Tolta la tara mediatica, che è stata notevole nelle "Quattro giornate del Memoriale" organizzate da certi giornalisti dal 28 aprile al primo maggio 2010, e che aveva lo scopo principale di arginare l'effetto prodotto dalle intercettazioni "scartate" nelle indagini, il peso netto della testimonianza di Gianfelice Facchetti è racchiuso nella frase detta sottovoce dall'avvocato Morescanti, eppure percepibile nell'audio dell'udienza, all'inizio dell'esame di Nucini: "Cioè, quindi, quello che ha detto quell’altro non conta niente". La Morescanti pronuncia questa frase dopo che l'avvocato Messeri ha chiesto: "Presidente, La invito a valutare ,sulla base di quello che ha detto il precedente testimone (Facchetti Jr.), la posizione di questo testimone, se deve essere sentito come testimone puro", ed il Tribunale ha ritenuto "che debba essere esaminato come testimone puro".
L'eccezione dell'avvocato Messeri si basa sulla parte di testimonianza di Gianfelice Facchetti, il teste precedente, che ha dichiarato di aver saputo dal padre che l'ex arbitro Nucini aveva fatto parte dell'organizzazione. Anche il testimone Fabio Monti, due settimane prima, aveva fatto un'analoga dichiarazione in aula, confermando quanto aveva già detto ai pm ai primi di maggio 2010. Allora? Nucini, cupola sì o cupola no? Noi avremmo interrogato subito, nuovamente, il Nucini, anche perché nella richiesta di rinvio a giudizio i pm hanno lasciato in sospeso che per l'associazione a delinquere c'erano "altre persone in corso di individuazione". Invece, passano ben sette mesi prima che i pm Narducci e Capuano inviino a Milano due marescialli ad interrogare Nucini, che, come scrive Moretti su Tuttosport del 12 gennaio, dichiara:"Io non ho fatto realmente parte di detta organizzazione. Ho solo fatto in modo che apparisse che io fossi entrato per scoprire i meccanismi che il gruppo aveva messo in atto: questo era il proposito che io e Giacinto Facchetti ci eravamo prefissati per far venire fuori tutta la verità. [...] In pratica Facchetti mi propose, e io fui d’accordo, di diventare una sorta di "cavallo di Troia", acquistare fiducia da parte del sistema Moggi/De Santis per acquisire informazioni su come venivano condizionati i risultati. Così sono diventato amico di De Santis". Nucini, per dimostrare l'accordo con Facchetti, snocciola di tutto, dai luoghi d'incontro con Facchetti ad una serie impressionante di colloqui di lavoro, circostanza negata nella sua prima testimonianza a Napoli. C'è l'accusa di aver fatto parte della "cupola" da respingere, ed allora Nucini rompe il muro del silenzio dicendo ai marescialli: "Dopo aver saputo che il figlio di Facchetti ha reso dichiarazioni (il 26 aprile 2010, ndr) sul rapporto tra Giacinto e me ho deciso di raccontare fino in fondo la realtà dei fatti". Nonostante tutto, i pm Narducci e Capuano chiedono la testimonianza di Facchetti e Nucini, ma è come puntare su un colore mancato. La carta Nucini e quella Facchetti hanno un seme diverso. Iniziamo a vedere cosa dice Gianfelice nella sua testimonianza.
FACCHETTI ALLARGA LA CUPOLA. Quando il pm Capuano chiede quali siano i nomi che il padre gli ha riferito come appartenenti all'organizzazione, Gianfelice dice i nomi dei soliti noti, ma aggiunge i nomi di due arbitri non imputati: "Nella mia dichiarazione anche nomi di altri arbitri. Sono tutte parole, come dire, che trovano riscontro da lì... c’erano, allora: Palanca, Bertini, mi sembra, in quell’elenco, Cassarà, Gabriele, Trefoloni… Credo sono quei nomi… quando li feci, li feci con gli appunti suoi sottomano". Palanca e Trefoloni non sono imputati. Facchetti ha riscontri su questi due arbitri? No, allora siamo ancora nel campo dei ragionamenti e delle impressioni.
NUCINI? NELLA CUPOLA. Ma c'è un terzo arbitro che Facchetti arruola nella cupola, e non è uno qualsiasi perché si tratta di quello che, ignorato per 17 mesi dagli inquirenti, viene descritto dai media come il "supertestimone" dell'accusa: Danilo Nucini. Il pm Capuano chiede: "Nucini riferì a suo padre di aver fatto parte dell’organizzazione?", e Gianfelice risponde: "Sì. [...] Il passo precedente fu la sua appartenenza a questo tipo di, diciamo, organizzazione e, per far notare questa cosa, gli fece presente di guardarsi alcune partite arbitrate da lui. Nella fattispecie, dice, l’esempio concreto è in un Avellino-Messina, vinto dal Messina per una rete a zero, se non sbaglio, uno o due a zero, nella stagione 2003/2004, che è la stagione che vide la promozione del Messina in serie A. Credo che il passo successivo fu poi, invece, la tentazione o la volontà di... di volersi togliere da questo rapporto. E niente, e lì raccontò queste cose".
Quindi, Gianfelice riferisce che Nucini, come arbitro della presunta "cupola", dice al padre qualcosa del tipo "guardati queste partite arbitrate da me, guardati Avellino-Messina", in pratica confessando solo allora di essere nell'organizzazione; ma se questo è il passo precedente e considerato che Avellino-Messina è del 12 ottobre 2003, Giacinto Facchetti dall'estate 2002 al 2003 avrebbe avuto rapporti con Nucini senza sapere che fosse un arbitro della cupola?
E non dimentichiamo che Tavaroli, pur se non in veste di testimone del processo, afferma che già a fine 2002 gli parlano di questo arbitro che sta facendo le sue confidenze a Facchetti.
L'HA VISTA REGISTRATA? Secondo il racconto di Gianfelice, Nucini prima arbitra la partita Avellino-Messina e poi dice al padre: "Guardatela". Gianfelice dice che, dopo, anche lui ha visto quella partita Avellino-Messina. Come l'hanno vista? Registrata? Nucini registrava le partite che arbitrava e ha dato la cassetta a Facchetti? La testimonianza non ce lo dice, mentre ci dice che Gianfelice sballa completamente la data della partita, da lui "contestualizzata nell’aprile 2004". In sequenza le domande degli avvocati degli imputati.
Avv. Prioreschi: "Senta, Suo padre Le ha detto se Nucini ha arbitrato in maniera illecita Avellino-Messina?"; Facchetti Jr: "Mio padre mi disse che Nucini gli disse di guardare quella partita, perché in quella partita aveva fatto qualcosa comunque non del tutto regolare. In quella partita vennero fischiati due rigori a favore del Messina".
Avv. Gallinelli: "Senta, Lei poi visionò la partita arbitrata da Nucini, Avellino-Messina?"; Facchetti Jr: "Sì. C’era sicuramente qualcosa di anomalo nella conduzione della partita. L’assegnazione di un rigore molto gen… in favore del Messina".
Avv. Messeri: "Per essere chiari, perché non ho capito, forse non ho capito io: è stato Nucini che ha sollecitato Suo padre nell’andarsi a vedere la partita dicendogli che l’aveva arbitrata in maniera non regolare?"; Facchetti Jr: "Sì, di leggere le dichiarazioni. Mio padre si appuntò, e sta scritto, di leggersi le dichiarazioni sull’arbitro nelle partite.... Nelle dichiarazioni si era comunque detto di guardare le dichiarazioni sull’arbitro in alcune partite arbitrate da Lui e quella era una di quelle"; Messeri: "Temporalmente quando è che Suo padre ha riferito a Lei questa circostanza? Circostanza è che Nucini gli aveva detto..."; Facchetti Jr: "Di quel periodo lì sono, come dire, testimonianze in tempo reale, cioè parallelamente a quella partita. Credo che fosse contestualizzata nell’aprile 2004, quindi…".
Aprile 2004? Su Avellino-Messina Gianfelice non è preparato.
Poi Messeri chiede se Nucini ha sbagliato per colpa o per dolo, Gianfelice forse non comprende bene ed il giudice Casoria chiarisce: "Ma non ha capito. Allora, l’avvocato vuole sapere se Nucini quando parlò con Suo padre disse: “Io ho arbitrato male, ma l’ho fatto perché ho sbagliato” o “ L’ho fatto volontariamente perché ho voluto aiutare il Messina”. Che cosa gli disse, che era in colpa o in dolo? Ha capito che vuole sapere l’avvocato?"; Facchetti: "Certo, sì, sì, assolutamente. In quella partita c’era, come dire, un, per come ricordo io, un’intenzione di danneggiare l’Avellino"; la Casoria: "Quindi confessò questo fatto".
CONCORD? NUOVE APPARIZIONI. Gianfelice porta in aula l'ennesima versione su questo fantomatico incontro che dovrebbe essere avvenuto all'Hotel Concord, incontro che Tavaroli dice essergli stato raccontato già a fine 2002, mentre Nucini dice che è avvenuto il 25 settembre 2003. Con la testimonianza di Gianfelice al Concord "appaiono" anche De Santis e Pairetto, cosa che Nucini avrebbe detto al padre, ma negata da Nucini nei suoi verbali e nelle sue testimonianze. Facchetti: "Credo… La cosa di cui… L’unico episodio che io… di cui ho ricordo, è quest’episodio d’incontro all’Hotel Concord, in cui Nucini venne invitato a quest’incontro con il signor Moggi, il signor Fabiani, il signor De Santis, il signor Pairetto, il signor… no, il signor Pairetto e basta. Quello è l’unico episodio che io so di un incontro con il signor Moggi". L'avvocato Sena, che difende Pairetto, chiede: "Come ha appreso la notizia dell’incontro all’Hotel Concord tra Nucini e Moggi?; Facchetti: "Dal conto di mio padre, a proposito… ricevuto da Nucini"; Sena: "Ed è sicuro che Suo padre Le abbia detto che era presente anche Pairetto in quella occasione?"; Facchetti: "Sì. E noi aspettiamo che ci dicano a chi dobbiamo credere, o almeno a chi credono i pm, in presenza di plurime versioni.
I DESIGNATORI CUPOLARI A COVERCIANO. DOPPIA VERSIONE. Il pm Capuano chiede a Gianfelice se il padre gli abbia mai parlato del rapporto dei designatori con gli arbitri, incluso Nucini, e Facchetti riferisce una versione simile a quella data da Nucini la prima volta: non venivano mostrati gli errori di chi sbagliava a favore dell'organizzazione. Del resto la fonte di Facchetti era Nucini. Il pm Capuano sa anche che Facchetti il 26 aprile 2010 aveva dichiarato altro a lui e a Narducci a proposito delle riunioni a Coverciano ma non pone domande, cosa che fa Prioreschi: "Senta, torniamo un attimo alla visione dei filmati a Coverciano. Suo padre Le ha detto se Bergamo tutelava Nucini a Coverciano?"; Facchetti: "No, non lo so". Vuoto di memoria? L'avvocato Prioreschi l'aiuta: "Allora, sempre lo stesso verbale, è una contestazione: “Per far comprendere alcuni meccanismi esistenti all’epoca, ricordo che, ad esempio, Nucini raccontò a mio padre di come dopo aver arbitrato una partita nel senso voluto dall’organizzazione a Coverciano, durante il raduno arbitrale, Bergamo disse allo stesso Nucini che lui non aveva mostrato alcune immagini della conduzione di Nucini di quell’incontro proprio perché Nucini aveva diretto la gara nel senso voluto dall’organizzazione e che, comunque, Nucini veniva tutelato non facendo vedere filmati che avrebbero potuto danneggiarlo”. Non se lo ricordava?"; Facchetti: "No, non me lo ricordavo. Me lo ricordavo rispetto ad altri, cioè a, come dire, ad una cosa, una pratica che succedeva e che Le ho riferito prima. Non mi ricordavo l’episodio nella fattispecie". L'avvocato Prioreschi evidenzia una contraddizione tra quanto Nucini avrebbe detto a Giacinto Facchetti e quanto dichiarato al tribunale: "Sa perché Le chiedo questo? Perché Nucini qua ha detto l’esatto contrario (nella prima testimonianza del 2009, ndr), che Bergamo faceva vedere tutti i filmati per metterlo in difficoltà".
ALTRI VUOTI DI MEMORIA. Capita a tutti, anche ai migliori attori, di dimenticare una parte, e a Gianfelice capita con la sua deposizione dell'aprile 2010. Il pm Capuano, poco prima del controesame di Prioreschi, aveva sorvolato sulla contraddizione evidenziata da Prioreschi, ma aveva dimostrato interesse affinché il teste ricordasse la parte sulla Juventus: "Le ha rappresentato Suo padre anche il comportamento dei designatori nei confronti di arbitri che in qualche modo non erano a loro vicini?"; Facchetti: "Questo no". Che fa Gianfelice? Dimentica un'accusa contro la Juventus? Capuano, allora, aiuta la memoria del teste smemorato rileggendo la pagina 5 della sua deposizione: "Mio padre poi mette nero su bianco quanto aveva saputo da Nucini circa le modalità mediante le quali venivano commentate, o non commentate, alcune azioni di gioco durante i lavori a Coverciano, ovvero il fatto che venissero adottati provvedimenti di sospensione solo nei confronti di coloro che sbagliavano arbitrando la Juve".
Quando viene il suo turno l'avvocato Messeri chiede chiarimenti sul fatto che "venivano puniti solo gli arbitri che avevano sbagliato contro la Juventus": "In questo contesto fu fatto il nome di Messina e di Collina da Nucini a Suo padre?"; Facchetti: "No, Collina non ricordo. Il nome dell’arbitro Collina non...". Nuovo vuoto di memoria? Messeri cita la "famosa deposizione" del 26.04.2010: "E’ solo per chiarire, è una contestazione per capire il passaggio, perché dice: “Mio padre citava in tal senso esplicitamente i nomi di Collina e Messina”. La frase precedente era: “Mio padre poi mette nero su bianco quanto aveva ricevuto, ovvero il fatto che venissero adottati provvedimenti di sospensione. Parlo nei confronti di coloro che sbagliavano arbitrando la Juventus”. Quando Lei dice: “Mio padre citava in tal senso esplicitamente i nomi di Collina e Messina”, intende dire che Messina e Collina erano arbitri..."; Facchetti: "C’è qualcosa di formalizzato sbagliato"; ed il Presidente Casoria chiude: "E’ stato verbalizzato in maniera un po’ aperta". In questo caso non è un vuoto di memoria ma una verbalizzazione inesatta? I pm non si oppongono, né contestano quanto Gianfelice ha appena detto.
DAGLI ADDOSSO ALLA FIORENTINA. Questa parte della testimonianza di Gianfelice è fantastica, perché mischia ancora di più le carte in tavola perché, se diamo retta a Facchetti, Nucini avrebbe ricevuto telefonate da Fabiani anche a dicembre 2003, mentre l'ex arbitro dichiara che il lavoro di indagine, condotto con Giacinto, si chiude con la presunta consegna della scheda il 25 settembre 2003 e che dopo di allora lui si mette sulle sue. I pm le hanno fatte queste verifiche sulla compatibilità delle date e delle testimonianze? Sembra di no, come dimostreremo, ed il pm Capuano chiede: "Lei ricorda anche se Suo padre Le disse, se Nucini gli confidò, gli rappresentò delle circostanze relative a come arbitrare nei confronti della Fiorentina?"; Facchetti: "Una volta che andò, mi sembra, ad arbitrare un Ascoli-Fiorentina, gli venne detto, parlando al telefono con il signor Fabiani, di dare addosso alla Fiorentina". Facchetti, controesaminato dall'avvocato Prioreschi, toglie il condizionale ed afferma con certezza: "Sì, era con l’Ascoli quello. Su questo era in riferimento all’Ascoli".
Ma quando si è giocata Ascoli-Fiorentina 4-0 diretta da Nucini? Il 7 dicembre 2003. Quindi a quella data Nucini riceveva ancora telefonate da Fabiani e faceva parte della cupola? E riceve questa telefonata, "pericolosa" per il Fabiani, sul suo telefono abituale, visto che la presunta sim ricevuta a Torino l'aveva già gettata?
Facciamo per un attimo come Auricchio, e leggiamo la pagella della Gazzetta: "Arbitro Nucini 5: Decide bene sul fallo di mano in area di Cherubini nel primo tempo, ma non convince per il rigore negato all'Ascoli in avvio di ripresa. Alla distanza, mostra un'evidente sudditanza psicologica nei confronti della Fiorentina, che rischia di fare degenerare la partita".
L'arbitro che doveva danneggiare la Fiorentina nega un rigore all'Ascoli sull'1-0. Come prova che Nucini faceva parte della cupola e riceveva direttive da Fabiani è incredibile!
Come, secondo noi, è incredibile che Fabiani prima avvicini Nucini all'aeroporto di Lamezia, poi a marzo 2003 al bar dell'Hotel Cristallo a Bergamo, individuando in lui un uomo arruolabile, e che a settembre lo porti addirittura da Moggi, dopo che il 10 maggio 2003 Nucini arbitra la Triestina del DS Fabiani fermandone, di fatto, la corsa verso la serie A. Sempre come Auricchio leggetevi gli articoli della Gazzetta dell'11 maggio (primo articolo, secondo articolo) e del 12 maggio 2003 con le proteste del presidente Berti su Nucini.
ANCHE IL MILAN. Per chiudere l'analisi della testimonianza di Gianfelice Facchetti manca solo il paragrafo relativo al Milan. Ai pm Galliani non è mai interessato, come ad Auricchio non interessava l'Inter. Del resto sappiamo da Galdi che la ricostruzione della Procura è che il Milan si difendeva per opporsi alla compagine moggiana e che l'Inter era ritenuta un gruppo di sfrantumati. Quindi, nessuna attenzione e domanda sugli scritti di Facchetti e sulle parole del figlio a proposito del Milan, cosa che, invece, fa l'avvocato Prioreschi: "Ho fatto la premessa che aveva risposto al PM in una certa maniera… “Le posizioni di mio padre in ordine all’esistenza di una struttura di potere che faceva capo alla squadra della Juve ed alla figura di Luciano Moggi, ma anche a quella del Milan e alla figura di Adriano Galliani”. Quindi Suo padre Le ha detto che anche Galliani faceva parte della struttura?"; e Gianfelice risponde: "Beh, c’era… Negli appunti c’è anche il nome del dottor Galliani e c’era riferimento… Io parlo di quello che c’è scritto lì".
E con questo chiudiamo. Gianfelice Facchetti non ha portato prove, neppure del collocamento di Nucini nella presunta "cupola", ma solo impressioni e ragionamenti del padre.
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