Fa impressione, ma è tutto vero. Moggi e Moratti si sentivano cordialmente al telefono.
Niente di particolarmente rilevante ai fini processuali, ma ascoltate ad esempio la telefonata qua sotto, nella quale il Diavolo e l'Acquasanta si scambiano gli auguri di Buone Feste. Non fa un po' impressione, considerato tutto quel che in casa nerazzurra si dice da quattro anni? E, soprattutto, considerato quel che si è poi scoperto sui dossieraggi via Telecom?
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E questo è niente.
"Ci dispiace ma è uno scandalo!". Così titolava la Gazzetta dello Sport il giorno dopo Chievo-Juventus 0-1 del 14 marzo 2005. In quella partita, arbitrata da Paparesta, Pellissier tirò un missile terra-traversa che, alla velocità della luce, rimbalzò nei pressi della linea di porta, probabilmente poco dentro, e tornò in campo, tra le deboli proteste dei clivensi. Proteste che, invece, furono via via più violente nelle trasmissioni di commento, per poi scoppiare in tutta la loro veneficità nella settimana successiva. Eppure, mentre Cannavò sentenziava dalle pagine della rosea, c'era qualcuno che, al telefono con Moggi, dichiarava apertamente che per arbitro ed assistente fosse praticamente impossibile vedere e interpretare correttamente l'episodio, di fatto assolvendo l'arbitro da ogni responsabilità. La cosa strana è che mentre al telefono con Moggi il signor Moratti faceva il cordialone, dietro le quinte si era già incontrato, dal 2002, con Nucini, Facchetti, Tronchetti e Tavaroli per scoprirne i segreti. E furono i dossier "Como" e "Ladroni", che Cipriani sostiene essergli stati ordinati e non fatti di sua iniziativa per perder tempo. Che signore Moratti!
L'atteggiamento di Moggi è quello di colui che, da uomo di calcio, tenta di mantenere rapporti di cordialità con tutti, e in special modo con chi, come l'Inter, condivideva interessi politici. In tale ottica propone un incontro col petroliere ambientalista, per fare due chiacchiere. D'altronde non è un mistero che lo stesso Moratti avrebbe cercato Moggi e tentato di portarlo all'Inter, proprio nel periodo in cui Moggi aveva cominciato a intuire che a Torino le acque si stavano ingarbugliando. Non se ne fece nulla.
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Sorpresa! Nemmeno per Moratti la Juve rubava
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