Contrordine compagni. Ricordate quanta bella indignazione l'anno scorso quando dalla curva della Juventus si alzavano cori (beceri, precisiamolo subito) nei confronti dei napoletani (intesi come tifosi del Napoli) e della città di Napoli? Se non lo ricordate cliccate su uno dei tanti link che si possono trovare in giro per il web: Vergogna allo Juventus Stadium, si invoca al Vesuvio: cori razzisti contro i napoletani durante Juve-Udinese. Senti l'audio.
Ora forse vi si è rinfrescata un po' la memoria. Ricordatevi l'ambiente e il contesto: la Juventus era prima e il Napoli secondo, in lotta per lo scudetto. E l'ipersensibilità napoletana (diciamo così) raggiungeva le vette più elevate: mancava poco che inviassero a ogni partita della Juve un addetto con l'incarico di scandagliare solo i cori della Curva Sud per poter immediatamente mettere in moto la macchina vittimistica e urlare al razzismo. La Juventus, come ricorderete, collezionò un bel gruzzoletto di multe proprio per i cori contro Napoli e il Napoli cantati della sua tifoseria. Ancora una rinfrescatina di memoria, perché certe cose, anche se sono grottesche e surreali, vengono, chissà come mai, rimosse subito dall'immaginario collettivo: arrivò un giorno un comunicato sul sito ufficiale del Napoli per stigmatizzare le parole di Marchisio, che in un'intervista aveva osato dire che il Napoli era la squadra che gli stava più antipatica. E diciamola tutta: non è che quel comunicato venne fatto perché a un certo punto nella sede del Napoli qualcuno impazzì, ma perché la tifoseria immediatamente si era inalberata per le terribili parole del centrocampista bianconero e aveva fatto pressione sulla società perché si facesse sentire. La colpa del Napoli calcio fu quella di non sapersi fermare davanti alla soglia del ridicolo.
Bene: avete mai sentito, all'epoca, qualcuno dire mezza parola di senso opposto al montante sentimento filo napoletano e anti juventino? Io allora la pensavo come la penso adesso: si tratta di "normale" becerume da stadio, recentemente Giampiero Mughini ha usato il termine "cretineria curvaiola". Ma il razzismo, che dovrebbe essere una cosa tremendamente seria, c'entrava nulla. Ma niente da fare, il sentimento secondo il quale ai napoletani non si possa dire nulla senza essere additati di razzismo era montato al punto tale che in estate si tramutò in quella norma che oggi sta facendo tanto discutere, la "discriminazione territoriale". Una variante della discriminazione razziale, dove a essere colpita dalla fervente fantasia curvaiola non è l'etnia o il colore della pelle ma la provenienza geografica. Levate di scudi contro questa novità giuridica? Zero.
Come possono cambiare le cose nel giro di pochi mesi? Semplicissimo: basta applicare severamente la nuova norma (che per me è assurda, ma se c'è uno o la contesta da subito oppure se ne fa una ragione e cerca di stare attento a non mettersi nelle condizioni di farsi punire) a carico di una società diversa dalla Juventus.
1) Avevate mai sentito gli ultras del Napoli solidarizzare con quelli juventini che solo pochi mesi fa erano dei biechi razzisti? Bene, oggi accade l'incredibile: con cori e striscioni contestano la chiusura della curva milanista e invocano lo stesso provvedimento ai loro danni. Avete letto qualche sito napoletano di quelli che l'anno scorso si scandalizzavano prendersela adesso con i loro ultras improvvisamente solidali con chi insulta Napoli e il Napoli? Fatemi sapere.
2) Avevate mai sentito qualche giornalista avanzare dubbi sulla responsabilità oggettiva che punisce le società per il comportamento dei loro tifosi? Avevate mai sentito qualche giornalista criticare, ad agosto, la nuova norma che prometteva sanzioni durissime ed equiparava la discriminazione territoriale a quella razziale? Se sì, di nuovo: fatemi sapere.
3) Avevate mai sentito qualche società o la Lega Calcio protestare nei confronti della FIGC ad agosto, quando questa nuova norma (con relativo quadro sanzionatorio) era stata emanata? Ancora: se sì, fatemelo sapere.
E' evidente che nessuno disse nulla all'epoca per due ordini di ragioni: primo perché nessuno pensa che a essere punito possa essere lui, e quindi se si tratta di fare gli ipocriti sui principi c'è solo da alzarsi presto la mattina e prendere il numerino come all'ufficio di collocamento. I "cattivi" l'anno scorso sembravano essere gli juventini, e andava bene a tutti. E poi Napoli, la napoletanità, anche quella più deteriore fatta di chiagni e fotti, suscita nel nostro sciagurato paesello da sempre la simpatia dei benpensanti a pagamento, quindi perché mai opporsi a questa che nasceva come norma pro napoletani? (Perché ditemi, a qualcuno è mai passato per la testa che "discriminazione territoriale" possa essere anche "Torino in fiamme" o "milanese pezzo di merda"?). E infine: da buoni italiani, ognuno pensava che la norma potesse essere applicata all'italiana, ovvero alla cazzo. Non a tappeto per tutti e senza sconti, come nei fatti sta accadendo in questo inizio di stagione calcistica, ma con severità per gli altri e con elasticità per me e per i miei amici. Poi una mattina si sono svegliati, non hanno trovato di mezzo la Juve, hanno trovato giudici poco "italiani" e gli è saltato il banco. Ora compriamoci i pop corn e mettiamoci comodi ad assistere allo spettacolino di piroette e capriole che allestiranno per tornare indietro.
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