Scontri tra tifosi a Roma, diversi feriti e uno in fin di vita. Finale di Coppa Italia surreale, fischio di inizio rimandato per le intemperanze della tifoseria napolista. Gennaro De Tommaso, capo ultrà, comanda le operazioni indossando una t-shirt inneggiante alla libertà di un condannato per omicidio. Trattativa per sedare gli animi e giocare la partita negata da più parti; la Questura dichiara di aver acconsentito ad una richiesta della società Ssc Napoli di mandare il proprio capitano a tranquillizzare i tifosi mentre il Napoli lascia intendere il contrario e cioè di aver mandato Hamsik e Bigon sotto la curva su espressa richiesta delle forze di polizia. La voce incontrollata che Ciro Esposito fosse deceduto poteva scatenare una violenta rappresaglia all'interno dello stadio Olimpico, 60.000 persone sugli spalti. Un verbale della Procura Federale sembra avvalorare la tesi della trattativa istituzioni-ultras avvenuta tramite la nuova figura del calciatore-mediatore (!!!).
A Torino, invece, l'ininfluente partita di campionato tra Juventus ed Atalanta proseguiva sonnacchiosa tra sterili tentativi dei giocatori di dare un senso a quei minuti alla ricerca di gloria personale e record ancora da battere. Ad un certo punto la curva bianconera espone, in basso a destra per chi guarda, uno striscione con un messaggio inaspettato: "Onore ai caduti di Superga", il resto dello stadio scatta in piedi e si produce in un applauso tanto sorpreso quanto emozionante. Chi guarda la partita da casa capisce cosa sta accadendo solo quando le telecamere mostrano lo striscione. Ma sono immagini non semplici da inquadrare, perché lo stendardo è bloccato in fondo e sembra non si possa spostare da quella posizione defilata, come fosse bloccato.
Come una foto scattata da una mano inesperta, incapace di centrare l'obiettivo e mettere l'oggetto da catturare nella posizione migliore. Si capisce presto che non tutti i gruppi della tifoseria organizzata sono daccordo nel mostrare quel messaggio quando, tra primo e secondo anello della stessa porzione di stadio, compare un altro "lenzuolo": "La morte come il rispetto sono uguali per tutti, l'onore solo per i caduti bianconeri." Non voglio cimentarmi in una pericolosa dissertazione sulla differenza tra rispetto e onore, soprattutto perché è una distinzione che fatico a comprendere. E' innegabile però un indubbio passo avanti rispetto alle offese per le persone defunte nello schianto sulla collina di Superga. Mi limito, quindi, ad una pur contenuta gioia per tutto ciò, nella speranza che, all'interno della nostra tifoseria, si sia aperta una crisi (nel senso etimologico del termine) che porterà a un cambio di rotta su certi comportamenti e iconografie.
Usanza vuole che, a questo punto dell'articolo, parta il pistolotto demagogico di condanna per quanto avvenuto nella Capitale, le richieste di pugno duro, qualche "mai più" piazzato di qua e di là, scioglimento dei gruppi organizzati, carcere duro, lavori forzati, dimissioni di massa, rivoluzioni, interventi dell'esercito, contraerea, servizi segreti, truppe speciali, nuovi stadi e chi più ne ha più ne metta.
Niente di tutto questo, non ho soluzioni, niente proposte, nessuna richiesta.
Ho solo voglia di raccontare una cosa, senza nessuna pretesa, solo per riflettere.
Voglio raccontare quello che leggiamo sul nostro blog, dove ospitiamo le opinioni di chiunque voglia venire a commentare quanto da noi proposto, dove i tifosi bianconeri scrivono le loro gioie (finalmente tante), i loro sfottò (alcuni veramente spettacolari), le proprie frustrazioni (per fortuna poche, quest'anno, anche se molto dolorose). Capita, ovviamente, che giungano pareri di tifosi avversari, alcuni di questi passano dal blog per impersonare la parte di quello che gli internauti chiamano Troll, disturbatori del quieto vivere. Poi però capita anche di approvare commenti che ti sembrano il classico standard del tifoso bianconero, e invece scopri, quando arrivi alla firma, trattarsi di tifosi di altre squadre, e non squadre qualsiasi. Tifosi avversari che entrano nella nostra community non per insultare ma per discutere, dialogare, fare i complimenti per le vittorie e per il superbo campionato disputato.
Simone, tifoso della Fiorentina, capace di complimentarsi con la Juventus persino dopo il confronto in Europa League ("Ha passato il turno la squadra che meritava") ma anche di porre i suoi dubbi in merito ad alcuni argomenti in maniera garbata, scevro da qualsiasi dietrologia.
Raffaele, tifoso dell'Inter, che fa i complimenti alla Juventus per questo scudetto numero 32. Avete letto bene, esistono anche tifosi nerazzurri consapevoli di cosa è stata veramente Calciopoli.
Sheva7, di cui è superfluo indicare la fede di appartenenza, anch'egli prodigo di apprezzamenti.
Claudio, tifoso della Roma, uno arrivato a tripla velocità per protestare contro la squalifica di Destro tramite la prova televisiva, ma che non ha opposto molta resistenza nel dichiarare la supremazia della Juve sulla comunque ottima Roma.
Poche persone, certo, e chissà se e quanti tifosi bianconeri fanno altrettanto nelle corrispondenti piazze virtuali degli altri; ma queste persone sono la dimostrazione che un altro tifo è possibile, che la degenerazione del giornalismo sportivo e l'indecenza di alcune campagne mediatiche volte solo a instillare odio e livore non attecchisce in tutte le menti, che non tutti i tifosi sono pseudo-guerriglieri pronti anche allo scontro fisico, che si può stare in uno stadio gli uni accanto agli altri pur tifando per colori diversi. Si tratta, come sempre, della libertà individuale. Ognuno scelga quale modello di tifoso impersonare, nella speranza che, una volta tanto da quando esiste la Repubblica, l'Italia possa veramente vedere qualcuno fare qualcosa. Perché fino ad adesso, a quattro giorni dai fatti dell'Olimpico, siamo al solito, raccapricciante, disgustoso e indegno scaricabarile.
Twitter: @GiuSette7