Le informative di aprile e novembre 2005 contengono alcuni capitoli costituiti da intercettazioni di scarso se non nullo valore investigativo. Il primo di essi, pomposamente intitolato «I tentacoli nell’apparato della sicurezza», tratta dei rapporti tra Moggi e le forze dell’ordine, in particolare Polizia, Guardia di Finanza e Digos. Il dg chiacchiera di tutto con tutti ed ottiene favori di piccola rilevanza (passaggi in macchina, velocizzazione di pratiche burocratiche) in cambio di biglietti per le partite e di gadget bianconeri: «Il rapporto solido e temporalmente datato, si sviluppa in una rete di assoluta connivenza corruttiva basata su scambi e favori di ogni genere. […] I poliziotti sono al totale servizio di Luciano Moggi per ogni tipo di esigenza privata.[…] Il personale della Digos di Roma viene sovente utilizzato per velocizzare gli spostamenti nelle vie consolari, dentro il centro storico transitando nelle aree a traffico limitato». Nulla, insomma, che non si sia già visto e sentito. Ma la domanda fondamentale è: perché ben 57 intercettazioni e ben 28 pagine? Che vantaggi ha potuto ottenere sul campo (e a Palazzo) la Juventus? Mistero irrisolto. Vi sono poi altri due inverosimili capitoletti che riempiono le pagine dell’informativa apparentemente senza alcuna ragione. Il primo porta il fuorviante titolo «La vicenda doping: la risposta del palazzo». Ci si aspetta di leggere scottanti novità sul processo cui è stata sottoposta la Juventus e invece si tratta solo di Moggi preoccupato perché un calciatore ha utilizzato una pomata curativa che potrebbe dare problemi all’antidoping. Il secondo verte su un’ardita congettura dei Carabinieri: Moggi, attraverso i suoi contatti con Geronzi, controllerebbe totalmente l’A.S. Roma. Vengono citati riassunti di telefonate che riguardano più che altro Alessandro Moggi e Franco Zavaglia (vedi Gea) i quali hanno sotto procura molti giocatori giallorossi. Non si capisce come la Juventus potesse controllare la Roma quando all’epoca il direttore sportivo capitolino era Franco Baldini, nemico giurato della Triade. La prova, secondo i Carabinieri risiederebbe nel presunto veto imposto da Moggi all’ingaggio di Zeman (il dg consiglia Spalletti) e nella richiesta di informazioni riguardo ad una possibile cessione di Amantino Mancini e Antonio Cassano. La realtà dei fatti dice che i due giocatori non sono mai arrivati alla Juventus e che la Roma ha fatto bene a prendere Spalletti.