Stamattina alle ore 11.00 circa, durante una pausa di lavoro, mi sono recato presso un bar per bere un caffè con un mio amico. Appena siamo entrati nel bar il mio amico è corso verso il bancone dei gelati ed ha preso in mano una copia del quotidiano color rosa diretto da Carlo Verdelli e rivolgendosi verso di me, gonfio di soddisfazione, mi ha detto: "Avevamo ragione noi interisti nel dire che MOGGI era un delinquente!!!!. Moggi è stato condannato a sei anni!!!".
Devo essere sincero ma nessuna meraviglia mi ha colto in quel momento visto che il mio amico, interista ed accanito lettore del foglio rosa, aveva letto la prima pagina sulla quale campeggiava il titolone: "MOGGI 6 ANNI". Il lettore medio, infatti, dei quotidiani che si trovano sui banconi dei gelati si sofferma, solo ed esclusivamente, sulla prima pagina ed, in particolare, sul titolo principale. E’ notorio che spesso eviti di approfondire e, magari, leggere per intero l’articolo.
Tale tipo di atteggiamento è ben noto ai dirigenti ed ai direttori dei quotidiani, i quali ovviamente sfruttano al massimo questo vizio italico. Non importa ai direttori fare un titolo che informi sul contenuto dell'articolo e sulla notizia. Sembra che conti di più convincere il cittadino , in questo caso che un determinato soggetto sia un farabutto ed un relitto della società. Lo strumento, come detto, è il titolo dell’articolo che, nel 90% dei casi, è una forzatura rispetto al contenuto dell'articolo.
Nessuna meraviglia, dunque, anche perché la linea editoriale colpevolista di Verdelli è ben nota a chi ha a cuore le vicende calcistiche ed extra calcistiche della Juventus. Il voler evidenziare a lettere cubitali solo quel "6 anni" è il prodotto di un modo di vedere il giornalismo e di utilizzare la potenza di un mezzo di informazione per infangare ed umiliare.
Qualche difensore del signor Verdelli, a questo punto, potrebbe obbiettare che nel sottotitolo era ben specificato che si trattava delle richieste del PM.
A tale tipo di obiezione ho già risposto sottolineando il comportamento del lettore medio dei quotidiani dei banconi del bar. Quindi non è necessario dilungarsi più di tanto.
Mi preme rilevare, al contrario, visto che ormai viviamo in un regime mediatico-giudiziario senza precedenti, che Luciano Moggi è, alla data odierna, un libero cittadino senza nessuna condanna e che un PM nell’esercizio delle sue funzioni ha fatto richiesta di condanna per gli imputati.
Quanto rilevato è di una banalità disarmante e non richiede il possesso di titoli di studio particolari o di titoli accademici per comprenderne la portata. Ma viviamo, come già detto, in un regime che utilizza i mezzi di informazione per condannare ed umiliare il nemico di turno prima della fine dei processi, e risulta quanto mai necessario ribadire concetti elementari.
Nessuna meraviglia, infine, mi coglierà se, nel caso in cui Luciano Moggi dovesse essere assolto, il noto quotidiano dei banconi dei gelati non dovesse dedicare nemmeno un rigo alla vicenda. Il tutto cadrà nel silenzio assoluto e nessun solerte giornalista oserà chiedere scusa per il fango gettato addosso ad una famiglia ed ai suoi componenti. Ci sarà, comunque e purtroppo, un altro amico della Juventus a ricordarci le vicende giudiziarie di Moggi, con un libro che interpreterà la sentenza di assoluzione come se fosse una sentenza di condanna. Nel libro verrà anche scritto che Moggi è stato assolto perché un magistrato è stato inserito nel collegio giudicante su iniziativa di Comunione e Liberazione, associazione cattolica vicina al Vaticano e quindi, udite udite, a Moggi.
L’autore di questo futuro best seller è altro soggetto noto a noi tifosi juventini e quindi nessuna meraviglia anche in questo caso.
Devo essere sincero ma nessuna meraviglia mi ha colto in quel momento visto che il mio amico, interista ed accanito lettore del foglio rosa, aveva letto la prima pagina sulla quale campeggiava il titolone: "MOGGI 6 ANNI". Il lettore medio, infatti, dei quotidiani che si trovano sui banconi dei gelati si sofferma, solo ed esclusivamente, sulla prima pagina ed, in particolare, sul titolo principale. E’ notorio che spesso eviti di approfondire e, magari, leggere per intero l’articolo.
Tale tipo di atteggiamento è ben noto ai dirigenti ed ai direttori dei quotidiani, i quali ovviamente sfruttano al massimo questo vizio italico. Non importa ai direttori fare un titolo che informi sul contenuto dell'articolo e sulla notizia. Sembra che conti di più convincere il cittadino , in questo caso che un determinato soggetto sia un farabutto ed un relitto della società. Lo strumento, come detto, è il titolo dell’articolo che, nel 90% dei casi, è una forzatura rispetto al contenuto dell'articolo.
Nessuna meraviglia, dunque, anche perché la linea editoriale colpevolista di Verdelli è ben nota a chi ha a cuore le vicende calcistiche ed extra calcistiche della Juventus. Il voler evidenziare a lettere cubitali solo quel "6 anni" è il prodotto di un modo di vedere il giornalismo e di utilizzare la potenza di un mezzo di informazione per infangare ed umiliare.
Qualche difensore del signor Verdelli, a questo punto, potrebbe obbiettare che nel sottotitolo era ben specificato che si trattava delle richieste del PM.
A tale tipo di obiezione ho già risposto sottolineando il comportamento del lettore medio dei quotidiani dei banconi del bar. Quindi non è necessario dilungarsi più di tanto.
Mi preme rilevare, al contrario, visto che ormai viviamo in un regime mediatico-giudiziario senza precedenti, che Luciano Moggi è, alla data odierna, un libero cittadino senza nessuna condanna e che un PM nell’esercizio delle sue funzioni ha fatto richiesta di condanna per gli imputati.
Quanto rilevato è di una banalità disarmante e non richiede il possesso di titoli di studio particolari o di titoli accademici per comprenderne la portata. Ma viviamo, come già detto, in un regime che utilizza i mezzi di informazione per condannare ed umiliare il nemico di turno prima della fine dei processi, e risulta quanto mai necessario ribadire concetti elementari.
Nessuna meraviglia, infine, mi coglierà se, nel caso in cui Luciano Moggi dovesse essere assolto, il noto quotidiano dei banconi dei gelati non dovesse dedicare nemmeno un rigo alla vicenda. Il tutto cadrà nel silenzio assoluto e nessun solerte giornalista oserà chiedere scusa per il fango gettato addosso ad una famiglia ed ai suoi componenti. Ci sarà, comunque e purtroppo, un altro amico della Juventus a ricordarci le vicende giudiziarie di Moggi, con un libro che interpreterà la sentenza di assoluzione come se fosse una sentenza di condanna. Nel libro verrà anche scritto che Moggi è stato assolto perché un magistrato è stato inserito nel collegio giudicante su iniziativa di Comunione e Liberazione, associazione cattolica vicina al Vaticano e quindi, udite udite, a Moggi.
L’autore di questo futuro best seller è altro soggetto noto a noi tifosi juventini e quindi nessuna meraviglia anche in questo caso.