18 agosto 2006. Concilia? No, nessuna conciliazione tra Juventus e FIGC dopo due ore di Camera di conciliazione del Coni. La Juventus voleva la serie A, anche con una "congrua" penalizzazione, la Figc ha messo sul tavolo solo noccioline, dopo l'input di Guido Rossi: "Niente saldi".
Il conciliatore, avvocato Angelo Piazza, ex ministro della Funzione pubblica, nonché amico di Prodi, dichiara: "Rilevata l'impossibilità di un accordo, prendo atto che la conciliazione è fallita. Finisce qui, un'altra riunione della Camera era inutile. Il prossimo atto? Spetterà alla Juve, sia l'Arbitrato che rivolgersi ai tribunali di Stato. Le sanzioni contro la Juventus, comunque, al momento restano in vigore".
All'uscita Cobolli dice: "Avremmo proposto la serie A con penalizzazione. Ora spetterà al Consiglio di amministrazione della Juventus di lunedì 21 decidere cosa faremo".
La versione della FIGC è questa: "C'era la disponibilità a valutare ipotesi conciliative sulle sanzioni pecuniarie e sulle squalifiche del campo. In merito, invece, a ipotesi di riammissione alla serie A, o riduzione dei punti di penalizzazione, la Figc ritiene di non poterle prendere in considerazione in assenza di adesione da parte delle società controinteressate". Le società cointeressate sono il Brescia, il Messina ed il Lecce, che non avrebbero potuto opporsi, ma la FIGC chiedeva il benestare della maggioranza dei club di serie B per poter trattare sui punti di penalizzazione.
Non hanno cavato un ragno dal buco, ma Cobolli si accontenta del fatto che li hanno lasciati parlare: "L'esito dell'incontro non è stato positivo ma ci è stato permesso di dire ampiamente la nostra posizione: la Juventus vuole sentirsi parte integrante di questo processo di rinnovamento del calcio, rappresentando il 25% dei tifosi italiani. Abbiamo fatto presente la sproporzione delle pene sul nostro sistema economico e patrimoniale qualora fosse confermata la serie B. Non sono deluso dal tono con il quale si è svolta l'udienza, è stato importante stabilire con la Federcalcio buoni rapporti anche in funzione del futuro. Già sapevo che la conciliazione sarebbe stata difficile, ma almeno abbiamo dimostrato una grande volontà di trovare un accordo". Quando gli ricordano l'input federale "Niente saldi", pronunciato da Guido Rossi, Cobolli si rivede per un attimo a La Rinascente e risponde: "Ma il commissario è una persona intelligente e io che sono stato dieci anni nella grande distribuzione so valutare il valore della battuta". Fantastico.
Quando gli viene chiesto un parere sulle tappe ancora possibili, Cobolli dichiara: "L'arbitrato? I tempi della giustizia sportiva sono quelli, però c'è anche la strada del TAR e della Corte di Giustizia Europea. Vogliamo un'adeguata penalizzazione. Andremo avanti sulla nostra strada. Io alla serie A con penalizzazione ci credo ancora".
Affiora la parola TAR, "Un tribunale che esiste" (Cobolli, ndr), unico competente in materia, e la stampa tutta, anche se con sfumature diverse, sottolineano che se dovesse andare male la Juventus si romperebbe ancor più le ossa per aver violato la clausola compromissoria. In realtà la grande paura di tutti è che il TAR stacchi la spina alla FIGC e blocchi la partenza del nuovo campionato.
Se il TAR di De Lise dovesse accogliere un eventuale ricorso della Juventus, anche solo con una sospensiva, la partenza dei campionati, prevista per il 9 settembre, sarebbe bloccata. Il TAR ha in calendario un'udienza per il 6 settembre, in tempo utile. Il professor Stefano Vinti, avvocato amministrativista e docente di diritto pubblico a " La Sapienza", che sembra sia stato già contattato dalla Juventus, dice: "Secondo la mia valutazione il Tar dovrebbe dichiararsi competente, vista la vastità di interessi, pure economici, toccata dalle decisioni della giustizia sportiva". Oltre al TAR ci sarebbe anche la possibilità del ricorso all'arbitrato del Coni, ma è difficile che possa offrire qualcosa di molto diverso da quel poco che è stato messo sul tavolo in Camera di conciliazione.
Juventus-Figc, conciliazione fallita
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