Ringraziandolo per la gentilezza, pubblichiamo il dettagliato resoconto dell'amico Roccone.
Aggiunta nella nostra sezione Video una playlist con tutti i video della manifestazione.
Ha avuto luogo a Torino ieri, 30 ottobre alle 14.30, un convegno dalle caratteristiche di dibattito/spettacolo dal titolo "Calciopoli due anni dopo", presso la sala "Giolitti" di via Nino Costa 8.
Il sottoscritto vi ha partecipato.
Tale convegno si è svolto sotto il patrocinio e l'organizzazione della ANAJ (Associazione Nazionale Amici della Juventus), che ringraziamo per la cortesia, l'accoglienza e la disponibilità.
Ci siamo ritrovati intorno alle 13.30 e, dopo una veloce piadina, abbiamo raggiunto il punto del raduno e di lì a poco la sala.
Dopo un po' di attesa, dovuta a problemi di traffico che hanno rallentato l'arrivo di Giancarlo Padovan, il Prof. Paolo Bertinetti prendeva la parola (Video) per illustrare il tema del convegno: il processo di Calciopoli (Farsopoli per intenderci, perchè tale rimane) e "a che serve"? E' la domanda del Professore.
Serve a non dimenticare! Serve a ribadire che c'è ancora qualcuno che non accetta quella sentenza (vivaddio sono nel posto giusto!).
Quindi si è pensato di mettere in scena questo processo/dibattito in cui:
- L'Avv. Petrini, penalista affermato, difenderà le ragioni della pubblica accusa;
- Sironi e Pasta, autori di una pubblicazione sull'argomento, difenderanno le ragioni della iniquità di tale processo;
- Padovan, come presidente, Moncalvo e l'avv. Zancan, come giurati, saranno il collegio giudicante.
Prima di iniziare il dibattito vero e proprio, Bertinetti tiene a sottolineare che a suo avviso è molto interessante l'ultima dichiarazione del pm Narducci, "Non è vero che con i designatori parlavano anche i presidenti Moratti, Sensi o Campedelli", e si domanda "perchè il presidente della Juventus non è stato mai intercettato"? Lascia quindi la parola al presidente della giuria Giancarlo Padovan.
L'intervento di Giancarlo Padovan (Video), personalmente, lo reputo il più interessante di tutti, in special modo perché ho notato in lui una netta virata rispetto ad alcune posizioni della prima ora; erano timide, mentre oggi sono molto più decise e nette!
Inizia illustrando il suo ruolo nel presente convegno e ringrazia tenendo a sottolineare che a lui, in questo preciso momento storico, non stanno simpatici né i tribunali sportivi né quelli ordinari, perché in nessuno dei due casi si amministra bene la giustizia!
Per accreditarsi come "imparziale", entra nel merito della sua attuale situazione professionale e sottolinea che dal 9 gennaio 2008 non è più direttore di Tuttosport e che, nonostante un preaccordo da editorialista per la stessa testata, ha rinunciato unilateralmente in quanto ritiene di non avere più nulla a che spartire con l'attuale linea "politico sportiva" di tale giornale.
Ripercorre la sua avventura di direttore, ricordando i momenti dell'estate 2006.
Indica Tuttosport come una testata regionale ma a diffusione nazionale, grazie alla uniformemente diffusa tifoseria Juventina ed in parte granata. Forse vuol dire all'attuale direttore ex-rosa che il giornale sportivo di Torino non necessariamente deve rivolgersi ad Inter e Milan, come da primo "fondo" del De Paola. Do you remember?
Definisce la giustizia sportiva una giustizia meno solenne, domestica (per me, nel caso specifico, in salsa "rosa").
Si era fatto l'idea, e oggi ne è sempre più consapevole, che calciopoli fosse una vicenda nata nella Juventus, gestita dalla Proprietà della Juventus, dall'Establishment! (testuale). Applausi della sala per Padovan. "Mi sembra che questa convinzione sia ormai quella di tutti", ripete. Ancora applausi.
Secondo lui il fine era di "sputtanare" (testuale) la Triade, ma ad un certo punto qualcosa è andato oltre le intenzioni.
L'esplosione mediatica è una conferma, nei tempi e nelle scadenze "sapienti", e alimentata non da giornali a caso ma da quelli, in primis, del gruppo RCS. (quelli della "famigghia").
E come viene gestita questa deriva dall'azionista di maggioranza? Tanto meglio, tanto peggio o viceversa.
Passa quindi ad una esilarante imitazione del siparietto tra Zaccone e Ruperto.
"Avvocato, secondo lei cosa merita la Juve?"
"Serie B con penalizzazione!"
Quindi questo avvocato ha vinto la causa! Risate e applausi.
Ma dove siamo? Qui sotto sotto c'è un accordo tra giudice e imputato!
Ancora applausi.
Quindi la proprietà, che ha molti più interessi, si è detta tanto meglio, tanto peggio, vediamo come risponde il marketing!
Inaspettatatamente i tifosi si sono appassionati di più! Strano no?
Conclude con una riflessione un po' cerchiobottista dicendo che la dirigenza attuale, secondo lui, rispetto a due anni fa è migliorata.
Il fatto che sulla pubblicazione del bilancio 2007/08 non ci sia più scritto 27, ma 29 scudetti meno due revocati, sarebbe un passo avanti (pura ipocrisia, invece secondo me).
Ma, soprattutto, oggi i manager non comandano più, ma rispondono all'azionista di maggioranza che (purtroppo per gli Juventini) non si chiama più Agnelli ma Elkann!
Tocca all'Avv. Carlo Petrini che interpreta il ruolo dell'accusa (Video1, Video2).
Vediamo perchè, secondo Lui (lo scrivo maiuscolo perchè gli è toccato il ruolo più ingrato della giornata; la nostra Trilly lo ha guardato in cagnesco per tutto il tempo!), la Juventus andava condannata.
Dice che qui abbiamo già una sentenza definitiva (fino ad oggi e pre-GLMDJ European Tour), quindi più che una accusa vera e propria farà una difesa della sentenza, con cinque considerazioni generali e giuridiche.
Il condizionamento esterno e la nomina dei giudici sono le prime due.
Sono due delle ragioni di critica, l'esagerata pressione mediatica sui giudici e la loro nomina da parte di un Commissario, non propriamente superpartes in quanto già sinergico al mondo del calcio ed in particolare all'Inter (parla di quell'"onesto" ratto di Guido Rossi)
E' possibile (noi diciamo che è CERTO), dice, che ci sia stato un tam tam mediatico esagerato, ma capita in tutti i processi oggi. Basta guardare Cogne.
La giustezza o meno di una sentenza deve essere valutata a prescindere dal battage mediatico.
Nella nomina dei giudici, influenzata dalla fretta, sono comunque stati nominati due giudici di grande rilievo giuridico, Borrelli e Ruperto. Sono da valutare comunque sotto il profilo sostanziale (eh?).
Altra ragione di critica è stata quella della disparità di trattamento delle altre squadre coinvolte.
Perchè l'impianto della sentenza va letto come peso della Juventus all'interno del "sistema" e poi anche le altre hanno avuto condanne più lievi per quanto affermato prima (ciapa lì).
Certo che ci sono delle situazioni sulle quali non si è mai indagato, ma è fisiologico. Ci sono delle statistiche che dimostrano che solo il 2% dei furti viene individuato e punito, ma i condannati non possono per questo sentirsi vittima del sistema, sono stati condannati perchè avevano commesso un furto (sì, ma la Juve non ha commesso niente; vuoi vedere che l'avvocato si è immedesimato troppo nella parte e comincia a prenderci gusto? Comincio a guardarlo come lo guarda Trilly). Quindi questa non è una ragione per dire che questa non è una buona sentenza.
Altro aspetto, il problema degli arbitri. Molti dicono "siccome nessun arbitro è stato condannato allora non c'è corruzione", ma è sbagliato per due ragioni:
1) Bergamo si è dimesso prima del giudizio sportivo e capita spesso, anche nella Magistratura, che un giudice si dimetta prima del procedimento disciplinare davanti al CSM (ci sono casi anche clamorosi) ed il procedimento si interrompe immediatamente. Questo vuol dire, quindi, che non tutti i soggetti potenzialmente corruttibili sono stati giudicati.
2) La fattispecie di condanna della Juventus parla di "atti diretti a...".
Non è indispensabile la riuscita di tali atti, ma è sufficiente che se ne provi l'avvenuto tentativo.
Quindi, se l'arbitro X ha ammonito e provocato la squalifica di Nastase, anche se il suo sostituto gioca benissimo e fa vincere la partita, il punto è che si è consumato comunque un illecito.
"A consumazione anticipata" significa che se sparo a Napolitano e lo manco, prendo l'ergastolo lo stesso perché, anche se non ho ucciso nessuno, ho commesso un reato (da giovane ho commesso molti reati a consumazione anticipata, lo confesso, tutti a sfondo sessuale; per anni ho mancato il bersaglio perché non voleva saperne... l'importante è che adesso lo so).
L'illecito strutturato. Che vuol dire? (a saperlo! Sono due anni che me lo chiedo... spero di non aver commesso anche questo).
Tanti pezzi di uno stesso reato diventano edificio di un impianto accusatorio strutturale (non ci siamo, avvocato).
Se devo dire, su questo punto nel dispositivo della sentenza, la motivazione è carente... anzi, più che carente, non c'è. Risate come se piovesse.
Non c'è. Risate.
Fa un esempio: in un negozio del Sud Italia, un signore entra, il titolare gli consegna 500 euro, e così per giorni e giorni. Questo è un reato di estorsione continuata. Non c'è violenza, non c'è niente, ma dalla ricostruzione della somma degli eventi si arriva alla strutturazione del reato (non sembra convinto neanche lui!).
Ci sono state poi delle violazioni di carattere procedurale? I tempi per la difesa, le intercettazioni che la difesa non è riuscita a far ascoltare etc... tutte queste questioni sono state oggetto di un bellissimo ricorso al Tar che tendeva a portarle davanti alla giustizia amministrativa per avere una giustizia giurisdizionale e non "domestica". In questo ricorso al Tar c'era tutto, era perfetto.
Ma è colpa della sentenza sportiva se è stato ritirato? No.
Io è quella, la sentenza sportiva, che devo difendere! (GRANDE!) Applausi meritatissimi.
Obiezioni in sala, un rancorosissimo vecchietto sostiene che anche le altre squadre andavano sanzionate maggiormente (maddai...). Si discute tra vicini: Alex54 mi guarda con sbigottimento, Patty fulmina Padovan (non sopporta chi arriva in ritardo), Padovan lo capisce e riporta la calma "Ha appena spiegato l'avvocato Petrini che non è una argomentazione che attenua le responsabilità della Juventus..." Silenzio in aula... parola alla difesa.
Pasta & Sironi (Video1, Video2) iniziano ironizzando sul ruolo del Petrini, dicendo che ha fatto molta fatica, che a tratti sembrava Zaccone (sottintendendo che entrambi hanno interpretato una parte).
La giustizia sportiva è un po' il parente povero della giustizia ordinaria, però non può andare contro i principi costituzionali, e qui di violazioni ce ne sono a iosa, quindi, è una Farsa.
Se pensiamo che il calcio è anche un business, che muove centinaia di milioni di euro, con squadre quotate in borsa, con il ricorso al Tar, c'era la possibilità concreta che si interrompessero i campionati e, se si voleva veramente un rinnovamento, c'era la possibilità di esperire indagini vere e complete (devo dire che il ragionamento è risultato un po' contorto...).
Non è stato fatto e si è preferito la Farsa.
La cosa che salta subito agli occhi è che lo stesso collegio giudicante in capo alla sentenza di primo grado scrive "La CAF in ordine alla legittimità della costituzione di questo collegio giudicante osserva:
a) che esiste un provvedimento formale di nomina dei suoi componenti proveniente da un organo" (e che organo) "quale il commissario straordinario i cui presupposti di legittimità sfuggono al collegio di questo sindacato".
Quindi una vera e propria certificazione di illegittimità!!!!
Risate e poi parte la ola...
Altra oscenità è l'attuazione "di atti volti ad alterare la classifica senza aver alterato le partite e la classifica" (questa genialata è di Sandulli, me la ricordo bene, ahimé).
Quindi, commenta Sironi, è straordinario come si sia alterata la classifica senza alterare le partite che determinano la classifica.
La sentenza dice adirittura che le intercettazioni non sono state assunte come prove, perché non ammissibili dal punto di vista procedurale. Tali intercettazioni sono solo "circostanze storiche valutabili".
L'unica prova che le partite sono state alterate, secondo i giudici, è il fatto che la Juventus ha vinto lo scudetto! (geniale anche questa).
Pasta aggiunge che, nella sentenza della Caf, Ruperto scrive che Zaccone non voleva la B, ma essere trattato come gli altri (e questa è una bella prova di contiguità).
Rivela poi un aneddoto: prima della presentazione del libro, sono stati contattati da Andrea Agnelli che, sollecitato sugli argomenti del libro, non solo non ha contestato nulla, ma ha ringraziato per averlo scritto!
Scatta l'applauso e molti ma molti "OOOOOOOOOOOH". Per il resto il ricorso al Tar, paradossalmente non presentato, contiene tutto e...
La palla passa quindi al grande Gigi Moncalvo, in qualità di giurato (Video1, Video2), che si esibisce in un lungo ed esauriente intervento su quello che sarà l'argomento del suo prossimo libro: "Agnelli, la resa dei conti". Commenta con un laconico: "che verrà pubblicato a meno che la Royal family non lo blocchi".
Ci dà la sua ricostruzione dei fatti, già ampiamente sviscerata nella nota intervista allo staff di Ju29ro qualche mese addietro: Andrea Agnelli era sponsorizzato da Giraudo per diventare il futuro Presidente della Juventus, a capo di una società che era all'avanguardia sia tecnica che manageriale, costruita per vincere a lungo. In grado, quindi, di fargli acquisire una popolarità mediatica e un'autorevolezza all'interno della struttura familiare tali da oscurare altri. E questo né gli Elkann né Montezemolo né i tutor (Gabetti e Grande Stevens) potevano e volevano permetterlo. Pertanto è stato colpito Giraudo per eliminare dalla scena un concorrente che aveva un appeal pericoloso all'interno della famiglia. Da qui una successiva faida in cui Margherita ha aperto le ostilità contro i "non Agnelli". E proprio l'altro ieri ha ottenuto una vittoria fondamentale nella sua battaglia legale contro il commercialista svizzero Maron (che Gigi definisce "l'uomo della moltiplicazione e della sparizione dei capitali Fiat all'estero") e Donna Marella, residenti all'estero, contro i quali la Cassazione ha sentenziato che la sede naturale del processo sulla esatta individuazione della massa ereditaria di Giovanni Agnelli è Torino. Probabilmente intaccando delle certezze acquisite (e credo soprattutto annullando l'accordo divisionale precedente registrato fuori Italia: una bella mazzata per il trio).
Per lui non ci sono dubbi il processo: è Farsopoli (punto e basta!).
L'altro giurato, l'avv. Zancan (Video), si limita ad osservare due cose, a suo dire due abomini della procedura.
La prima è che il patteggiamento va fatto tra accusa e difesa, se si vuole patteggiare. Le due parti contrapposte sono quelle naturalmente. Mentre qui la Juventus ha patteggiato col giudice! Inaccettabile.
Seconda cosa: anche ai tempi della rivoluzione francese, ai tempi del "Terrore", Luigi XVI è stato prima arrestato, poi sono stati nominati i giudici e poi si è redatto il capo di accusa. In Farsopoli, invece, prima si è redatto il capo di accusa e poi si sono eletti i giudici. La cancellazione di questo principio elementare della civiltà giuridica lo ha indignato profondamente!
Come l'incredibile accanimento mediatico unilaterale, perché, a differenza del caso Cogne, esisteva un'unica tesi, quella antijuventina.
Fine del dibattimento, sentenzia il Prof. Bertinetti (che c'azzecca Lui? Vizio procedurale? Non vorrei che si impugnasse la sentenza!).
La corte si ritira per deliberare, nel frattempo viene dato spazio agli interventi del pubblico.
Il dibattito che si sviluppa in attesa della "sentenza" è, al solito, un po' fuori tema, ma ricco di spunti.
Si va dal rimbrotto de Il Martinello a Narducci, che non ricorda una intervista di Moratti, del 2007, da cui si evince che, anche se solamente per chiedergli consiglio sull'uso del bio-diesel, i designatori gli telefonavano, all'invito del prof. Porro, che non ha proprio il dono della sintesi, a riflettere sugli utili Fiat del 2007, ingenti, tanto ingenti da far pensare a scambi di merce (Juventus in B - Fiat in auge?). Dalle vicissitudini del grande Gambelli per aver "osato" ricevere una telefonata del "Direttore", alla strana equazione di Nicola, factotum moggiano, per il quale, siccome il Tar ha finora respinto tutti i ricorsi degli altri "condannati", la Juventus non avrebbe avuto speranze in quella sede (quindi, secondo questa elucubrazione che non ha nulla di matematico, siccome Tortora fu condannato in primo grado, nessuno deve più rivolgersi ai tribunali? Giustizia fai da te?).
Risultano vani i tentativi di Giorgio (theXFactor) di porre una domanda al solito Nicola, che "osa" contraddire Crazeology (d'altronde chi lavora per "Il sole" non può che pensare di essere al centro del Sistema Solare... o no?).
Rientra la corte ed emette quella che è la parte meno interessante dell'incontro: la conclusione a cui è arrivata (Video).
Si tratta di un capolavoro di moderazione, se non ho capito male.
Si augura, in nome dello sport, di non dover assistere mai più ad un processo così carente, unidirezionale, e censura in modo netto le sentenze farsopoliane!
Conclusioni, impressioni e critiche.
Questo convegno l'ho giudicato molto interessante dal punto di vista dell'idea, il dibattito e gli interventi sono stati qualitativamente buoni. Si voleva puntare sulla qualità, mi hanno detto gli amici dell'ANAJ, e l'autorevolezza degli intervenuti è indiscutibile.
Quindi, come misurare il successo o meno di questo evento? Arricchimento in termini di contenuti per gli intervenuti o numero dei partecipanti?
Ma perché ridurre al minimo la pubblicizzazione di una così interessante occasione? Perché organizzarlo il pomeriggio di un giorno lavorativo, quando l'affluenza, per forza di cose, non poteva essere che limitata? Certo sono intervenute almeno 4 troupes televisive (oltre Juve Channel, per poco, perchè poi si è defilata).
Però, al di là della indubbia qualità, bisogna avere "il coraggio" di puntare anche alla quantità.
Certo noi tutti, io per primo, godiamo quando vediamo uscire dalla voce di autorevoli e liberi pensatori un briciolo di verità, quasi non ci par vero, abituati come siamo alla censura ferrea ed alla menzogna più spietata sull'argomento, però (lo so, sono incontentabile), bisogna sapere osare, andar oltre.
Quella della preoccupazione (per l'impatto mediatico, per i provocatori, per il possibile flop, etc.), l'ho scritto spesso, è una scorciatoia che non porta che all'avvitarsi su se stessi, e le iniziative, fatalmente, ne risentono.
Bisogna seguire la strada dell'amore per la Juventus, che è il percorso più tortuoso e prodigo di asperità, a volte anche di umiliazioni, ma bisogna rischiare per andare oltre.
Noi dobbiamo capire che bisogna andare oltre, molto più lontano.