intercettazioneCorreva l’anno 2005. Che bisogno aveva il Presidente degli arbitri, Tullio Lanese, di instaurare “rapporti ad alto livello” con un importante banchiere già coinvolto nell'inchiesta per il crac Cirio e antagonista di Fiorani al vertice della Banca Popolare di Lodi? E perché Giacinto Facchetti si presta a fare da intermediario fino al punto da caldeggiarne l'utilizzo? E qual è la natura dei rapporti tra il Presidente degli arbitri e il Presidente dell’Inter se gli argomenti di conversazione, oltre la politica del calcio, derogano negli affari, evidentemente privati, dei due personaggi?

E’ un esercizio facile, ma vale la pena farlo: nella trascrizione che segue provate a sostituire il nome di Facchetti con quello di Moggi, e il nome di Lanese con quello di Bergamo o Pairetto; il risultato dovrebbe essere intuibile e scatenerebbe le redazioni dei giornali con titoloni a nove colonne: PROCESSATELI!.
E invece se tutto va bene, visto che la telefonata coinvolge l'allora Presidente dell'Inter, vedrete che il coro sarà unanime e i soliti menestrelli si affretteranno a spiegare che in fondo era solo un piccolo piacere, una segnalazione tra amici.
E lo faranno gli stessi che nel 2006, ravanando nel torbido, avevano stigmatizzato, considerandolo prova di illecito, l’intervento di Luciano Moggi sul concessionario Maserati per cercare di abbreviare i tempi di consegna di una fiammante fuoriserie per un amico di Pairetto. Autovettura regolarmente pagata e fatturata, aggiungiamo noi.
Eppure nel 2006 i favori personali e le raccomandazioni furono uno dei cavalli di battaglia della stampa forcaiola. A Moggi furono rinfacciati i suoi rapporti con amici di vecchia data quali magistrati, generali, politici e anche qualche banchiere. A tutti Moggi prometteva e regalava favori, biglietti e gadgets. E questi contatti furono portati a testimonianza del potere dell’uomo che tutto poteva condizionare, nel calcio e fuori dal calcio. Ecco allora che è urgente capire perché Facchetti fosse interessato a fare bella figura con Lanese, fino al punto di chiamarlo apposta, il giorno dopo averlo incontrato di persona, per ricordargli che il suo amico banchiere Ambrogio sarebbe stato a sua disposizione per “rapporti ad alto livello.” Di sicuro, come vedremo più avanti, quello tra Facchetti e Lanese era un rapporto ad altissimo livello, se è vero, come è vero, che in un’altra intercettazione il Presidente degli arbitri rassicura Giacinto: “Appena finisco la riunione in cui parliamo di arbitri ti chiamo e ti racconto di quello che si è discusso”:

Facchetti chiama Lanese, 10 febbraio 2005.

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Lanese: Pronto?
Facchetti: Sì, Tulliooo... sono Giacinto.
Lanese: Ciao, ciao Giacinto.
Facchetti: Senti, no, poi ieri mi son dimenticato di dirti, siccome io vedo spesso quell'Ambrogio Sfondrini, sai come...
Lanese: Sì, sì, ma ora cominciamo, sì, sì, in commissione ora incominciamo a...
Facchetti: No, guard... sappi che..
Lanese: No, no, non me lo dimentico, ma io non me lo dimentico, tranquillo.
Facchetti: Sappi che è una persona che puoi utilizzarla veramente ad alti livelli, perché lui è stato Direttore Generale della Popolare di Lodi.
Lanese: Sì, sì, della Popolare, lo so, lo so, stai tranquillo che non mi son dimenticato.
Facchetti: Eh, va bene, volevo ricordartelo.
Lanese: Tranquillo.
Facchetti: Va bene...
Lanese: Ok.
Facchetti: Ok, ciao Tullio, ciao, ciao, ciao.