenta dell’arbitro di Chievo-Reggina 0–0. Il 6.11.2004 telefonata tra Bergamo e Foti su Reggina-Juventus che si terrà di lì a poco. Il 7.11.2004 tra Bergamo e Foti: anche qui si parla di Moggi senza mai nominarlo. Il 4.1.2005 sorteggio Reggina-Palermo arbitrata da Pieri: tra Foti e Bergamo che gli parla di sorteggio positivo e che l’aveva messa dove c’era un gruppo nutrito di amici. Il 21.1.2005, prima di Lecce-Reggina, telefonata tra Foti e Bergamo e, parlando di De Marco, Foti dice che è casalingo, ma Bergamo dice che i due assistenti sono tranquilli e faranno una buona partita. Il 2.2.2005, sempre tra Foti e Bergamo, su Livorno-Reggina: solite raccomandazioni. Il 17.2.2005, telefonata tra Foti e Bergamo. Il 19.2.2005 dopo i sorteggi Foti parla con Bergamo ed ottiene rassicurazioni su Dondarini. Il 13.3.2005: solita telefonata tra i due in cui chiudono dicendo: "Tutto a posto il resto?" Il 19.4.2005, altra telefonata tra Bergamo e Foti (cari lettori, avete mai paragonato le telefonate di Foti con quelle dell'Inter fatte ai designatori, a Mazzei, a Lanese e a De Santis? Fatelo e valutate le differenze, ndr). Andando allo specifico di Reggina-Brescia, quel giorno alle 17.30 le utenze riservate di Bergamo e Moggi si parlano e poi quella di Racalbuto parla con Moggi, poi ancora Bergamo-Moggi due volte più tardi. Il 3.12 Racalbuto parla con Moggi e poi ancora dopo. Poi il 4 e il 5 altri tentativi di chiamata.

Ancora ipotesi "svizzere". Capo N di imputazione, Juventus-Milan. Anche qui va analizzato il traffico di utenze riservate in entrata e in uscita. La partita è del 18.12.2004, il 15 c’è un contatto tra Bertini e Fabiani e poi tra Moggi e Bertini. Il 17 contatto tra Moggi e Bertini, poi Fabiani-Bertini, poi tentativo di Bertini con Fabiani, poi Fabiani parla con Bertini (quante telefonate servivano al presunto "associato" Bertini per capire perché era stato arruolato e chi doveva favorire? ndr); il 20 dicembre, dopo la gara, Bertini parla con Fabiani e poi con Moggi due volte. Anche qui va analizzata la situazoone e si vede che in questo periodo ci sono molti contatti tra Moggi e Pieri, tra Fabiani e Dattilo, tra Pieri e Fabiani, tra Moggi e Bergamo, e poi tra Moggi e Pieri.
Roma-Parma, verranno ammoniti Contini e Pisano diffidati. Telefonate: Moggi-Racalbtuo del 15.12.2004, 17.12.2004 Moggi-Racalbuto, poi dopo i sorteggi, poi il 18 dicembre, il giorno della gara, in serata, un contatto tra i due.
Capo O di imputazione, Cagliari-Juventus del 16 gennaio. Oltre ai tabulati, il 5 gennaio Moggi parla con una persona e, in ambientale, riceve una telefonata e dice che hanno paura a farlo uscire e poi "...con quest'altra a Cagliari".

NOTA: dall'aula, anche persone con molti anni di pratica forense alle spalle, ci informano che una requisitoria come quella di Capuano è una autentica novità, con il Pm che si sta limitando ad una lunga elencazione di telefonate, senza alcun filo che le colleghi. I giornalisti in aula hanno difficoltà ad aggiornare le loro cronache, persino Alvaro Moretti che stava tenendo una cronaca piena di riflessioni su Tuttosport. Ci invitano, e vi giriamo l'invito, ad ascoltare l'audio dell'udienza che, solitamente, Radio Radicale mette online nel tardo pomeriggio.

Chiarimento della redazione: abbiamo notato che sui forum bianconeri diversi lettori chiedono chiarimenti a proposito dell'Ansa delle 18.30 del 3 dicembre che secondo Capuano "Chiude ogni discorso". Questa Ansa è stata fatta acquisire al termine del dibattimento, il 19 aprile, e la sua acquisizione vide persino l'opposizione del legale Vitiello della Juventus: "Ancora, per quanto riguarda i concetti relativi alla rassegna delle note Ansa, anche qui si ripropone il problema della acquisizione. La fonte Ansa non è citata, né è stata stampata la pagina, vi è una trascrizione in forma dattiloscritta dei contenuti, che si attribuisce da parte dell'ufficio del PM all'Ansa". I Pm, evidentemente, vogliono considerare solo l'Ansa da loro prodotta e dichiarata "Ufficiale", ma ricordiamo che nell'udienza dell'11 gennaio 2011 l'avvocato Prioreschi aveva detto: "La difesa Moggi deve effettuare una produzione documentale: 3 comunicati Ansa, uno del 26.11.2004 delle ore 11.20, uno del 26.11.2004 delle ore 11.33, il terzo del 3.12.2004 delle ore 11.21, comunicati Ansa immediatamente dopo l'effettuazione dei sorteggi". Quindi, è evidente che l'Ansa non comunicò l'esito del sorteggio "solo" alle 18.30, ma già prima con lanci d'agenzia.

Capuano: Arriviamo a Roma-Juve: il 2.03.2005, prima dei sorteggi, telefonata Moggi-Racalbuto, poi telefonate "riservate" Moggi-Racalbuto; poi il 3.3.2005 altre telefonate su utenze riservate; il 4 marzo Ghirelli chiama un non identificato, e gli dice: "Mazzini sai dov’è? Al ritiro della Juve alla Borghesiana". Poi c’è una telefonata Fazi-Bergamo in cui Bergamo dice di chiamare la moglie di Gabriele, quarto uomo, e di dirgli di lasciare un telefonino attivo, tra il primo e il secondo tempo o anche in campo, "tanto lo chiamo solo io". Il collegio ricorderà che tutti i testimoni del mondo arbitrale hanno detto che non era rituale avere un telefonino nello spogliatoio. La Fazi chiama la moglie di Gabriele poco dopo e gli dice il fatto. Fazi chiama Gabriele per chiedere se è tutto a posto. Su questa partita c’è anche la telefonata tra Bergamo e Carraro del giorno dopo e ancora una volta Carraro si duole dell’operato di Bergamo.

NOTA. Qui la redazione sente di dover intervenire e dire la sua: speravamo che almeno questo "caso" avrebbe fatto la fine del "piaccia o non piaccia", ovvero relegato in cantina tra le cose vecchie ed in disuso, perché questo "caso" del telefonino di Gabriele è stato risolto, per fortuna dell'arbitro, da un autentico "colpo di fortuna", che poco dovrebbe avere a che fare con la giustizia. Abbiamo trattato il "caso" in un articolo che vi invitiamo a leggere:
Il caso Gabriele, emblema di Calciopoli..
Gabriele, assolto nel processo con rito abbreviato, aveva un cellulare normalissimo, "italiano" con scheda italiana, si era rotto ma non l'aveva gettato perché conteneva le foto della figlia, per sua fortuna, ed ha potuto esibirlo al giudice e far leggere il messaggio sms ricevuto da Bergamo che li avvisava che il primo gol concesso alla Juve era irregolare; un bel condizionamento al contrario da parte del presunto "associato" Bergamo.

Adesso il pm sta elencando le telefonate che riguardano Siena-Milan.

Capuano ne ha ancora per parecchio e chiede alla Casoria: "Ho ancora diversi capi d'imputazione, che faccio?", e la Casoria di rimando: "Vada avanti e concluda la requisitoria. Che la prossima volta devono iniziare a parlare le parti civili". Si fa strada la possibilità che stasera Capuano concluda la requisitoria ma, visto che Narducci non è mai rientrato in aula dopo la sosta, che si inizi l'udienza del 7 giugno con le richieste di pena fatte dal Pm.

Capuano, che figura! Potenza del web, che informa e può riservare, ai pm, brutte sorprese in tempo reale. Come riportato da Moretti su Tuttosport, e segnalatoci dal nostro inviato Francesco con tanto di link (Forum di tifosi del Livorno), le designazioni della giornata del 3 dicembre 2004 furono oggetto di un lancio Ansa "accertabile" già alle 12.04, ripreso dal forum di tifosi del Livorno e pubblicato già alle 12.08, come potete verificare.

Dopo la pausa Narducci torna in aula solo ora.

17.58. Le pene richieste dall'accusa:
Moggi: 5 anni e 8 mesi.
Ambrosino: assoluzione.
Bergamo: 5 anni.
Pairetto: 4 anni e 6 mesi.
Mazzini: 4 anni.
Mazzei: 1 anno, 4 mesi e 10 mila euro di multa.
Fazi: 1 anno e 6 mesi.
Bertini: 2 anni e 4 mesi.
De Santis: 3 anni.
Ceniccola: assoluzione.
Gemignani: assoluzione.
Dattilo: 1 anno e 8 mesi.
Racalbuto: 2 anni e 2 mesi.
Rodomonti: 1 anno e 20mila euro di multa.
Puglisi: 1 anno, 2 mesi e 20 mila euro di multa.
Titomanlio: 1 anno.
Fabiani: 3 anni e 8 mesi.
Foti: 2 anni e 80 mila euro di multa.
Meani: 1 anno, 6 mesi e 50 mila euro di multa.
Mencucci: 1 anno e 8 mesi.
Lotito: 1 anno, 10 mesi e 70 mila euro di multa.
Della Valle Diego: 2 anni e 80 mila euro di multa.
Della Valle Andrea: 1 anno, 10 mesi e 70 mila euro di multa.
Scardina: 1 anno e 2 mesi.


L'udienza è terminata. Diversi presenti sottolineano che si aspettavano richieste più dure. Per De Santis, ritenuto dai pm uno dei "promotori", chiesta una pena ridotta, perché lo stesso Narducci ha dovuto ammettere che non sono riusciti a provare il ruolo di "promotore dell'associazione".