L'inchiesta Telecom inguaia gli "onesti": si salvi chi può...
Fonte: Libero di oggi 09/11/2007, pagine 38/39.
di Luciano Moggi
Adesso aspetto i "perbenisti" che non ci credevano o non volevano crederci. L'Inter è sospettata di far parte delle "aziende spione" dell'inchiesta Telecom. Lo dice il Gip Giuseppe Gennari che ha iscritto il club di Moratti (vedi Panorama in edicola) in un elenco che comprende diverse altre aziende. La vicenda è quella arci-nota dei dossier illegali, costruiti dalla "sicurezza" del gruppo Telecom, scoperchiata dalle rivelazioni sul ruolo di Giuliano Tavaroli, di Emanuele Cipriani, dell'agenzia di quest'ultimo ("Polis d'Istinto"), vicenda che ha sconvolto il mondo delle telecomunicazioni, mettendo allo scoperto un vasto spionaggio industriale basato su intercettazioni, spiate, pedinamenti e quant'altro e che ha portato nei giorni scorsi ad altri tre arresti, segno che il pozzo è ancora molto profondo. In questo quadro il Gip ha iscritto il nome dell'Inter, attribuendole verosimilmente sospetti sulle spiate e pedinamenti ordinati per Vieri, Mutu, per l'ex arbitro De Santis, per la FIGC, per il sottoscritto, per la Juventus, ed altri.
E' un sospetto che dovrà naturalmente essere comprovato e non sarò certo io, vittima di un becero processo mediatico, a disattendere la conclusione dell'inchiesta.
Mi chiedo, però, se si possa parlare di sospetto quando, ad esempio, le spiate per Vieri sono acclarate e l'Inter e la Telecom se le stanno dando di santa ragione per capire a chi toccherà fronteggiare le salate richieste di risarcimento fatte dal calciatore: all'esecutore o molto più opportunamente al mandante?
Sembra passato molto tempo da quando le due aziende erano più o meno "sorelle": ai vertici dell'Inter si incontravano gli stessi vertici della Telecom (Tronchetti, Buora, Rossi).
E' opportuno aggiungere che sul piano dei danni procurati dalle spiate e dalle connesse richieste di risarcimento siamo appena agli inizi.
Qualcuno dovrà risponderne anche ad altri, e sarà allora che la vera verità su calciopoli verrà fuori.
Io penso che non ci voglia una particolare intelligenza a capire perchè il sottoscritto ha tentato di difendersi dalla rete di spionaggio industriale applicato al calcio.
La questione è che in questo nostro paese esistono gli intoccabili, e Moratti fa certamente parte di questo gruppo anche quando va molto sopra le righe sulla valutazione del fallo di Nedved su Figo.
Il patron dell'Inter ragione come se l'intervento di Nedved potesse avere persino una componente di volontarietà e cosa ti combinano la Gazzetta e "fatemi capire"? Pubblicano un pezzo tra l'affettuoso e il deamicisiano, dove Massimo viene ampiamente giustificato, perchè < quella frase era l'effetto di uno stato d'animo >. C'è qualcuno che non ha ancora capito da che parte sta la "Gazzetta"?
La quale Gazzetta, forse preoccupata dagli slogan che appaiono su internet di tifosi juventini ( "io non compro la Gazzetta") ha tentato una vasta operazione di recupero in occasione di Juve-Inter. Ventiseimila copie omaggio del giornale sono state fatte trovare sui sedili dell'Olimpico. Non so che fine abbiano fatto, ma sicuramente non hanno avuto l'effetto sperato. Nella sterminata tifoseria bianconera non c'è n'è uno che non abbia capito e valutato il peso che ha avuto il quotidiano sportivo milanese nell'"accompagnare" (?) il processo mediatico, prima, durante e dopo le sentenze anti-Juve.
Nella settimana di Juve-Inter ne ho lette di tutti i colori, e ho deciso, fatto salvo qualche caso particolare di disinformazione e di umorismo involontario, di non dire niente. Ma un cenno al censore di Repubblica (che non è Mura, il quale è di ben altra statura) voglio farlo.
Mi riferisco al grande moralizzatore, che nella foga enciclopedica di darmi addosso afferma che sono stato io <il personaggio più rimpianto> perchè sarei riuscito <nell'impresa impossibile non di battere l'Inter, ma di trovare biglietti per tutti>.
Se l'autore voleva essere umoristico o sarcastico ha fallito nel suo intento: in definitiva fa più piangere che ridere. Che ne pensa Mura del suo collega a corto di spirito e di battute?
Luis Figo ha parlato a Mediaset e lo ha fatto con molta immaginazione, sostenendo di essere arrivato tardi in Italia perchè con "Moggi e Moggiopoli" le cose andavano in una certa maniera.
In sostanza Figo dice che doveva sbarcare in Italia nel '95, ma che poi erano successe cose <che abbiamo capito col tempo>. Ma che capacità divinatoria! Peccato che Figo dimentichi il doppio contratto firmato con Parma e Juve. Allora non capiva cosa faceva? Sul caso mi sembra illuminante e sferzante l'opinione de "Il sole 24 ore. com" che in un pezzo intitolato "Calciopoli, Figo e Del Vecchio, parte la gara chi la dice più ridicola", scrive che negli ultimi due giorni si è assistito ad un giochino davvero divertente: ricondurre le responsabilità delle proprie mancanze a Moggi & C. Ancora una volta però i diretti protagonisti dimostrano come sia facilissimo perdere occasioni per stare zitti. (...) Sarebbe colpa, cioè, di Moggi se Del Vecchio non è riuscito a vincere un secondo scudetto con la Roma o se Figo ha firmato prima con la Juventus e poi con il Parma. Nessuno ha dato risalto a queste parole, segno che un po' di senso del pudore tra i giornalisti comincia ad esserci.
Ultima annotazione sulla rubrica domenicale "Candidamente".
Rispondendo ad un lettore, il Candido scrive che <arriverà il giorno in cui la Juve sarà giudicata per quello che fa, nel bene e nel male>. Ho cercato di interpretare, ma per me, questo, ha un solo significato: al momento la Juve non viene giudicata come si dovrebbe e come ne avrebbe ampio diritto. Giudichino i miei lettori il significato (?) delle parole scritte dal Candido (ma non troppo...).
Come Team ringraziamo Libero ed il suo Direttore per non essersi uniformato alla quasi totalità dei media nel mettere alla gogna una squadra ed un uomo ma, anzi, di aver fornito a quest'uomo che deve ancora essere giudicato, se lo sarà, la possibilità di avvalersi del "diritto di replica".
Fonte: Libero di oggi 09/11/2007, pagine 38/39.
di Luciano Moggi
Adesso aspetto i "perbenisti" che non ci credevano o non volevano crederci. L'Inter è sospettata di far parte delle "aziende spione" dell'inchiesta Telecom. Lo dice il Gip Giuseppe Gennari che ha iscritto il club di Moratti (vedi Panorama in edicola) in un elenco che comprende diverse altre aziende. La vicenda è quella arci-nota dei dossier illegali, costruiti dalla "sicurezza" del gruppo Telecom, scoperchiata dalle rivelazioni sul ruolo di Giuliano Tavaroli, di Emanuele Cipriani, dell'agenzia di quest'ultimo ("Polis d'Istinto"), vicenda che ha sconvolto il mondo delle telecomunicazioni, mettendo allo scoperto un vasto spionaggio industriale basato su intercettazioni, spiate, pedinamenti e quant'altro e che ha portato nei giorni scorsi ad altri tre arresti, segno che il pozzo è ancora molto profondo. In questo quadro il Gip ha iscritto il nome dell'Inter, attribuendole verosimilmente sospetti sulle spiate e pedinamenti ordinati per Vieri, Mutu, per l'ex arbitro De Santis, per la FIGC, per il sottoscritto, per la Juventus, ed altri.
E' un sospetto che dovrà naturalmente essere comprovato e non sarò certo io, vittima di un becero processo mediatico, a disattendere la conclusione dell'inchiesta.
Mi chiedo, però, se si possa parlare di sospetto quando, ad esempio, le spiate per Vieri sono acclarate e l'Inter e la Telecom se le stanno dando di santa ragione per capire a chi toccherà fronteggiare le salate richieste di risarcimento fatte dal calciatore: all'esecutore o molto più opportunamente al mandante?
Sembra passato molto tempo da quando le due aziende erano più o meno "sorelle": ai vertici dell'Inter si incontravano gli stessi vertici della Telecom (Tronchetti, Buora, Rossi).
E' opportuno aggiungere che sul piano dei danni procurati dalle spiate e dalle connesse richieste di risarcimento siamo appena agli inizi.
Qualcuno dovrà risponderne anche ad altri, e sarà allora che la vera verità su calciopoli verrà fuori.
Io penso che non ci voglia una particolare intelligenza a capire perchè il sottoscritto ha tentato di difendersi dalla rete di spionaggio industriale applicato al calcio.
La questione è che in questo nostro paese esistono gli intoccabili, e Moratti fa certamente parte di questo gruppo anche quando va molto sopra le righe sulla valutazione del fallo di Nedved su Figo.
Il patron dell'Inter ragione come se l'intervento di Nedved potesse avere persino una componente di volontarietà e cosa ti combinano la Gazzetta e "fatemi capire"? Pubblicano un pezzo tra l'affettuoso e il deamicisiano, dove Massimo viene ampiamente giustificato, perchè < quella frase era l'effetto di uno stato d'animo >. C'è qualcuno che non ha ancora capito da che parte sta la "Gazzetta"?
La quale Gazzetta, forse preoccupata dagli slogan che appaiono su internet di tifosi juventini ( "io non compro la Gazzetta") ha tentato una vasta operazione di recupero in occasione di Juve-Inter. Ventiseimila copie omaggio del giornale sono state fatte trovare sui sedili dell'Olimpico. Non so che fine abbiano fatto, ma sicuramente non hanno avuto l'effetto sperato. Nella sterminata tifoseria bianconera non c'è n'è uno che non abbia capito e valutato il peso che ha avuto il quotidiano sportivo milanese nell'"accompagnare" (?) il processo mediatico, prima, durante e dopo le sentenze anti-Juve.
Nella settimana di Juve-Inter ne ho lette di tutti i colori, e ho deciso, fatto salvo qualche caso particolare di disinformazione e di umorismo involontario, di non dire niente. Ma un cenno al censore di Repubblica (che non è Mura, il quale è di ben altra statura) voglio farlo.
Mi riferisco al grande moralizzatore, che nella foga enciclopedica di darmi addosso afferma che sono stato io <il personaggio più rimpianto> perchè sarei riuscito <nell'impresa impossibile non di battere l'Inter, ma di trovare biglietti per tutti>.
Se l'autore voleva essere umoristico o sarcastico ha fallito nel suo intento: in definitiva fa più piangere che ridere. Che ne pensa Mura del suo collega a corto di spirito e di battute?
Luis Figo ha parlato a Mediaset e lo ha fatto con molta immaginazione, sostenendo di essere arrivato tardi in Italia perchè con "Moggi e Moggiopoli" le cose andavano in una certa maniera.
In sostanza Figo dice che doveva sbarcare in Italia nel '95, ma che poi erano successe cose <che abbiamo capito col tempo>. Ma che capacità divinatoria! Peccato che Figo dimentichi il doppio contratto firmato con Parma e Juve. Allora non capiva cosa faceva? Sul caso mi sembra illuminante e sferzante l'opinione de "Il sole 24 ore. com" che in un pezzo intitolato "Calciopoli, Figo e Del Vecchio, parte la gara chi la dice più ridicola", scrive che negli ultimi due giorni si è assistito ad un giochino davvero divertente: ricondurre le responsabilità delle proprie mancanze a Moggi & C. Ancora una volta però i diretti protagonisti dimostrano come sia facilissimo perdere occasioni per stare zitti. (...) Sarebbe colpa, cioè, di Moggi se Del Vecchio non è riuscito a vincere un secondo scudetto con la Roma o se Figo ha firmato prima con la Juventus e poi con il Parma. Nessuno ha dato risalto a queste parole, segno che un po' di senso del pudore tra i giornalisti comincia ad esserci.
Ultima annotazione sulla rubrica domenicale "Candidamente".
Rispondendo ad un lettore, il Candido scrive che <arriverà il giorno in cui la Juve sarà giudicata per quello che fa, nel bene e nel male>. Ho cercato di interpretare, ma per me, questo, ha un solo significato: al momento la Juve non viene giudicata come si dovrebbe e come ne avrebbe ampio diritto. Giudichino i miei lettori il significato (?) delle parole scritte dal Candido (ma non troppo...).
Come Team ringraziamo Libero ed il suo Direttore per non essersi uniformato alla quasi totalità dei media nel mettere alla gogna una squadra ed un uomo ma, anzi, di aver fornito a quest'uomo che deve ancora essere giudicato, se lo sarà, la possibilità di avvalersi del "diritto di replica".