Cristiano Copelli è considerato uno dei migliori guardalinee italiani di questi ultimi anni. Assistente di direzione dal 1995, sbandiera in A dal 1999 e dal 2004 al 31 dicembre 2011 ha fatto parte della lista degli internazionali. E’ stato dismesso solo per sopraggiunti limiti di età. Una carriera prestigiosa la sua, costellata di presenze in partite top level sia in Italia che a livello internazionale. A dire il vero gli juventini non hanno un gran bel ricordo di alcune sue prestazioni. Gli episodi più clamorosi si riferiscono a Reggina-Juventus del 6 novembre 2004, passata alla storia per la leggenda del “rapimento Paparesta”, nel corso della quale chiuse gli occhi davanti a un netto fallo di mano in piena area del difensore amaranto Balestri, episodio che fece imbestialire tutto l’ambiente bianconero; qualche mese dopo fece annullare, ancora sbagliando, un gol segnato da Trezeguet nella finale della Supercoppa italiana nel 2005: il che costò il trofeo alla Juventus.
Giusto qualche mese prima di sbandierare la finale di Supercoppa, Copelli viene intercettato con Meani, la protesi rossonera nel settore arbitrale, che lo contatta per dargli la bella notizia di una designazione per una partita del Milan (Lecce-Milan del 15 maggio 2005): Meani, nel corso della telefonata, comunica a Copelli di avere anche un nuovo adepto (Ambrosino) nella schiera dei guardalinee di fiducia. Il ruolo di Meani come punto di riferimento di Copelli si evinceva già da una telefonata precedente, in cui l'assistente, attaccato dal ds del Palermo Foschi per l'aiuto decisivo fornito a Rodomonti nel concedere un rigore supergeneroso alla Samp in Sampdoria-Palermo del 16 aprile 2005, si rivolgeva al dirigente rossonero per ottenerne protezione mediatica (e non solo). Si tratta di due tra le tante testimonianze di evidente contiguità fra l’ambiente milanista e quello degli assistenti di gara, contiguità che non è stata ritenuta rilevante, secondo l’accusa, nel processo ordinario di Calciopoli, ma che, a livello sportivo, non può lasciare indifferenti per quanto è palese il rapporto stretto fra Meani e Copelli. E’ vero anche che il fatto di comparire nelle intercettazioni telefoniche insieme a Meani aveva costretto Copelli alla sospensione cautelare per alcuni mesi dai quadri dell’A.I.A. (Associazione Italiana Arbitri), ma non gli venne poi riscontrato alcun illecito e poté così tornare a sbandierare. Quando nel 2007 la Commissione Disciplinare della FIGC gli inflisse tre mesi di stop per quelle telefonate, Copelli tirò dritto, perché si ritenne che il periodo di sospensione fosse già stato scontato l’anno prima.
Ora nessuno discute il diritto di sbandierare a Copelli, e nemmeno la legittimità di avere le sue brave simpatie rossonere, ma fa specie che l’attuale designatore Braschi stia puntando, dalla fine della stagione scorsa, proprio sull’assistente di gara mantovano per le partite più delicate del Milan. Più avveduti sono stati i suoi predecessori che lo designarono sì per partite di cartello, ma mai del Milan. In questa stagione gli è invece toccato già il derby della finale di Supercoppa a Pechino, Juventus-Milan, Genoa-Milan e quindi il derby Milan-Inter. Va anche detto che fin qui Copelli non si è fatto notare per sviste particolarmente clamorose, ma ci si domanda se l’evidenza dei fatti possa garantire la giusta serenità non solo al guardalinee in questione, ma anche a tutte le altre parti in causa.
E al primo grave errore, seppur anche casuale, che gli dovesse toccare, con il precedente menzionato cosa si potrà pensare? Che Braschi se l’è andata a cercare? Che un certo ambiente arbitrale continua ad essere contiguo a quegli stessi condizionamenti registrati nell’intercettazione? Forse sarebbe il caso di operare scelte più opportune e caute per prevenire quanto, al primo errore, si tramuterebbe in critiche e sospetti annunciati sull’operato della classe arbitrale. Chi ignora le scelte dettate dal buon senso se ne assume inevitabilmente ogni responsabilità.
E Copelli, come se niente fosse, continua a sbandierare il Milan...
- Dettagli