Signor Presidente, Signori Consiglieri,

è da più di un anno ormai che mi sembra di vivere una puntata senza fine di “Scherzi a parte”.
Non mi ero particolarmente preoccupato all’epoca della pubblicazione delle prime intercettazioni sui giornali di famiglia (Gazzetta, La Stampa e Corriere) perché ero sicuro che la Triade avrebbe difeso la Juve e noi tifosi con la grinta e la passione di sempre. Ma era tutto uno scherzo e nel giro di pochi giorni Moggi, Giraudo e Bettega sono stati cacciati dalla Juventus.
Mi era stata comunque promessa la nomina di un nuovo consiglio, composto da persone preparate in ambito calcistico. Ma anche questo era uno scherzo e mi è stato rifilato un ex dirigente di grandi magazzini, un esperto di tennis e corse automobilistiche (che all’epoca parlava anche un italiano molto incerto), un allenatore di pallavolo.
Mi aspettavo, come da indicazioni dell’Ing. John Elkann, un grande juventino del passato come Presidente o quanto meno come amministratore. Ma anche questo era uno scherzo e mi è stato rifilato Marco Tardelli.
Mi aspettavo comunque che la società si difendesse “con la massima determinazione senza guardare in faccia nessuno”, come da dichiarazione bellicosa del Dott. Gabetti. Ma anche questo era uno scherzo ed il medesimo giorno, circa sette ore dopo, mi è stata rifilata la “pena congrua” dell’Avvocato Zaccone.
Mi aspettavo che la società difendesse le proprie ragioni di fronte al TAR, come mi era sembrato di capire leggendo il “molto motivato” ricorso presentato il 21 agosto “per la doverosa tutela dei propri azionisti, dei terzi portatori di interessi e dei propri tifosi”. Ma anche questo era uno scherzo e dieci giorni dopo mi è stato rifilato il ritiro del ricorso al TAR perché “non sarebbe mai stato accolto” e “non volevamo creare altri problemi al calcio italiano”.

Tralascio per brevità una serie infinita di altri scherzi (il ricorso al TAS mai presentato, la svendita dei calciatori a processi in corso, il rafforzamento di una delle rivali di sempre, la cessione inspiegabile di Mutu, l’acquisto di Boumsong) e vengo ai giorni nostri. Anzi, vale la pena dedicare qualche riflessione sullo scherzo Mutu. Perché è stato deciso di cedere un fuoriclasse del genere? Chi ha deciso di cedere Mutu? Perché è stato ceduto ad un prezzo francamente ridicolo?
Mi aspettavo che più della metà dell’aumento di capitale venisse investita nel calciomercato come da indicazioni dell’amministratore delegato. Ma anche questo era uno scherzo e mi sono ritrovato con una società che ha almeno 40 milioni di euro sui conti correnti e ha investito 53 milioni in nuovi acquisti realizzando tuttavia cessioni per circa 25 milioni.
Mi era stato promesso l’acquisto di tre campioni scelti tra i migliori giocatori d’Europa. Ma anche questo era uno scherzo e mi sono stati rifilati un oggetto misterioso (Tiago), un giocatore già rotto (Andrade) e un argentino dalla scarsa personalità (Almiron), per un investimento complessivo di 32 milioni di euro. Mi era stato detto che pochi in Europa avrebbero fatto un mercato come il nostro. Ma anche questo era uno scherzo e l’investimento netto della Juventus (circa 28 milioni di euro) è inferiore, tanto per fare un esempio, alla cifra spesa dal Real Madrid per l’acquisto di un solo giocatore (il difensore Pepe).
Mi era stato promesso un importante rafforzamento della squadra. Ma anche questo era uno scherzo e mi ritrovo con una formazione titolare che è composta per 9 o 10 undicesimi da giocatori ereditati dalla precedente gestione.

Eppure questo era proprio l’anno in cui andava fatto uno sforzo in più, in modo da poter sfruttare adeguatamente lo spirito di rivalsa e la rabbia della vecchia guardia. Con qualche intervento in più sul mercato e con qualche scelta illogica in meno si poteva costruire una squadra decisamente più forte ed in grado davvero di competere per lo scudetto.
Perché questo è l’anno in cui la Juve deve (o meglio, avrebbe dovuto) vincere lo scudetto. Per far capire a tutti (anche all’Ing Elkann e ai suoi consiglieri) che noi, a differenza di altri, vinciamo senza rubare, vinciamo senza INTERcettare, vinciamo senza ricettare e falsificare documenti, vinciamo senza contabilità creativa su marchi e giocatori.
Il ritorno (d’immagine e non solo) sarebbe stato notevole a avrebbe certamente ripagato il maggior investimento iniziale.

Si pensi all’immagine della Juve neopromossa che vince al primo colpo; si pensi all’immagine della Juve, cacciata in Serie B con il marchio dell'infamia, che vince senza Moggi e Giraudo, dimostrando con i fatti che le sentenze di Calciopoli non sono state altro che una ignobile farsa.
Si pensi ai maggiori introiti da sponsorizzazioni, diritti televisivi, cachet per le amichevoli.
Si pensi al ritrovato appeal della società in sede di calciomercato.

Questo è un ragionamento tuttavia che avrebbe potuto fare solo un management preparato con alle spalle un azionista di riferimento con la passione di Gianni e Umberto Agnelli. Attualmente mancano entrambi i requisiti. Manca un management preparato e, soprattutto, che ne capisca di calcio. Non si intravede neppure un briciolo di passione bianconera nell’Ing. John Elkann.

Comunque, non c’è da stupirsi della politica di basso cabotaggio e senza respiro strategico che avete adottato. Tra l’altro, avete scritto Voi stessi in bilancio “che in Juventus non ci sono dirigenti con responsabilità strategiche”.
Non c’è da stupirsi che abbiate utilizzato l'aumento di capitale per cancellare l’indebitamento, lasciando inutilizzati sui conti correnti ben 40 milioni di euro (cosa pensate di farne? pronti contro termine? conto arancio?).
Non c’è da stupirsi che abbiate finanziato la campagna acquisti di quest'anno con il cash flow derivante dalle liquidazioni dell’estate 2006.
Non c’è da stupirsi che abbiate ceduto diversi giocatori con un valore di carico residuo prossimo allo zero, realizzando quindi nel 2006/2007 e nel 2007/2008 plusvalenze per circa 55,8 milioni.
Non c’è da stupirsi che il presidente e l'amministratore delegato abbiano diritto, in caso di risoluzione anticipata del rapporto, ad un’indennità forfetaria di importo pari, rispettivamente, all’ultimo emolumento annuo e a 3 milioni di euro. Non c’è da stupirsi che FIAT SPA abbia il diritto di recedere dal contratto di sponsorizzazione nel caso in cui si verificasse un cambio di controllo della società.

Non c’è da stupirsi. C’è solo da porsi una domanda molto semplice. Tra quanto tempo sarà formalizzata la cessione della Juventus? Mi auguro, ovviamente, il prima possibile.

Vengo ora all’analisi del bilancio.
Apprezzo che nella sezione “Profilo Storico e Palmares” si dica esplicitamente che “la recente storia sportiva della Juventus è legata all’attività svolta durante la presidenza di Vittorio Caissotti di Chiusano … e Franzo Grande Stevens … e sotto la gestione di Antonio Giraudo, Luciano Moggi e Roberto Bettega” e che si ricordi come la squadra abbia conquistato in quel periodo 7 scudetti. Mi sembra un grosso passo avanti rispetto al precedente bilancio, dove la vecchia dirigenza veniva vergognosamente rimossa dalla storia della Juventus (ed il numero degli scudetti, altrettanto vergognosamente e anche un po’ inspiegabilmente, si riduceva a 6).
Mi chiedo tuttavia come mai il Palmares nel nostro sito internet riporti solo 27 scudetti.
Non era stato Lei Signor Presidente a correggere il giornalista Antonio Barillà, che nell’intervistarla lo scorso luglio si era lasciato scappare l’infelice espressione “27 scudetti”? Sono andato a rileggermi l’intervista e la Sua replica non lascia davvero spazio a diverse interpretazioni. “Ventinove, prego. Sul campo ne abbiamo vinti ventinove”.
Se “sul campo ne abbiamo vinti ventinove”, come mai sul sito ce ne sono solo ventisette?
Probabilmente ce ne sono solo 27 per non contraddire l’Ingegner John Elkann, che in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, sempre nel mese di luglio, ha attaccato pesantemente la vecchia gestione dichiarando che “le penalità che la Juve ha subito non le ha avute per niente, c’erano stati comportamenti giudicati inaccettabili e come tali sono stati puniti dalle autorità sportive. La differenza con il Milan si spiega semplicemente con il fatto che per i rossoneri la responsabilità di quei comportamenti è ricaduta su consulenti esterni”.
Neanche Paolo Ziliani, Candido Cannavò o Massimo Moratti avrebbe saputo dire di meglio.

E allora è meglio che ci mettiamo il cuore in pace. Per il nostro azionista di riferimento, la Juve “umbertiana” era amministrata da dei loschi figuri che si sono macchiati di “comportamenti riprovevoli” e che rappresentano “un capitolo triste nella storia della Juventus” (per citare due altre “felici” espressioni dell’Ing Elkann). Per John Elkann gli scudetti certamente non sono 29. Forse sono 27. Molto più probabilmente sono 22. O forse, più semplicemente, all’Ing. Elkann non interessa minimamente il numero di scudetti conquistati dalla Juventus.
Nella medesima intervista al Corriere, l’Ingegner Elkann si è occupato anche di plusvalenze. Eravamo – è bene ricordarlo - nel bel mezzo della plusvalenzopoli di Inter e Milan. Mentre le due squadre ambrosiane erano nell’occhio del ciclone per la vicenda delle plusvalenze gonfiate sugli scambi incrociati di giocatori, John Elkann ha assestato un altro duro colpo alla Triade e alla Juventus. “Le spese di Moggi e Giraudo erano insostenibili, avevano supplito con le plusvalenze ma non si poteva continuare così”. Bisognerebbe forse spiegare all’Ing. Elkann la differenza tra una “plusvalenza alla Zidane” ed una plusvalenza alla “Simone Brunelli” secondo il rito ambrosiano.
Mi sembra quindi assolutamente appropriato che la storia della Juventus riportata sul sito internet termini con queste parole: “il 27 maggio muore Umberto Agnelli. L'arrivo di Fabio Capello sulla panchina bianconera costituisce il capitolo finale dello straordinario binomio Umberto Agnelli - Juventus iniziato quando, a soli 22 anni, diventò il più giovane Presidente della storia della squadra bianconera”. Più precisamente, il 27 maggio 2004, con la morte del Dott. Umberto Agnelli, termina la storia di un grande amore. Quello tra la Juventus e la famiglia Agnelli.

Il bilancio contiene alcune interessanti, ma talvolta incomplete, indicazioni sui contratti di sponsorizzazione e sulla strategia commerciale della società. In settembre 2006 avete rinegoziato i contratti con Sky Italia, con una riduzione dei corrispettivi complessivi per l’esercizio 2006/2007 da 94,5 a 80,2 milioni di euro, per tenere conto della situazione venutasi a creare con la retrocessione della Società in Serie B. Il bilancio non indica tuttavia se la rinegoziazione abbia interessato anche gli esercizi successivi. Con il ritorno in Serie A della Juventus, qual è l’importo dei corrispettivi dovuti da Sky dall’esercizio 2007/2008 in avanti?
Anche il contratto con Nike è stato rinegoziato, con una riduzione dei corrispettivi di circa 4,5 milioni per il 2006/2007 e di ulteriori 4,5 milioni circa ripartiti nei successivi otto anni di contratto. Se ho ben compreso, quindi, a partire dall’esercizio 2007/2008 la riduzione del corrispettivo annuale dovrebbe essere di poco più di 560.000€ (con un incremento quindi di circa 4.000.000 rispetto alla somma concordata per il 2006/2007). E’ così?

L’8 maggio 2007 avete firmato l’accordo definitivo di sponsorizzazione con il Gruppo FIAT, che prevede un corrispettivo complessivo fisso pari a 33 milioni ed un corrispettivo variabile determinato in funzione del raggiungimento di predeterminati risultati sportivi nelle competizioni nazionali e internazionali. Quali sono questi traguardi predeterminati ed i relativi bonus? L’eventuale raggiungimento della Zona Champions – che dopo un interessante dibattito sui concetti di sogno e di utopia – sembra sia l’obiettivo di quest’anno, farebbe scattare un corrispettivo variabile? Di che importo?

Il 14 marzo 2007, dopo una lunga e travagliata gestazione, è venuto alla luce il famoso piano di sviluppo a medio termine. Questo piano di sviluppo contempla, tra le altre cose, una nuova strategia commerciale che prevede l’identificazione di un gruppo ristretto e selezionato di partner nazionali e internazionali.
Questo circolo esclusivo e selezionato comprende tuttavia anche un partner dalla reputazione assolutamente discutibile: quel foglio rosa che si trova (per fortuna, sempre meno) sui banconi dei gelati dei bar.
Sul numero di luglio di Hurrà Juventus viene pubblicata un’intervista al Direttore della Gazzetta, l’intertriste Carlo Verdelli. Questo è il primo tassello della santa alleanza commerciale tra la Gazzetta e la Juventus. In quell’intervista Verdelli ha avuto la licenza di offendere i tifosi della Juventus definendoli “squadristi sobillatori”. Nessun dirigente della Juventus si è preso la briga di replicare al Dottor Verdelli, maestro di squadrismo dell’informazione. Non critico la scelta di intervistare il direttore della Gazzetta (anche se le domande del giornalista Simone Stenti sono state piuttosto all’acqua di rose). Ma ritengo inaccettabile, Signor Presidente, che Lei non abbia sentito il dovere di replicare alle indegne accuse di Verdelli. Fermo restando, comunque, che sono orgoglioso di essere stato definito “squadrista sobillatore” da Verdelli.

Quello che poteva sembrare un semplice incidente di percorso ha iniziato ad assumere una veste completamente diversa durante la prima partita di campionato, quando i tabelloni pubblicitari hanno ripetutamente mostrato il logo della Gazzetta dello Sport.
Pochi giorni dopo, navigando sul sito internet della società, ho in effetti trovato conferma ai miei sospetti. La sezione sponsor era stata aggiornata. La Gazzetta dello Sport faceva bella mostra di se tra i “commercial partner” della Juventus. Non mi sembra che quest’accordo sia mai stato portato a conoscenza degli azionisti con un comunicato ufficiale della società. E non se ne fa neppure cenno nel bilancio, tra i fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio.
Ma la storia dei rapporti commerciali tra la Juventus ed il foglio rosa non è finita qui.
Con un comunicato stampa del 5 ottobre, infatti, avete annunciato “l’accordo di partnership con il Gruppo Editoriale RCS in virtù del quale il quotidiano la Gazzetta dello Sport sarà media partner della società bianconera per tutta la stagione in corso. La testata giornalistica sportiva più gloriosa d’Italia incontra la società calcistica più blasonata, per dar vita ad una partnership che accompagnerà la squadra negli eventi più importanti della stagione”.
Sembrerebbe quindi che il foglio rosa sia commercial e media partner della Juventus. Ma anche di questo accordo non vi è alcun cenno nelle note al bilancio.
Un accordo commerciale tra una società di calcio ed un giornale che di calcio si occupa a tempo pieno e che quindi dovrebbe svolgere un ruolo di controllo è già di per se un obbrobrio a livello di principi.

Comunque, mi sembra davvero incredibile che la Juventus abbia deciso di concludere accordi commerciali proprio con il giornale che più di tutti si è distinto nella campagna di killeraggio mediatico contro la Juventus e che ancora oggi non perde occasione per sparare a zero contro di noi. Un caso davvero singolare di partnership…
Comunque sia, quali sono i termini dei rapporti commerciali tra la Juventus e la Gazzetta dello Sport? Quali iniziative comuni pensate di porre in essere? Pensate davvero che i tifosi della Juventus abbiano intenzione di aderire ad iniziative commerciali della Juventus realizzate in partnership con la Gazzetta? Pensate davvero che ai tifosi faccia piacere trovare sul proprio seggiolino allo stadio una copia omaggio del foglio rosa? A me sinceramente da veramente fastidio essere costretto tutte le volte a prendere in mano quel giornale per buttarlo via. Quali sono i corrispettivi dovuti alla Juventus in base a questi accordi? Qual è, in estrema sintesi, il prezzo a cui è stata svenduta, per l’ennesima volta, la nostra dignità?

La remunerazione dei componenti del consiglio di amministrazione è un altro aspetto su cui non mi sembra che il bilancio fornisca un’informativa adeguata. La tabella pubblicata a pagina 87 riporta l’importo dei bonus spettanti al presidente (225.000€) e all’amministratore delegato nonché direttore generale (375.000 euro più un milione che sarà erogato al termine del piano di sviluppo a medio termine). Mancano tuttavia alcune informazioni supplementari:
1. quali sono gli obiettivi cui sono legati i bonus?
2. il Presidente ha già conseguito il diritto al proprio bonus di 225.000 €?
3. il direttore generale ha già conseguito il diritto al proprio bonus di 350.000€?
4. il bonus di un milione di € riconosciuto all’amministratore delegato è già maturato e ne è solamente differita la corresponsione? oppure si tratta di un importo legato al raggiungimento di particolari obiettivi? si tratta inoltre di un importo “una tantum oppure in ciascun esercizio di permanenza in carica l’amministratore delegato potrebbe maturare il diritto a compensi variabile di natura ed importo analoghi?

Nella tabella a pagina 105 è riportata la riconciliazione del risultato netto dell’esercizio chiuso al 30 giugno 2006 determinato in base ai Principi Contabili italiani con il relativo risultato netto determinato in accordo agli IFRS adottati dall’Unione Europea. Le due voci più significative della tabella riguardano il contratto Oilinvest (che comporta una rettifica positiva di 12.600.000) ed il contratto Reti Televisive Italiane che comporta invece una rettifica negativa di 30.000.000. La natura di queste due rettifiche sembrerebbe essere identica, perché in entrambi i casi si tratta di un differimento al futuro, in base ai principi IFRS, di ricavi contabilizzati in passato e derivanti dalla cessione di diritti d’opzione. Mi chiedo tuttavia come mai in un caso (Reti Televisive Italiane) la rettifica sia di segno negativo e nell’altro caso (Oilinvest) la rettifica sia di segno positivo.

Leggendo la tabella a pagina 103, mi sembra che il famoso fondo rischi di 12.600.000 contabilizzato nel bilancio al 30 giugno 2006 sia stato stornato in sede di prima applicazione degli IFRS. Vi chiedo comunque di spiegare più in dettaglio le motivazioni di queste rettifiche, gli effetti contabili complessivi sull’esercizio in corso e gli eventuali effetti contabili sugli esercizi futuri.

Termino il mio intervento, Signor Presidente, ricollegandomi a quanto da Lei dichiarato il giorno del rinnovo del contratto ad Alessandro Del Piero: “Ora dovremo ulteriormente dimostrare che siamo capaci di fare bene, rispettando gli obiettivi che ci siamo posti, centrando perlomeno il quarto posto in campionato. A quel punto credo che un po' di fiducia ce la saremo meritata”. La fiducia non si conquista tanto con il raggiungimento di uno stiracchiato quarto posto in campionato, quanto piuttosto difendendo giorno per giorno la Juventus ed i suoi tifosi dagli attacchi che continuano ad arrivare da più parti. Non l’avete fatto l’anno scorso all’epoca di Farsopoli. Continuate a non farlo quest’anno. Anzi, stipulate accordi commerciali con chi, più di ogni altro, ha contribuito ad infangare il nome della Juventus.

Ci sono invece diversi gruppi ed associazioni di tifosi ed azionisti che continuano a lottare in difesa di un sogno chiamato JUVENTUS.
Immagino, Signor Presidente, che Lei sia a conoscenza delle iniziative legali portate avanti dall’associazione GiùlemanidallaJuve, presieduta da Giuseppe Belviso. Le ricordo in particolare che il 22 maggio scorso, l'Avvocato Luc MISSON ha presentato, in nome e per conto dell'Associazione, ricorso innanzi alla Corte Europea sul Diritto alla Concorrenza al fine di ottenere l’annullamento delle decisioni assunte dalla FIGC a carico della Juventus.

Mi chiedo – e Le chiedo, Signor Presidente – se la Juventus SpA appoggi queste iniziative legali e se sia disposta a sostenere economicamente l’Associazione GiùlemanidallaJuve partecipando al Versamento Day che si svolgerà dal 29 ottobre al 5 novembre prossimi. Sul sito dell’Associazione ci sono tutte le informazioni necessarie.

Un altro gruppo di sostenitori bianconeri – denominato Ju29ro Team – ha lanciato la campagna “Questa FIGC non la finanzio”, invitando tutti i tifosi a manifestare il proprio civile dissenso contro una giustizia sportiva a due velocità rinunciando ad acquistare i prodotti delle aziende partner della FIGC.
Ecco, appoggiare e sostenere tutte queste iniziative potrebbe essere il modo più immediato per cercare di recuperare un minimo di fiducia da parte di tifosi ed azionisti.
Ho l’impressione, tuttavia, anche se spero davvero di sbagliarmi, che l’attivismo di certi tifosi sia visto come il fumo negli occhi dalle parti di Corso Galileo Ferraris e, soprattutto, dalle parti di Corso Matteotti.

Spero di non rimanere deluso, per l’ennesima volta, dalle Vostre risposte. Una cosa, tuttavia, me la deve concedere, Signor Presidente. Quando viene intervistato, non dica più che Moratti è “una gran brava persona”.

FORZA JUVE