Grazie al meritorio lavoro dei tuttosportiani Vaciago e Moretti, è venuta alla luce ieri una nuova intercettazione incredibilmente "sfuggita" agli inquirenti. Incredibilmente perché si tratta di una "grigliata" avvenuta ben due mesi prima di quella famigerata fra Moggi e Bergamo, quella che nell'estate 2006 venne considerata la prova regina delle malefatte juventine.
Qui il discorso è simile a quello che abbiamo fatto in passato per quella di Facchetti del "metti qualche... Collina" (fine novembre 2004): perché dopo una conversazione simile Auricchio non sente la necessità di allargare il campo degli intercettati a Meani? Ricordiamo che in aula a Napoli, in qualità di testimone, Auricchio disse che ogni volta che dalle intercettazioni emergeva un dirigente che parlava con i designatori, loro lo attenzionavano. Ora sappiamo che questa affermazione è stata già smentita dalle moltissime telefonate riportate a galla dai legali di Moggi dall'aprile 2010 in poi. Ma nel maggio del 2006, dopo la fuga di notizie, per i giornali solo Moggi compiva questi "misfatti", e su queste fragilissime ed erronee fondamenta venne costruito il castello di Farsopoli che la Juve pagò come sappiamo.
Ci eravamo chiesti in un precedente articolo della serie MilanPhone se era mai possibile che un "telefonatore" come Meani fosse stato fermo con il telefono fino a marzo e avesse dato lo spunto ad Auricchio, per essere intercettato, solo tra la fine di febbraio ed i primi di marzo: invece oggi scopriamo che un motivo valido per "attenzionarlo" Auricchio lo aveva dai primi di dicembre 2004.
Perché non chiede il permesso di intercettare anche Meani sin dal dicembre 2004?
Perché iniziano ad intercettarlo solo a marzo?
Ma questa telefonata non aggiunge solo nuovi interrogativi sulla genuinità delle indagini sulla "compagine moggiana". Anche la sentenza di primo grado a questo punto viene scalfita, almeno nel capo d'imputazione riguardante Juventus-Milan del 18 dicembre 2004, per la quale il collegio napoletano ha condannato per frode sportiva Moggi e Bertini. Nelle motivazioni (pagg 166 e seguenti) le condanne di Moggi e Bertini sono motivate in quanto reato di "pericolo" ed a supporto ci sono solo due telefonate di Moggi a Biscardi il giorno seguente la partita! Altro non c'è, se non i presunti contatti tramite sim svizzera, che peraltro nel caso di Fabiani non sono stati ritenuti sufficienti a condannare.
Sottolineiamo anche il passaggio in cui si sostiene che le risultanze processuali di segno contrario non inficiano queste prove...
Infine, questa intercettazione aggiunge sostanza ai ricorsi juventini sulla mancata parità di trattamento: altro che vincolo esclusivo tra Moggi e il settore arbitrale, qui assistiamo all'accordo tra milanisti e designatore per la griglia del sorteggio (non truccato) di Juventus-Milan del 18 dicembre 2004, con l’assenso di un non precisato superiore di Meani, facilmente intuibile. E la griglia che i designatori poi sceglieranno risulterà conforme ai desiderata rossoneri: Collina, Paparesta e Bertini (che arbitrerà) più il precluso Rosetti.
De Santis resterà in "riserva" perché "lui", il referente di Meani, ritiene che possa innervosire il Milan, almeno nelle partite con la Juve. Un aspetto che già era conosciuto, tramite un'altra telefonata avvenuta fra De Santis e Bergamo del gennaio 2005, nella quale tra le altre cose i due parlano di un veto di Galliani nei confronti dell'ex fischietto di Tivoli.
Di seguito vi proponiamo la trascrizione (grazie ancora a Tuttosport) e il link all'audio:
Bergamo: Leo?
Meani: Allora ho parlato. Vanno bene quei tre lì.
Bergamo: Quindi Collina, Paparesta e Bertini.
Meani: E Bertini, vanno bene quei tre lì. Anche lui (chi è lui? A chi si rapporta sempre Meani, l’ex dirigente arbitrale milanista? Ndr), anche lui dice no De Santis, è dell’idea che De Santis innervosisce la squadra. Come dici tu: De Santis va bene per tutte le partite, ma questa qui (è Juve-Milan, ndr)... Oh io ho mantenuto la promessa della borsa. Vediamo se tu mantieni la tua…
Bergamo: Io mi rendo disponibile… Noi saremmo lì dalle sei in poi
Meani: No, no io ti dico quello che c’è sulle fasce laterali…
Bergamo: Ti riferisci a Faverani (assistente tuttora in attività: ha diretto Lazio-Fiorentina, ndr)? Te lo rimetto in serie A domenica prossima.
Meani: No mi riferisco a Puglisi: fagli fare Milan-Fiorentina, ma dai!
Bergamo: Ieri sera ha fatto bene Bayer Leverkusen contro Dinamo Kiev con Collina.
Meani: Questo qui è bravissimo. E’ bravo come Ivaldi, Pisacreta, Griselli, come è bravo Copelli.
Bergamo: Come Mitro.
Meani: Come è bravo Mitro. Mitro se non fosse così brutto, è che sembra uno scaldabagno. E’ vero o no?
Bergamo: Uno scaldabagno con la testa, ma è bravissimo.
Meani: Mitro non sbaglia mai
Bergamo: Ora glielo dico: Meani dice che pari uno scaldabagno. (Ridono)
Meani: Uno scaldabagno con lo scudetto dell’Italia. Invece di esserci scritto Beretta c’ha lo scudetto dell’Italia davanti. Però è bravo ed è una brava persona e gli voglio bene. Ma è una persona splendida
Bergamo: E’ una persona splendida. E vedrai anche Niccolai è una persona perbene.
Meani: Mentre Mitro e Puglisi sono ipercollaudati, Niccolai ha ancora bisogno. Questi son pronti… Se riesci a mettermelo (Puglisi, ndr) dentro per Milan-Fiorentina mi fai un favore, è un anno e mezzo che non fa il Milan.
Bergamo: Ora non mi strappare la promessa certa per domenica, devo vedere se è in griglia, lui era anche impegnato. Vediamo dai.
Qui potete ascoltare l'audio della telefonata
MilanPhone/18 - La grigliata milanista non interessava
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