In questa sezione cercheremo di analizzare, punto per punto, il cosiddetto “scandalo delle intercettazioni telefoniche” comunemente denominato “Calciopoli”. La quasi totalità degli organi di informazione ha parlato di necessaria opera di pulizia, di rinnovamento di un sistema traballante e marcio nelle fondamenta, contaminato dalla nefasta opera di un’unica persona, quel Luciano Moggi che è stato l’indiscusso protagonista della vicenda. Ma un gran numero di tifosi, juventini e non, ha gradualmente avuto percezione che qualcosa, in questo teorema, non filasse alla perfezione.
Molti hanno cominciato ad indagare, servendosi della rete (unico luogo dove trovare informazione non pilotata), ed esaminando gli atti ufficiali della vicenda: dalle tre informative dei Carabinieri di Roma ai deferimenti di Palazzi, dalla sentenza di Ruperto a quella di Sandulli. Il confronto di questi documenti con articoli di giornale, dichiarazioni dei personaggi coinvolti e il continuo susseguirsi di alcune circostanze quantomeno oscure nello svolgimento dei processi hanno definitivamente fatto emergere una verità diversa: Calciopoli non è stata una necessaria e doverosa rifondazione, quanto piuttosto un golpe in piena regola, una commedia frubescamente architettata oltre che un cambio di potere in seno ai vertici dirigenziali del calcio italiano. In questo senso si può parlare a ragione di “Farsopoli”. E vi spiegheremo perché.