Uno degli addebiti più originali imputati a Moggi è stato quello di aver alterato lo svolgimento del campionato riuscendo a far ammonire i calciatori diffidati delle squadre che, nel turno successivo, avrebbero affrontato la Juventus. In una tabella pubblicata nell’informativa del 2 novembre 2005 si legge che i bianconeri hanno usufruito di questo “vantaggio” in 16 giornate (su 38…) per un totale di 24 calciatori (in realtà sarebbero 25):
Volpi e Carrozzieri (Sampdoria), Jankulovski (Udinese), Mesto (Reggina), Niccolai (Lazio), Nastase e Petruzzi (Bologna), Pisanu e Contini (Parma), A.Lucarelli e C.Lucarelli (Livorno), Montolivo (Atalanta), S.Inzaghi (Lazio), Zaccardo (Palermo), Aronica e Coppola (Messina), Pasquale (Siena), Mensah (Chievo), Balestri e Bonazzoli (Reggina), Obodo e Viali (Fiorentina), Contini, Simplicio e Vignaroli (Parma).
Balza subito all’occhio che in questa lista non vi è presenza di grandi campioni. E nemmeno di grandi squadre. Il che è inspiegabile alla luce del “sicuro” condizionamento operato da Luciano Moggi.
I Carabinieri affermano che tale metodo è “scientifico” in quanto mirato a colpire i giocatori diffidati, tuttavia non viene spiegato se venivano colpiti “tutti” i diffidati o solo alcuni. Inoltre non viene fornito nessun dato comparativo con le altre squadre della serie A. Dato che forniamo di seguito riportando il numero di giocatori squalificati grazie alle ammonizioni “preventive”:
Atalanta 22, Brescia 19, Reggina 18, Inter, Lecce, Livorno e Juventus 17, Messina 16, Cagliari e Sampdoria 15, Lazio, Parma, Siena e Udinese 14, Chievo 13, Milan 12, Bologna 10, Palermo 9, Fiorentina e Roma 8
Come si vede, la Juventus non è in testa in questa speciale graduatoria, inspiegabilmente superata dalle potentissime Atalanta, Brescia e Reggina. L’Inter è alla pari con la Juve, il Milan a cinque lunghezze. Un ragionamento quindi dalle premesse scricchiolanti, considerando anche che nelle prime venti partite del campionato 2006/07 l’Inter ha potuto godere di ben 18 squalifiche preventive (tra ammonizioni ed espulsioni). Una media stratosferica che preannuncia un risultato finale ben al di sopra di quello ottenuto dalla Juventus nel torneo 2004/05.
Interessante è anche esaminare un’altra classifica, quella relativa a quanti squalificati “preventivi” provengono da espulsione (che il giocatore sia diffidato o meno):
Reggina 12, Bologna, Sampdoria e Siena 9, Atalanta, Palermo, Parma 8, Milan, Chievo e Juventus 7, Lazio e Udinese 6, Brescia 5, Cagliari, Livorno e Roma 4, Fiorentina, Inter e Lecce 3, Messina 2
Di nuovo, la Juventus non è in testa: per i bianconeri solo un ottavo posto, in compagnia di Milan e Chievo. Ma forse, si chiederà qualcuno, la prova del condizionamento non è da ricercare nelle squalifiche preventive ma nei vantaggi diretti avuti durante le partite. Ovvero, quanti cartellini gialli sono stati comminati alle squadre che domenicalmente giocavano contro la Juventus? D’altra parte, si sa, un calciatore ammonito gioca con il freno a mano tirato:
Roma 108, Fiorentina 97, Lazio 90, Palermo 89, Cagliari e Sampdoria 88, Lecce, Milan e Juventus 84, Reggina 82, Udinese 80, Chievo e Siena 77, Messina 75, Parma 74, Inter, Bologna, Brescia e Livorno 73, Atalanta 67
Anche in questo caso la Juventus è ben distante dalla prima posizione, occupata dalla Roma. Ma l’analisi non è completa se non si considera quante volte una squadra ha usufruito dell’espulsione di un giocatore avversario:
Cagliari 11, Brescia e Roma 9, Fiorentina, Lazio, Lecce, Livorno e Reggina 7, Milan, Chievo, Palermo e Sampdoria 6, Inter, Messina, Parma, Siena e Udinese 5, Atalanta 3, Juventus 2
Il dato è inequivocabile: nel campionato 2004/05 la Juventus ha potuto giocare in superiorità numerica solo in due occasioni, molto meno delle cinque dell’Inter, delle sei della diretta rivale Milan e delle nove della Roma. Ma se gli arbitri erano condizionati da Moggi, perché non lo favorivano consentendo alla Juventus di giocare in 11 contro 10? Una conclusione che è evidentemente sfuggita ai Carabinieri di Roma. Eppure chi ha compilato le informative ha ritenuto di aver trovato “prove” delle ammonizioni preventive in almeno tre intercettazioni. La prima è un dialogo tra Luciano Moggi e il giornalista Tony Damascelli dopo la partita Fiorentina-Bologna (14° giornata) del 5 dicembre 2006 (prog.5738):
(i due prima parlano lungamente di calcio giocato)
Damascelli: Oh, comunque De Santis ha fatto il delitto perfetto, eh?
Moggi: Che ha fatto?
Damascelli: eh, c’abbiamo i tre gio… i tre difensori del Bologna fuori, squalificati tutti e tre!
Moggi: … ma… perché, chi c’avevano loro diffidato?
Damascelli: Tutti e tre! Ehm, come si chiama: Petruzzi, Nastase e Gamberini.
Moggi: Uhhh
Damascelli: non male, no?
Moggi: eh, aho… meno male, che ti devo dì?
Incredibile come i Carabinieri non si accorgano che è la stessa intercettazione a scagionare Moggi il quale, di fronte alla notizia passatagli da Damascelli (che sbaglia, perché i diffidati erano soltanto due), risponde prima con stupore, non conoscendo nemmeno i nomi dei giocatori in questione, («perché, chi c’avevano loro diffidato?») e poi con assoluta indifferenza («meno male, che te devo dì?»).
La seconda prova risiederebbe nei discorsi del dirigente milanista Leonardo Meani ai guardalinee (!) Copelli e Puglisi, riguardo alle ammonizioni comminate ai calciatori fiorentini Obodo e Viali durante Inter-Fiorentina del 20 marzo 2005 (ammonizioni giuste perché Viali è protagonista di un’entrataccia mentre Obodo si mette davanti al pallone impedendo di riprendere il gioco). L’addetto agli arbitri milanista commenta così i due cartellini: «due diffidati, due impallinati…, uno ridicolo eh! Viali… eh, attenzione con quel giochino lì sporco eh!...eh ancora gioca con la Juve domenica prossima aveva diffidati Viali e Obodo… pum… pum». Rimandando il discorso sull’ambigua complicità tra Meani e i guardalinee al paragrafo dedicato al Milan, tralasciamo ogni commento sulla valenza probatoria di una tale conversazione giacché, ragionando analogamente, si dovrebbero prendere per prove anche le chiacchiere da bar. Strano piuttosto che i Carabinieri, i quali danno molto credito alla versione di Meani, non facciano una piega quando invece è la Juventus a lamentarsi dei troppi favori arbitrali concessi al Milan: «il dg riferisce all’interlocutore (Giraudo) del disappunto manifestato a Pierluigi Pairetto alla fine della giornata calcistica, in quanto vi era stata una mancata espulsione del difensore della squadra rossonera (Stam), da parte dell’arbitro Rosetti, nell’incontro Milan-Lazio (vinto dai rossoneri con il risultato di 2 a 1). Proseguendo nella conversazione Antonio Giraudo e Luciano Moggi discutono dei molteplici episodi arbitrali, quasi sempre a favore del Milan, che in quel periodo storico stavano influenzando, a loro parere, il campionato di calcio, e per questo motivo decidono di convocare, per il martedì successivo, i due designatori come afferma Moggi: “bisogna dunque, io gliel’ho già detto a… Pinocchio (Pierluigi Pairetto, ndr), però io con… coso non ci voglio parlà. […] sarebbe opportuno… martedì di farli venì su, per farci una chiacchiera… ma di brutto muso, perché così non può andà, perché a noi ci assassinano in tutto» (Introduzione alla telefonata 17402 del 6 febbraio 2005).
Vi sono poi alcune circostanze che danno di Meani un’immagine poco credibile, come nell’occasione di un suo sarcastico commento sulla designazione dell’arbitro De Bleckeere, da lui ritenuto filo-juventino, per Liverpool-Juventus di Champions League («De Bleckeere è praticamente il figlioccio di Pairetto in Uefa, no!! Quell’arbitro belga arbitra la Juve a Liverpool…»). Peccato che in quella partita De Bleckeere annulli poi un gol regolarissimo a Del Piero. Gol che costerà ai bianconeri (sconfitti 2-1) la qualificazione al turno successivo.
Un ultimo elemento “compromettente” consisterebbe nella famosa intercettazione in cui Giraudo dice a Moggi: «Se l’arbitro è sveglio, ci dimezza l’Udinese», in riferimento alla partita Udinese-Brescia del 26 settembre 2004 (la giornata successiva c’è Udinese-Juventus). Ma è un altro falso allarme: la telefonata è delle 18.00 circa, ovvero dopo la fine delle partite di campionato (particolare stranamente sfuggito ai giornali). Quindi, la frase dell’amministratore delegato bianconero è da intendersi come una semplice constatazione riguardo a quello che sarebbe potuto accadere. Anzi, ancora una volta, le circostanze sembrano dimostrare la completa innocenza degli accusati: l’incontro tra Udinese-Brescia è contrassegnato infatti da un clamoroso errore dell’arbitro Dattilo, il quale convalida il gol della vittoria bresciana (1-2) segnato con il portiere friulano De Sanctis a terra infortunato. Nella rissa scoppiata subito dopo la marcatura viene espulso (giustamente) il solo Jankulovski, quando invece i giocatori sanzionati avrebbero potuto essere molti di più. In questa ottica acquista ancora più senso l’affermazione di Giraudo.
La questione delle ammonizioni scientifiche è stato uno dei cavalli di battaglia di certa stampa e televisione di indirizzo antijuventino. Strano che nessuno però abbia notato che in Fiorentina-Milan del 30 aprile 2005 (gara che precede lo scontro diretto Milan-Juventus) l’arbitro De Santis non abbia ammonito i tre diffidati rossoneri. E che diffidati: Nesta, Rui Costa e Seedorf! Un’inspiegabile incongruenza. L’arbitro per eccellenza della cupola che non ammonisce tre importantissimi calciatori milanisti prima della partita decisiva per lo scudetto.