cozzolinoIntervento sul primo punto all’ordine del giorno dell’Assemblea Ordinaria.

Egregio Presidente,
egregi Consiglieri,
gentili azionisti,

quest’anno c’erano tutti i presupposti per un'Assemblea relativamente tranquilla, invece a quanto pare abbiamo ancora una volta trovato il modo di complicarci la vita, solo perché qualcuno pensa di essere più furbo e più bravo degli altri, esponendo poi il Presidente e anche noi piccoli azionisti a figuracce come quelle di cui parleremo oggi.

In merito al Bilancio, visto che stiamo trattando del primo punto all’ordine del giorno, non credo ci sia molto da dire, anche perché tutto quello che dovevamo dire lo abbiamo detto lo scorso ottobre, quando la clamorosa perdita maturata a giugno 2011 era già bella e prevista. Come era anche previsto che sarebbe stato necessario fare l’aumento di capitale. E questo aggrava le vicende di cui parleremo più avanti.

Quello che è importante sottolineare è che il disastro di quest’anno è il conto finale di cinque anni di disastri. Anni in cui abbiamo assistito ad un completo campionario di scelte gestionali discutibili. Investimenti in tecnici sbagliati per centinaia di milioni; depauperamento del valore del marchio e conseguente difficoltà a trattare con gli sponsor; costo del lavoro fuori controllo a tutti i livelli, sia per il personale tesserato che per l’amministratore delegato. A tale proposito io vorrei sapere di preciso quanto ha guadagnato in questi cinque anni il Dott. Blanc. Io ho fatto due calcoli, ma volevo che fosse in particolare il Consiglio di Amministrazione a comunicare questo dato all’Assemblea.

Era tutto ampiamente previsto quindi.
Quella che non era previsto invece è l’applicazione estremamente rigorosa di alcuni principi contabili, che ha di fatto portato la perdita dai 70 mln di Euro previsti, fino a 95 mln di euro.
Sono spuntati infatti 24 mln circa tra accantonamenti e svalutazioni di diritti pluriennali che hanno portato i conti della società nelle condizioni previste dall’art.2447 del Codice Civile.

Detto che le operazioni citate sono assolutamente regolari dal punto di vista “formale” non può non suscitare qualche dubbio il modo in cui è stato trattato il giocatore Amauri.

Atteso che la procedura di “impairment” non poteva essere adottata per criteri “di salute” essendo il giocatore perfettamente abile ed arruolabile, né per valutazione di mercato, in quanto il giocatore non è stato venduto, si è deciso di considerarlo “fuori dal progetto tecnico”, anticipando così all’esercizio 2010/11 gli ammortamenti e gli oneri futuri, certi e incerti. Una interpretazione estremamente rigorosa del concetto di “impairment”, i cui effetti pratici sono stati devastanti per il bilancio e potrebbero esserlo per i piccoli azionisti. Ma di questo parleremo più tardi.

Nell’immediato invece ci sono alcune considerazioni da fare in merito allo stadio, che viene considerato il fiore all’occhiello di Blanc. Ebbene Blanc è riuscito nella non facile impresa di complicare la vita non solo alla Juventus, ma anche alla Sportfive, che è la società che ha comprato per 12 anni i “naming rights”, cioè i diritti all’intitolazione dello stadio. Ad oggi infatti la società francese non sembra essere ancora riuscita a rivendere questo diritto senza perderci: infatti lo stadio è ancora senza nome, e questo rende la misura di quanto il nostro marchio si sia svalutato negli ultimi anni, anche se negli ultimi mesi si coglie qualche piccolo segnale di inversione di tendenza.

Sento in giro dichiarazioni particolarmente ottimistiche circa gli extra-ricavi che lo stadio porterebbe sui conti della società. Questo è fuor di dubbio ma nel computo totale si omette però di considerare che da quei ricavi bisogna sottrarre i maggiori costi per il personale, quantificati al momento in bilancio per circa 1,6 mln di euro, per gli ammortamenti, circa 5 mln annui secondo i miei calcoli, e per gli interessi passivi sul mutuo contratto con il Credito Sportivo. Inoltre, per cassa, si dovrà provvedere a rimborsare le quote di capitale del suddetto mutuo. Permangono quindi i dubbi sulla reale opportunità di cedere a terzi per soli 20 mln di Euro lo sfruttamento delle aree commerciali adiacenti, quando invece il progetto iniziale del Dott.Giraudo le considerava strategiche per aumentare strutturalmente i ricavi. Per quanto riguarda inoltre l’impianto, che è davvero molto bello, resta da capire a cosa servono i quattro tiranti agli angoli delle tribune, il cui impatto non è affatto trascurabile. Se non sono frutto di un errore progettuale della copertura vorrei che il Consiglio di Amministrazione mi spiegasse tecnicamente la loro funzione.

In merito all’analisi di dettaglio delle Note Illustrative, alcune di esse hanno poi suscitato la mia curiosità:

- Alla Nota 36 sono segnalati 4,3 mln di Euro di premi variabili a personale tesserato. Atteso che lo scorso anno è stato il peggiore della storia sportiva e finanziaria della società, sarebbe bello conoscere a che titolo sono stati erogati questi premi e a chi in particolare.

- Alla Nota 35, quella riguardante i Servizi Esterni e in particolare le spese di trasporto, sicurezza e alberghi e ristorazione, è registrato un aumento di oltre il 10%. Non riesco a comprendere come sia possibile spendere 700mila euro in più, visto che le gare sono state 50 come quelle del precedente esercizio, e che in particolare abbiamo avuto addirittura una trasferta in meno.

- Sempre alla Nota 35 notiamo l’incremento per gli emolumenti ai componenti del Cda, che sono aumentati di circa 2 mln di Euro, in virtù soprattutto della duplicazione della carica di Amministratore Delegato, circostanza abbastanza inusuale in una società quotata.

- Alla Nota 39 vengono rilevati 950 mila Euro di “Percentuali a terzi su diritti vari” in incremento di circa il 750%. Sarebbe interessante capire chi percepisce questi soldi e a che titolo.

- Infine alla nota 42 quella relativa agli oneri non ricorrenti è riportato l’importo relativo all’accordo transattivo con l’Agenzia delle Entrate per complessivi 7,4 mln di Eur. Sarebbe interessante capire quali erano le cifre contestate e quali sarebbero stati i rischi stimati dell’eventuale contenzioso tributario.

Per il momento concludo, riservandomi ulteriori considerazioni nello spazio dedicato alla repliche.

 


Intervento sul primo punto all’ordine del giorno dell’Assemblea Straordinaria.

Allora, in merito al punto primo all’ordine del giorno della Straordinaria credo di essere stato uno dei primi a sollevare il problema. Ne ho parlato anche con il Presidente e con altri dirigenti della società, cercando di sensibilizzarli sul fatto che fosse inopportuno per una società quotata, ed in particolare per la Juventus, che fa dell’immagine una delle ricchezze principali, di procedere a coprire la perdita d’esercizio con le modalità previste nel comunicato del 16 settembre. Alla fine, come prevedevo, si è mossa la Consob, che ha chiesto spiegazioni e ha giustamente suggerito di trovare una strada alternativa.

La prima proposta, tra l’altro ancora in essere fino a quando l’Assemblea non esprimerà il proprio voto, a mio parere ha determinato una pericolosa asimmetria informativa per i piccoli azionisti e implicitamente una grave violazione del Codice Etico in vigore.

Nella premessa del Codice Etico in vigore si legge infatti: “La Juventus aspira, infine, a mantenere e sviluppare un rapporto di fiducia con i suoi stakeholders, cioè con quelle categorie di individui il cui apporto è richiesto per realizzare i propri obiettivi sociali". E ancora, al punto 2 comma 6: “I collaboratori della Juventus sono tenuti a dare informazioni complete, trasparenti, comprensibili ed accurate in modo tale che, nell’impostare i rapporti con l’azienda, gli stakeholders siano in grado di prendere decisioni autonome e consapevoli degli interessi coinvolti, delle alternative e delle conseguenze rilevanti”.

La cosa appare ancora più grave se si pensa che in ambito comunitario si sta ponendo grande attenzione alla questione della tutela degli interessi delle minoranze. Ebbene non è pensabile che 40.000 piccoli azionisti avrebbero potuto comprendere gli aspetti tecnici di una operazione così particolare e complessa, leggendo solo lo scarno e freddo Comunicato della Società. Basti pensare che anche alcuni addetti ai lavori, inizialmente, non avevano ben compreso cosa stesse per accadere! E basti guardare il comportamento del titolo in Borsa, che inspiegabilmente, e sottolineo inspiegabilmente affinché si possa riflettere su questo aspetto, non si è azzerato immediatamente, come sarebbe stato logico aspettarsi, ma ha cominciato una lenta ma inarrestabile discesa, ben sostenuta da anonimi compratori.

Ebbene, in seguito ai rilievi della Consob, la società ha dovuto convocare d’urgenza un Consiglio di amministrazione straordinario per varare in extremis la seconda proposta, definita alternativa, per coprire l’ingente perdita di bilancio.

Ora, in punta di diritto, la seconda proposta è una toppa peggiore del buco. Pur confermando infatti che la società rimane nelle condizioni previste dall’art. 2447, si propone di procedere alla copertura delle perdite senza però azzerare il capitale che viene ridotto fino all’importo del limite legale di 120.000 Eur, e di conseguenza senza annullare le azioni circolanti.

Quello che lascia di stucco in tutta questa vicenda è senz'altro l'uso creativo del “diritto” e, se vogliamo dirla tutta, appare anche molto strano che la Consob autorizzi un'operazione del genere, che andrà a creare un pericoloso precedente per il mercato e per il diritto societario. Certamente si consente ai piccoli azionisti di rimanere tali, ma è evidente che si sta operando davvero ai limiti del  il Codice Civile, creando una specie di articolo 2446 e mezzo. E speriamo che il vostro comportamento non attiri magari anche le attenzioni dell’Autorità Giudiziaria. Il problema è che non si sarebbe dovuto arrivare a questo punto. Bastava anticipare di qualche mese l’aumento di capitale, visto che, come abbiamo detto prima, era chiaro da mesi che sarebbe stato necessario. In questo modo si sarebbe evitato di cadere nel 2447. Oppure Exor, anziché fare un finanziamento avrebbe potuto effettuare un versamento in conto futuro aumento di capitale, come ha poi fatto effettivamente il 23 settembre. Adesso capisco che volete metterci la pezza, ma ormai non vorrei che in tutti gli studi legali d'Italia si stia ridendo di noi. 

Resta la questione della quotazione in Borsa. Aspettiamo di vedere i termini con cui verrà proposto l’aumento di capitale, ma l’impressione è che sarà estremamente diluitivo per i piccoli azionisti che non parteciperanno all’aumento. Ed è molto probabile che l'effetto della diluizione non intaccherà le possibilità di delisting del titolo, che a mio parere è il vero obiettivo che si vuole raggiungere, evitando le forche caudine della Legge Draghi.

A questo punto, considerando le prospettive di sviluppo, il patrimonio immobiliare e gli sforzi che la società e il Presidente stanno facendo per tornare competitivi dal lato sportivo, è probabile che la scelta più giusta, per chi potrà permetterselo, sarà quella di sottoscrivere l'aumento di capitale e, per chi ha giustamente venduto le azioni nelle ultime settimane, forse potrebbe essere il momento di ricomprarsele, proprio per partecipare all'aumento. Tra l'altro dovrebbe riuscire a farlo anche a prezzi discretamente più bassi, quindi guadagnandoci.

Insomma abbiamo perso un’altra occasione per dimostrarci migliori degli altri. L’unico fatto positivo è che, se l’Assemblea approva la proposta alternativa, i tifosi azionisti forse potranno continuare, con orgoglio, a possedere un pezzettino della propria squadra.

Dico forse perché dopo l'aumento di capitale, e la conseguente diluizione tra i non sottoscrittori, l’azionista di maggioranza Exor potrebbe arrivare a detenere più del 95% delle azioni circolanti. In quel caso nulla potrebbe difendere i piccoli azionisti dalla possibile applicazione dell'art. 111 del TUF e dall'esproprio coatto dei titoli dietro corrispettivo in denaro. Il mio invito quindi a tutti i piccoli azionisti è di sottoscrivere l’aumento di capitale. A meno che la società non ci dica chiaro e tondo che siamo un problema. Non dovremmo esserlo, visto che tra i clienti potenziali dovremmo essere quelli migliori, per passione e capacità di spesa. Ma non si può mai dire. Per cui ribadisco, se i piccoli azionisti rappresentano un problema e non un'opportunità come invece io sostengo da anni, si abbia il coraggio di dirlo, con serenità e chiarezza. Le leggi e il mercato mettono a disposizione strumenti specifici per raggiungere questo scopo. Che vengano applicati, senza cercare patetiche scorciatoie.

Concludo, riservandomi ulteriori considerazioni nello spazio riservato alle repliche.

 

Intervento sul secondo punto all’ordine del giorno dell’Assemblea Straordinaria.

In merito alle modifiche statutarie proposte ci sono alcune osservazioni da fare.
In particolare voglio partire citando un passaggio dell’ultimo Comunicato Stampa della Società, quello del 14 ottobre, che recita testualmente:

“Il Consiglio di Amministrazione, con la decisione odierna, conferma la propria volontà di mantenere un dialogo aperto e trasparente con tutti gli azionisti, il mercato e le Autorità di Vigilanza”

Ebbene, la Società ha l’occasione di dimostrare nel prossimo futuro le sue reali intenzioni nei confronti dei piccoli azionisti, proprio applicando l’articolo 13 dello Statuto.
Questo articolo prevede infatti la presenza di un consigliere che sia espressione degli azionisti di minoranza, i quali sindacando almeno il 2,5% del Capitale Sociale possono presentare una Lista di Candidati.

Peraltro, se la società (e l’azionista di maggioranza) non gradiscono questa circostanza, è molto semplice ostacolarne l’ambizione, come accaduto in passato con l’ingresso del rappresentante libico.

Per questo motivo è necessario che questa ipotesi, tra l’altro ampiamente consolidata nei mercati finanziari più maturi, come quelli anglosassoni, sia informalmente avallata dalla società stessa.

Chiedo quindi al Consiglio di Amministrazione di esprimere il proprio parere in merito a questo punto.