Il 19 di maggio finalmente ci sarà la decisione della giustizia sportiva sulla proposta di radiazione a suo tempo promossa dalla stessa giustizia sportiva. Il pasticcio giuridico è evidente e probabilmente la decisione nascerà viziata di illegittimità, perché si applica oggi una normativa FIGC emanata in epoca di molto successiva al fatto e allo stesso procedimento sportivo, quello di Calciopoli per intenderci.
La normativa applicabile all'epoca e fino all'altro ieri prevedeva che a decidere fosse il Presidente della FIGC, che però in un primo momento disse che la radiazione sarebbe stata automatica e non necessitasse quindi un provvedimento, poi cambiò idea e cercò senza successo di coinvolgere il CONI per provvedere su parere del massimo organismo sportivo italiano, per finire poi con l'introdurre la regola che a decidere sarebbero stati di nuovo gli organi di giustizia sportiva.
E questi ultimi pare che non si sottrarranno.
Indubbiamente Abete ha risolto il suo problema, anche se male e con ulteriore danno ai diritti dei radiandi, che dovranno fare una nuova trafila procedurale sportiva in caso di decisione sfavorevole invece che ricorrere direttamente al TAR, come nel caso che a decidere fosse stato il Presidente della FIGC in base alle norme del tempo applicabili.
La giustizia sportiva deciderà quindi il 19 sulla base delle "sentenze fin qui rese", il che significa che terrà conto di quelle sportive e forse anche di quella penale di primo grado su Giraudo ed altri.
Non potrà sicuramente tenere conto della sentenza del Tribunale di Napoli nei confronti di Moggi ed altri, è pressoché matematico.
Infatti il processo di Napoli è sì già in fase di discussione, quindi alle battute finali, ma non potrà arrivare comunque a sentenza. Infatti, pur terminando in tempo la discussione, il Tribunale non potrebbe comunque ritirarsi in camera di consiglio prima del 21 maggio.
Il 20 di maggio, infatti, la Corte di Appello di Napoli si riunirà per decidere sulla ricusazione della dott.ssa Casoria, Presidente del collegio giudicante nel processo Moggi, ed il magistrato sotto ricusazione è obbligato per legge a rinviare la sentenza fino alla pronuncia della Corte di Appello sulla sua ricusazione.
Se la ricusazione verrà rigettata, allora e solo allora potrà portare il collegio giudicante in camera di consiglio per assolvere o condannare Moggi e gli altri.
Il calendario scelto dalla FIGC sembra così aver risolto anche un altro problema: meglio non dover decidere sulla radiazione in presenza di una possibile assoluzione a Napoli.
Si spostano nel tempo i problemi nati con Calciopoli e così, strada facendo, se ne aggiungono altri.
Radiazioni in arrivo, dunque?
Non è detto. Si dovrà comunque valutare, anche a "sentenze rese", se i soggetti sospesi circa cinque anni fa siano ancora pericolosi per l'ordinamento sportivo, così da ritenere necessaria la loro definitiva espulsione.
Non facciamo previsioni. Come andrà a finire lo sa solo la Gazzetta.
Radiatori accesi in FIGC
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