La domanda è del maestro, il Dr.Zoidberg: "Perchè intercettare Moggi anche nel 2006 e 2007"? Un altro anno di intercettazioni, ancora una vagonata di euro spesi ad inseguire una prova, indagini che nemmeno il più pericoloso dei boss mafiosi avrebbe "meritato". (Lo sfogo).
Per fare bella figura con il maestro, mi sono premurato di cercare una risposta.
Per fare bella figura con il maestro, mi sono premurato di cercare una risposta.
L'ho trovata. Di seguito scriverò quello che nessun giornale ha ancora scritto, qualcosa che punta un fascio di luce sulle basi dell'inchiesta dei Pm napoletani. Mi stupisco della disattenzione dei giornalisti, anzitutto perchè non si sono posti la domanda: perchè nuove intercettazioni?
E poi naturalmente mi stupisco perchè la risposta stava nella prima pagina dell'informativa dei Carabinieri, a pagina 1 (Le nuove intercettazioni), chiunque può trovarla senza affanno.
Per dare il via alle intercettazioni serve un supertestimone.
In principio fu Dal Cin.
Era il 5 giugno 2004, le sue deposizioni ai Pm napoletani cambiarono il senso dell'inchiesta. In principio era "Scommessopoli", poi le accuse di Dal Cin diedero il via alle intercettazioni, ed avvenne la trasformazione in Calciopoli. Dichiarazioni, quindi, pesanti, scottanti, a prova di bomba.
Il giorno dopo la deposizione fu lo stesso Dal Cin a dire: «Sono venuto a conoscenza di certe affermazioni che avrei rilasciato al giudice istruttore di Napoli, credo che sia molto semplice smentirle, perché il senso delle mie dichiarazioni non è sicuramente stato quello. Io ho raccontato cose viste da me e da altri miei amici ma le conclusioni non erano quelle. Nessun inquisitore, nessuna prova, nessuna dichiarazione contro qualcuno, solo un racconto di cose che si dicevano». Non di meno Dal Cin fu preso sul serio. Dal Cin che, giova ricordarlo, dal punto di vista dell'etica sportiva non poteva certo considerarsi integerrimo, vista anche la successiva combine smascherata e punita con il Genoa. Ad ogni modo, il superteste che tutto incominciò, fu proprio lui.
E la storia, che ve lo dico a fare, usa ripetersi.
Anche questa volta abbiamo un supertestimone che ha fatto scattare le "nuove intercettazioni".
Chi è? Nome e cognome sono a pagina 1 dell'informativa, ve l'ho detto.
"La presente informativa contiene le risultanze investigative acquisite nell'ambito del p.p. in oggetto a seguito delle dichiarazioni rese a codesta A.G. in data 20.05.2006 da CARBONE ARMANDO in ordine alla rete di relazioni intrattenuta da Luciano Moggi; tali dichiarazioni hanno fornito ulteriori elementi di interesse a suffragio del complesso quadro investigativo già emerso in precedenza, rendendo necessario l'espletamento di ulteriori approfondimenti investigativi".
Armando Carbone, andiamo a conoscerlo.
Attraverso la sua deposizione ai Pm napoletani:
«Quell’operazione fu architettata da Luciano Moggi per colpire il sistema di potere di Italo Allodi e prendere il suo posto (si riferisce al Totonero del 1986 in cui per altro Allodi fu assolto, nda). Non ho esitazioni a riferire che i giudici Marabotto e Laudi furono strumenti di Moggi e sono persone con le quali Moggi ha continuato a intrattenere rapporti stretti sino ad oggi. All’epoca Moggi era direttore generale del Torino... Esistevano tante conversazioni intercettate e io facevo interrogatori condotti da Marabotto in cui venivo chiamato a fornire spiegazioni sulle vicende corruttive del mondo del calcio e sulle partite comprate. Potevo parlare di qualsiasi vicenda e anzi Marabotto era particolarmente interessato a conoscere i fatti del Napoli e di Allodi. Ogni volta che io provavo a parlare del Torino e della Juventus, Marabotto mi rispondeva che bisognava parlare di altro... Analoga condotta fu assunta anche dal dottor Laudi che voleva interrogarmi come ufficio inchieste al termine dell'interrogatorio che rendevo al dottor Marabotto. Io rifiutavo dicendo che non ero un tesserato. Dopo tante insistenze decisi di incontrarlo. Mi sedetti e dissi che se dovevo parlare non avrei dovuto tralasciare nessuna vicenda e nessuna squadra e quindi raccontare anche i fatti della Juventus. Per tutta risposta Laudi mi disse che non bisognava parlare e quindi andai via e rifiutai di incontrarlo ulteriormente».
Spiega anche le sue relazioni con l'altro supertestimone Dal Cin, infondendogli, se possibile, nuova credibilità:
«Se avessi potuto raccontare i fatti, avrei raccontato di una famosa partita di Coppa dei campioni Aston Villa- Juventus 1-2 (del 1983). L’arbitro era il tedesco Eschweiler che era uomo mio. Tramite Dal Cin volevo aggiustare quella partita e incontrai un dirigente della Juventus, mi sembra Morini, al quale proposi l’affare... L’arbitro chiedeva tre Rolex e cinquanta milioni in abbigliamento così come mi venne riferito da Nello De Martino. La partita venne truccata e la Juve vinse 2-1 ma io fui estromesso dall’affare e l’operazione fu condotta da Franco Dal Cin con i dirigenti juventini tanto che dopo ci fu una furiosa litigata tra me e Dal Cin...».
Ah ecco ... è un pentito e i maggiori elementi probanti che scaturiscono dalla sua dichiarazione sono attentati alla credibilità dell'inchiesta, perchè mettono in una diversa luce il supertestimone che aveva fatto scattare l'inchiesta. Ma per capire le sue accuse a Moggi, che risalgono al lontano 1986, bisogna comprendere per l'appunto quella vicenda, il Totonero del 1986, che portò il Carbone in galera, a suo modo di vedere, per una macchinazione dello stesso Moggi ai danni di Allodi.
Ho provato a riassumerla per sommi capi:
L'inchiesta nasce a Torino, dal PM Giuseppe Marabotto, che si occupava di un giro di strozzinaggio intorno al Casino di Saint-Vincent. Ascoltando alcune intercettazioni si rende conto che gli stessi personaggi sono implicati anche nell'alterazione dei risultati delle partite. Serie A, B, C1, stagioni 1984-85, 1985-86.
La giustizia ordinaria non arriverà a un processo. Il reato di frode sportiva verrà introdotto solo nel 1989, mentre i reati ipotizzabili di truffa e gioco d'azzardo rientreranno nell'amnistia del 1990, retroattiva fino a 4 anni.
La giustizia sportiva, allora guidata da De Biase, invece sì. E punirà. Nove punti di penalizzazione per l'Udinese, Vicenza retrocesso (annullata la promozione); Lazio nove punti di retrocessione, 5 per Cagliari, Palermo, 4 Triestina e via andare...Le persone: Corsi, Ghini, Vinazzani, Cerilli, Lorini, M.Rossi e Magherini tra i giocatori, Renzo Ulivieri, allenatore, squalificato per 3 anni, tra i dirigenti Janich e Bronzetti, sì Ernesto Bronzetti quello del Real Madrid, tre anni di inibizione. Assolto invece Allodi.
Tra i protagonisti, tale Armando Carbone, napoletano 43 enne, considerato il cervello di tutta l'operazione. Il suo atteggiamento è strano: prima scappa, però lasciando tutti i documenti in casa con nomi e cognomi, poi si costituisce. Rifiuta di farsi interrogare dalla FIGC e diffida dall'utilizzare le sue dichiarazioni rese a Marabotto. Deciderà di scagionare Vinazzani, ma ne aggraverà la posizione. Clamorose le sue conferenze stampa, prima indette poi cancellate di punto in bianco. Poi, a processo sportivo ultimato, si presenta davanti alla stampa e dice: "Hanno scritto che sono affiliato a un clan (L'Espresso per penna di Ficoneri e Valentini) ma come potrei esserlo se non ho mai avuto condanne? (come fila 'sto ragionamento... nda) Quello che hanno fatto mi ha danneggiato molto sul lavoro. Io sono rappresentante di tessuti e per questa storia ho perso tre aziende molto grosse su cinque. Chiederò i danni e gran parte del ricavato lo devolverò alla fondazione Carlo Ferri di Monterorondo che si occupa della ricerca sul cancro".
Perseguitato e filantropo, insomma. Nel bello stile italico.
"Ero chiamato dalle società e presentavo una persona a un'altra. Avevo capito che questo è il mondo degli illeciti: io facevo da intermediario". Ancora: "Conoscevo soltanto Ghini, che peraltro aveva già confessato. Gli altri non sapevo nemmeno come fossero fatti. Perchè sarei dovuto andare a Milano? Per sprecare i soldi del biglietto aereo? E non capisco come abbiano potuto fare le sentenze sportive senza i miei atti. (Fatti sequestrare dai legali di Carbone, impedendone l'utilizzo da parte della Disciplinare che poi lo aveva convocato, nda) E comunque mi sono sembrate eccessive". "Non ho mai fatto alcuna frode sportiva, semmai erano i presidenti che mi chiamavano". (anche qui fila...nda).
Veniamo ad Allodi, altro perseguitato, secondo Carbone. Viene prosciolto, infatti. Le prime dichiarazioni di De Biase sono difensive: "Non so niente. La comunicazione giudiziaria è uno strumento di tutela del cittadino".
15 aprile. Allodi si dimette dalla sua carica, ma le dimissioni vengono respinte. Maradona lo difende: "Credo in Allodi. A volte ti ritrovi senza colpe in situazioni scabrose". E Dieguito lo sa bene...
Un mese dopo Carbone sembrerebbe voler scagionare Allodi, la cui posizione è complicata per un Udinese-Napoli tirato in ballo dalle intercettazioni dello stesso Carbone.
11 giugno: incontro tra Marabotto e Allodi. Disse Allodi: "Una deposizione spontanea". Avrebbe aggiunto di non conoscere Armando Carbone. Ci sono però registrazioni tra Corsi, g.m. dell'Udinese, e Carbone.
Il 20 giugno è diffusa un'intercettazione tra tal Salsiccia, un altro faccendiere, e Carbone. "C'è Italo che vuole incontrare Corsi per Udinese-Napoli".
8 luglio: Carbone diffonde un comunicato in cui dice di non conoscere Allodi.
10 luglio: deferito Allodi, si dichiara "dispiaciuto e meravigliato".
Però con l'estromissione degli atti di Carbone dal processo sportivo, la documentazione su Allodi perde di peso.
5 agosto, sentenza: assolto Allodi. Motivazione della sentenza: "Allodi non ha mai conosciuto Carbone mentre conosceva Salsiccia per aver ricoperto incarichi nel mondo del calcio. Rimane qualche motivo di perplesssità ma Allodi va prosciolto". (Carbone dirà, invece, a maggio 2006 agli inquirenti: "sono stato l´uomo occulto di Italo Allodi. Facevo quello che poi è diventato negli anni un metodo di lavoro un po´ più sofisticato e cioè combinare le partite di serie A, B e C corrompendo giocatori e arbitri").
Il Napoli non viene punito, parimenti. Anche se l'ambiente del Napoli fa pensare su come la città partenopea sia probabilmente il centro di tutto il Totonero.
Sono storie di più di venti anni fa e probabilmente vi ho annoiato, ma certo potrete fare le vostre considerazioni sulla credibilità, anche in quel processo, del supertestimone Carbone.
CONCLUSIONE:
Nelle nuove intercettazioni pubblicate sfidiamo chiunque a trovare un elemento di rilevanza penale.
Il supertestimone da cui prende origine la "nuova ondata di intercettazioni" (e i conseguenti soldi spesi), impegnato in quegli anni a fare da intermediario per partite biscottate, è un ventennale nemico di Moggi. Venti anni dopo accusa Moggi di una cosa mai accaduta, ossia la condanna di Allodi, che per l'appunto non ci fu.
Non solo, fornisce anche una dichiarazione scagionante nei confronti di Moggi: «Il dirigente del Napoli Pasquale Carbone mi offrì 200 milioni di lire per non farmi presentare di fronte alla giustizia sportiva. Accettai e quando Moggi diventò dirigente del Napoli calcio gli ricordai la promessa, che lui mai ha onorato».
Ma non basta: accusa l'altro supertestimone, quello che generò l'inchiesta Calciopoli, di essere parimenti un faccendiere dedito alla compravendita di partite. Il suo atteggiamento di fronte alla giustizia, nella vicenda del 1986, fu a dir poco contraddittorio. Ciò nonostante la giustizia sa perdonare e venti anni dopo lo incorona supertestimone.
Di cosa sappia di quanto avvenuto nel 2004 non ci è dato sapere. Mi chiedo in che modo frequentasse il mondo del calcio e come si sia erudito rispetto a questi fatti, ma non riesco a trovare risposta.
Lo scopriremo al processo. Se ci sarà.
Perchè con un tale supertestimone e un tale dispendio di energie e finanze, se le accuse si basano solo su quello che abbiamo potuto leggere sui giornali, verrebbe da pensare che si stia raschiando il fondo del barile. Fiducioso nella giustizia, nel suo meccanismo per intero, mi piace immaginare il GUP intento a chiedersi la medesima cosa.
E poi naturalmente mi stupisco perchè la risposta stava nella prima pagina dell'informativa dei Carabinieri, a pagina 1 (Le nuove intercettazioni), chiunque può trovarla senza affanno.
Per dare il via alle intercettazioni serve un supertestimone.
In principio fu Dal Cin.
Era il 5 giugno 2004, le sue deposizioni ai Pm napoletani cambiarono il senso dell'inchiesta. In principio era "Scommessopoli", poi le accuse di Dal Cin diedero il via alle intercettazioni, ed avvenne la trasformazione in Calciopoli. Dichiarazioni, quindi, pesanti, scottanti, a prova di bomba.
Il giorno dopo la deposizione fu lo stesso Dal Cin a dire: «Sono venuto a conoscenza di certe affermazioni che avrei rilasciato al giudice istruttore di Napoli, credo che sia molto semplice smentirle, perché il senso delle mie dichiarazioni non è sicuramente stato quello. Io ho raccontato cose viste da me e da altri miei amici ma le conclusioni non erano quelle. Nessun inquisitore, nessuna prova, nessuna dichiarazione contro qualcuno, solo un racconto di cose che si dicevano». Non di meno Dal Cin fu preso sul serio. Dal Cin che, giova ricordarlo, dal punto di vista dell'etica sportiva non poteva certo considerarsi integerrimo, vista anche la successiva combine smascherata e punita con il Genoa. Ad ogni modo, il superteste che tutto incominciò, fu proprio lui.
E la storia, che ve lo dico a fare, usa ripetersi.
Anche questa volta abbiamo un supertestimone che ha fatto scattare le "nuove intercettazioni".
Chi è? Nome e cognome sono a pagina 1 dell'informativa, ve l'ho detto.
"La presente informativa contiene le risultanze investigative acquisite nell'ambito del p.p. in oggetto a seguito delle dichiarazioni rese a codesta A.G. in data 20.05.2006 da CARBONE ARMANDO in ordine alla rete di relazioni intrattenuta da Luciano Moggi; tali dichiarazioni hanno fornito ulteriori elementi di interesse a suffragio del complesso quadro investigativo già emerso in precedenza, rendendo necessario l'espletamento di ulteriori approfondimenti investigativi".
Armando Carbone, andiamo a conoscerlo.
Attraverso la sua deposizione ai Pm napoletani:
«Quell’operazione fu architettata da Luciano Moggi per colpire il sistema di potere di Italo Allodi e prendere il suo posto (si riferisce al Totonero del 1986 in cui per altro Allodi fu assolto, nda). Non ho esitazioni a riferire che i giudici Marabotto e Laudi furono strumenti di Moggi e sono persone con le quali Moggi ha continuato a intrattenere rapporti stretti sino ad oggi. All’epoca Moggi era direttore generale del Torino... Esistevano tante conversazioni intercettate e io facevo interrogatori condotti da Marabotto in cui venivo chiamato a fornire spiegazioni sulle vicende corruttive del mondo del calcio e sulle partite comprate. Potevo parlare di qualsiasi vicenda e anzi Marabotto era particolarmente interessato a conoscere i fatti del Napoli e di Allodi. Ogni volta che io provavo a parlare del Torino e della Juventus, Marabotto mi rispondeva che bisognava parlare di altro... Analoga condotta fu assunta anche dal dottor Laudi che voleva interrogarmi come ufficio inchieste al termine dell'interrogatorio che rendevo al dottor Marabotto. Io rifiutavo dicendo che non ero un tesserato. Dopo tante insistenze decisi di incontrarlo. Mi sedetti e dissi che se dovevo parlare non avrei dovuto tralasciare nessuna vicenda e nessuna squadra e quindi raccontare anche i fatti della Juventus. Per tutta risposta Laudi mi disse che non bisognava parlare e quindi andai via e rifiutai di incontrarlo ulteriormente».
Spiega anche le sue relazioni con l'altro supertestimone Dal Cin, infondendogli, se possibile, nuova credibilità:
«Se avessi potuto raccontare i fatti, avrei raccontato di una famosa partita di Coppa dei campioni Aston Villa- Juventus 1-2 (del 1983). L’arbitro era il tedesco Eschweiler che era uomo mio. Tramite Dal Cin volevo aggiustare quella partita e incontrai un dirigente della Juventus, mi sembra Morini, al quale proposi l’affare... L’arbitro chiedeva tre Rolex e cinquanta milioni in abbigliamento così come mi venne riferito da Nello De Martino. La partita venne truccata e la Juve vinse 2-1 ma io fui estromesso dall’affare e l’operazione fu condotta da Franco Dal Cin con i dirigenti juventini tanto che dopo ci fu una furiosa litigata tra me e Dal Cin...».
Ah ecco ... è un pentito e i maggiori elementi probanti che scaturiscono dalla sua dichiarazione sono attentati alla credibilità dell'inchiesta, perchè mettono in una diversa luce il supertestimone che aveva fatto scattare l'inchiesta. Ma per capire le sue accuse a Moggi, che risalgono al lontano 1986, bisogna comprendere per l'appunto quella vicenda, il Totonero del 1986, che portò il Carbone in galera, a suo modo di vedere, per una macchinazione dello stesso Moggi ai danni di Allodi.
Ho provato a riassumerla per sommi capi:
L'inchiesta nasce a Torino, dal PM Giuseppe Marabotto, che si occupava di un giro di strozzinaggio intorno al Casino di Saint-Vincent. Ascoltando alcune intercettazioni si rende conto che gli stessi personaggi sono implicati anche nell'alterazione dei risultati delle partite. Serie A, B, C1, stagioni 1984-85, 1985-86.
La giustizia ordinaria non arriverà a un processo. Il reato di frode sportiva verrà introdotto solo nel 1989, mentre i reati ipotizzabili di truffa e gioco d'azzardo rientreranno nell'amnistia del 1990, retroattiva fino a 4 anni.
La giustizia sportiva, allora guidata da De Biase, invece sì. E punirà. Nove punti di penalizzazione per l'Udinese, Vicenza retrocesso (annullata la promozione); Lazio nove punti di retrocessione, 5 per Cagliari, Palermo, 4 Triestina e via andare...Le persone: Corsi, Ghini, Vinazzani, Cerilli, Lorini, M.Rossi e Magherini tra i giocatori, Renzo Ulivieri, allenatore, squalificato per 3 anni, tra i dirigenti Janich e Bronzetti, sì Ernesto Bronzetti quello del Real Madrid, tre anni di inibizione. Assolto invece Allodi.
Tra i protagonisti, tale Armando Carbone, napoletano 43 enne, considerato il cervello di tutta l'operazione. Il suo atteggiamento è strano: prima scappa, però lasciando tutti i documenti in casa con nomi e cognomi, poi si costituisce. Rifiuta di farsi interrogare dalla FIGC e diffida dall'utilizzare le sue dichiarazioni rese a Marabotto. Deciderà di scagionare Vinazzani, ma ne aggraverà la posizione. Clamorose le sue conferenze stampa, prima indette poi cancellate di punto in bianco. Poi, a processo sportivo ultimato, si presenta davanti alla stampa e dice: "Hanno scritto che sono affiliato a un clan (L'Espresso per penna di Ficoneri e Valentini) ma come potrei esserlo se non ho mai avuto condanne? (come fila 'sto ragionamento... nda) Quello che hanno fatto mi ha danneggiato molto sul lavoro. Io sono rappresentante di tessuti e per questa storia ho perso tre aziende molto grosse su cinque. Chiederò i danni e gran parte del ricavato lo devolverò alla fondazione Carlo Ferri di Monterorondo che si occupa della ricerca sul cancro".
Perseguitato e filantropo, insomma. Nel bello stile italico.
"Ero chiamato dalle società e presentavo una persona a un'altra. Avevo capito che questo è il mondo degli illeciti: io facevo da intermediario". Ancora: "Conoscevo soltanto Ghini, che peraltro aveva già confessato. Gli altri non sapevo nemmeno come fossero fatti. Perchè sarei dovuto andare a Milano? Per sprecare i soldi del biglietto aereo? E non capisco come abbiano potuto fare le sentenze sportive senza i miei atti. (Fatti sequestrare dai legali di Carbone, impedendone l'utilizzo da parte della Disciplinare che poi lo aveva convocato, nda) E comunque mi sono sembrate eccessive". "Non ho mai fatto alcuna frode sportiva, semmai erano i presidenti che mi chiamavano". (anche qui fila...nda).
Veniamo ad Allodi, altro perseguitato, secondo Carbone. Viene prosciolto, infatti. Le prime dichiarazioni di De Biase sono difensive: "Non so niente. La comunicazione giudiziaria è uno strumento di tutela del cittadino".
15 aprile. Allodi si dimette dalla sua carica, ma le dimissioni vengono respinte. Maradona lo difende: "Credo in Allodi. A volte ti ritrovi senza colpe in situazioni scabrose". E Dieguito lo sa bene...
Un mese dopo Carbone sembrerebbe voler scagionare Allodi, la cui posizione è complicata per un Udinese-Napoli tirato in ballo dalle intercettazioni dello stesso Carbone.
11 giugno: incontro tra Marabotto e Allodi. Disse Allodi: "Una deposizione spontanea". Avrebbe aggiunto di non conoscere Armando Carbone. Ci sono però registrazioni tra Corsi, g.m. dell'Udinese, e Carbone.
Il 20 giugno è diffusa un'intercettazione tra tal Salsiccia, un altro faccendiere, e Carbone. "C'è Italo che vuole incontrare Corsi per Udinese-Napoli".
8 luglio: Carbone diffonde un comunicato in cui dice di non conoscere Allodi.
10 luglio: deferito Allodi, si dichiara "dispiaciuto e meravigliato".
Però con l'estromissione degli atti di Carbone dal processo sportivo, la documentazione su Allodi perde di peso.
5 agosto, sentenza: assolto Allodi. Motivazione della sentenza: "Allodi non ha mai conosciuto Carbone mentre conosceva Salsiccia per aver ricoperto incarichi nel mondo del calcio. Rimane qualche motivo di perplesssità ma Allodi va prosciolto". (Carbone dirà, invece, a maggio 2006 agli inquirenti: "sono stato l´uomo occulto di Italo Allodi. Facevo quello che poi è diventato negli anni un metodo di lavoro un po´ più sofisticato e cioè combinare le partite di serie A, B e C corrompendo giocatori e arbitri").
Il Napoli non viene punito, parimenti. Anche se l'ambiente del Napoli fa pensare su come la città partenopea sia probabilmente il centro di tutto il Totonero.
Sono storie di più di venti anni fa e probabilmente vi ho annoiato, ma certo potrete fare le vostre considerazioni sulla credibilità, anche in quel processo, del supertestimone Carbone.
CONCLUSIONE:
Nelle nuove intercettazioni pubblicate sfidiamo chiunque a trovare un elemento di rilevanza penale.
Il supertestimone da cui prende origine la "nuova ondata di intercettazioni" (e i conseguenti soldi spesi), impegnato in quegli anni a fare da intermediario per partite biscottate, è un ventennale nemico di Moggi. Venti anni dopo accusa Moggi di una cosa mai accaduta, ossia la condanna di Allodi, che per l'appunto non ci fu.
Non solo, fornisce anche una dichiarazione scagionante nei confronti di Moggi: «Il dirigente del Napoli Pasquale Carbone mi offrì 200 milioni di lire per non farmi presentare di fronte alla giustizia sportiva. Accettai e quando Moggi diventò dirigente del Napoli calcio gli ricordai la promessa, che lui mai ha onorato».
Ma non basta: accusa l'altro supertestimone, quello che generò l'inchiesta Calciopoli, di essere parimenti un faccendiere dedito alla compravendita di partite. Il suo atteggiamento di fronte alla giustizia, nella vicenda del 1986, fu a dir poco contraddittorio. Ciò nonostante la giustizia sa perdonare e venti anni dopo lo incorona supertestimone.
Di cosa sappia di quanto avvenuto nel 2004 non ci è dato sapere. Mi chiedo in che modo frequentasse il mondo del calcio e come si sia erudito rispetto a questi fatti, ma non riesco a trovare risposta.
Lo scopriremo al processo. Se ci sarà.
Perchè con un tale supertestimone e un tale dispendio di energie e finanze, se le accuse si basano solo su quello che abbiamo potuto leggere sui giornali, verrebbe da pensare che si stia raschiando il fondo del barile. Fiducioso nella giustizia, nel suo meccanismo per intero, mi piace immaginare il GUP intento a chiedersi la medesima cosa.