Questo è l'intervento che l’azionista Salvatore Cozzolino aveva preparato per trattare il primo punto all’ordine del giorno. Vi ha rinuciato perché era impossibile leggerlo nel tempo concesso (sette minuti) per gli interventi.
Egregio Presidente,
egregi Consiglieri,
gentili azionisti,
in via preliminare vorrei ringraziare tutte le persone che nei giorni successivi all’Assemblea dello scorso anno hanno fatto pervenire a me e al Dott. Salvadori, che oggi purtroppo è assente per impegni professionali, i loro messaggi di stima e di apprezzamento per i nostri interventi. Purtroppo il nostro zelo, e quello di altri azionisti, non è servito a molto. Tutto quello che era stato detto e predetto è stato messo agli atti senza alcuna attenzione da parte del management, con i risultati che tutti sappiamo.
L’unico effetto che hanno prodotto i nostri interventi è stata la mancata risposta alla lettera con la quale chiedevamo di incontrare Blanc per sottoporgli alcune idee relative al rapporto tra società e piccoli azionisti, proposte che, dopo oltre un anno, siamo riusciti invece a sottoporre al nuovo Presidente e di cui farò un accenno successivamente.
Una delle frasi che mi piacerebbe non sentire oggi è "guardiamo avanti", almeno nella sua accezione più generica. Se per "guardare avanti" si intende pianificare strategicamente il futuro a 360° (e sottolineo 360°) va bene. Se invece si dice "guardiamo avanti" solo per dimenticare il recente passato, e nascondere la polvere sotto al tappeto, allora io credo che sia giusto sottoporre a questa Assemblea una profonda riflessione.
Le Assemblee degli azionisti sono per definizione eventi di consuntivo. E quindi oggi noi siamo chiamati non solo a consuntivare l’ultimo esercizio, ma, in virtù della rivoluzione societaria avvenuta nella primavera di quest’anno, a fare un bilancio complessivo dell’operato del Dott. Blanc e del suo famoso "projettò" quinquennale.
Per farlo ci serviremo di numeri, che servono sempre a fissare bene i concetti, e di alcune delle sue innumerevoli dichiarazioni di questi quattro anni appena trascorsi.
Il 9 settembre 2006 Blanc fece il suo esordio: "Per indurre Tamoil e gli altri partner a restare con la Juve occorreva un progetto solido, credibile, e noi glielo abbiamo spiegato convincendoli che la squadra tornerà al top".
Abbiamo visto come è finita. Tamoil ha rescisso il contratto record dopo pochi giorni (il più alto mai avuto da una squadra di club), accettando comunque di rimanere come sponsor di maglia fino a fine stagione, ma non abbiamo mai saputo a che cifre.
Successivamente, non trovando uno sponsor degno di tale nome, fu convinta la casa madre a concedere il marchio New Holland, per una somma pari a circa la metà di quanto invece pagava Tamoil. Dopo due anni punto e daccapo, e alla fine si accetta la proposta di sponsorizzazione di una società di scommesse online, che sull’esercizio in corso, grazie anche alla mancata qualificazione per la Champions, pagherà circa un quarto di quanto pagava Tamoil nel 2006, e cioè 6,5 milioni contro 24.
Discutibile e contraddittoria poi la scelta di concedere solo la prima maglia e tentare di vendere separatamente la sponsorizzazione della seconda. Contraddittoria perchè mentre da un lato si predica il "less is more" per gli sponsor istituzionali, al fine di concedergli più visibilità, si fa l’esatto contrario per la maglia, dove in tutta fretta si è cercato un secondo sponsor (con tutto il rispetto più da Chievo che da Juventus), per il quale ci si è guardati bene dal comunicare il valore economico del contratto, adducendo pretestuosi motivi di segretezza.
Come è noto il marchio rappresenta per una società di calcio un valore intangibile e solitamente nemmeno a bilancio nell’attivo. Uno dei parametri principali con cui si misura questo "valore intangibile" è la dinamica dei contratti di sponsorizzazione. Il corrispettivo di questi contratti è passato da 58 milioni nel 2005 a 46 milioni del 2010, con una ulteriore prevedibile limatura di qualche milione sull’esercizio in corso. Ed è inutile accampare la scusa della serie B, perchè ormai, calcisticamente, rappresenta la preistoria di questo club.
Sempre il 9 settembre del 2006 il Dott. Blanc ebbe a pronunciare un altra storica frase: "Per costruire una squadra come quella dello scorso campionato ci vorranno 4-5 anni", seguita il 27 aprile del 2007 da altre spavalde dichiarazioni: "La mia Juventus sarà da scudetto, Tre grandi rinforzi, uno per reparto, tra i top 15 d’Europa". Arrivarono Almiron, Tiago e Andrade. Il 18 aprile del 2008 rincara la dose: "Cinque anni per ricostruire lo squadrone del 2006".
Per commentare tutto ciò non servono le parole, bastano, anche stavolta, i numeri di questi quattro anni: acquisizioni di calciatori per un valore contabile di oltre 180 milioni di euro di nuovo capitale investito, ingaggi pagati per oltre 460 (!) milioni di euro e in costante crescita, il tutto finanziato oltre che dalle entrate ordinarie, da un aumento di capitale di 105 milioni di euro, da circa 85 milioni di plusvalenze generate essenzialmente da calciatori provenienti dalla gestione Moggi, e da circa 40 milioni di altri ricavi straordinari non ricorrenti, prezioso lascito della gestione Giraudo.
Tutti i giocatori acquistati da Blanc, e poi venduti, sono stati venduti ad un prezzo inferiore a quello di acquisto (tranne Mellberg, perché acquistato a parametro zero e neanche Blanc è riuscito a venderlo ad un prezzo negativo). In definitiva quattro anni di gestione e circa 26 milioni di euro di perdite complessive.
E non fatevi ingannare dai numeri di quest’anno. La cura del Dott. Blanc dispiegherà l’ultima parte dei suoi deleteri effetti sul prossimo esercizio dove è possibile ipotizzare una riduzione dei ricavi di circa 50 milioni di euro provocata da varie componenti: l’assenza della Champions League, i minori introiti dai diritti radiotelevisivi per effetto della nuova contrattazione collettiva, la riduzione dei corrispettivi delle sponsorizzazioni e l’assenza di alcune poste straordinarie non ricorrenti.
Una contrazione complessiva dei ricavi di circa il 20 per cento che porterà la società a chiudere nuovamente in pesante perdita, solo parzialmente mitigata dalla riduzione del monte ingaggi effettuata tra luglio ed agosto durante la prima fase della campagna trasferimenti, e dagli esigui introiti della Europa League; una situazione che potrebbe rendere necessario, il prossimo anno, il ricorso ad un nuovo aumento di capitale.
L’entrata in servizio del nuovo stadio, e la auspicabile qualificazione in Champions, dovrebbero poi far migliorare la situazione sull’esercizio successivo (2011-2012). Ma su questi due punti io conservo alcuni dubbi su cui mi soffermerò tra qualche minuto.
In una società normale, quotata o non quotata, un amministratore delegato con questi numeri sarebbe stato già accompagnato alla porta. Tra l’altro proprio in questi giorni si è scatenato un interessante dibattito in merito alla produttività aziendale, innescato dalle dichiarazioni del Dott. Marchionne, che qui presumo conosciate tutti molto bene. Alla Juventus invece esiste un Comitato Remunerazioni e Nomine, composto dai consiglieri Sant’Albano, Montanaro e Venesio, che evidentemente ritiene inapplicabili questi concetti ad una società di calcio.
Uno dei capitoli più interessanti di solito in un bilancio, infatti, è la tabella sui "compensi ai componenti degli organi di amministrazione e controllo e ai dirigenti con responsabilità strategiche". Nel nostro caso la potete trovare a pagina 87 del progetto di bilancio. Da convinto sostenitore della meritocrazia e della produttività, ritengo assolutamente normale che gli amministratori esecutivi di una società ben gestita siano remunerati in misura congrua. Ma deve valere anche il contrario. Se una società non è gestita bene, questo dovrebbe riflettersi sulla remunerazione dei dirigenti, ma non solo su quella, anche sulla stabilità e prosecuzione dei loro incarichi. Ed infatti al punto 8 della "Relazione Annuale sulla Corporate Governance" si legge: "Una parte della remunerazione dell’amministratore delegato e Direttore Generale Blanc è invece legata ai risultati economici della Società e al raggiungimento di specifici obiettivi qualitativi".
Quali siano questi specifici obiettivi qualitativi non è dato sapere. Leggendo però la tabella di pagina 87, e in particolare i cospicui emolumenti riconosciuti ad alcuni componenti del Consiglio di Amministrazione, la Juventus sembrerebbe essere una società gestita alla perfezione.
Lo stesso dicasi in base alle tabelle dei bilanci degli esercizi precedenti. Il Triade Jean Claude Blanc continua ad essere remunerato, nonostante i disastrosi risultati conseguiti, con cifre da capogiro. In qualità di semplice amministratore, ha maturato un emolumento di 12.000 euro.
Come Direttore Generale la sua remunerazione è piuttosto articolata (e corposa): 570.000 euro di retribuzione da lavoro dipendente e indennità spese d’affitto, 10.000 euro di benefici non monetari e 463.000 euro di bonus e altri incentivi per un totale di 1.043.000 euro.
Come Amministratore delegato, infine, sono stati riconosciuti 583.000 euro di emolumento per la carica, 24.000 euro di benefici non monetari e 600.000 euro di bonus ed altri incentivi (valore maturato dell’Additional Compensation, che sarà erogato alla conclusione del piano di sviluppo a medio termine approvato dal Consiglio di Amministrazione del 14 marzo 2007, al lordo degli effetti dell’attualizzazione finanziaria), per un importo complessivo pari a 1.207.000 euro.
In sintesi sull’esercizio 2010 il Dott. Blanc si è portato a casa ben 2.262.000 euro. Una parte di questa somma (600.000 di Additional Compensation), per la verità, dovrebbe essere corrisposta solo al termine del piano di sviluppo: il condizionale è d’obbligo, perché il Consiglio di Amministrazione potrebbe comunque anticipare la data di pagamento, come in effetti è successo per l’Additional Compensation maturato negli anni precedenti.
La ricca annata del Dott. Blanc non è sfuggita a Gianni Dragoni, giornalista de "Il Sole 24 Ore" che si occupa abitualmente dei bilanci delle società di calcio, in un trafiletto pubblicato sul Sole del 13 ottobre scorso ("Juve, annus horribilis ma non per i manager", inserto Finanza & Mercati, pag. 45). Un’altra informazione significativa che si può ricavare dalla lettura attenta del bilancio la troviamo nella sezione dedicata alle "operazioni con parti correlate" con annessa nota sulle delibere del Consiglio di Amministrazione del 10 maggio 2010.
Qui vengono indicati debiti non finanziari verso gli amministratori per 2.642,9 migliaia di euro. Questa voce si riferisce principalmente al debito di 2.000.000 di euro verso l’Amministratore Delegato (Blanc) a fronte dell’Additional Compensation maturata nel corso del mandato. Tale importo, contabilizzato nei precedenti esercizi tra i debiti non correnti, è stato liquidato nel mese di luglio 2010, come deliberato dal Consiglio di Amministrazione del 10 maggio.
In estrema sintesi, quindi, il Dott. Blanc ha incassato a luglio i due milioni di euro che avrebbe invece dovuto ricevere solo al termine del piano di sviluppo, uno sviluppo di cui francamente continuo a non vedere traccia.
Per il nostro amministratore delegato quindi l’annus horribilis della Juventus si è rivelato, dal punto di vista delle casse personali, un annus magnificus: 3.662.000 euro di compensi ricevuti a vario titolo, cui si devono aggiungere i 600.000 euro di remunerazione differita, per un totale di 4.262.000 euro.
Che vanno a sommarsi agli altri 4.287.000 euro incassati nei tre esercizi precedenti, dal 2006 al 2009. Totale complessivo oltre 8,5 milioni di euro che il vorace Blanc, ha incassato in poco più di quattro anni di lavoro.
E attenzione. Non dimenticate che se qualcuno decidesse di mandarlo via prima della fine del mandato il vorace amministratore delegato avrebbe diritto ad altri 3.000.000 di euro di buonuscita, clausola, ovviamente anche questa, stabilita dal Comitato Remunerazioni e Nomine.
Ecco spiegate quindi le sue dichiarazioni del 23 dicembre 2009, quando si confida al giornale Le Monde: "Per noi la serie B è stata un’avventura straordinaria. Quest’avventura vittoriosa ci ha restituito in una stagione il capitale di simpatia che avevamo perso. Siamo resuscitati più umani". La Juventus sarà forse resuscitata più umana (ma mi chiedo se ci sia da vantarsi per questo), ma certamente Blanc è diventato mostruosamente ricco!
Ma l’apoteosi a mio parere viene raggiunta il 30 aprile di quest’anno. Blanc, probabilmente frastornato per le drammatiche vicende societarie (è stato il mandato di presidente più breve della storia della Juventus) si lascia intervistare sulla finale di Champions: "È importante che vinca l'Inter, per i punti del calcio italiano nel ranking Uefa. È importante che tutti tifino Inter, altrimenti perderemo un posto in Champions".
Il tutto mentre da Napoli emergeva un fiume di imbarazzanti intercettazioni proprio sull’Inter, intercettazioni che come vedremo potrebbero essere decisive per riscrivere la farsa del 2006.
Per tutto quanto sopra esposto, mi attendo da lei Dott. Blanc formali dimissioni già al termine di questa Assemblea, oltre alle scuse ad azionisti e tifosi per aver distrutto, con la preziosa collaborazione dell’azionista di maggioranza, la Juventus dal punto di vista societario, sportivo e della reputazione.
Anche perché non so quali possono essere le sorprese relative allo stadio. Non so quali possono essere, ma so che ci saranno. E, ovviamente, anche quelle potrebbero nel caso essere farina del suo sacco. Si parla, ad esempio, di modifiche in corso d’opera relative alla copertura e al sistema di sostegno. Sull’argomento chiedo lumi ai tecnici.
Ma sullo stadio ci sono due considerazioni da fare. Se oggi facciamo fatica a riempire il Comunale, cosa ci porta a pensare che per il nuovo Delle Alpi possa essere diverso? Siamo sicuri che i ricavi da stadio raddoppieranno come previsto? E soprattutto, siamo sicuri che la rosa attuale sia sufficiente per centrare la qualificazione alla Champions League?
Sul discorso dei ricavi da stadio il Dott. Bergero qualche mese fa aveva dichiarato che i ricavi da stadio, attualmente circa 18 mln annui, sarebbero raddoppiati. Io sul punto continuo ad essere molto scettico soprattutto se non verrà allestita una squadra competitiva ai massimi livelli. Senza contare che una parte degli eventuali extraricavi dovranno essere impiegati per i primi 12 anni per rimborsare le quote di capitale ed interessi del mutuo stipulato con il Credito Sportivo. Ad occhio credo che ci costerà almeno 6-7 milioni all’anno.
Ma soprattutto bisogna considerare che a incerti extra-ricavi da stadio si contrappone la certissima e già in vigore riduzione dei corrispettivi da diritti TV, causata dall’applicazione di una legge disegnata apposta per metterci le mani in tasca e per sterilizzare l’eventuale vantaggio competitivo che avremmo avuto dallo stadio di proprietà.
Per quanto riguarda invece la competitività della rosa non è questa la sede per parlare degli aspetti tecnici, ma è evidente che al nuovo Direttore Generale Marotta questa estate non tutte le ciambelle devono essere riuscite col buco. Non oso pensare che possa aver volontariamente deciso di assemblare una squadra per un tecnico come Del neri, che notoriamente basa il suo gioco sul presidio delle fasce, proponendogli quattro terzini scarsi come Motta, Grygera, De Ceglie e Traorè. E, soprattutto, non riesco a capire quale sia la motivazione tecnica, finanziaria o di qualunque altra natura, che lo ha convinto a scucire 12 milioni di euro in contanti per un giocatore normale come Martinez. Me lo spiegherà Lui direttamente, magari. Qui siamo in un assemblea degli azionisti, e dobbiamo essere obiettivi. Questa è una squadra tecnicamente mediocre che, senza interventi radicali a gennaio, potrebbe mancare la qualificazione in Champions. Basti pensare che ancora oggi Del Piero, che nel 2006 era una riserva, è il migliore degli attaccanti a disposizione dell’allenatore.
L’impressione è che, nonostante l’azione di profondo rinnovamento attuata dal Presidente Agnelli, manchi ancora nei quadri dirigenziali un esperto di calcio in senso stretto. A mio parere il Dott. Marotta sarebbe più adatto a ricoprire il ruolo di Amministratore Delegato (se Blanc lo lasciasse libero), per cui sarebbe da reclutare sul mercato un Direttore Sportivo esperto, che si occupi di gestire la squadra. Così come mi sembra che questa società manchi di sufficiente "standing" nelle relazioni internazionali, ruolo per il quale ritenevo perfetto Roberto Bettega, e a cui si è rinunciato probabilmente troppo in fretta. E’ necessario inoltre mettere mano alla riorganizzazione dell’Area Marketing, uno dei grandi problemi della gestione post-2006.
Sul fronte giudiziario ho appreso con grande soddisfazione il deposito della dichiarazione di remissione della querela contro ignoti presentata nel gennaio 2007. Tale atto, doveroso, consente di chiudere definitivamente una pagina vergognosa per il nostro sodalizio. Quella del sospetto verso amministratori che, piaccia o non piaccia, hanno fatto la storia sportiva ed economica della società Juventus.
La tenacità con la quale l’ex Direttore Generale Luciano Moggi si sta difendendo nel corso del Processo penale a Napoli ha fatto emergere, a partire dalla primavera 2010, nuove intercettazioni riferite al campionato 2004-2005 che coinvolgono tutte le squadre in competizione, e il cui tenore è del tutto paragonabile, se non peggio, a quelle addebitate ai nostri ex amministratori, che hanno determinato le sanzioni del 2006, e di conseguenza il grave danno sportivo e patrimoniale subito dal nostro club.
E’ ormai evidente, la vicenda Calciopoli è ben lontana dall’essere sepolta, come qualcuno sperava. La fretta con cui la Juventus nel 2006 ha appoggiato la testa sul ceppo, accettando sanzioni e patteggiamenti di ogni genere, ancora non è stata digerita, e il prosieguo della digestione si preannuncia molto difficile, soprattutto per le notizie che ogni settimana arrivano dall’aula 216 del Tribunale di Napoli.
Le azioni avviate dal nuovo presidente Agnelli hanno interrotto un letargo di oltre quattro anni e cominciato un nuovo percorso nei confronti della Federcalcio, che dovrebbe svolgersi in tre atti. Il primo atto è stato la richiesta di revoca dello scudetto di cartone assegnato all’Inter; il secondo l’avvio di una indagine per chiarire se altri club dovevano essere giudicati e sanzionati sulla base dei criteri che hanno determinato le nostre sanzioni. Il terzo atto sarà l’eventuale richiesta di revisione del processo sportivo ex art. 39 CGS. Ma per quest’ultimo bisognerà probabilmente attendere l’esito del procedimento in corso a Napoli.
Ma tutto ciò non basta, Presidente. Dobbiamo prestare la massima attenzione a quanto accadrà a Napoli nelle prossime settimane anche per un altro importante motivo. Ricordo agli azionisti che la Corte di Cassazione ha ammesso alcune parti civili a presentare domanda di risarcimento anche nei confronti della Juventus.
Questo significa che, se il processo dovesse malauguratamente determinare le condanne degli ex amministratori, potremmo essere costretti a pagare cifre dell’ordine di diverse decine di milioni di euro, per le quali, tra l’altro, non mi pare che al momento sia stato accantonato un fondo rischi.
Sarebbe opportuno, quindi, un cambiamento dell’atteggiamento processuale, finora improntato alla assoluta passività, o addirittura l’avvicendamento del legale che attualmente ha ricevuto il mandato. L’impressione che si ha, seguendo le udienze, è che l’avvocato Vitiello, quando non delega il sostituto processuale, sia poco efficace e conosca poco la documentazione relativa al Processo. Dopo un silenzio durato diversi mesi, durante l’ultima udienza ha fatto uno dei suoi rarissimi interventi, con esiti imbarazzanti. Dapprima ha citato cifre inesatte sugli investimenti effettuati dalla società e poi, addirittura, ha dimostrato di non conoscere il nome di alcuni tesserati della Juventus all’epoca dei fatti.
Un altro fronte che ci riguarda direttamente è il Processo Telecom in corso a Milano. E’ ormai acclarato che la nostra società ed alcuni suoi ex amministratori sono stati nel recente passato vittime di dossieraggi e pedinamenti illegali. Altri esponenti del mondo sportivo ne sono stati vittime e si sono costituiti parti civile, denunciando l’accaduto e inoltrando pesanti richieste di risarcimento. Perchè la Juventus fa finta di nulla? Avevo posto questa domanda più volte al presidente Cobolli, senza mai ottenere risposte. La questione però è sempre attuale in quanto, il 28 maggio scorso, il GUP di Milano Panasiti ha ribadito nella sua ordinanza che i vertici di Telecom Italia, Tronchetti Provera e Carlo Buora, non possono ritenersi estranei all’attività di spionaggio. Ora il caso vuole che i suddetti fossero all’epoca anche nel Consiglio di amministrazione dell’Inter. Quindi, il giudice Panasiti ci dice che Tronchetti e Buora avrebbero conosciuto le attività spionistiche della security Telecom. Peccato che la giustizia sportiva abbia, invece, inspiegabilmente archiviato adducendo la motivazione opposta. Evidentemente basta indossare una casacca nerazzurra per ripulirsi. A scanso di equivoci, nel dubbio, io tenderei a fidarmi dei giudici del Tribunale di Stato e, quindi, chiedo per l’ennesima volta alla società di costituirsi parte civile nei confronti di questi personaggi.
Per quanto attiene al discorso Comunicazione e Mass-Media anche qui ho notato notevoli miglioramenti. Ma ancora molto rimane da fare. Devo ringraziare il Dott. Albanese per la sua disponibilità nonostante questi mesi siano stati molto convulsi.
Voglio fargli i complimenti per l’approccio avuto soprattutto nei riguardi del mondo dell’informazione su Internet, uno dei punti dolenti fino a pochi mesi fa. Qualcosa ancora da migliorare, a mio parere, rimane nel palinsensto del canale tematico, che inspiegabilmente continua ad ignorare le vicende relative a Calciopoli, che hanno fatto, invece, la fortuna di alcun emittenti private le quali registrano altissimi indici di ascolto quando si parla dell’argomento, segno che la gente ha voglia di capire ed essere informata. Per quanto riguarda i contenuti potete eventualmente rivolgervi al sito Ju29ro.Com di cui con grandissimo orgoglio sono responsabile delle relazioni esterne, noi saremmo onorati di fornirveli gratuitamente.
All’inizio avevo accennato alla questione dei piccoli azionisti. Come qualcuno ricorderà la scorsa Assemblea avevo annunciato la costituzione di un comitato allo scopo di presentare una lista per il CdA ai sensi dell’art. 13 dello Statuto. Nel frattempo qualche altro azionista ha fondato una Associazione di Piccoli Azionisti, che è evidentemente un qualcosa di profondamente diverso da un Comitato, non fosse altro per tutti gli obblighi che una Associazione prevede. In realtà la mia idea di Comitato, come ho spiegato al Presidente recentemente, è semplicemente un percorso di valorizzazione dello status di azionista, finora a mio parere assolutamente trascurato dalla società.
Insieme al Dott. Salvadori abbiamo perciò fatto una serie di proposte ed evidenziato alcune aree di miglioramento nel rapporto tra società e piccoli azionisti che auspichiamo possano essere prese in considerazione in un prossimo futuro. Un percorso di fidelizzazione che ha come ultima possibile tappa la costituzione di un patto ai sensi del Capo II° del Regolamento Consob. Su questa iniziativa spero di potervi aggiornare presto anche attraverso un Sito che possa raccogliere tutte le informazioni.
Per quanto riguarda il bilancio che andiamo ad approvare vorrei alcuni chiarimenti dal Dott. Bergero relativamente ad alcuni punti specifici:
- Al punto 17 delle note illustrative, vengono evidenziati 686 mila euro di crediti scaduti da oltre 120 giorni e il relativo fondo svalutazione. Chi è che non ci sta pagando e perchè?
- Al punto 26 delle note illustrative, Altre passività non correnti e correnti, è evidenziata la voce anticipi da clienti. Tra questi si fa riferimento alla cessione a titolo definitivo del diritto pluriennale di un calciatore per 3,9 mln. Potrebbe spiegarmi di chi si tratta e perchè è in questa voce?
- Al punto 28 delle note illustrative, Debiti Commerciali, è registrato un debito di 505 mila euro verso lo studio Grande Stevens. A quale procedimento è legato questa parcella?
- Al punto 35 delle note illustrative, Servizi Esterni, vengono evidenziate circa 2,5 milioni di euro di generiche consulenze. Atteso che quelle più comuni sono tutte riportate sotto altre voci potrebbe spiegarmi a chi sono state pagate e per che tipo di attività?
- Al punto 36 delle note illustrative, i costi del personale tesserato, ci sono circa 2 milioni di euro per collaboratori a progetto. Potrebbe spiegarmi meglio la natura di questa voce?
Per quanto riguarda il punto due all’ordine del giorno mi riservo di intervenire successivamente quando l’assemblea sarà interpellata per la discussione.
L’ultima annotazione devo farla su un argomento che sembra stare a cuore a molti tifosi e azionisti. Mi riferisco alla assegnazione di una delle 50 stelle che verranno intitolate nel nuovo stadio ai campioni della storia juventina. Una di queste è stata assegnata a Boniek, una persona che, dopo la sua permanenza a Torino, ha dimostrato di non aver capito cosa significa aver indossato questa maglia e aver giocato per questi colori. Per questo motivo chiedo che venga valutata la possibilità di assegnare ad Andrea Fortunato la stella prevista per il polacco ingrato. Sarebbe il modo giusto di ricordare un campione destinato a un luminoso futuro ma che il destino ci ha portato via prematuramente.
Grazie per l’attenzione.
Secondo intervento dell’azionista Salvatore Cozzolino sul secondo punto all’ordine del giorno.
In relazione al secondo punto all’ordine del giorno io vorrei cominciare col fare ancora una volta i complimenti al Presidente per l’incisiva opera di rinnovamento e di riorganizzazione che sta attuando a livello dei quadri societari e dell’area sportiva.
Vorrei però evidenziare che le principali responsabilità per la fallimentare gestione degli ultimi quattro anni sono da addebitare certamente alla inefficacia dell’azione del Consiglio di Amministrazione e alla macchinosità del processo decisionale in merito soprattutto alla parte sportiva. Questa lacuna mi pare sia stata parzialmente colmata dopo l’arrivo del Presidente Agnelli e l’insediamento del Direttore Generale Marotta che mi pare si muovano con poteri più ampi e con più velocità.
E’ necessario però che l’opera di rinnovamento venga proseguita anche verso gli organi esecutivi e non solo attraverso l’estensione del numero di consiglieri da 7 a 11.
Data la situazione sarebbe stato a mio parere più opportuno che in primavera il Consiglio di Amministrazione si fosse dimesso tutto insieme, permettendo all’azionista di maggioranza di nominare immediatamente un nuovo Consiglio composto da 11 elementi tutti nuovi.
Tra l’altro, come ribadito nella scorsa Assemblea, ritengo che continuino a non sussistere i requisiti di indipendenza in capo ai consiglieri Montanaro e Venesio.
Nella Relazione Annuale sulla Corporate Governance, infatti, al paragrafo 4.5 comma f) si legge che gli amministratori indipendenti devono “non avere, né avere avuto nell’esercizio precedente, sia direttamente che indirettamente (ad esempio attraverso società controllate o delle quali sia esponente di rilievo, ovvero in qualità di partner di uno studio professionale o di una società di consulenza), una significativa relazione commerciale, finanziaria o professionale con la Società, una sua controllata o con alcuno dei relativi esponenti di rilievo”. Il consigliere Montanaro risulta essere tra i professionisti a cui la società si rivolge per avere supporto legale, mentre il consigliere Venesio risulta essere esponente di rilievo di un Istituto di Credito con il quale la Juventus ha importanti relazioni commerciali.
Detto questo voglio porgere il mio personale benvenuto a Pavel Nedved, ringraziandolo ancora per tutte le emozioni che ci ha regalato sul campo.
Grazie per l’attenzione.
Assemblea Juventus 2010. L'intervento preparato da Cozzolino
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