La Procura di Napoli ha messo a disposizione della Figc i files delle intercettazioni di Calciopoli e così Tuttosport l'ha messa sull'ironico e sul latinorum scrivendo 'Habemus telefonatas'. L'ironia ci sta tutta perché quelle intercettazioni arrivano con quattro anni di ritardo e dovevano essere in Federazione già dall'estate 2006, l'avrebbe imposto il "giusto processo" che all'epoca, ormai è un dato di fatto, non interessava né Guido Rossi, né Francesco Saverio Borrelli e neppure John Jacob Philip Elkann. Ci sta l'ironia, ci sta a maggior ragione che adesso si stia ben attenti a cosa può succedere.
Secondo l'articolo di Tuttosport le oltre 170.000 intercettazioni finiranno nel fascicolo aperto da Palazzi e ci sarà un'altra inchiesta; nel frattempo la Juve avrebbe preparato una selezione di "trenta intercettazioni che i legali bianconeri considerano fondamentali per rileggere Calciopoli". Tra trenta e centosettantamila c'è una bella differenza e c'è anche il rischio di qualche equivoco più o meno voluto (il famoso qui pro quo per dirla ancora in latino): potrebbe cioè succedere che per rispondere all'esposto della Juve sulla revoca dell'assegnazione dello scudetto 2005-06 Abete aspetti le decisioni di Palazzi sulla nuova inchiesta (in effetti ha già preannunciato che intende farlo), mentre Palazzi, da parte sua, per chiudere l'indagine aspetta che siano prima ascoltate le intercettazioni in arrivo da Napoli (non l'ha ancora detto ma, visto il personaggio, niente di più facile che lo dica) e a quel punto si sfiorerebbe il ridicolo.
Bene quindi ha fatto la Juve a mettere a disposizione qualche decina di telefonate di quelle che il p.m Narducci giurava non ci fossero, di quelle che hanno fatto capire che Calciopoli era molto diversa da come ce l'ha raccontata la Gazzetta; ma adesso la società deve prendere ufficialmente posizione per evitare che l'equivoco accennato si materializzi.
Il presidente Agnelli, cioè, può e deve pretendere che l'esito dell'esposto prescinda dalle 170.000 intercettazioni da sbobinare; che l'Inter sia chiamata in causa dalle telefonate che non c'erano ormai è un dato di fatto, l'hanno spiegato sul nostro sito gli esperti legali di Ju29ro.com e l'ha dovuto ammettere anche la Gazzetta, segnatamente il vice-direttore Ruggiero Palombo che da sempre è in sintonia con quello che devono decidere nel Palazzo.
Quella infelice assegnazione fu una decisione del prof. Guido Rossi, immediatamente successiva al famoso parere dei tre saggi; oggi potrebbe essere sufficiente chiedere agli stessi saggi di aggiornare il loro parere alla luce delle intercettazioni scelte dai legali della Juve. E' il Consiglio Federale che può e deve discutere l'esposto della Juve, che può e deve, come suggerisce anche Palombo sulla Gazzetta, revocare quell'assegnazione.
L'insieme delle centosettantamila intercettazioni ha invece a che fare con un'altra storia, quella della possibile riscrittura di tutta Calciopoli. Qui, come giustamente ha detto il presidente della Juventus nell'intervista a Sky, i tempi saranno necessariamente lunghi e non saranno dettati né da Abete né da Palazzi, ma semmai dalle sentenze che ci saranno a seguito del processo di Napoli.
170.000 telefonate? Per cominciare, ne bastano 30
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