Come è noto, la FIGC aspetta che i periti del Tribunale di Napoli trascrivano le telefonate nerazzurre prima di muoversi. Bene, prendiamo atto che in questo caso procedono senza la fretta e senza le omissioni con le quali si mosse nel 2006 contro la Juventus.
Ma, una volta in possesso delle trascrizioni, cosa intende fare e in quali tempi?
Per revocare l'ignobile cartone è sufficiente accertare che l'Inter non era meritevole di vederselo assegnato, null'altro. Non ci sono prescrizioni in ballo, perché non si tratta di accertare illeciti, ma semplicemente l'assenza di quei meriti, che qualcuno - non si sa più bene chi - gli riconobbe nel 2006 per assegnare uno scudetto alla carriera.
Diverso e distinto problema è quello della riassegnazione o meno di quello scudetto e di quello successivo alla squadra che li vinse sul campo, dovendosi aspettare l'esito dei processi penali di Napoli a carico di Moggi e Giraudo per decidere.
In caso di assoluzione degli imputati la FIGC dovrà sottostare alle sentenze penali senza se e senza ma e restituire i due scudetti alla Juventus, a meno di chiamarsi fuori dall'ordinamento costituzionale italiano.
Quello che la FIGC non può fare è mescolare i due problemi, quello della revoca all'Inter dello scudetto per non meritevolezza e quello della restituzione di entrambi gli scudetti alla Juventus, e coltivare l'idea di aspettare l'esito dei processi penali napoletani per risolvere furbescamente l'inghippo, ossia legando la revoca del cartone all'ipotesi di assoluzione di Moggi e Giraudo, omettendo di decidere sulle restituzioni di entrambi i titoli.
Per la restituzione dei due titoli alla Juventus c'è tempo: aspettiamo e poi rispettiamo tutti, FIGC compresa, le sentenze dei giudici penali.
Ora invece è arrivato il tempo della revoca di quello scudetto nerazzurro: ascoltino le telefonate, leggano le trascrizioni e provvedano entro l'anno senza menare il can per l'AIA.