Crazeology Serious Mode On.
Nelle scorse settimane mi sono permesso un rilassamento estivo particolare, molto divertente, ossia quello di giocare un po' alla mia maniera sul personaggio Carlo Tavecchio e sulle sue acrobazie verbali. Qualcuno si è divertito con me. Qualcun altro mi ha fatto notare che in realtà c'è poco da scherzare con le disgrazie. Qualcun altro ancora, invece, in privato mi ha chiesto di scrivere anche un pensiero un po' più serio. Un'analisi un po' più articolata della situazione federale. In parte io forse l'ho anche fatto, infatti a guardar bene, nei vari miei pezzi pubblicati grossomodo il mio pensiero sulla situazione e su cosa credo serva in questo momento storico è abbastanza chiaro. Forse è un pensiero scritto a rate, ma c'è. Il punto è che mi riesce sempre molto difficile affrontare questi temi. Riesco a malapena a pensare a queste cose, perché lo sconforto di vedere la nostra Italia ridotta in questo stato è molto forte e invadente. E il calcio è lo specchio rappresentativo perfetto di come sta anche tutto il resto del paese, quello che col calcio non c'entra nulla. Generalmente, dunque, quando rifletto su certi temi tipici italici mi scatta una specie di automatismo auto difensivo che trova la sua migliore espressione nell'ironia. Mi difendo così nel mio piccolo. Quasi come se una risata o una battuta potesse cancellare d'un tratto tutto il grigio esistente e seppellirlo definitivamente. Comunque, voglio provare brevemente a scriverli due pensieri seri, visto che Tavecchio ce l'ha fatta.
Di fondo, ritengo che Andrea Agnelli abbia ragione, Tavecchio è inadeguato a quella carica. Le mie ragioni principali sono tre, e sono abbastanza semplici.
- Carlo Tavecchio ha un curriculum giudiziario che, al di là dei fatti (veri o non veri che siano), rappresentano motivo di imbarazzo per la federazione, e per l'immagine che questa deve avere nel mondo. Chiunque potrebbe/potrà avanzare sospetti o fare illazioni un giorno sì e un altro pure, ogni volta che la federazione prenderà qualche decisione. Senza autorevolezza il sistema funziona male, secondo me, perché vi sono sempre delle fisiologiche disfunzioni che creano, o possono creare, disagi di vario genere.
- Egli ha un passato calcistico (nella carica di Lega Pro) che in più occasioni è stato messo in discussione e sezionato dai mezzi di informazione, e il panorama che ne è venuto fuori non è che sia idilliaco, anzi. Egli si sta tutelando legalmente dalle accuse rivoltegli, da quello che si sa, ma fino a quando i sospetti avanzati dai media non verranno dissolti, non è possibile nemmeno lontanamente ipotizzare una legittimità di qualunque carica rappresentativa di prestigio (non solo calcistica, ovviamente).
- Egli ha delle difficoltà dialettiche enormi, e anche se questa non è necessariamente una colpa ma solo una caratteristica personale, è noto che per una carica rappresentativa di prestigio come quella della Presidenza Federale sarebbe necessario uno spessore culturale molto più alto, perché chi siede su quella poltrona deve rilasciare dichiarazioni, tenere conferenze, fare discorsi, intrattenere rapporti con dirigenti di tutto il mondo, ecc. Meglio sapersi esprimere bene, altrimenti si rischiano incidenti diplomatici, fraintendimenti, scivoloni, e simili. Anche perché non sempre è possibile prepararsi prima dei discorsi, e sicuramente non quando si parla al telefono con qualcuno o quando un giornalista ti piazza un microfono sotto il naso all'improvviso.
Insomma, non è cosa sua, non è la persona adatta, è assurdo e paradossale che sia stato eletto.
A queste tre ragioni, poi ci si potrebbero affiancare le ragioni di ordine politico, programmatico, filosofico e via dicendo, ma ci vorrebbero altri milioni di parole per parlarne, e io non ho nessuna voglia di cimentarmi in questa impresa inutile. Chiuderei dicendo che Carlo Tavecchio è quello che in fondo il calcio italiano si merita. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Per chi avesse seguito poco o distrattamente la vicenda, ricordiamo che a fondo pagina abbiamo linkato tutti i nostri articoli a tema e le tante riflessioni pubblicate nelle ultime settimane.
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Ovviamente, io sono felicissimo. Appena ricevuta la notizia della sua elezione mi sono comprato una bottiglia di Malvasia (vino dolce con un leggero aroma che ricorda quello del più celebre Moscato), e ho festeggiato. Il grande Carlo ce l'ha fatta, e spero che possa continuare a regalarmi grandi colpi da antologia.
Visto che ci siamo, faccio notare che anche alcuni media hanno cominciato a comprendere il talento del nuovo Presidente Federale. Mi fa piacere, mi sento meno solo. Qualcuno si è preso la briga di cominciare un'opera di sbobinamento delle tante interviste presenti su youtube, alla ricerca di capolavori d'autore ancora sconosciuti.
Per esempio, un articolo de La Stampa di qualche settimana fa ha riportato una sua vecchia dichiarazione pescata da un video su Youtube. Sempre lui, il Grande Carlo:
«Ogni volta che facciamo il comunicato numero uno a me mi viene l’itterizia a scriverlo, perché ogni anno ci abbiamo messo dentro un altro bordello in questa storia qua. E siamo tutti che si masturbano a inserirlo in questo bordello qua... Direte: che parole scurrili... No, vanno dette...».
Allora, che ne pensate, è un fenomeno come vi ho già detto più volte, oppure no?
Aaaaaaaah... Che goduria... Questa sì, che è vita.
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