Un telefonata di Moggi che dice a Ceniccola, o ad un altro assistente, di cacciare dal campo l'allenatore avversario non l'hanno trovata. Di Meani, dirigente del Milan, invece, esiste. Nella sua deposizione spontanea dell'11 gennaio Ceniccola ha sottolineato proprio la diversa valutazione riservata alle telefonate di alcuni suoi colleghi, non certo per sostenere, come certa stampa vuol intendere, la teoria del "Tutti colpevoli nessun colpevole". Se certe telefonate, come quella che ascoltiamo oggi, sono state considerate "penalmente irrilevanti", e siamo d'accordo, allora a maggior ragione dovevano essere considerate alla stessa stregua molte telefonate che, invece, sono state evidenziate nelle informative.
Se in un derby un arbitro assegna un rigore contro la squadra A per una lieve spallata e poi non ne assegna uno contro la squadra B per un chiaro sgambetto in area, il più moderato degli osservatori neutrali direbbe che all'arbitro ha fatto difetto l'uniformità di giudizio. E' quanto ha voluto evidenziare Ceniccola e che oggi possiamo rilevare, una volta di più, con la conversazione tra Meani e Contini, assistente che il giorno dopo sbandiererà proprio la partita del Milan contro il Brescia a San Siro (9 aprile 2005, risultato 1-1).
Meani istruisce il suo interlocutore che Cavasin non deve rompere altrimenti "rompe il cazzo lo cacci fuori!" e Contini lo asseconda "Vai tranquillo...". Questo dialogo, dal punto di vista della giustizia sportiva, ci sembra possa configurare una violazione dell'articolo 6. Dal punto di vista penale, se questa telefonata è irrilevante, allora come non dare ragione a Ceniccola che chiede perché una sua telefonata lo ha portato sotto processo?
Auricchio nelle informative evidenzia la telefonata nella quale Ceniccola parla dell'omaggio di tre magliette e dei complimenti che vengono attribuiti a Moggi, un boss così influente sui destini arbitrali che Ceniccola non arbitrerà più la Juve in quel campionato. Una sola presenza di Ceniccola con la Juve nel 2004-05, solo quel Lecce-Juventus che gli costa un capo di imputazione. Sfigato.
Riportiamo, errori compresi, cosa Auricchio scrive nell'informativa di aprile 2005 a pagina 428:
Ora ascoltate la telefonata tra Meani e Contini, soprattutto dal minuto 16:15. Nella prima parte trascritta i due interlocutori si riferiscono alla presenza a San Siro, negli spogliatoi e durante il derby di Champions, dell'ex assistente Lulli, del quale si parla anche nella seconda telefonata Meani-Copelli e del quale ha parlato nella sua deposizione Dario Galati, teste dell'accusa. Un particolare, quello dichiarato da Galati, al quale i media ed i pochi inviati in aula hanno applicato il silenziatore.
Meani-Contini, 8 aprile 2005 ore 9.42.
Meani: Sai cosa mi ha detto un personaggio influente del vostro ambiente? Se fosse stato Inter-Juve gli arrivava una telefonata a lui (Lulli, ndr) che gli diceva "Stai a casa e cerca di non farti vedere a San Siro".
Contini: E' vero, ti ha detto bene, perché era sicuramente così.
Meani: Perché poi io mi ricordo, che questo qui l'anno scorso ha fatto l'Inter come assistente... "A te non scappa niente, a te non scappa niente"... e, quindi, state molto attenti...
Contini: Lui comunque prende sempre per il culo la gente...
Meani: Chi? Pairetto... eh, c'ha il vizio. Non è che prende per il culo, pensa sempre di farti passare da cretino, no?
Contini: Sì, lo fa sempre sistematicamente, solo che la gente se ne sta accorgendo...
La telefonata prosegue con i due interlocutori che criticano dei colleghi, poi cercano delle motivazioni al perché Collina non gradirebbe fare il designatore, quindi parlano della scaramanzia nel pre partita del derby di Champions che si era giocato contro l'Inter.
Dal minuto 16.15:
Meani: Oh, domani... domani, Cavasin...
Contini: Puttana Eva!
Meani: Ecco, che non rompa tanto i coglioni a San Siro eh...
Contini: Esatto.
Meani: Che mi gira il cazzo...
Contini: Vai tranquillo...
Meani: Tanto non succede mica niente, rompe il cazzo lo cacci fuori!
Contini: Anche perché non sei mica dalla parte del torto.
Meani: Eh...
Contini: Secondo te sei dalla parte della ragione e sei a posto.
In questa seconda telefonata Meani parla più approfonditamente di Lulli, del quale Galati ha riferito uno strano discorso riportatogli dall'ex assistente a seguito della confidenza di un dirigente dell’Inter (Pdf della deposizione, controesame dell'avvocato Prioreschi).
Meani-Copelli, 8 aprile 2005 ore 11.21. Dal minuto 6.10:
Meani: Ieri ho sollevato di peso Pairetto, perché come al solito, allora... derby di Coppa Campioni mi ritrovo nello spogliatoio, prima della partita, Lulli.
Copelli: Lulli? Qui a Milano?
Meani: Lulli! Sì! Che io so per certo che lui tutte le partite dell'Inter, non si sa per quale motivo, per come così, lui va, si affianca agli arbitri, sta con gli arbitri...
Copelli: Ma questo qui in Italia?
Meani: In Italia. Allora io lo vedo e al momento non dico niente, anzi faccio finta di non riconoscerlo, perché c'era già Gandini che... sai noi al Milan abbiamo una qualità grossa, che se anche ci sono 100 persone nello spogliatoio, ci accorgiamo dell'anomalia, di quello che dici "Chi è quello lì?".
Copelli: Certo, voglio dire, ci mancherebbe altro, sei in casa tua...
Meani: Esatto! Allora, quando io l'ho visto, e lo ha visto anche Gandini, e mi dice "Chi è quello lì?", siccome io sapevo già della storia ed era prima della partita, ho fatto finta e gli ho detto: "Mah, sai che non lo so? Sarà uno dell'Uefa, sarà uno dell'Inter. Non lo so chi è".
Copelli: Che bastardo...
Meani: Eh sì, eh... perché ho detto, se capita qualcosa durante la partita poi vien fuori un casino della madonna. Finita la partita, dopo a Gandini gli dico: "Quello sai chi era? Era Lulli". Però io dico, anche questo qui è cretino, infatti ho preso il telefono, chiamo Pairetto e gli dico: "A parte il fatto che questo qui è un guardalinee di serie A, di serie B, ma l'anno scorso gli avete fatto fare anche l'Inter a Milano...". Lui poi, come sempre, ti dà le risposte "Ah ma io, ma sei sicuro che non fosse lì come Uefa?", subito gli ho detto: "Gigi hai 'sto vizio, non mi prendere per il culo che divento una bestia, perché guarda, già ho dovuto frenare Galliani che voleva chiamare Carraro e mettere in piedi un casino della madonna. Questo, se fosse uno Uefa, vuoi che io come Milan non ho un comunicato dell'Uefa che mi dice: 'C'è questo, questo e questo'?". Ma pensa te che testa di ca... Vuoi venire a vedere la partita? Ma non venire negli spogliatoi, anche perché poi a Pairetto gli ho detto: "Questo chi gli paga il viaggio? Chi gli paga l'albergo?". Vuol fare il dirigente dell'Inter? Vai all'Inter! Ce l'ha la faccia da dirigente dell'Inter, poi.
Copelli: Che fenomeno.
Meani: Perché poi io gli ho detto anche a Pairetto: "Io posso capire se questo signor Lulli una volta viene al Milan, una volta va alla Juventus, una volta va alla Roma, una volta va all'Inter, e gira, può avere un significato, ma siccome io so che è sempre con l'Inter, infatti è andato anche con Inter-Porto, ed io già lo sapevo, e allora c'è una anomalia". Evidentemente fa del millantato credito con i dirigenti dell'Inter: "Sai ce penso iooo... vengo iooo che so amico de... (nomina una serie di arbitri stranieri), c'ho parlato"... infatti, da quando c'è Lulli che si interessa degli arbitri la Nazionale Italiana si distingue per essere agevolatissima dagli arbitri, se possono glielo metto anche nel cu... per traverso. Ma ti rendi conto?
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