Caro Luciano,
ciò che non ti uccide ti rafforza. Così recita un antico adagio. E nel tuo caso il dramma che hai vissuto a partire dallo scorso maggio sicuramente ha messo a dura prova la tua incolumità psicologica ed emotiva. Vedere 12 anni di lavoro spazzati via in maniera discutibile da una ondata di giustizialismo all’italiana senza precedenti deve essere stato un boccone davvero amaro.
Tu stesso in una recente intervista hai confessato che solo la grande fede in Dio ti ha fatto rinsavire da insani propositi. Il tuo era il dramma di un manager, ma anche e soprattutto di un padre che assiste al massacro mediatico di suo figlio, vittima della pubblicazione di intercettazioni che nulla avevano a che fare con i procedimenti giudiziari e che furono diffuse per semplice meschinità.
Vederti sconfitto per molti è stata l’apoteosi di una vita spesa ad aspettare quel momento. Se non altro caro Luciano, questa esperienza ti è servita a capire chi erano i veri amici e a marchiare irrimediabilmente gli opportunisti, come ad esempio quei giornalisti che venivano a ritirare puntualmente il tuo regalo di Natale e poi appena rientrati in redazione si dilettavano a dipingerti come il gran burattinaio del Calcio componendo editoriali al vetriolo. E tutti ci credevano. Chiedo scusa. Quasi tutti. La mia opinione di te prima di Farsopoli era semplicissima. Ti ritenevo il piu’ furbo in un mondo di furbi. La tua competenza calcistica poi non si discute. Ma soprattutto ero convinto che seppure nell’ambito della liceità i tuoi comportamenti fossero spesso ai limiti della stessa. Il tuo ghigno mefistofelico, la tua capacità di rendere impermeabile lo spogliatoio e di irridere i tuoi nemici soprattutto in televisione erano diventati dei simboli anche per coloro che nella vita di tutti i giorni usavano il termine “alla Moggi” per descrivere qualcosa di poco trasparente.
Poi, arrivata la bufera, io ho scoperto una persona diversa. Premetto caro Luciano che io non leggo la Cazzetta dello Sport, preferisco informarmi per davvero. E allora armato di santa pazienza mi sono letto tutte le 1500 pagine delle informative dei carabinieri di Roma (?) che in teoria avrebbero dovuto essere l’architrave su cui poggiava la maldestra accusa nei tuoi confronti. E cosa ti scopro in quelle pagine? Scopro il vero Moggi, quello che aveva capito di non essere incudine ma neanche martello e che cercava di schivare i colpi di chi in mano il martello lo aveva davvero. Mi chiedo caro Luciano, ma in Italia c’è davvero qualcuno che crede che tu dettavi la griglia a Bergamo per sceglierti l’arbitro? Suvvia non scherziamo. Se davvero eri d’accordo con lui per taroccare il sorteggio, mi dici a cosa ti serviva parlare al telefono di griglie? E la telefonata in cui ti vantavi di sapere l’arbitro prima del comunicato ufficiale? Pensavi di essere il primo a saperlo...... Illuso!!!! Prima di te c’era qualcun’altro che lo sapeva già..... e che chiamava prima di te..... Ti facevano credere di essere il primo e invece eri uno dei tanti a saperlo direttamente alla fonte. Cosa dire poi della telefonata di Carraro che “consiglia” nel dubbio di fischiare contro la Juve??? Quella si che era una bella martellata caro Lucianone, una delle tante da cui avevi nel corso degli anni imparato a difenderti.
Ecco perchè adesso non sei più il Moggi di prima ai miei occhi e a quelli di tanti tuoi sostenitori. Abbiamo scoperto attraverso questa farsa il tuo lato umano, la tua tenacia nel difenderti e nel difendere il giocattolo di chi ti ha infelicemente ripudiato, e ci siamo rassegnati, non senza un pizzico di delusione, ad accettare che, alla fine di tutto, non eri tu il padrone del Calcio. Eri solo e semplicemente, purtroppo per gli avversari, quello piu’ bravo di tutti.
P.S. Cerca di tornare in fretta... siamo stufi dei dilettanti allo sbaraglio.
ciò che non ti uccide ti rafforza. Così recita un antico adagio. E nel tuo caso il dramma che hai vissuto a partire dallo scorso maggio sicuramente ha messo a dura prova la tua incolumità psicologica ed emotiva. Vedere 12 anni di lavoro spazzati via in maniera discutibile da una ondata di giustizialismo all’italiana senza precedenti deve essere stato un boccone davvero amaro.
Tu stesso in una recente intervista hai confessato che solo la grande fede in Dio ti ha fatto rinsavire da insani propositi. Il tuo era il dramma di un manager, ma anche e soprattutto di un padre che assiste al massacro mediatico di suo figlio, vittima della pubblicazione di intercettazioni che nulla avevano a che fare con i procedimenti giudiziari e che furono diffuse per semplice meschinità.
Vederti sconfitto per molti è stata l’apoteosi di una vita spesa ad aspettare quel momento. Se non altro caro Luciano, questa esperienza ti è servita a capire chi erano i veri amici e a marchiare irrimediabilmente gli opportunisti, come ad esempio quei giornalisti che venivano a ritirare puntualmente il tuo regalo di Natale e poi appena rientrati in redazione si dilettavano a dipingerti come il gran burattinaio del Calcio componendo editoriali al vetriolo. E tutti ci credevano. Chiedo scusa. Quasi tutti. La mia opinione di te prima di Farsopoli era semplicissima. Ti ritenevo il piu’ furbo in un mondo di furbi. La tua competenza calcistica poi non si discute. Ma soprattutto ero convinto che seppure nell’ambito della liceità i tuoi comportamenti fossero spesso ai limiti della stessa. Il tuo ghigno mefistofelico, la tua capacità di rendere impermeabile lo spogliatoio e di irridere i tuoi nemici soprattutto in televisione erano diventati dei simboli anche per coloro che nella vita di tutti i giorni usavano il termine “alla Moggi” per descrivere qualcosa di poco trasparente.
Poi, arrivata la bufera, io ho scoperto una persona diversa. Premetto caro Luciano che io non leggo la Cazzetta dello Sport, preferisco informarmi per davvero. E allora armato di santa pazienza mi sono letto tutte le 1500 pagine delle informative dei carabinieri di Roma (?) che in teoria avrebbero dovuto essere l’architrave su cui poggiava la maldestra accusa nei tuoi confronti. E cosa ti scopro in quelle pagine? Scopro il vero Moggi, quello che aveva capito di non essere incudine ma neanche martello e che cercava di schivare i colpi di chi in mano il martello lo aveva davvero. Mi chiedo caro Luciano, ma in Italia c’è davvero qualcuno che crede che tu dettavi la griglia a Bergamo per sceglierti l’arbitro? Suvvia non scherziamo. Se davvero eri d’accordo con lui per taroccare il sorteggio, mi dici a cosa ti serviva parlare al telefono di griglie? E la telefonata in cui ti vantavi di sapere l’arbitro prima del comunicato ufficiale? Pensavi di essere il primo a saperlo...... Illuso!!!! Prima di te c’era qualcun’altro che lo sapeva già..... e che chiamava prima di te..... Ti facevano credere di essere il primo e invece eri uno dei tanti a saperlo direttamente alla fonte. Cosa dire poi della telefonata di Carraro che “consiglia” nel dubbio di fischiare contro la Juve??? Quella si che era una bella martellata caro Lucianone, una delle tante da cui avevi nel corso degli anni imparato a difenderti.
Ecco perchè adesso non sei più il Moggi di prima ai miei occhi e a quelli di tanti tuoi sostenitori. Abbiamo scoperto attraverso questa farsa il tuo lato umano, la tua tenacia nel difenderti e nel difendere il giocattolo di chi ti ha infelicemente ripudiato, e ci siamo rassegnati, non senza un pizzico di delusione, ad accettare che, alla fine di tutto, non eri tu il padrone del Calcio. Eri solo e semplicemente, purtroppo per gli avversari, quello piu’ bravo di tutti.
P.S. Cerca di tornare in fretta... siamo stufi dei dilettanti allo sbaraglio.